🆘NON ESISTONO TAPPE, INTERPRETIAMO UNA PARTITA DI BAMBINI CON GLI STESSI TATTICISMI CON CUI GUARDIAMO UNA GARA DI ADULTI. (Tutte le figure coinvolte)🆘 In varie pagine le società dalla Lombardia alla Calabria ricercano Allenatori per l'attività di base per i nati dai 5 ai 13 anni. 🤔Chissà come mai ❓ 🤔Non ci sono Allenatori/Istruttori o non ci sono Formatori/Educatori ❓ In realtà il settore tecnico organizza tantissimi corsi per coprire il territorio nazionale ogni anno,quindi qualcosa non torna. 🤔Chissa' come mai la maggior parte preferiscono e chiedono l'agonistica e gli adulti dopo aver avuto una piccola esperienza nei bambini❓ 🤔Forse pensiamo che si guadagni di più con minor sforzo e più gratificazione (lavoro tattico più semplice/motivante)❓ Forse è la verità‼️Se così fosse ❓ Abbiamo un problema ‼️ 🤔Chissà perché pensiamo sempre che tanto ci penserà qualcuno altro ai bambini di 6-7-9-10 anni ❓ 🤔Forse siamo noi ‼️ 👉Forse non vogliamo gestire i rapporti con i genitori ,e più si abbassa l'età e più non possiamo esimerci❓ 👉Forse il lavoro sulla formazione dell'individuo in età evolutiva non appaga ed è valutato dal sistema con superficialità❓ 👉Forse l'attività legata al lavoro sugli individui sul loro potenziale e sulle loro competenze emotive e tecniche risulta molto faticoso e poco riconosciuto❓ 👉Forse non c'e una remunerazione adeguata in base al lavoro con il protagonista fuori e dentro il campo,e all'impegno nella gestione dei rapporti genitoriali❓ 👉Forse lavorare nell'attività di base presuppone conoscenze e competenze,e una comprensione smisurata del momento socio/culturale in cui viviamo❓ (😲Se avessimo questa consapevolezza ancora meno persone lavorerebbero con i bambini) 👉Forse l'organizzazione generale di una società non è in grado di supportare tutte le attività e le dinamiche che durante l'anno si presentano, ed e carente nelle figure chiave come Resp.Tutela dei minori, Responsabile Organizzativo Settore Giovanile , Responsabile Tecnico SG e Metodologo❓ 🆘In Italia lo sport di base non interessa a nessuno, non è strategico , non e gratificante , è poco considerato. 📍L'unico problema ❓‼️ 👉SENZA DI ESSO NON C'E FUTURO
Post di Gioele Pititu
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Oggi vi proponiamo una #riflessione. Abbiamo deciso di lavorare nell'ambiente dell'educazione dei più #giovani, dando focus al contesto sportivo. Questo implica varie dinamiche, tra cui il #confronto costante con metodi educativi di genitori sempre diversi e di diverse zone del nord Italia. Da ciò viene naturale che, a volte, l'educazione che i #genitori hanno deciso di trasmettere ai figli cozzi con le linee guida che abbiamo dato ai nostri animatori. Nonostante il nostro piano sia frutto di studi e di ricerca della soluzione migliore per tutti. Cosa succede? Un mezzo disastro, ogni volta. Ci è capitata un'osservazione, da parte di un gruppo di genitori, che criticavano aspramente il fatto che un nostro team leader avesse posto come regola l'aspettare che tutti fossero seduti per iniziare a pranzare. In ufficio nel momento in cui ci è arrivata la segnalazione ci siamo presi un momento per discuterne insieme. Possibile che variazioni, anche minime, nei metodi educativi possano scatenare critiche accese? Oppure, possibile che tutti noi in azienda, appartenenti alla stessa generazione, condividiamo questo metodo e che, per i bambini e genitori di oggi, sia percepito come un'imposizione? Siamo ben consapevoli di come i metodi educativi siano in continua #evoluzione, è il bello del nostro lavoro, e di come si tenda a rivedere le strategie passate, ed è per questo che ci teniamo ad instaurare un dialogo (costruttivo!) con le famiglie. Crediamo che il confronto e la #comunicazione aperta siano essenziali per migliorare continuamente i nostri approcci educativi e garantire un ambiente sereno e positivo per tutti i bambini. A Junior Camp siamo convinti che solo attraverso la #collaborazione e il rispetto reciproco possiamo creare un’esperienza educativa arricchente e armoniosa per i nostri giovani. Voi cosa ne pensate?
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TEAM DI PROGETTO E IL RISCHIO PER L'ORGANIZZAZIONE DI PERDERE UN'OCCASIONE DI APPRENDIMENTO - LE OPPORTUNITÀ DEL TEAM COACHING Nella letteratura specializzata viene sottolineato che un team composto non solo da specialisti può essere vantaggioso in diversi modi. Ad esempio, si menziona che progettare i team di progetto solo con esperti può compromettere l'efficacia delle fasi di raccolta, sintesi e ridistribuzione delle conoscenze. --> Gli esperti tendono a fare affidamento sulle proprie conoscenze, piuttosto che investire tempo e sforzi per scoprire quali altre conoscenze esistono e questo limita l'apprendimento e la creatività. --> Un approccio più equilibrato, che includa dipendenti "locali" insieme agli esperti, può arricchire le discussioni sul progetto con più dati su ciò che sta effettivamente accadendo sul campo. --> Questo affiancamento permette anche ai dipendenti locali di comprendere meglio i processi tecnici e aziendali, diffondendo rapidamente le conoscenze all'interno dell'organizzazione. Quale è la vostra esperienza al riguardo. Scrivetela nei commenti! Come possiamo affrontare questo tema quando abbiamo a che fare con progetti di inclusione della disabilità in azienda? Sono Daniele Mazzali, sono consulente aziendale, coach e team coach presso AFG Consulting. Sono anche esperto del medoto DIRSI specifico per affrontare temi e sfide di inclusione della disabilità in azienda. Non esitate a contattarmi se desiderate degli approfondimenti.
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Oggi ho partecipato ad un bellissimo corso formativo sulla #disabilità dell'UNI Ente Italiano di Normazione, con la splendida co-conduzione di Valentina Sorbi (she/her) e Rossanna Bolchini che ringrazio per i loro spunti, #immensi. Cosa ho imparato? Che la disabilità è prima di tutto #conoscenza. Che è più corretto parlare di #equità piuttosto che di #parità, perchè quest'ultimo termine sottende un concetto di #soglia. Ma chi definisce cosa è #normale? Che dovremmo riconoscere il nostro #privilegio, dovremmo ammettere di avere un accesso agevolato alle #opportunità. E dovremmo invece rendere questo accesso #equo. Che doremmo cambiare la #narrazione, avvicinandoci al concetto di Fabrizio Acanfora di "coesistenza reciproca tra le differenze". Bellissima, non trovate? Che anche se l'intenzionalità è spesso volta a non ferire, dovremmo valutare l'#impatto che abbiamo sulle persone. E questa è una nostra respon-ABILITA'. Che dovremmo #rinegoziare sempre il #consenso. Ne esco arricchita. #NTTDATA #NTTDATAItalia #Disabilità #Conoscenza #Informazione #neverstoplearning #proudtobediverse Ma soprattutto che #disabilità non significa #mancanza
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I consigli di Temple Grandin. I bambini devono imparare le competenze lavorative
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[#autonomia] L’autonomia esiste sia nella forma sociale che #personale. Nel primo caso è correlata all’acquisizione di competenze quali la collaborazione e il gioco di squadra, risorse importanti nello sviluppo della capacità di risoluzione di problematiche comuni. Nel secondo casa si tratta di una tappa fondamentale per procedere lungo il percorso di #svincolo dal sistema familiare ed acquisire indipendenza. Nei bambini l’autonomia potrebbe essere stimolata attraverso attività di #gioco finalizzate alla responsabilizzazione e alla risoluzione di piccole problematiche quotidiane. #studiocoronacartia #studiopsicologiaroma
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🎁 Nelle progettualità educative, la prima cosa che cerchiamo è il benessere dei bambini e tendiamo a non considerare che ciò che vogliamo per loro, dovrebbe essere cercato e sperimentato anche da noi adulti. 🎇 Programmiamo attività di risoluzione dei conflitti, educazione emozionale, condivisione, partecipazione, connessione con la natura, apprendimento con gioia, inclusione, espressione dei talenti, e la lista potrebbe continuare, ma … 😅 Camminiamo noi adulti queste parole? Ci diamo il diritto di vivere anche noi queste esperienze? Ciò che proponiamo ai bambini diventa una dimensione reale nella nostra vita? ✨ La cura degli adulti è la chiave per un cambiamento autentico e duraturo. Simonetta #13nottisante #pedagogieattive #riflessionipedagogiche
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LA SOLITUDINE DEI GIOVANI: UN GRIDO DI AIUTO. La solitudine giovanile è un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti. In un'epoca segnata dall'individualismo, dalla crescente pressione sociale e da un mondo digitale che spesso esclude il contatto autentico, molti giovani si trovano ad affrontare un vuoto interiore che non riescono a colmare. La recente serie di suicidi giovanili evidenzia un dramma che va oltre le difficoltà individuali, toccando le radici stesse della società in cui viviamo. Uno degli aspetti più preoccupanti è la mancanza di punti di riferimento solidi. Tradizionalmente, la famiglia, la scuola e la comunità erano le principali fonti di supporto, guida e orientamento. Ma oggi, molte famiglie sono frammentate, le istituzioni educative sono spesso percepite come distanti e poco incluse nelle problematiche reali degli adolescenti, e la rete sociale, seppur presente online, non riesce a sostituire quella dimensione umana e affettiva di cui i giovani hanno disperatamente bisogno. In chiave pedagogica, è fondamentale interrogarsi su come possiamo rispondere a questa crescente solitudine. Non basta più pensare a soluzioni a breve termine, come il potenziamento di servizi di supporto psicologico. È necessario creare una rete di sostegno più inclusiva, che veda la collaborazione tra scuola, famiglia e comunità, e che promuova valori di solidarietà, ascolto e presenza costante. I giovani hanno bisogno di sentirsi compresi e di sapere che non sono soli nelle loro sfide quotidiane. In questo contesto, la pedagogia può e deve avere un ruolo centrale. Non si tratta solo di insegnare contenuti, ma di educare alla vita, al dialogo, alla resilienza, alla capacità di affrontare le difficoltà con il supporto degli altri. La solitudine giovanile non è solo una questione di isolamento fisico, ma un grido di aiuto che ci invita a ripensare il nostro ruolo come educatori e adulti di riferimento. Dobbiamo ascoltare, essere presenti e, soprattutto, dare loro la speranza di un futuro dove la connessione umana non sia più un privilegio, ma un diritto. La responsabilità di tutti noi è quella di fare in modo che nessun giovane si senta mai più invisibile.
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IL VALORE NELLA CRESCITA DEI BAMBINI Nei mutati scenari della società odierna, i genitori, impegnati notevolmente dal lavoro, ricercano spesso persone alle quali affidare i propri bambini, soprattutto in tenera età. Ed è proprio questa fase dell'infanzia che richiede la massima attenzione nell'individuare "la persona", non "una persona", alla quale affidare i propri bambini. Questa persona deve sostituire i genitori sotto ogni punto di vista e deve possedere conoscenze e competenze particolari tali da poter soddisfare bisogni primari e secondari di cui un bambino necessita: in altre parole, prendersi cura di loro. In passato, troppo spesso, ho incontrato genitori che nel ricercare una tale figura, concentravano le richieste su prestazioni di poco valore ma comunque necessarie: accompagnarli e riprenderli a scuola, preparare il pranzo o la cena e farli mangiare, curarne l'igiene personale. E troppo spesso si richiedevano anche prestazioni del tutto estranee alla gestione dei bambini quali servizi di pulizia della casa, quindi tempo prezioso sottratto ai bambini. Il tutto quotato economicamente in maniera decisamente fuori luogo e fuori contesto, con richiesta di una contro proposta economica alla quale spesso replicavano: "è troppo caro". Ai genitori rispondevo: "è giusto essere attenti ai costi ma è altrettanto vero che le cose di valore non si acquistano a buon mercato e le cose a buon mercato non possono essere di valore". E al disopra di tutto c'è il VALORE della crescita serena e attenta dei bambini i quali, a differenza di noi adulti, percepiscono sfumatura importanti nei comportamenti degli adulti che si relazionano con loro per ore in assenza dei genitori. I vostri figli e la loro crescita, sana ed equilibrata, hanno un valore inestimabile e non si affidano a chi non ha requisiti e valori ma accetta il minimo ribasso😉
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In questi giorni Synergia s.r.l. sta valutando l’impatto sociale dei progetti finanziati dal bando “Comincio da zero”, con cui Con i Bambini mira a incrementare l’offerta di servizi educativi e di cura per la prima infanzia, con particolare riferimento alla fascia 0-3 anni. * * 📊 La statistica ci aiuta, e ad esempio possiamo dire che, in alcuni casi… 🚸 Il genitore tende a valutare in maniera più positiva e, forse, meno oggettiva il proprio figlio, discostandosi dalle valutazioni degli educatori. Lo si osserva dai t-test eseguiti per ogni indice, per cui le evidenze raccolte consentono di rigettare l’ipotesi nulla e quindi affermare che vi sono differenze significative tra le medie. 🚸 Il genere e l’età del minore non sono caratteristiche determinanti da considerare quando si vuole quantificare l’impatto sulle capacità relazionali e andare ad agire in modo concreto su di esse con delle attività progettuali mirate. * * ⚡⚡ Ma, in ogni caso è fondamentale poter contare su campioni più numerosi possibili, in modo da poter ottenere, tramite dei t-test approfonditi, delle evidenze statistiche più concrete, condivisibili e generalizzabili. * * #statistics #impactevaluation #education #socialimpact #dataanalytics
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📌Se ancora non conosci Genitori.it leggi qui sotto! ⬇️⬇️⬇️ La nostra rete capillare di professionisti della genitorialità fornisce percorsi di formazione ed assistenza genitoriale per un’azione educativa e sociale sui loro figli. ✅ 📈Collaboriamo a stretto contatto con le aziende per rendere le sfide dei genitori lavoratori più gestibili e meno pesanti. Genitori.it nasce dall’esperienza sociale di oltre 25 anni maturata dal MOIGE in stretto contatto con i genitori. Per questo amiamo prenderci cura di chi fa figli! Vuoi richiedere una consulenza senza impegno❓ 📞Chiama lo 06.32.36.943 ✉️Invia una mail a info@genitori.it 📱O scrivici in direct! #genitori #figli #lavoro #coachinggenitoriale #formazionegenitori #formazione #formazioneaziendale #famiglia
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