Post di Fulvio Giuliani

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Fulvio Giuliani Fulvio Giuliani è influencer

Direttore quotidiano La Ragione Linkedin Top Voice Italy

Un minimo di analisi sul fenomenale tennis italiano degli ultimi anni - anche alla luce della trionfale settimana di Coppa Davis di Bologna con di fatto la “squadra B” - è estremamente interessante ben oltre l’aspetto strettamente sportivo. Testimonia come, tanto per cominciare, un conto sono i fenomeni assoluti - quelli che nascono una volta ogni trenta o quarant’anni e sono da considerare in qualche misura puri doni della natura - un conto completamente diverso sono i buoni giocatori. Anche i buonissimi, frutto certo di un talento sopra la media, ma soprattutto di un lavoro, di una programmazione, di una scuola che fa la differenza. Tutta la differenza del mondo. Entrando nel dettaglio, Jannik Sinner è il dono del cielo, unito a scelte particolarmente oculate degli allenatori, della scuola dei primi anni e dell’evoluzione da professionista. Poi, ci sono gli altri sei - dicasi sei - giocatori italiani nei primi 50 al mondo, cui aggiungiamo altri due fra la 51ª e la 100ª posizione della classifica Atp. Una cosa mostruosa: un giocatore su sette dei primi 50 è italiano e praticamente uno su 10 dei primi 100. Questo è il frutto esclusivamente di programmazione e capacità di guardare a medio e lungo termine, sfruttando anche la lunghissima onda generata dal fenomeno assoluto dai capelli color carota. E qui si va ben oltre il tennis e lo sport: questa è l’Italia che vorremmo vedere in mille altri settori e che troppe volte non scorgiamo. Un’Italia che non si affida allo stellone, un Paese che fatica, suda, impara dai propri errori, cade, si rialza e riparte. Questo conta molto, ma molto di più dell’occasionale fuoriclasse. In tanti ambiti ne abbiamo, grazie al cielo, perché siamo un grande Paese dalla grandissima tradizione. Non altrettanto spesso dietro il talento puro costruiamo sistemi vincenti. Per egoismo, superficialità, fretta, poca voglia di faticare. Godiamoci il tennis, ma proviamo a imparare qualcosa. La Ragione

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Fabrizio Zaccone

Football Intermediary (Sponsorships/Partnerships)

4 mesi

...e non hai menzionato le nostre tenniste che, tra singolare e doppio, hanno portato a livelli storici (secondo solo all' epopea Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani) il movimento tennistico femminile italiano ...

Stefano Ferri

Owner at Stefano Ferri communication & marketing | Partner, Studio Carabotto & Partners | novelist | TEDx speaker | Civil rights upholder

4 mesi

Pensa a dove saremmo se facessimo così ovunque. Quando guardiamo le statistiche che ci rammentano i 32 anni di crescita zero, è bene che ci attribuiamo tutta la colpa.

Emiddio Esposito

Manager - Commerciale : Marketing Food & Retail

4 mesi

Chissà perché a me viene in mente la vita politica dove, a parte qualche tentativo poi non riuscito fino in fondo, di programmazione e di serietà ve ne sono ben poche. Dove invece l'improvvisazione, il chiacchiericci e l'ipocrisia prendono il sopravvento e finiscono per far aumentare il debito pubblico senza avere di contro, un innalzamento dei servizi, dove non nascono talenti ma solo persone egoiste dove ognuno si approfitta della posizione e del ruolo. Impariamo dallo sport anche dai nostri sportivi paraolimpionici.

Strategia e marketing. Nel 2004, dopo il meritato ma casuale secondo posto olimpico del basket, il buon Poz buttò lì l’idea di tingere di argento tutte le aree dei ns palazzetti e invitò i principali cestisti a giocare con i capelli di quel colore. Di sicuro la pubblicità sarebbe stata molta e avrebbe attratto parecchi giovani. Al contrario venne preso per scemo, il basket non si giovò di quel risultato e ora abbiamo un 79enne che verrà rieletto per l’ennesima volta dopo 11 anni di semi-nulla.

La strategia è mettere in pratica quanto conosciuto insieme a una programmazione, lo spirito di squadra e la comunità di intenti che vanno oltre al personale e che mettono in pratica il programma come fonte ispiratrice di tutte le persone che fanno parte del progetto rappresentano la strada giusta , avendo sempre il coraggio di eliminare le mele marce o chi non lavora nel senso giusto, la maggioranza deve essere tutelata ma senza di essa tutto è inutile. La politica come il lavoro e altri ambiti richiedono la stessa consapevolezza ma le persone vanno educate e soprattutto le scielte devono orientarsi in base ai programmi e non alle proclamazioni o ai complotti di parte che hanno tutto all'infuori che l'interesse comune. Difficilissimo applicarlo aldi fuori di una organizzazione così redditizia e comunque accessibile a pochi. Però partire da questo esempio non può che costruire qualcosa di positivo per il futuro.

Bruno Tognaccini

Responsabile Amministrativo e Formatore Professionale

4 mesi

Il problema dell’Italia non è la mancanza di talenti o di programmazione e voglia di sacrificarsi, ma l’unità di intenti. L’Italia del fare è sistematicamente frenata dall’Italia del chiacchiericcio e del benaltrismo. C’è sempre qualcuno a cui piace disfare la tela che pazientemente si cerca di tessere.

Francesca Rigamonti

Ha frequentato Master in Marketing Management per l’ Impresa Internazionale

4 mesi

Lo sport è esempio unico: è partecipazione e condivisione competitiva, ossimoro in quasi ogni altro campo. O fai o non sei. Se cadi puoi rialzarti. Se tradisci sei fuori. Se non hai onore non riavrai fiducia. La squadra sei tu, ne rispondi e ti risponde. Lo sport è netto, in ogni suo etimo. Ed è anche comprensibile che sui grandi numeri che fanno la politica (noi) qualcosa si perda, la statistica prevede la devianza. Si perda, non si inverta. Oggi la devianza uccide borseggiatori, terrorizza medici, vota chi promette vendetta, ricatta per corporazioni, mistifica titoli, ruba e vende informazioni. La politica a uso privato è la squadra sbagliata che continuiamo a scegliere credendoci liberi di farlo, vanitosi ad uno specchio deformante. Bravissimi ad applaudire lo sport. Alla peggio, domani “c’eravamo tanto amati”: è gratis.

Guido Moscheni

Head of Human Resources Segment Construction Equipments presso CNH Industrial

4 mesi

Verissimo Fulvio. Programmazione, applicazione, duro lavoro, focus verso l'obiettivo. Questa la lezione del tennis italiano, questo quanto dovremmo applicare in ogni ambito della vita lavorativa, sportiva, sociale. Aggiungerei anche la vita politica ma qui temo la sfida sia davvero improba

Buongiorno, l'onda è ben precedente a Sinner, il cui effetto non potrà che potenziarla. La situazione felice del tennis italiano viene da una programmazione iniziata tanti anni fa, che ha avuto il coraggio di guardarsi dentro e capire quali fossero i limiti di un movimento che aveva tantissimi praticanti ma pochissimi campioni. Concordo che sia un modello da capire e applicare a altre situazioni ed in generale al paese tutto.

Enrico Verga

Senior Geopolitical Strategist for Companies and Family Office. Published on main stream media. My opinions are my own

4 mesi

Adddoro i doni del cielo monegaschi. Contribuiscono alla crescita economica e sociale di un piccolo principato che ha tanto bisogno di sangue fresco per innovarsi socialmente e eticamente :-)

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