Post di Ilaria Ciancaleoni Bartoli

𝗨𝗡𝗔 𝗥𝗜𝗩𝗢𝗟𝗨𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗚𝗘𝗡𝗘𝗧𝗜𝗖𝗔 𝗘̀ 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗣𝗢𝗥𝗧𝗘 In un mondo dove la scienza e la tecnologia avanzano a passi da gigante, una recente scoperta potrebbe rivoluzionare il campo della genetica e della medicina. 𝗦𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶𝗼 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝘀𝘂 𝗧𝗵𝗲 𝗡𝗲𝘄 𝗘𝗻𝗴𝗹𝗮𝗻𝗱 𝗝𝗼𝘂𝗿𝗻𝗮𝗹 𝗼𝗳 𝗠𝗲𝗱𝗶𝗰𝗶𝗻𝗲, 𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗶𝗮 𝗴𝗲𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗖𝗥𝗜𝗦𝗣𝗥-𝗖𝗮𝘀𝟵 𝗵𝗮 𝗱𝗶𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿 𝗰𝘂𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹'𝗮𝗻𝗴𝗶𝗼𝗲𝗱𝗲𝗺𝗮 𝗲𝗿𝗲𝗱𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼, 𝘂𝗻𝗮 𝗺𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶𝗮 𝗴𝗲𝗻𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗿𝗮𝗿𝗮 𝗺𝗮 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗮𝗹𝗲, 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻'𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗶𝗻𝗶𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 🇫🇷 Lo studio ha coinvolto 10 pazienti, mettendoli in remissione e liberandoli dal bisogno di trattamenti a vita. Secondo un articolo pubblicato su Le Figaro questa cura rappresenta una speranza per i 1.500 francesi affetti da questa patologia. 𝗟𝗮 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮 𝗖𝗥𝗜𝗦𝗣𝗥-𝗖𝗮𝘀𝟵, 𝗽𝗿𝗲𝗺𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗡𝗼𝗯𝗲𝗹 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗖𝗵𝗶𝗺𝗶𝗰𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝟮𝟬𝟮𝟬, 𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝘂𝗻'𝗶𝗻𝗻𝗼𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮, 𝗺𝗮 𝘂𝗻 𝗳𝗮𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗼𝗳𝗳𝗿𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗺𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶𝗲 𝗴𝗲𝗻𝗲𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻𝗰𝘂𝗿𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶. La sua applicazione apre nuovi orizzonti per trattamenti più efficaci e meno invasivi, potenzialmente riducendo anche i costi sanitari legati a trattamenti a vita. 🇮🇹 𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗽𝗼𝗻𝗴𝗼𝗻𝗼 𝗹'𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲: 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗲 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗲 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗺𝗮 𝘀𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗹'𝗶𝗻𝗻𝗼𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶? La sfida è grande, ma la strada tracciata dalla ricerca internazionale è chiara. #sanità #innovazioneinclusiva #lifesciences #healthcare #CRISPRCas9 #genetica

Negli ultimi quindici anni ai medici è stato chiesto di essere protagonisti della rivoluzione digitale della sanità e ora si alza ulteriore l'asticella con l'introduzione nel mercato di intelligenza artificiale e terapie digitali (DTx), strumenti che possono migliorare la vita dei pazienti e la salute di tutto il sistema. La formazione medica in Italia è eccellente ma non fornisce ai laureandi o a chi pratica da tanto tempo una formazione continua che possa accompagnare i professionisti del settore in questa transizione digitale. Non si può demandare solamente alle iniziative dell'Industria, da sempre attenta e innovatrice nei confronti dei bisogni formativi del medico, o delle singole società scientifiche; è necessario dotare la categoria di percorsi formativi su questi temi che siano indipendenti, omogenei e di alto livello. Il rischio è che molto presto questi nuovi strumenti non vengano compresi da chi si trova in prima linea ad assicurarne l'implementazione nei luoghi di cura.

Terapie digitali: 9 oncologi su 10 hanno una conoscenza della digital health praticamente “nulla”. Sono i dati, non confortanti, che emergono dalla survey di AIOM | Associazione Italiana di Oncologia Medica e dell’Istituto Mario Negri, soprattutto in un momento storico in cui la tecnologia sta rivoluzionando il settore sanitario. #INNLIFES #DigitalHealth #Innovation #LifeScience #ESG #DTx #Startup #VentureCapital #TechnologyTransfer #Biotech #OpenInnovation Susanna de Luca Elena Lanati Indicon Società Benefit (SB) Mario Catalano Capgemini Francesco Perrone

L'incontro tra farmacologia, sanità digitale e intelligenza artificiale rappresenta una sinergia cruciale per il futuro della medicina. Collaborare con il Prof. Eugenio Santoro è stato proficuo, aprendo prospettive innovative. La convergenza di queste discipline permette di ottimizzare la diagnosi, personalizzare i trattamenti e migliorare la gestione delle patologie. L'utilizzo dell'IA nella farmacologia consente la scoperta di nuovi farmaci in modo più rapido, mentre la sanità digitale facilita la raccolta di dati clinici in tempo reale, consentendo una monitorizzazione più accurata dei pazienti. Questa fusione promette di trasformare radicalmente il panorama medico, migliorando l'efficacia delle cure e portando a una medicina sempre più centrata sul paziente.

Rivoluzione nella cura del cancro: informatizzazione del processo di gestione delle terapie. La complessità e la delicatezza delle cure oncologiche in ospedale richiedono un approccio multidisciplinare e personalizzato per garantire risultati ottimali. Le tecnologie digitali svolgono un ruolo cruciale, migliorando l'efficienza dei processi, la qualità delle cure e la comunicazione tra i diversi attori coinvolti nel percorso terapeutico. La digitalizzazione dei processi legati alla gestione delle terapie oncologiche rappresenta un aspetto fondamentale. Scopri di più ➡ https://bit.ly/3Xd5fA5

Katia Accorsi presidente Assodiagnostici di #ConfindustriaDM, al Laboratorio Sanità 20/30 per coordinare la sessione "L'intelligenza artificiale applicata ai servizi diagnostici". L'IA ha un potenziale eccezionale in questo comparto e potrebbe fornire innumerevoli possibilità di implementazione alla diagnostica. Dalla medicina dei servizi, al laboratorio, fino all'imaging, alla radioterapia e non solo: è fondamentale esplorare nuove opportunità di sviluppo nel settore dei #dispositivimedici, sostenendo un confronto costante tra i diversi attori coinvolti. "L'intelligenza artificiale è oggi e sarà domani e in futuro la base dell'innovazione in clinica e in diagnostica in vitro". #noicisiamo #fareimpresainsieme #innovazioneperlavita

La ricerca farmacologica richiede costi elevati e tempi lunghi, ma con l’aiuto dell’intelligenza artificiale si potrebbero trovare nuovi farmaci contro il cancro in modo più veloce, economico e accurato.⁠ ⁠ Un gruppo di ricerca, grazie al sostegno di AIRC, ha sviluppato MOViDA, un modello che usa l’intelligenza artificiale per prevedere la possibile risposta ai potenziali farmaci. Rispetto a tecnologie precedenti che avevano lo stesso obiettivo, MOViDA consente di ottenere informazioni più dettagliate sui potenziali farmaci, è più accurato e potrebbe aiutare i ricercatori a individuare nuovi principi attivi che contrastino la proliferazione delle cellule tumorali.⁠ ⁠ Occorrono altri studi e analisi prima di poterlo includere nelle fasi di studio delle ricerche sui farmaci, ma in futuro potrebbe rappresentare una risorsa importante per aumentare le probabilità di trovare nuove terapie.⁠ ⁠ Scopri di più su questo traguardo AIRC ➡ https://bit.ly/3TY9HBE

IL MONDO DEI FARMACI TRA DIGITAL TWINS E VALLE DELLA MORTE 💡 La scoperta di nuovi farmaci affronta sempre una sfida cruciale che viene chiamata la “Valley of Death”. Si tratta della fase critica tra il superamento dei test preclinici e il fallimento nei trial clinici. Nemo Marjanovic ci dice che per decenni “i tassi di insuccesso in questa fase sono stati superiori al 92%, spesso a causa di tossicità imprevista o mancanza di efficacia nei pazienti umani”. 🔬 Con l’approvazione del FDA Modernization Act 2.0 nel 2022 negli USA, si è aperta la strada a nuove metodologie di test, che affiancano o sostituiscono i tradizionali test sugli animali. “Tecnologie innovative come i modelli in vitro, in silico e bio-ingegnerizzati stanno rivoluzionando questo settore, migliorando la capacità di prevedere come un farmaco interagirà con l’organismo umano”. 🚀 Tra queste tecnologie, il Digital Twin emerge come una delle più promettenti. Si tratta di “modelli virtuali che simulano organi o l’intero individuo, sfruttando la potenza computazionale per prevedere le interazioni farmacologiche con la biologia specifica di un paziente”. Questo approccio accelera la scoperta di nuovi farmaci e inoltre consente anche di sviluppare terapie più sicure e personalizzate. 🌱 Oltre ai Digital Twins, altre tecnologie come gli organoidi e gli organs-on-chips stanno ridefinendo i test preclinici. Gli organoidi, “versioni semplificate di organi umani”, rappresentano meglio la biologia umana rispetto ai modelli animali. Gli organs-on-chips “simulano le funzioni degli organi in tempo reale”, permettendo di osservare le interazioni tra farmaci e tessuti in ambienti controllati. 🔧 Questi strumenti, se dimostrati efficaci, potrebbero cambiare radicalmente il modo in cui vengono scoperti nuovi farmaci, portando a terapie più sicure per i pazienti. Il Digital Twin, in particolare, è una tecnologia pervasiva che abilita casi d’uso in numerosi settori, dalla medicina personalizzata fino alla gestione delle risorse sanitarie. #DigitalTwin #Innovazione #FDA #ScopertaFarmaci #Tecnologia #Salute

𝐑𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐛𝐫𝐢𝐥𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐭𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞: 𝐬𝐟𝐫𝐮𝐭𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐫𝐥𝐢 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨. La valutazione dei rischi è una fase molto importante e complessa nell’avvio di una terapia: deve tenere conto di molti fattori che cambiano da paziente a paziente e deve fornire velocemente una descrizione quanto più possibile vicina alla realtà. Da circa 4 anni, il gruppo di bioingegneria guidato da Gaetano Burriesci sta studiando tecniche computazionali che aiutino a predire il rischio di ictus e infarto in pazienti affetti da fibrillazione atriale a partire da esami clinici come risonanze e TAC. Nel 2024, insieme al gruppo guidato da Claudia Coronnello, hanno avviato 𝐏𝐑𝐈𝐒𝐌𝐀, un progetto con cui i due team di RiMED vogliono migliorare queste tecnologie sfruttando algoritmi di machine learning. Lo scopo principale è rendere la loro applicazione più rapida e semplice. Queste tecniche computazionali, in futuro, potrebbero aiutare a individuare la miglior terapia sia per persone ad alto rischio che necessitano di intervento chirurgico sia per quelle a basso rischio per cui i farmaci sono sufficienti. Danila Vella, Alessandra Monteleone e Nicolina Sciaraffa saranno le persone chiave di RiMED impegnate in questo progetto di 15 mesi selezionato nell’ambito del Programma di Ricerca THE Tuscany Health Ecosystem e finanziato con fondi #PNRR Unione Europea - NexGenerationEU #innovazione #salute #ricerca #AI #cardiologia #Cardiovascular #engineering #RiMED

Il Biomedicale a Mirandola dopo circa cinquant’anni , ha mostrato le sue fragilità . Le grandi “Organizzazioni” e “Multinazionali”si sono dimostrate incapaci di continuare il percorso avviato dal padre fondatore Dott Mario Veronesi ed oggi alla prima “Crepa” tutto il mondo Biomedicale si trova disorientato. Si può constatare serenamente che solo le Aziende nate , in passato , sull’onda del Biomedicale e spesso con la “benedizione “ del Dott. Mario V. oggi , lavorano seriamente e non hanno nel “cassetto” progetti di SPACCHETTAMENTO. Ci dobbiamo aspettare , a breve , altri casi Bellco , e non è finita . È da mettere in conto la eventuale perdita di tutta la tecnologia e conoscenza del Biomedicale perché potrebbe essere portata all’estero , sicuramente in paesi emergenti . E’ arrivato il momento di parlarne a tutti i livelli , domani potrebbe essere già tardi