Post di Giovanna De Rosa

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Direttore presso CSV Napoli

Il sistema di valutazione della scuola italiana è profondamente inadeguato. Non mette in discussione il ruolo degli insegnanti, che spesso non riescono a trasformarsi in educatori e rimangono legati a metodologie didattiche obsolete, prive di coinvolgimento emotivo e motivazionale. Questi "cattedratici", che parlano solo a sé stessi, non si mettono in discussione, rifiutando di apprendere nuovi strumenti e metodi didattici attivi, capaci di stimolare curiosità e creatività. Insegnano con distacco, privi di passione, e trasmettono agli studenti una visione arida del sapere. Prima della materia che insegnano, sembra che amino soprattutto sé stessi, alimentando un ego che soffoca l'entusiasmo e il potenziale dei giovani. Questo atteggiamento egoico danneggia le nuove generazioni, che finiscono per sentirsi demotivate, incapaci di trovare nella scuola un luogo di crescita personale e intellettuale. La scuola dovrebbe essere uno spazio dove si coltiva la passione per il sapere, dove gli insegnanti si pongono come guide e modelli ispiratori, pronti ad adattarsi e a rinnovarsi continuamente per rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione. È necessario ripensare il ruolo dell'insegnante, promuovendo una formazione continua che non si limiti alla trasmissione di contenuti, ma che aiuti gli educatori a diventare agenti di cambiamento. Solo così potremo costruire una scuola che non distrugga, ma che stimoli, che non reprima, ma che valorizzi le potenzialità di ogni studente, rendendolo protagonista del proprio percorso di crescita.

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Gianni Ledda Oristano

Giornalista presso Super tv Oristano

3 mesi

Ben detto, Giovanna

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