Quasi la metà del controvalore degli scambi sul Ftsemib è su UniCredit ed Banca Monte dei Paschi di Siena, quest'ultima risulta la più comprata dall'apertura. Con il 10% di Intesa si arriva quasi al 60%, segno che l'interesse degli istituzionali per il settore c'è, alla luce anche di possibili fusioni e acquisizioni.
Post di Guido Gennaccari
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NPL: in arrivo la partnership tra Unicredit e Prelios UniCredit sta per siglare un'importante alleanza con Prelios, la società guidata da Andrea Pignataro, per affrontare la gestione dei Non Performing Loans (NPL). L'accordo, che potrebbe coinvolgere un portafoglio di crediti deteriorati fino a un miliardo di euro, rappresenta un passo significativo nella strategia di UniCredit per rafforzare la sua posizione nel mercato degli NPL e migliorare la propria stabilità finanziaria. Prelios, con la sua solida esperienza nella gestione degli asset e nei servizi immobiliari, si configura come un partner strategico essenziale per superare le sfide legate a questa tipologia di crediti. Questa mossa sottolinea l'impegno di UniCredit a ottimizzare il recupero dei crediti problematici e a liberare risorse per future opportunità di investimento. #NPL #Prelios #UniCredi #StrategicPartnership #BusinessAlliance #AssetManagement Leggi l’articolo al link : https://lnkd.in/eeBU3sGj
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Se Unicredit conquisterà davvero Banco Bpm, che fine farà il Monte dei Paschi di Siena? Resterà indipendente, è la previsione che circola tra banchieri d’affari ed esperti del mercato. Siena è ormai una public company con un nucleo forte rappresentato dai nuovi azionisti privati - peraltro presenti anche in Mediobanca e Generali (Delfin lo è anche in Unicredit) - e Anima come socio industriale. Siena potrebbe in teoria perfino assorbire parte delle filiali che risulterebbero in esubero da Unicredit-Bpm.
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Titolo in altalena nella prima metà seduta di oggi: partite da 6,04 euro contro una chiusura di venerdì scorso a 5,93 euro, già meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni le azioni Monte Paschi a Piazza Affari scivolavano a 5,79 euro, ben sotto la parità. C’è molta incertezza circa il significato che per Siena potrà assumere l’operazione di Unicredit su Banco BPM. L’offerta volontaria di scambio prevede l’ingresso della prima nel capitale della seconda fino al 100%. L’iniziativa sarà finanziata tramite un aumento pari al 13,9% del capitale. Niente terzo polo, ripercussioni su Mediobanca-Generali?
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E dopo l'OPS di UniCredit su BPM, ecco un nuovo evento nel risiko bancario italiano. Le aggregazioni bancarie continuano a ridisegnare il mercato e a mettere alla prova le aziende. Mi capita spesso di incontrare #CFO convinti che il numero di banche con cui collaborano sia sufficiente: “𝘈𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘨𝘪à 𝘲𝘶𝘢𝘵𝘵𝘳𝘰 𝘰 𝘤𝘪𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘪𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘵𝘪, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘤𝘰𝘪𝘯𝘷𝘰𝘭𝘨𝘦𝘳𝘯𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪?” 𝗠𝗮 𝘀𝗶𝗲𝘁𝗲 𝗱𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗶𝗰𝘂𝗿𝗶? In un mercato in cui le #fusioni bancarie stanno diventando sempre più frequenti, i CFO si trovano di fronte a una domanda cruciale: 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘁𝘂𝘁𝗲𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗮𝘇𝗶𝗲𝗻𝗱𝗮 𝗱𝗮𝗹 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼 𝗱𝗮 𝘂𝗻 𝘀𝗶𝗻𝗴𝗼𝗹𝗼 𝗶𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘁𝗼 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗶𝗼? Il consolidamento bancario può cambiare le regole del gioco, ma con le giuste strategie è possibile 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗴𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗶𝗱𝗶𝘁à 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗮. 𝙌𝙪𝙖𝙡 è 𝙞𝙡 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙧𝙚𝙖𝙡𝙚? Immaginiamo di avere affidamenti attivi con due banche che decidono di fondersi. Cosa succede? Il primo rischio è la 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝘁𝗼: l’azienda passa da una posizione diversificata a una dipendenza maggiore da un unico istituto. Questo può portare a una 𝗿𝗲𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗹𝗶𝗻𝗲𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝘁𝗼, 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶 o persino una 𝗿𝗶𝗱𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝘂𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼. Inoltre, una fusione potrebbe significare nuove regole del gioco: criteri di valutazione più stringenti, nuovi interlocutori e meno flessibilità nel rispondere alle esigenze aziendali. 𝗘𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗖𝗙𝗢 𝗼𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗽𝗶ù 𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗲𝘀𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗶. Significa essere un #visionario capace di 𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗶𝗽𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 e di proteggere l’azienda dai rischi futuri. In un contesto bancario in evoluzione, la chiave è agire in modo proattivo: prepararsi al peggio per garantire il meglio.
🏦 Nuovo capitolo del risiko bancario italiano. Banca Monte dei Paschi di Siena ha lanciato, nella mattina di venerdì 24 gennaio, un'ops su Mediobanca. Ecco i dettagli dell'offerta: 💶 15,992 euro per azione per un concambio di 2,3 titoli #Mps per ogni azione #Mediobanca. Il premio per azione è del 5,03% 👀 J.P. Morgan e UBS sono gli advisor dell'operazione 🗣️ Agli analisti, il ceo della banca toscana, Luigi Lovaglio, ha detto che l'operazione tra Mps e Mediobanca è «la migliore business combination industriale possibile, un'opportunità strategica incredibile che creerà valore per gli azionisti di entrambe le organizzazioni»
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☑️ #Mps capitalizza 9 miliardi, #Mediobanca 13. ☑️ lo #Stato Italiano 8 anni fa salvò Mps iniettando 8 miliardi di euro riservandosi una quota dell'11,7% Cosa è un'Offerta Pubblica di Scambio? Voi mi date le vostre azioni Mediobanca, io in cambio vi do le mie Mps, tramite aumento di capitale. Ma perché una banca che dovrebbe aiutare le piccole e medie #imprese dovrebbe avventurarsi in un'operazione di questo tipo? Alla fine del gioco: ☑️ i #DelVecchio e i #Caltagirone diventerebbero rispettivamente il primo ed il secondo azionista del "terzo polo" bancario. ☑️ attraverso Mediobanca si arriva a #Generali (Mediobanca ne controlla il 13%) la cassaforte italiana, impegnata nelle nozze con #Natixis un gigante da 2.000 miliardi di #risparmio gestito. Anche le banche, soprattutto quelle salvate dallo Stato, dovrebbero mantenere un ruolo #sociale.
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Le opa ostili di UniCredit e Banca Monte dei Paschi di Siena su Banco BPM e Mediobanca sono un fatto senza precedenti nel sistema finanziario italiano. Perché assistiamo ad un processo di aggregazione nel mercato di questa portata? 1. le banche Europee sono piccole e non sono in grado di competere con le maggiori banche a livello mondiale(J.P. Morgan capitalizza più delle prime dieci banche Europee). 2. l'innovazione tecnologica porta a forti economie di scala. 3. le banche devono ampliare la loro offerta di servizi. Le banche cercano inoltre di recuperare margini di redditività visto che alcuni segmenti di mercato non sono più una riserva di caccia. A rimetterci sarà la concorrenza che va tutelata senza ostacolare il processo.
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Il risiko bancario scuote #PiazzaAffari. Dopo l’ops da 13,3 miliardi su #Mediobanca, Banca Monte dei Paschi di Siena (#MPS) cade sul FTSE MIB oggi. Alle 10 le azioni dell’istituto senese sono in calo del 7,40% rispetto ai 6,97 euro della vigilia. Al contrario, il titolo di Piazzetta Cuccia, galvanizzato dall’interesse di Mps, guadagna il 5,30% balzando a quota 16,1 euro, oltre l’offerta ricevuta che esprime una valorizzazione pari a 15,992 euro per ciascuna azione Mediobanca. L’acquisizione potrebbe dare vita al terzo polo bancario italiano dopo #Intesa e #Unicredit. Secondo quanto affermato dall’ad dell’istituto senese, Luigi Lovaglio, l’operazione su Mediobanca rappresenta “un’opportunità strategica incredibile, in un momento in cui stiamo crescendo e il mercato è molto reattivo”... https://lnkd.in/dfAyBaNA
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Mps Mediobanca, qualche numero. Il settore bancario italiano aspetta da tempo una svolta, dopo il terremoto innescato dalle mire di Unicredit su Banco Bpm. La mossa forse decisiva, a sorpresa, arriva da Siena, con Mps che si muove su Mediobanca. Sull'Ops lanciata da Siena vale la pena ricordare qualche numero. Il Tesoro ha l’11,7% di Mps dopo la cessione del 15% del capitale delle scorso novembre, e il Governo ha sempre spinto per la nascita di un terzo polo con protagonista proprio Mps, anche se prima della mossa di Orcel era stato riportato che il partner sarebbe stato Banco Bpm. Tra gli azionisti ci sono anche Francesco Gaetano Caltagirone (5%), la Delfin dei Del Vecchio (9,78%), Banco Bpm (5%) e Anima (4%). A sua volta, Mediobanca possiede il 13% di Generali, e Delfin e Caltagirone sono anche in Mediobanca (rispettivamente on il 19,8 e il 7,8%) e la stessa Generali (Delfin ha il 9,93%, Caltagirone ha il 6,92%). La mossa di Mps può scatenare un terremoto, mentre si gioca anche la partita tra Generali e Natixis.
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Dopo la lettera del ceo di Giuseppe Castagna ai dipendenti, il mercato si interroga sulle mosse del Banco BPM per respingere l’Ops di UniCredit (10 miliardi, carta contro carta). Tra gli scenari possibili, accelerare gli acquisti su Banca Monte dei Paschi di Siena – dove Piazza Meda è entrata con il 5%, seguita da ANIMA Sgr (4%), Delfin (3,5%) e Caltagirone (a ridosso del 4%) - per offrire agli investitori un progetto più appetibile dell’Ops di Andrea Orcel e quindi bloccarla o costringerla al rilancio, migliorando il prezzo per i propri azionisti. Da segnalare che non sono pochi quelli con quote in entrambe le banche: le fondazioni di Modena e Verona per esempio poi i fondi Vanguard, Norges Bank, BlackRock, J.P. Morgan. Intanto il mercato fa osservare un rinnovato interesse per Fineco (ieri +1,74%). L’offerta di Unicredit invece ha passato il vaglio di Moody’s che ha confermato ieri, mercoledì 27 novembre, i rating del debito non garantito e dei depositi a lungo termine a Baa1, con outlook stabile. Lunedì anche Andrea Orcel, ceo di Unicredit, ha scritto al personale: «Riteniamo inoltre che Banco Bpm trarrà vantaggio dalla nostra strategia UniCredit Unlocked: faremo leva sull’esperienza delle nostre persone per condividere con loro filosofia e approccio su quanto fatto sino ad oggi», ha vergato il banchiere. «Al momento, l'offerta che abbiamo presentato non è vincolante, e non vi è alcuna certezza che si raggiunga un accordo. La responsabilità di valutare questa offerta spetta al Consiglio di Amministrazione di Banco Bpm e agli azionisti di entrambi gli istituti. Speriamo di incontrarli presto per discutere i dettagli direttamente con loro», si è augurato il ceo. #finanza #risiko #banche #finanza #credito #milano
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Banca Monte dei Paschi di Siena ha scosso il sistema finanziario italiano con un’offerta pubblica di scambio totalitaria su Mediobanca. L’offerta, valutata 13,3 miliardi di euro, offre un premio del 5% sul valore di Borsa e prevede uno scambio di 23 azioni Mps per 10 di Mediobanca. L’operazione, non concordata, è considerata "ostile" da fonti finanziarie. L'ad di Mps, Luigi Lovaglio, punta a creare un terzo polo bancario italiano, con il sostegno di Caltagirone e Delfin, che insieme controllano quasi il 30% di Mediobanca. L’obiettivo è integrare investment banking, credito al consumo e gestione del risparmio, stabilizzando al contempo Generali e sottraendola a mire francesi. Il management di Mediobanca, guidato da Alberto Nagel, gode del favore del mercato, ma la partita resta aperta. La mossa di Mps è parte di un risiko bancario che coinvolge UniCredit, Banco BPM e Generali, in un profondo riassetto del sistema finanziario nazionale. Questa storia è la cover di Affari&Finanza, oggi in edicola. https://lnkd.in/dbgY3xCS
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