Secondo il 58° rapporto del Censis, l'#economia italiana è intrappolata in una “sindrome della medietà”. Negli ultimi vent'anni, il reddito disponibile pro-capite è diminuito del 7% in termini reali. E nell'ultimo decennio la #ricchezza netta pro capite, intesa come somma delle attività reali e finanziarie, ha visto una flessione del 5,5%. Il Paese, insomma, si muove intorno a una linea di galleggiamento, senza incorrere in capitomboli rovinosi nelle fasi recessive e senza compiere scalate eroiche nei cicli positivi. Una sorta di stagnazione perenne che alimenta una percezione di disincanto e frustrazione tra la popolazione, con l'85,5% degli italiani che ritiene difficile migliorare la propria condizione sociale. https://lnkd.in/dF6CCCbA #Italia #pil #Censis
Post di Investing.com Italia
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Gli Italiani sono affetti da una "sindrome del galleggiamento" , una sorte di immobilismo economico e sociale, con redditi reali sono calati del 7% in 20 anni. "Ci muoviamo intorno a una linea di galleggiamento, senza incorrere in capitomboli rovinosi, nelle fasi recessive, e senza compiere scalate eroiche nei cicli positivi". A dirlo è il Censis nel 58º Rapporto sulla Situazione Sociale del Paese. Negli ultimi vent'anni (2003-2023) il reddito disponibile lordo pro-capite si è ridotto in termini reali del 7,0%. E nell'ultimo decennio (tra il secondo trimestre del 2014 e il secondo trimestre del 2024) anche la ricchezza netta pro-capite è diminuita del 5,5%. La sindrome italiana, dunque, "nasconde non poche insidie", perchè potrebbe condurre a una fase di immobilismo economico e sociale
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Le previsioni economiche per l’Italia nel 2025 indicano una crescita moderata del PIL, con stime che variano tra lo 0,8% e l’1,2%, secondo Istat, OCSE e Banca d’Italia. Questa crescita è trainata principalmente dalla domanda interna, con consumi delle famiglie in lieve aumento e investimenti stabili. Tuttavia, permangono incertezze legate a fattori globali, come l’inflazione e le tensioni geopolitiche. Il sentiment della popolazione riflette una certa cautela. Da un lato, si percepisce un miglioramento rispetto agli anni passati grazie ad una stabilità maggiore dell’economia e al calo dell’inflazione. Dall’altro, restano preoccupazioni su temi come il mercato del lavoro, il costo della vita e la sostenibilità del debito pubblico.
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#shockeconomy L'Italia e l'economia della mediocrità. Le evidenze del 58esimo Rapporto Censis Il «Rapporto Censis» - consueto documento annuale pubblicato dal Centro Studi Investimenti Sociali giunto alla edizione n° 58 e presentato lo scorso 6 dicembre – raffigura anche per quest’anno lo stato sociale, economico e culturale del nostro Paese, analizzandone i cambiamenti e le principali tendenze. L’Italia del 2024 si presenta come un Paese intrappolato in una spirale di mediocrità, incapace di affrontare le proprie debolezze strutturali e di imboccare una strada di rinnovamento. Le contraddizioni che la attraversano si riflettono in ambiti economici, sociali, culturali e istituzionali, delineando un quadro di stagnazione e declino. La performance economica italiana degli ultimi due decenni rappresenta un monito di immobilismo. Tra il 2003 e il 2023, il PIL pro-capite è cresciuto di appena il +3%, una cifra misera che palesa il fallimento di politiche strutturali e riforme economiche. Il reddito disponibile delle famiglie è addirittura diminuito del 7% in termini reali nello stesso periodo, testimoniando una perdita progressiva di potere d’acquisto e una compressione del benessere economico. In un mondo scosso da cambiamenti epocali, l’Italia rimane intrappolata nella propria mediocrità. La sua economia non registra picchi né crolli significativi, ma si limita a oscillare intorno a una linea di galleggiamento. Questa apparente stabilità nasconde, però, un declino progressivo, reso evidente dalla stagnazione del PIL, dalla crisi identitaria, dall’arretramento culturale e dall’inefficienza del welfare. L’Italia del 2024 non è una Nazione in caduta libera, ma nemmeno una che riesce a rialzarsi con vigore. È un Paese fermo, sospeso tra l’incapacità di affrontare i propri limiti e la mancanza di una visione per il futuro. Senza un cambio di passo radicale, rischia di diventare irrilevante, non solo sul piano internazionale ma anche nella percezione dei suoi stessi cittadini. L’immobilismo italiano è il vero nemico da combattere, un veleno lento che mina ogni possibilità di rinascita. Questo e altro nella mia consueta rubrica settimanale per "affari italiani", a firma "L'economista indignato". Tristezza in purezza! https://lnkd.in/dbgrdMu9
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Il dato emerge dal report di Banca d'Italia - Eurosistema sull'economia regionale. Nel 2023 il numero di occupati è aumentato del 3,0 per cento. Riprendono i consumi ed i beni durevoli per le famiglie. Ma l'invecchiamento - e i suoi riflessi su sanità e digitalizzazione - preoccupano. #lavoro #occupazione #bankitalia
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L’edizione 2024 del rapporto Censis fotografa la «sindrome italiana» quella di un Paese con un record di occupati e di turismo estero ma anche di denatalità e debito pubblico. La ricchezza netta pro-capite è diminuita del 5,5% negli ultimi 10 anni. La crisi del ceto medio: l’85,5% è convinto che sia molto difficile salire nella scala sociale
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L’edizione 2024 del rapporto Censis fotografa la «sindrome italiana» quella di un Paese con un record di occupati e di turismo estero ma anche di denatalità e debito pubblico. La ricchezza netta pro-capite è diminuita del 5,5% negli ultimi 10 anni. La crisi del ceto medio: l’85,5% è convinto che sia molto difficile salire nella scala sociale.
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Non ci sarà nessuna crescita: lottiamo per la sopravvivenza Mostriamo un dato allarmante. La spesa per alimenti (solo ed esclusivamente alimentare senza altri beni) è di 592 euro al mese per una famiglia media. Ricordo che in Italia il 33 per cento del famiglie e unipersonale. Ebbene questo significa che per vivere 30 anni ci si appresta a spendere un capitale di 213.120 euro solo in alimentari. Queste cifre sono esorbitanti ed incompatibili con la crescita economica. l'Italia diventa un paese povero dove la popolazione deve lottare per non diventare assolutamente povera e non riuscire più a mangiare come è sempre accaduto nei grandi paesi del mondo non occidentale. Messuna crescita, si spera e si lotta per la sopravvivenza. https://lnkd.in/dQKsBeWD
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💥 Il 58° Rapporto Censis sulla situazione del Paese per il 2024 https://lnkd.in/d--7RD3Q analizza in modo dettagliato le dinamiche economiche, sociali e culturali dell'Italia. Il Rapporto indica che la società italiana sta attraversando un periodo di forte instabilità, con un aumento della precarietà e delle disuguaglianze sociali, accentuato dall'inflazione e dalle difficoltà economiche globali. 💲 ‼️ Dal punto di vista economico, il Rapporto evidenzia che gli italiani stanno vivendo un periodo di difficoltà economiche, caratterizzato da una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni e del futuro. L'inflazione ha eroso il potere d'acquisto, portando molte famiglie a rivedere le proprie spese quotidiane e ad un impoverimento generale. In particolare, i giovani si trovano in una situazione di maggiore vulnerabilità, con difficoltà a trovare lavori stabili e ben retribuiti. La precarietà e i contratti a tempo determinato sono sempre più comuni per giovani e per meno giovani. ‼️ Fondamentale l'importanza di investire in innovazione in particolare per le PMI per migliorare la competitività del Paese e favorire la crescita economica nel lungo termine. 🔝 🔝 Solo attraverso l'aumento della competitività delle PMI, che sono il reale tessuto economico italiano, si riuscirà a garantire benessere economico e sociale e crescita duratura. Pensiamo in particolare alle nuove generazioni: le scelte di oggi impattano fortemente su di loro !
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L'#Italia è (purtroppo ancora) spaccata in due. Dalla ricerca #INTWIG che Vi allego si può desumere come la storia si ripeta: in Italia esiste un settentrione prospero e un meridione sempre più povero. Una storia dalla quale il nostro Paese pare non riesca proprio ad emanciparsi. La ricerca fornisce anche un’analisi dettagliata sulla ricchezza degli italiani da cui è possibile constatare come negli ultimi anni siano aumentati i #redditi, ma sia contestualmente diminuito il loro potere di acquisto determinato dall’#inflazione. Nel 2022 il reddito medio pro capite si è attestato a 21.752€, cioè 1.007€ in più dei 20.745€ del 2021, segnando così l’aumento più forte da almeno 15 anni a questa parte. I redditi hanno evidenziato un incremento su base annua del 4,85%, ma la loro progressione è stata totalmente erosa da un’inflazione che nel 2022 si è attestata addirittura all’8,1% (fonte #Istat). Il comune più ricco in Italia è Portofino (Genova) con un reddito pro capite registrati nel 2022 di 90.610€. In generale, scorrendo la classifica dei singoli comuni, si vede che i primi 20 sono tutti al nord, quasi tutti nel nord ovest, con qualche incursione di Veneto, Toscana ed Emilia Romagna. Il sud? Non pervenuto. Cosa può giustificare una differenza di benessere economico così marcata? L’inattendibilità delle #dichiarazionifiscali che guardano ai redditi e non ai #patrimoni, l’#evasione e l’#elusione fiscale rendono solo in parte comprensibili tali differenze. Ci aiutano nella comprensione e nella ricerca di possibili soluzioni le parole di Aldo Cristadoro, CEO di INTWIG: "I dati mostrano un significativo aumento dei redditi, segno di una forte ripresa post-Covid. Tuttavia, l'inflazione ha annullato questo incremento, riducendo il potere d'acquisto di contribuenti e famiglie. Persistono le storiche divisioni del Paese, sia tra Nord e Sud che tra centro e periferia. Emergono inoltre temi cruciali per le politiche future: la redistribuzione dei redditi per evitare la concentrazione della ricchezza in poche mani, e la questione demografica, con la diminuzione della popolazione lavorativa e l'aumento dei pensionati. È necessario rendere i territori più attraenti per i #giovani, migliorando #salari, #welfare e #servizi per compensare il divario con altri Paesi europei e promuovere una migliore qualità della vita." https://lnkd.in/d4F7CxTm #Italia #futuro #redditomedio #qualitàdellavita
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Italiani sempre più poveri rispetto agli americani? Guardando il PIL pro capite reale dei paesi sviluppati confrontato con quello degli Stati Uniti, emerge un dato interessante, ma poco incoraggiante per l’Italia. Se all’inizio del 2000 il nostro PIL pro capite era circa il 90% di quello americano, oggi è sceso a meno del 75%. Questo significa che non riusciamo a tenere il passo con i ritmi di crescita degli Stati Uniti. La stessa tendenza si osserva anche in altri paesi europei, ma in Italia è particolarmente evidente, soprattutto considerando che i salari reali sono praticamente fermi da oltre 30 anni. C’è però un altro lato della medaglia: se parliamo di ricchezza mediana delle famiglie, l’Italia supera gli USA. In media, una famiglia italiana ha una ricchezza di 152 mila euro, contro i 107 mila delle famiglie statunitensi. Questo significa che, sebbene una famiglia americana guadagni di più, spesso riesce a risparmiare meno rispetto a quella italiana. I contenuti di questo video non devono essere intesi come consigli di investimento, raccomandazioni o sollecitazioni all’acquisto, detenzione o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Le dichiarazioni, i commenti e gli altri contenuti di questo video anche se vengono citati singoli emittenti, aziende o strumenti finanziari, non devono essere interpretati come consigli di investimento e non costituiscono, direttamente o indirettamente, una raccomandazione o una sollecitazione all'acquisto, alla detenzione o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario o qualsiasi consulenza ad esso relativa.
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