Scrivo sul Sole24Ore | Dirigo StartupItalia | Transmedia Content Manager per Sella | Inviato per XXI Secolo su Raiuno
Da tempo nel marketing (ma non solo) si ragiona di come non abbia più senso parlare di cluster generazionali, ossia di silos chiusi e autoreferenziali. Oggi il dialogo tra le generazioni fa nascere un nuovo "esperanto" che forse risponde in modo inequivocabile alla necessità di rafforzare i legami, intrattenere relazioni, tessere conversazioni senza fine.
E allora che meraviglia questa notizia rimbalzata sulla stampa italiana. A Piacenza c'è un progetto quasi unico al mondo: nello stesso edificio il nido d’infanzia con i suoi 43 bambini tra 1 e 4 anni, i 54 anziani della casa di riposo e i 25 del centro diurno. Nel centro intergenerazionale Abi, cioè “Anziani e Bambini Insieme”, non ci sono in realtà né anziani né bambini, perché tutti si chiamano nonni e nipoti.
Qui la notizia su Repubblica: https://lnkd.in/dPPwxZBP#rassegna#generazioni
Servono più progetti come questo: degli spazi per esperienze transgenerazionali che hanno un impatto sociale, psicologico e di benessere per la nostra società.
Persone anziane che non si sentono abbandonate e inutili.
Bambini che possono stare in contesti di crescita come quelli di un asilo nido, ma che includono anche esperienze affettive costruttive come quelle con gli anziani.
Non è pura immaginazione, si può fare: servono competenze, volontà e capacità di investire fondi pubblici (europei e nazionali) e privati per la creazione di queste realtà in ogni provincia di Italia 🇮🇹🇪🇺
Scrivo sul Sole24Ore | Dirigo StartupItalia | Transmedia Content Manager per Sella | Inviato per XXI Secolo su Raiuno
Da tempo nel marketing (ma non solo) si ragiona di come non abbia più senso parlare di cluster generazionali, ossia di silos chiusi e autoreferenziali. Oggi il dialogo tra le generazioni fa nascere un nuovo "esperanto" che forse risponde in modo inequivocabile alla necessità di rafforzare i legami, intrattenere relazioni, tessere conversazioni senza fine.
E allora che meraviglia questa notizia rimbalzata sulla stampa italiana. A Piacenza c'è un progetto quasi unico al mondo: nello stesso edificio il nido d’infanzia con i suoi 43 bambini tra 1 e 4 anni, i 54 anziani della casa di riposo e i 25 del centro diurno. Nel centro intergenerazionale Abi, cioè “Anziani e Bambini Insieme”, non ci sono in realtà né anziani né bambini, perché tutti si chiamano nonni e nipoti.
Qui la notizia su Repubblica: https://lnkd.in/dPPwxZBP#rassegna#generazioni
Un progetto in cui credo da sempre! E' un modello di comunicazione e relazione intergenerazionale che stimola apprendimento, gioco e intelligenza emotiva. E cura.
Scrivo sul Sole24Ore | Dirigo StartupItalia | Transmedia Content Manager per Sella | Inviato per XXI Secolo su Raiuno
Da tempo nel marketing (ma non solo) si ragiona di come non abbia più senso parlare di cluster generazionali, ossia di silos chiusi e autoreferenziali. Oggi il dialogo tra le generazioni fa nascere un nuovo "esperanto" che forse risponde in modo inequivocabile alla necessità di rafforzare i legami, intrattenere relazioni, tessere conversazioni senza fine.
E allora che meraviglia questa notizia rimbalzata sulla stampa italiana. A Piacenza c'è un progetto quasi unico al mondo: nello stesso edificio il nido d’infanzia con i suoi 43 bambini tra 1 e 4 anni, i 54 anziani della casa di riposo e i 25 del centro diurno. Nel centro intergenerazionale Abi, cioè “Anziani e Bambini Insieme”, non ci sono in realtà né anziani né bambini, perché tutti si chiamano nonni e nipoti.
Qui la notizia su Repubblica: https://lnkd.in/dPPwxZBP#rassegna#generazioni
Scrivo sul Sole24Ore | Dirigo StartupItalia | Transmedia Content Manager per Sella | Inviato per XXI Secolo su Raiuno
Da tempo nel marketing (ma non solo) si ragiona di come non abbia più senso parlare di cluster generazionali, ossia di silos chiusi e autoreferenziali. Oggi il dialogo tra le generazioni fa nascere un nuovo "esperanto" che forse risponde in modo inequivocabile alla necessità di rafforzare i legami, intrattenere relazioni, tessere conversazioni senza fine.
E allora che meraviglia questa notizia rimbalzata sulla stampa italiana. A Piacenza c'è un progetto quasi unico al mondo: nello stesso edificio il nido d’infanzia con i suoi 43 bambini tra 1 e 4 anni, i 54 anziani della casa di riposo e i 25 del centro diurno. Nel centro intergenerazionale Abi, cioè “Anziani e Bambini Insieme”, non ci sono in realtà né anziani né bambini, perché tutti si chiamano nonni e nipoti.
Qui la notizia su Repubblica: https://lnkd.in/dPPwxZBP#rassegna#generazioni
Scrivo sul Sole24Ore | Dirigo StartupItalia | Transmedia Content Manager per Sella | Inviato per XXI Secolo su Raiuno
Da tempo nel marketing (ma non solo) si ragiona di come non abbia più senso parlare di cluster generazionali, ossia di silos chiusi e autoreferenziali. Oggi il dialogo tra le generazioni fa nascere un nuovo "esperanto" che forse risponde in modo inequivocabile alla necessità di rafforzare i legami, intrattenere relazioni, tessere conversazioni senza fine.
E allora che meraviglia questa notizia rimbalzata sulla stampa italiana. A Piacenza c'è un progetto quasi unico al mondo: nello stesso edificio il nido d’infanzia con i suoi 43 bambini tra 1 e 4 anni, i 54 anziani della casa di riposo e i 25 del centro diurno. Nel centro intergenerazionale Abi, cioè “Anziani e Bambini Insieme”, non ci sono in realtà né anziani né bambini, perché tutti si chiamano nonni e nipoti.
Qui la notizia su Repubblica: https://lnkd.in/dPPwxZBP#rassegna#generazioni
Tra i tanti articoli e storie che leggiamo quotidianamente, oggi vogliamo condividere con la nostra #community un progetto che ci ha profondamente ispirato.
Un'iniziativa che ci dimostra come, a volte, le soluzioni più innovative nascano dalla #semplicità di un #incontro, quello tra due #generazioni apparentemente distanti.
Dimenticate le statistiche sull’invecchiamento della popolazione italiana: a Piacenza, presso il centro Chronos, bambini e anziani condividono ormai da un decennio un percorso di vita comune, fatto di giochi, racconti, complicità e reciproco arricchimento.
Un modello virtuoso di coabitazione intergenerazionale che ci ricorda l'importanza di rallentare, di ascoltare e di riscoprire il valore dell’#umanità.
Qui, tra risate spontanee e racconti densi di saggezza, si intrecciano due generazioni agli antipodi, ma unite da un bisogno profondo: sentirsi parte di una #comunità.
Mentre i più piccoli riscoprono il piacere di ascoltare, di imparare con calma e di prendersi cura delle cose importanti, i “nonni” ritrovano il sorriso, il contatto e quel pizzico di spensieratezza che solo i bambini sanno regalare.
Chronos è molto più di un semplice progetto: è la dimostrazione che un altro #futuro è possibile. Il loro successo ci invita a riflettere: quanto è importante, oggi, saper ascoltare le esigenze di un territorio e costruire risposte capaci di generare valore per tutti?
E i #brand? Anche per loro è fondamentale cogliere questo messaggio: aprirsi al dialogo, comprendere i bisogni delle comunità e costruire un futuro più inclusivo e a misura di persona.
Perché è proprio da questo ascolto attento che nascono le storie più belle e genuine, quelle capaci di generare un impatto positivo e duraturo.
#LaRepubblica#Curiosità#Innovazione#Comunicazione#Gen#Generazioni#Projects#InnovazioneSociale#Coesione#Comunità#Futuro#Persone#Ascolto#SocialImpact
In&Aut è più di un semplice evento: è una scatola che abbraccia tutte le realtà italiane coinvolte nell'autismo. Dalle associazioni, alle aziende, dalle realtà scolastiche a quelle medico-sanitarie, dalle istituzioni alle famiglie.
Francesco Condoluci, vicepresidente della nostra associazione, come papà di un bambino autistico conosce bene l'importanza di formare una rete quanto più grande possibile, così come le dure sfide che la vita quotidiana comporta, per la sua famiglia e il suo bambino.
La nostra missione è concreta e a lungo termine: stiamo lavorando a due progetti, l’acceleratore sociale e il disegno di legge sull’inclusione, attraverso i quali vogliamo favorire la connessione tra le persone autistiche e le aziende, e incoraggiare queste ultime ad assumere lavoratori con disabilità.
Ma sappiamo bene che le forme di autismo sono tante, e per alcuni ragazzi e ragazze l'ingresso nel mondo del lavoro un sogno difficilmente realizzabile: per questo, come In&Aut, ci impegniamo a dare voce a tutti, a non lasciare indietro nessuno e ci battiamo per diffondere le reali necessità derivanti dall'autismo a 360°.
È necessario agire affinché anche i più fragili vengano, ogni giorno, ascoltati e supportati: l’autismo non riguarda solo una parte ma l’intera società, è ora di unire le forze e realizzare un sostegno concreto, le sole parole non sono più sufficienti.
#IneAut24#autismo#inclusione
🌍 Prevenire i pregiudizi verso gli anziani: una responsabilità comune 👵👴
Nella nostra società, troppo spesso gli anziani vengono percepiti attraverso stereotipi che ne limitano il valore e l'importanza. È fondamentale che tutti noi facciamo un passo avanti per prevenire e contrastare questi pregiudizi. Gli anziani sono una risorsa preziosa, portatori di esperienza e saggezza, e meritano rispetto e inclusione attiva. 💬
Ma come possiamo contribuire, nel concreto, a migliorare questa situazione?
✅ Educare e sensibilizzare: Parlare apertamente dei pregiudizi e dei loro effetti dannosi. Solo così possiamo cambiare la mentalità collettiva.
✅ Promuovere l'inclusione sociale: Creare opportunità per gli anziani di essere parte attiva della società. Le attività intergenerazionali, ad esempio, favoriscono scambi preziosi.
✅ Contrastare l'ageismo: Dobbiamo combattere ogni forma di discriminazione basata sull'età. L'ageismo non solo è ingiusto, ma riduce la qualità della vita delle persone anziane.
Al centro di questo impegno, è importante che tutte le realtà sanitarie e assistenziali promuovano politiche inclusive e progetti volti a valorizzare le persone anziane, supportandole con servizi dedicati e un'assistenza attenta alle loro esigenze specifiche.
💡 Da sempre, noi di Gruppo Sanitalia ci impegniamo a garantire un'assistenza sanitaria che metta al centro la persona, valorizzando il ruolo degli anziani nella comunità e offrendo soluzioni su misura per il loro benessere.
Scopri di più sui nostri servizi dedicati 👉 https://grupposanitalia.it
Quali pensate possano essere le azioni più efficaci per combattere i pregiudizi verso gli anziani nella nostra società? 🤔🗨️ Diteci la vostra nei commenti! 👇
#InvecchiamentoAttivo#InclusioneAnziani#RispettoPerGliAnziani#GruppoSanitalia
Qui Silvia lo spiega bene.
In Italia è opinione comune, ancora oggi, associare le persone sorde alla lingua dei segni italiana (LIS), canale usato per lo più dalla comunità sorda, la stessa che si definisce orgogliosamente “Sorda” e che prende le distanze dai “sordi”.
Questi ultimi (persone sorde oraliste che non conoscono la LIS) sono considerati "non sordi", perché grazie alle protesi, agli impianti cocleari e alla riabilitazione logopedica, hanno imparato a parlare perfettamente la lingua italiana. Chi è stato riabilitato non ha necessità di appoggiarsi alla LIS.
Prima di procedere però devo aprire una breve parentesi per contestualizzare meglio: la definizione "Sordi" contrapposta a "sordi" è proprio un distinguo sentito nella comunità sorda, soprattutto di vecchia generazione (che riconosce come lingua madre naturale la LIS).
Tornando a noi, purtroppo questo stereotipo culturale è più dannoso di quanto si pensi e la sua diffusione, spinta anche da una certa narrazione mediatica degli ultimi anni, radicalizza l’idea che non ci sia niente di più inclusivo per una persona sorda che la LIS.
Ma non finisce qui. Questo genere di disinformazione può disorientare sia i genitori udenti di bambini sordi, che la scuola o qualsiasi altro ambiente pubblico che si relazionerà con un bambino sordo riabilitato. Credendo infatti di fare del bene, ognuno di loro introdurrà in varie fasi, un po' di Baby Sign, un po' di italiano segnato e qualche segno. Un pasticcio incredibile di cui ancora oggi noi stiamo pagando direttamente le conseguenze, ma questa è un'altra storia.
Cosa ci può essere di ancora più grave, se una parte politica fa orecchie da mercante e quando si parla di sordità continua a finanziare corsi per la formazione in LIS (che vanno fortissimo in Emilia Romagna, Lombardia e Sicilia, a quanto pare), nonostante l'esistenza di un'audizione informale presentata presso la Camera dei deputati, il 15/06/2021, che spiega puntualmente che tutte le leggi promulgate dal 2018 in poi, a partire dal riconoscimento della LIS, sono state a senso unico? Tali iniziative infatti, come si legge nel documento, non hanno tenuto conto interamente del tema sordità, penalizzado le persone sorde impiantate o protesizzate, perfettamente "emancipate", che non sanno cosa sia la LIS e hanno necessità diverse.
Con "L'articolo 34 ter della Legge n.69 del 21 maggio 2021, che riconosce la LIS come lingua dei sordi, appare evidente come vi sia un’idea di centralità della LIS quale strumento comunicativo linguistico dei sordi. Questo non è, però, confermato dai dati epidemiologici prima riportati". Stiamo parlando di 7 milioni di persone sorde in Italia (da "ipoacusia disabilitante di grado medio-grave-profondo che necessitano di un supporto rimediativo". Perché si continua a parlare di sordità in termini di LIS in parlamento, quando "la scelta dello strumento comunicativo dovrebbe essere indirizzata fin dai primissimi anni di vita verso la forma orale"? [continua]
Ieri su Il Fatto Quotidiano!
A partire dal racconto di Silvia, responsabile web e informatica all'interno del nostro consiglio direttivo, abbiamo raccontato chi siamo, perché ci definiamo "nuovi sordi" e quali sono i nostri obiettivi.
🗣La #sordità si può sconfiggere: ciò che possiamo fare, dunque, è realizzare sul territorio nazionale sempre più centri audiologici qualificati, che possano offrire #diagnosi tempestive e precoci e trattamenti specialistici di alto livello: sui bambini nati sordi, in particolare, questi requisiti sono essenziali per ottenere il miglior risultato riabilitativo possibile.
❗ Chiediamo al mondo della #politica di prendere delle decisioni sulla direzione degli investimenti. Occorre infine una più moderna forma di rappresentanza politica che rappresenti a tutti gli effetti i "nuovi sordi", una parte della popolazione che non può, e non deve, più essere ignorata dalle istituzioni.
#liberidisentire#impiantococleare#protesiacustica#audiologia#diritticivili#SSN
“Contro lo sballo scegliamo la vita”
E. Scafato, Dir. Oss. Naz. Alcol ISS: ascolto e modelli per intercettare fragilità e bisogni. Prima che sia troppo tardi.
Alcune riflessioni su alcol e dipendenze tra i giovani come conseguenza di dimensioni che gli adulti favoriscono e le istituzioni non contrastano e sulle quali non intervengono per prevalenza degli interessi economici che recano profitto alle industrie di alcol, fumo, azzardo in cui lo Stato ha un guadagno miliardario ben lontano dall’etica e della responsabilità sociale, vere piaghe e cancro dello sviluppo sostenibile che non a caso stanno relegando l’Italia tra gli ultimi per investimenti in prevenzione, regalando e dividendo profitti a scapito di una salute che non è tutelata neanche per i target più vulnerabili della popolazione come i minori , i giovani, le donne, gli anziani.
L’intervista sulla pagina d'apertura dell'inserto Noi Magazine di Gazzetta del Sud, dedicato ogni giovedì ai giovani e al mondo dell'istruzione, oggi all'interno delle quattro edizioni del quotidiano Messina Sicilia; Reggio; Cosenza; Catanzaro Crotone Lamezia Vibo.