Post di francesco chiavarini

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Domenica 15 dicembre, in Duomo, durante la messa nella quale si sono celebrati i 50 anni di Caritas Ambrosiana, l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha annunciato la costituzione del “Fondo Schuster, case per la gente”. L’iniziativa, forte di una dotazione iniziale di un milione di euro, ma destinata a crescere con le offerte di fedeli e cittadini, servirà ad offrire alloggi a Milano e nelle città della Diocesi a persone in difficoltà. A quanto si comprende agirà in tre modi. Da un lato, le risorse saranno impiegate per ristrutturare appartamenti già esistenti e tra questi i molti di proprietà pubblica (Aler e Comune) che al momento non possono essere assegnati per mancanza di requisiti. Dall’altro, le offerte raccolte serviranno ad aiutare chi è in difficoltà a pagare l’affitto e le spese condominiali. Infine, un’altra quota costituirà una riserva di garanzia per ripagare i proprietari nel caso gli inquilini dovessero risultare morosi. Tuttavia, ciò che rende ancora più interessante questa iniziativa sono alcuni dettagli di contesto. In primis, Il tono solenne, quasi enfatico, usato da monsignor Delpini che solitamente preferisce l’understatement. Colpisce che l’Arcivescovo abbia voluto evocare l’appello drammatico con il quale nel 1949 uno dei suoi più illustri predecessori venerato oggi come beato, il cardinale Ildefonso Schuster, invitava le istituzioni a partecipare alla ricostruzione della Milano del Dopoguerra. Oggi non siamo davanti ad una città distrutta dai bombardamenti come lo era quella di allora. Al contrario, Milano è cresciuta come nessun’altra città in Italia. Eppure per molti non ci sono case, a causa dei costi esorbitanti.   Inoltre, molto significative sono le circostanze. Già il cardinale Dionigi Tettamanzi scelse una messa a dicembre, quella della notte di Natale 2008, per annunciare il Fondo Famiglia e Lavoro allo scopo di alleviare le sofferenze di molti cittadini colpiti dalla crisi finanziaria. Partito anche in quel caso da una somma di un milione di euro fornita dalla Diocesi attingendo all’8 per mille, il Fondo decuplicò e si trasformò successivamente in un innovativo strumento di politica attiva del lavoro (Fondo Diamo Lavoro). Se tali sono le premesse, tali devono essere anche le attese per questa nuova proposta in un periodo in cui l’inflazione erode come non si vedeva da tempo il potere d’acquisto delle famiglie. Proprio aver messo l’enfasi sul problema della casa con tale dovizia di simboli suona a Milano come una denuncia. Per troppo tempo chi ha amministrato la città si è illuso (o ha voluto far credere) che la soluzione ai valori immobiliari troppo alti sarebbe venuta dal mercato stesso. Sono passati molti anni e dal cilindro non è uscito proprio nulla. Per questo «Milano è stanca», come ha ripetuto più volte l’Arcivescovo, nel suo discorso alla città per la vigilia di Sant'Ambrogio. Stanca di attendere risposte che non arrivano.

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