Varie fonti di mercato danno Ronald Araújo vicino alla Juventus. Il trasferimento del difensore uruguaiano (di passaporto spagnolo, quindi comunitario) avverrebbe sulla base di un prestito con, pare, metà ingaggio pagato dai Bianconeri. Un ingaggio totale che si aggirerebbe sui 6 milioni, per dare l'idea delle cifre in ballo. Araújo che è un nazionale con 20 presenze alle spalle, compreso quasi tutto il percorso di qualificazione a Qatar 2022 più un pezzo del percorso di qualificazione al prossimo Mondiale. Nel mezzo la rassegna iridata l'ha però saltata, per un infortunio. E proprio la questione infortuni è quella su cui va, a mio avviso, posto l'accento. Ingaggiato nel 2018 per 4,7 milioni dal Boston River, inizialmente Araújo venne inserito nella rosa del Barça Atlètic, con cui giocò 44 gare. Passato nel 2020 in pianta stabile nel Barcellona, nel corso di questi anni ha messo assieme 151 presenze, di cui 17 messe assieme in Champions League. Nel contempo, però, parecchie sono state le gare saltate per infortunio. Dal 2020 ad oggi, infatti, Araújo ha subito ben 14 stop per infortunio, per un totale di 436 giorni ai box, ovvero su per giù un anno e mezzo. E parliamo solo dei giorni in cui il ragazzo è stato effettivamente "fermo", ma a questi andrebbero poi aggiunti i periodi passati a recuperare dall'infortunio stesso, allenandosi magari a parte, o a basso ritmo, comunque non potendo giocare al 100% delle sue possibilità. Le partite perse in questo lasso di tempo sono state quasi 100, con l'ultimo infortunio - alla coscia - che è stato anche il più pesante. A metà luglio si è infatti fermato, tornando disponibile solo a metà dicembre, con ben 146 giorni di stop e 22 partite passate ai box per infortunio. Per intenderci, il Barça ad oggi ne ha giocate 26, lui è sceso in campo una sola volta: in Copa del Rey contro l'UD Barbastro. Sono quindi curioso di capire che tipo di acquisto farebbe la Juventus: da una parte con un prestito secco rischi di prendere un giocatore lontano dalla condizione migliore, di fatto da rilanciare ("per gli altri") ed in più incline agli infortuni. Dall'altra prendendolo a titolo definitivo (fosse anche un prestito con obbligo) rischieresti comunque di investire a lungo termine su un giocatore che, ad oggi, è sempre parso piuttosto fragile da un punto di vista fisico / di salute. La Juve dietro è corta, quindi qualcosa mi aspetto faccia sicuramente già a gennaio (tanto più dopo aver messo di fatto fuori rosa Danilo). Se sarà Araújo o meno il nome scelto per risolvere il problema della coperta corta in fase difensiva lo vedremo presto...!
Post di Francesco Federico Pagani
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Partite scialbe, equilibrate sì ma verso il basso, gioco monocorde, stelle o presunte tali senza guizzi né ispirazione. E’ il copione della maggior parte delle partite di Euro 2024, fatta eccezione per le esibizioni della Spagna, della Turchia e dell’Olanda, con gli orange che battendo stasera i turchi (2-1, in rimonta, una delle poche gare emozionanti) non a caso si piazzano tra le prime quattro, sfidando l’Inghilterra. Per quanto riguarda le altre favorite del lotto, davvero si è visto poco sinora e gli elementi di valutazione ci sono tutti perché la competizione si è allineata alle semifinali. Si spera di intravedere qualità almeno in Spagna-Francia (si gioca il 9), mentre promette meno Inghilterra-Olanda del giorno successivo. In decine di partite si è giusto intravista qualche traccia di Bellingham, poco di Foden, poco di Mbappè, poco di Leao, nulla da Cristiano Ronaldo, solo per citarne qualcuno: sono emersi i talenti più giovani, quelli più freschi come Nico Williams e Yamal, Arda Guler, Kvaratskhelia, con cambio di passo e che hanno il motore meno ingolfato da 60 partite ogni anno. Non è certamente un caso ed Euro 2024 pone il tema di un calendario davvero troppo fitto. La situazione sarà anche peggiore nella stagione che parte da agosto, tra la nuova edizione della Champions League a 36 squadre e l’arrivo del Mondiale per Club. Si gioca troppo, i calciatori sono usurati, ne risente la resa in campo. Soprattutto delle partite delle nazionali. Da poco si arriva dai quarti di finale del torneo tedesco, con tre partite su quattro ai supplementari. Solo Germania-Spagna non ha disatteso le aspettative, mentre le stelle inglesi e francesi sono rimaste a guardare. Il confronto con i quarti di finale dell’ultima edizione di Champions League è davvero impietoso. Si dirà: nelle squadre europee ci sono calciatori da ogni angolo del mondo, ma in Arsenal-Bayern Monaco, oppure Real Madrid-Manchester City era il ritmo, l’intensità a essere più alta. In pratica, due sport differenti. Clicca sul link per leggere l'articolo completo di Nicola Sellitti: https://lnkd.in/dBzRmh3k #calcio #sport #euro2024🏆 #Olanda #Inghilterra
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Chi mi conosce sa che non sono mai stato il "primo" sostenitore di Morata, ma penso anche che al giorno d'oggi si bollino i giocatori come "brocchi" con troppa facilità. Premesso questo, è evidente che al Milan, oggi, non stia dando il meglio di sé. Parlando di reti, che sono la prima cosa che ci aspettiamo da una punta, Morata sta ipo performando anche in relazione ai suoi standard. In carriera viaggia a 0,56 gol ogni 90', in questa stagione "gira" a 0,35, quasi il 34% in meno del suo standard. Per i dati Fbref è la prestazione peggiore della sua carriera assieme alla stagione 2021/22, l'ultima giocata alla Juventus (0,34 in quel caso). I dati della sua esperienza in Italia sono i seguenti: 2014/15 0,59, 2015/16 0,46, 2020/21 0,64, 2021/22 0,34. Provando ad andare oltre, Morata segna meno perché è diventato meno preciso, o perché produce meno / viene messo meno in condizione di poter segnare? La media degli xG prodotti (dal 2017/18) è di 0,55 ogni 90', quest'anno 0,32. Dunque: paradossalmente sta leggermente overperformando rispetto agli xG (+0,03 ogni 90'), sembrano proprio le occasioni a mancargli. In questo caso il dato attuale è il peggiore della sua carriera (alla Juve 0,38). La sua heat map col Girona non è particolarmente significativa, trattandosi di una singola partita (un sample troppo piccolo per trarre considerazioni assolute), ma è comunque curiosa. Perché se Morata si "spalma" su tutto il campo diventa quasi inevitabile che possa far fatica ad arrivare al tiro e, dunque, al gol. Non a caso il dato sui tiri effettuati parla chiaro: a fronte di una media (dal 2016/17, ultima stagione al Real) di 2,94 tiri, quest'anno Morata sta raccogliendo il dato peggiore di sempre, con 2,14 tiri ogni 90'. Significa il 27% in meno della sua media, praticamente ogni 4 tiri ne "perde" 1. E' un dato discretamente più basso anche rispetto agli ultimi due anni alla Juventus, quando calciò rispettivamente 2,43 e 2,42 volte a "gara piena". Parliamo quasi dell'8% in meno di conclusioni a partita. Morata tra l'altro si sta rendendo anche meno utile come assistman. Quest'anno, infatti, realizza 0,06 assist ogni 90 minuti, a fronte di una media in carriera di 0,19 (con un calo del - quasi - 70%). In questo caso la differenza col dato atteso (0,08 xA) è un po' minore rispetto al dato medio in carriera (0,14 xA), ma comunque importante. Infatti il calo negli Expected Assist prodotti è del 43%. Insomma, mentre Abraham calcia (2,32 vs. 2,35), produce xG (addirittura 0,65 vs. 059), segna (0,48 vs. 0,53), serve assist (addirittura 0,32 vs. 0,14) e produce xA (0,16 vs. 0,12) in linea con la sua carriera, Morata sta palesemente riducendo il suo contributo offensivo/realizzativo. Giocatore che solo l'estate scorsa ha vinto l'Europeo da titolare, bisogna capire cos'abbia: necessita di un contesto che lo "premi", "supporti", "metta di più in condizione di rendere", o è lui che sta semplicemente attraversando un - ormai discretamente lungo - periodo di down?
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Partita d’intensità europea. Inzaghi l’aveva ormai vinta ma Motta ha ridotto il gap di Paolo Condò – la Repubblica – 28 ottobre 2024 Dopo una settimana in cui si è discusso molto e con un certo sarcasmo della scarsa intensità del nostro calcio, Inter e Juventus si sono battute come pugili a guardia abbassata — vediamo chi ne ha di più, e pazienza per gli schiaffoni — producendo una quantità (e qualità) di palle-gol che normalmente si contano negli scontri diretti di un intero girone. Gli inguaribili italianisti oggi stigmatizzano gli svarioni difensivi dei giocatori, vedi i due goffi rigori concessi dalla Juve, o anche di Inzaghi, perché la sostituzione dell’ammonito Pavard ha fatto saltare in aria il settore destro di difesa, infine scoperchiato dalla classe di Yildiz. A noi, spiriti più semplici, preme esercitare un minimo di coerenza: se ci commuove lo 0-4 del Barcellona al Bernabeu e ci entusiasma il 2-2 di Arsenal-Liverpool, di un derby d’Italia che finisce 4-4 prendiamo tutto, consapevoli che la famosa intensità — e a San Siro ce n’è stata tanta — induce fatalmente all’errore. Se hai cinque secondi per fare una scelta, non la sbagli mai. Se ne hai due, dev’essere giusta al primo colpo. Se ne hai mezzo, devi aver deciso cosa fare del pallone prima ancora di riceverlo. È questa contrazione del tempo che paghiamo spesso in Europa. Moltiplichiamo le gare interpretate come questa, e pagheremo sempre meno. L’eterna disputa sul campionato più o meno allenante è tutta qui. Naturalmente ciò non toglie che l’Inter avesse vinto la partita, segnando quattro gol a una difesa che in campionato ne aveva subito soltanto uno nelle precedenti otto gare. Più del poker di reti realizzate, però, hanno contato le altrettante mancate nel consistente segmento di ripresa in cui la partita era diventata un tiro al bersaglio per Di Gregorio: due spettacolari deviazioni del portiere più un colpo di testa di Lautaro fuori di niente più altre chance mancate ci dicono che il 5-2 è stato a lungo un temporale sul punto di scaricarsi, il che ha probabilmente illuso l’Inter su una resa della Juve. Grave errore di valutazione. Ci sono squadre che non puoi perdonare, perché poi ritornano. La Juve di Thiago Motta può mancare ancora in diversi fondamentali, ma questo superpotere lo maneggia perché i giocatori credono visibilmente nell’allenatore, e quando questi sul 3-4 sostituisce Vlahovic con Mbangula non lo prendono per pazzo, ma lo seguono fiduciosi e affamati. È la ferocia a fare la differenza, in attesa che i frutti più costosi del mercato, da Koopmeiners in giù, aiutino Motta ad aumentare la qualità del palleggio quando va sottopressione. Ci sono sati degli incubi (...) Continua la lettura sulla pagina facebook de Il giornale dei giornali
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L'Atalanta per coronare una stagione da sogno. La Juventus per tornare a vincere un trofeo, dopo tre anni. L'ultima volta? Finale di Coppa Italia. Contro chi? L'Atalanta. Basta questo per presentare l'attesa #finale di #Coppa #Italia 2023/24. Se volete sapere come ci arrivano i singoli protagonisti, ecco l'analisi del match su Calcio e Finanza, nel mio editoriale settimanale del FPeX - Football Players Exchange ® ⬇
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KOOPMEINERS-JUVENTUS LE CRITICHE AUMENTANO Il trasferimento di Koopmeiners da Bergamo a Torino per quasi 60 milioni era stato accolto con ottimismo. Il centrocampista, reduce da una vittoria dell'UEL con l'Atalanta, sembrava l'acquisto giusto per aggiungere qualità e dinamismo alla mediana della Juventus. La sua visione di gioco, la capacità di impostare l'azione e la "botta" da fuori area, erano stati i suoi punti di forza che avevano attirato l'attenzione del mister Motta e del dirigente Giuntoli. Tuttavia, sin dai primi passi con la maglia della Juventus, il giocatore ha mostrato difficoltà ad adattarsi. La sua abilità nell'impostare il gioco sembra spesso non tradursi in azioni concrete, e le sue prestazioni sono state caratterizzate da troppi errori tecnici e poca incisività. La sua visione e intelligenza tattica, che a Bergamo la stagione scorsa sembravano risaltare, non hanno avuto lo stesso impatto con la Juventus. I dati con la Juventus in Serie A 24/25 fino ad ora: ➖️ 74 minuti a gara ( 8 sfide disputate da titolare su 10) ➖️ 0 reti segnate ➖️ 2 assist ➖️ 1.8 i tiri medi ➖️ 48.4 tocchi medi ➖️ 89% precisione passaggi (30.6 passaggi precisi a partita) ➖️ 92% precisione passaggi nella propria metà di campo (13.1 servizi precisi a partita); 76% precisone passaggi nella metà campo avversaria (18.5 servizi precisi a partita) ➖️ 1.6 passaggi decisivi a partita Uno dei problemi maggiori riscontrati è stato il suo rendimento in fase realizzativa. Nonostante le aspettative che lo vedevano come un centrocampista completo, Koopmeiners ha mostrato spesso difficoltà nel trovare il gol. La sua mobilità e il posizionamento in fase offensiva sono stati frequentemente messi in discussione. Molti tifosi e commentatori hanno evidenziato la sua scarsa capacità di impattare sulle partite in modo significativo. In un centrocampo tra infortuni e scelte tattiche, Koopmeiners non è riuscito a essere una costante fonte di creatività e solidità. In partite cruciali, il suo contributo è stato scarsamente visibile, lasciando desiderare anche sul piano della leadership. Il tecnico Thiago Motta, pur continuando a dargli fiducia, sembra non aver trovato l'olandese della stagione scorsa, spesso posizionandolo sulla trequarti, senza riuscire a farlo rendere al meglio. La Juventus, in un periodo di rinnovamento, ha bisogno di giocatori che possano essere decisivi, e Koopmeiners finora non ha dimostrato di essere uno di questi. Il numero 8 juventino è ancora giovane e ha certamente il potenziale e il tempo per adattarsi al calcio di Motta. Se non riuscirà a migliorare la sua condizione fisica, a migliorare l'efficacia delle sue giocate e a inserirsi in un sistema di gioco che esalti le sue qualità, rischia di finire nella lunga lista di acquisti non riusciti della Juventus, un club che è abituato a ben altri standard. Riuscirà a dimostrare il suo valore nel corso della stagione? ⏳️
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Il dato riportato in grafica vuol dire tutto e nulla, perché il calcio è un gioco di squadra e ciò che succede in una partita è sempre il risultato di un mix di una serie infinita di fattori e variabili. Insomma non è possibile dire che il Milan, quando Gabbia gioca meno di un'ora (o non gioca proprio), prenda circa il 41% di gol in più rispetto a quando lo fa SOLO per via della sua assenza. Nel contempo è piuttosto evidente che, innanzitutto, esistano due Matteo Gabbia diversi. O, se vogliamo dirla diversamente, nella carriera del centrale fagnanese esiste una sliding door chiara: il prestito al Villarreal. Matteo nasce a Busto Arsizio nel 1999 ed all'età di 13 anni entra nel settore giovanile Rossonero, crescendo come centrocampista per venire poi impostato difensore. Dopo un prestito importante a Lucca, nella stagione 2018/19, rientra al Milan, dove in quattro stagioni non trova moltissimo spazio. Così nell'estate del 2023 opta per un nuovo prestito, questa volta in Spagna. Ad accoglierlo è il Submarino Amarillo, quel Villarreal con cui disputerà 13 gare per 974', giocando da titolare 5 gare su 6 del girone di Europa League ed essendo un po' più coinvolto nel turnover ne La Liga. A gennaio, quindi, il Milan si trova in una situazione di necessità e decide di richiamarlo dal prestito. Il Matteo che rientra dai sei mesi passati in Spagna è un giocatore che sembra aver fatto uno step mentale importante, un giocatore che pare maturo, più confidente nei propri mezzi. Nei sei mesi della scorsa stagione, così, Gabbia gioca praticamente tutte le gare disputate dal Milan, saltando per squalifica la gara col Toro (persa 3 a 1), giocando un tempo o meno in 6 occasioni (col Milan che prende 6 gol tra Sassuolo e Salernitana) ed infine gioca meno di un tempo con l'Atalanta in Coppa (sconfitta 2 a 1). In questa stagione la differenza si è ulteriormente acuita, per quanto sia presto per parlarne. Gabbia è stato infatti in panca nelle prime tre di campionato, col Milan che ha preso 6 reti e raccolto 1 solo punto, ed ha giocato 6' col Liverpool, coi Rossoneri sconfitti 3 a 1. Ha giocato poi per 90' le ultime due di campionato, con Venezia ed Inter, gare chiuse con due vittorie ed 1 sola rete subita. Così, dal suo ritorno a Milano dopo il prestito spagnolo, ecco che il Milan si è trovato a subire ben meno gol con Gabbia in campo per più di un'ora rispetto a quando Matteo non gioca o lo fa per un tempo limitato. C'è chi dice che Gabbia nel Milan attuale dovrebbe essere titolare fisso e chi che dovrebbe quantomeno entrare nel giro della Nazionale maggiore. Lui per ora lavora a testa bassa e si fa trovare pronto quando viene chiamato in causa. Come ieri, quando oltre a dare solidità ad una difesa reduce da 6 gol incassati in 4 gare senza di lui ha anche firmato il gol della vittoria nel derby. Una vittoria che, contro l'Inter, mancava da parecchio...!
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La stagione per club del calcio italiano si è conclusa da poche ore con la seconda finale consecutiva di Conference League disputata dalla Fiorentina in due anni, purtroppo persa come la prima. Nel complesso il calcio italiano mentre annaspa dal punto di vista della sostenibilità economica, sotto il profilo sportivo sta riemergendo dal grigiore che aveva contraddistinto gli ultimi 10-12 anni. In questo articolo tenteremo una breva analisi sulle squadre e i risultati che hanno conseguito in questa stagione, partendo ovviamente dal Campionato di Serie A.
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Juventus Football Club -AS Roma 0-0.Pagelle dei #Giallorossi: #SVILAR: 6 La solita sicurezza in porta, anche se mai o quasi impegnato seriamente #MANCINI:7 impeccabile nelle marcature, concede poco o niente agli attaccanti #bianconeri Prende un giallo, da #capitano solo Per aver chiesto info all’#arbitro #NDICKA:7,5 In assoluto il migliore in campo.Eleganza nel difendere e nel far ripartire la squadra.Insuperabile #ANGELINO:6 Partita pulita senza distrazioni o sbavature.Rischia di far #gol nel finale, con un potente tiro rasoterra che meritava più fortuna #CELIK:5,5 Non da sicurezza come esterno di difesa e mostra tutti i suoi limiti nel difendere.#DeRossi lo richiama più volte per fargli fare le cose più semplici #CRISTANTE:6,5 Buona prestazione a centrocampo dove risulta molto utile nelle chiusure e nella fase di impostazione del gioco #PISILLI:6+ Buona prova del debuttante giovane giallorosso, nella sua prima da titolare.Agisce da mezz’ala e dimostra buoni piedi e cattiveria nell’aggredire la palla e anche gli avversari #PELLEGRINI:5,5 In partenza sbaglia subito una palla sanguinosa che poteva far scaturire un azioni pericolosa a favore della #Juventus.Poi fa il compitino senza lampi.Nullo negli inserimenti in area avversaria, il suo punto forte.Deve mettere più carisma nelle gare e dare un contributo maggiore a centrocampo #SAELEMAEKERS:6- Alla prima con la Roma è un po’ in difficoltà nel capire i movimenti.Sara’ molto importante per questa squadra sicuramente in futuro. #DOVBIK:4 Nullo e non pervenuto.Anche se in difficoltà potrebbe aiutare di più la squadra nella transizione offensiva e cercare di più gli appoggi dei compagni.Nessuna azione in fase realizzativa #SOULE’:6 Deve fare e dare di più e deve avere più coraggio nel mettere in campo le sue enormi doti.Da uno come lui ci si aspetta di più in fase di creazione di occasioni da gol #DYBALA:6 Nel 4–3-3 è molto difficile per lui giocare e proporsi in azioni importanti.Non è la sua posizione e si vede.È un giocatore fondamentale per questa rosa e #DDR gli deve trovare presto la posizione a lui più congeniale quando giocherà dall’inizio #ZALEWSKI:5,5 Deve entrare meglio in campo per poter sfruttare la sua corsa e non deve aver timore ad effettuare assist .Deve migliorarsi per poter essere di aiuto in fase offensiva alla squadra #KONE’:6 Si vede che è un calciatore forte e di qualità indubbie.Da sicurezza al centrocampo anche se sta solo all’inizio della sua avventura.Diventera’ un giocatore fondamentale per questa rosa.Dara’ personalità a questo centrocampo #SHOMURODOV: S.V. #BALDANZI: S.V. #DEROSSI: 6,5 Si vede che ha preparato molto bene la gara.Squadra compatta, dove ognuno sa e capisce quale è il compito a lui assegnato.Si vede che ha idee e che non lascia niente al caso.Peccato per le 2 pessime gare iniziali a #CAGLIARI e #EMPOLI Alessandro Ottaviani https://lnkd.in/drFs-ys4
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In un Italia tormentata dal caldo afoso, con un Ferragosto appena trascorso, il campionato italiano riapre i battenti: 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗔 è 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗲. Tutti all'inseguimento dell'Inter detentrice del titolo, con le grandi Milan e Juventus vogliose di strappare lo scettro ai nerazzurri. La mia analisi dello stato di forma delle tre "sorelle" storiche del calcio italiano su Calcio e Finanza, nell'editoriale settimanale del FPeX - Football Players Exchange ®⬇
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La scorsa estate giocammo un Europeo disastroso. Parlandone cercai però di mitigare le nostre sofferenze: avevamo una squadra relativamente giovane. Oltre a Calafiori che E' ancora in età da under 21, schierammo una squadra ancora relativamente giovane. Al netto di Di Lorenzo e Jorginho, prendendo la prima formazione titolare dell'Europeo, il giocatore più "agée" in campo era il '96 Pellegrini. Ovvero un giocatore che potrebbe tranquillamente far parte della Nazionale per almeno un altro quadriennio. Dimarco, Barella e Chiesa classe 1997, Donnarumma, Bastoni, Frattesi e Scamacca classe 1999, Calafiori classe 2002. Contro la Spagna la formazione fu la stessa, contro la Croazia oltre a Darmian scesero in campo anche Retegui (1999) e Raspadori (2000). Attualmente, poi, della nostra formazione-tipo fanno parte Ricci (2001) e la coppia Cambiaso-Tonali (entrambi 2000). Inoltre all'Europeo era presente Udogie (2002) e mancava per infortunio Scalvini (2003). Sono poi in odore di Nazionale i '98 Locatelli e Gatti, i '99 Zaniolo, Buongiorno e Gabbia, i 2000 Lucca, Brescianini, Kean e Bellanova, i 2001 Maldini, Fagioli ed Okoli. Inoltre Spalletti si sta portando dietro il 2003 Savona, il 2004 Pisilli ed il 2005 Comuzzo. Sulla scorta di questo discorso oggi ho visto l'ultima analisi CIES, dedicata all'età media delle formazioni schierate da 144 nazionali al mondo nel corrente anno solare. Ho preso quei dati e li ho incrociati col ranking FIFA andando a guardare chi, tra le Nazionali in top ten, ha avuto nel corso del 2024 la formazione mediamente più giovane. E come sospettavo il primo posto se lo prende l'Italia. Ovviamente un'età media più bassa degli altri non dà nessuna garanzia di vittorie future, ma questo dato ci racconta di come la nostra Nazionale non sia ancora al "picco" di questo "ciclo". Il grosso dei titolari attuali dovrebbe raggiungere l'apice della propria carriera da qui al prossimo Europeo, fondamentalmente. Basti pensare che in questo momento abbiamo 4/5 classe 1999 titolari, ovvero ragazzi di 25 anni. Parliamo di giocatori che possono ancora fare molto in carriera, alzare ulteriormente il proprio livello. Gente che non dico tra 10 anni, ma che comunque tra 8 potrebbe essere ancora nel giro ed ancora all'apice della propria carriera, quindi con davanti a sé - potenzialmente - ancora 2 Mondiali e 2 Europei da giocare "al massimo". Per quello che è il nostro livello medio non dico di "aspettarmi" che vinceremo qualcuna di queste competizioni, ma la possibilità di viverne almeno qualcuna su livelli importanti a mio avviso c'è. Poi, come al solito, conterà molto come ci arriveremo - se ci arriveremo - a quegli appuntamenti. Perché ovviamente se ci arrivi nelle condizioni psico-fisiche ed "ambientali" dell'ultimo Europeo, allora puoi portare chi vuoi in rosa che tanto, comunque, la sorte sarà già amaramente segnata...!
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