Il dato emerge dal report di Banca d'Italia - Eurosistema sull'economia regionale. Nel 2023 il numero di occupati è aumentato del 3,0 per cento. Riprendono i consumi ed i beni durevoli per le famiglie. Ma l'invecchiamento - e i suoi riflessi su sanità e digitalizzazione - preoccupano. #lavoro #occupazione #bankitalia
Post di AostaSera.it
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Secondo il 58° rapporto del Censis, l'#economia italiana è intrappolata in una “sindrome della medietà”. Negli ultimi vent'anni, il reddito disponibile pro-capite è diminuito del 7% in termini reali. E nell'ultimo decennio la #ricchezza netta pro capite, intesa come somma delle attività reali e finanziarie, ha visto una flessione del 5,5%. Il Paese, insomma, si muove intorno a una linea di galleggiamento, senza incorrere in capitomboli rovinosi nelle fasi recessive e senza compiere scalate eroiche nei cicli positivi. Una sorta di stagnazione perenne che alimenta una percezione di disincanto e frustrazione tra la popolazione, con l'85,5% degli italiani che ritiene difficile migliorare la propria condizione sociale. https://lnkd.in/dF6CCCbA #Italia #pil #Censis
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L'#economia domestica italiana vive un momento di chiaroscuro: mentre si parla di aumento di #occupazione e #stipendi, il #carovita continua a pesare sulle famiglie. Al #Nord, in particolare in #Lombardia, le retribuzioni crescono, ma l'ombra dell'#inflazione rende difficile goderne i frutti. Nonostante piccoli miglioramenti nel 2024, il potere d'acquisto rimane fragile e i #risparmi degli italiani ne soffrono. La panoramica su #ultimabozza ⬇
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IL PIL REALE TORNA AI LIVELLI PRECRISI 2007 Secondo i dati Istat, il #Pil reale in Italia, solo a fine 2023 è tornato ai livelli del 2007. In 15 anni si è accumulato un divario di crescita di oltre 10 punti con la Spagna, 14 con la Francia e 17 con la Germania. Lo si legge nel Rapporto annuale, dove si evidenzia che, rispetto al 2000, il divario è di oltre 20 punti con Francia e Germania, e di oltre 30 con la Spagna. Tra il 2014 e il 2023 l'incidenza di povertà assoluta individuale tra gli occupati ha avuto un incremento di 2,7 punti percentuali, passando dal 4,9% nel 2014 al 7,6% nel 2023. https://lnkd.in/d8dsZP4d
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Chiudiamo il 2024 con i dati di Banca d’Italia relativi al primo semestre dell’economia dell’ #emiliaromagna. La crescita 📈 è stata debole come nel resto d’Italia 🇮🇹, +0,4%. I settori che hanno avuto maggiore fermento sono le costruzioni, i servizi e l’alimentare, l’industria invece è diminuita risentendo del calo 📉 della domanda estera e delle persistenti tensioni geopolitiche. 🕵🏻 Lavoro: se diamo uno sguardo al mercato del #lavoro nel primo semestre è proseguita la crescita del numero di lavoratori ( +1,2% ) rispetto allo stesso periodo del 2023. Il lavoro ha seguito l’economia, i settori con incremento occupazionale sono i servizi e in misura minore le costruzioni e in calo l’industria. La crescita è stata lievemente inferiore al valore Nazionale. La forza lavoro è aumentata dello 0,4% vs 2023 con la crescita che si è concentrata nella fascia d’età più matura ( 65 e oltre ) mentre si è osservato un calo tra i 15 e i 64 anni. L’incremento ➕ dell’#occupazione si è associato ad una diminuzione delle persone in cerca di lavoro ( -14,8 % ) con un tasso di disoccupazione diminuito di 0,8 punti % ( 4,1% tasso di disoccupazione). Anche il 2025 sarà un anno sfidante, il Team di #Adecco #Emilia con le 11 filiali presenti sulle province di #Modena e #ReggioEmilia come sempre sarà al fianco delle #aziende per essere partner e trovare le soluzioni migliori in ambito #HR, dei #lavoratori continuando sempre di più ad investire in #formazione aumentandone le #competenze e dei #candidati orientandoli con la consapevolezza che insieme faremo ancora una volta la differenza! #adecco #lavoro #risorseumane #modena #reggioemilia #sassuolo #scandiano #carpi #correggio #guastalla #mirandola #castelnovo #montecchio Giorgia Sighinolfi Martina Dendi Manuel Majerna Michele Frezza
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L'occupazione in Italia è ai massimi storici, persino rispetto al 2007 prima della crisi dei mutui sub-prime. Cresce sopratutto l'occupazione nella fascia 25-34 anni pari al 30% del totale degli occupati con preparazione oltre il diploma. Scende invece l'occupazione di persone con preparazione inferiore al diploma. Allora perché l'economia è stagnante, ed anzi subisce un brusco rallentamento? Alla fine un piccolo segnale è quello del rallentamento della frenata che si attesta a -1.5% rispetto al -3.00% di ottobre. Cosa può voler dire? Un'articolo interessante che tenta di far luce su una possibile crisi o forse del più grande boom economico che avverrà nei prossimi anni. Sta di fatto che in Italia il settore automotive perde il 40% e a detta degli analisti rimangono solo 3 mesi, per invertire la tendenza. A Bruxelles bisognerà decidere se puntare alla neutralità tecnologica o spingere con le vecchie politiche che hanno decretato lo STOP del motore termico entro il 2035.
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Da una recente rilevazione Eurostat, dal 1990 al 2020, l’Italia è l’unica nazione in cui è diminuito lo #stipendio_medio (-2,9%). Certamente l'#inflazione erode il potere di acquisto delle buste paga, ma non dimentichiamo gli altri innumerevoli e annosi problemi che aggravano la situazione: - la #precarietà dei posti di lavoro ai massimi storici - i #salari_minimi non regolamentati e attualmente al di sotto della soglia di povertà - la necessità di una #riforma_pensionistica sostenibile Italia maglia nera, siamo i nuovi poveri d'Europa... e senza prospettive ottimistiche all'orizzonte. Avete qualche idea per 'sbloccare' la situazione?🤔
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L'occupazione in Italia è ai massimi storici, persino rispetto al 2007 prima della crisi dei mutui sub-prime. Cresce sopratutto l'occupazione nella fascia 25-34 anni pari al 30% del totale degli occupati con preparazione oltre il diploma. Scende invece l'occupazione di persone con preparazione inferiore al diploma. Allora perché l'economia è stagnante, ed anzi subisce un brusco rallentamento? Alla fine un piccolo segnale è quello del rallentamento della frenata che si attesta a -1.5% rispetto al -3.00% di ottobre. Cosa può voler dire? Un'articolo interessante che tenta di far luce su una possibile crisi o forse del più grande boom economico che avverrà nei primi anni. Sta di fatto che in Italia il settore automotive perde il 40% e a detta degli analisti rimangono solo 3 mesi, per invertire la tendenza. A Bruxelles bisognerà decidere se puntare alla neutralità tecnologica o spingere con le vecchie politiche che hanno decretato lo STOP del motore termico entro il 2035. https://lnkd.in/dWRza6gi
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Rapporto Istat. L'Italia cresce più della media Ue, ma è anche più povera Il presidente Chelli: prospettive moderatamente positive. L'occupazione corre, le retribuzioni no. Crollo delle nascite mentre torna ad aumentare l'immigrazione
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Le previsioni economiche per l’Italia nel 2025 indicano una crescita moderata del PIL, con stime che variano tra lo 0,8% e l’1,2%, secondo Istat, OCSE e Banca d’Italia. Questa crescita è trainata principalmente dalla domanda interna, con consumi delle famiglie in lieve aumento e investimenti stabili. Tuttavia, permangono incertezze legate a fattori globali, come l’inflazione e le tensioni geopolitiche. Il sentiment della popolazione riflette una certa cautela. Da un lato, si percepisce un miglioramento rispetto agli anni passati grazie ad una stabilità maggiore dell’economia e al calo dell’inflazione. Dall’altro, restano preoccupazioni su temi come il mercato del lavoro, il costo della vita e la sostenibilità del debito pubblico.
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L’edizione 2024 del rapporto Censis fotografa la «sindrome italiana» quella di un Paese con un record di occupati e di turismo estero ma anche di denatalità e debito pubblico. La ricchezza netta pro-capite è diminuita del 5,5% negli ultimi 10 anni. La crisi del ceto medio: l’85,5% è convinto che sia molto difficile salire nella scala sociale.
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