IT'S PRESS / Artribune Piazza dei Cinquecento a Roma diventa finalmente una piazza? " Si vuole contribuire ad una visione della città futura, trasformando questo nodo urbano in uno spazio vissuto. A partire dalla Piazza, il progetto vuole ricostruire, con una strategia di interventi progressivi nel tempo, un sistema di relazioni fisiche a scala umana, per definire un nuovo spazio libero, un vuoto animato”. l'articolo su Artribune > https://shorturl.at/WmvGb grazie a Roberta Pisa
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Nuova Piazza Pia a Roma: com’è e come si è trasformata nel tempo - "La nuova Piazza Pia a Roma, inaugurata il 23 dicembre 2024, rappresenta uno degli interventi più significativi mai realizzati nella Capitale. Il progetto, promosso in vista del Giubileo, ha richiesto un enorme sforzo organizzativo: 450 giorni di lavoro ininterrotto, oltre 35.000 metri cubi di scavo e l’impiego di 600.000 pali di fondazione. Il risultato è una piazza interamente pedonale che collega simbolicamente due punti iconici della città: Castel Sant’Angelo e la Basilica di San Pietro." [Source: Immobiliare.it News - https://lnkd.in/drCJNjzB] Pensateci un attimo: 450 giorni di lavoro ininterrotto per trasformare completamente una piazza e creare un legame simbolico tra due luoghi iconici della storia e della cultura, Castel Sant'Angelo e la Basilica di San Pietro. Questo mi fa riflettere sul concetto di trasformazione e crescita anche nel nostro settore. Come agenti immobiliari, non stiamo solo vendendo proprietà o connettendo acquirenti e venditori. Noi creiamo collegamenti, costruiamo una visione per i nostri clienti basata sui loro sogni e obiettivi. Ogni progetto, piccolo o grande, merita lo stesso livello di dedizione e strategia. Tu stai lavorando alla tua "piazza pedonale"? Qual è il progetto professionale su cui stai scegliendo di investire tutto il tuo tempo e le tue energie? Possiamo ispirarci a lavori come questo per puntare ancora più in alto? #trasformazioneimmobiliare #strategiacrescita #successoprofessionale -Article referenced: https://lnkd.in/dQuwGMMV Article written in Italian language
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I suoni e i silenzi di una città sono parte integrante della sua identità, al pari dell’architettura e degli spazi fisici. Essi raccontano la storia di un luogo, ne riflettono le trasformazioni sociali e culturali e, come tali, devono essere ascoltati e considerati nella progettazione urbana. Le città storiche italiane, con il loro complesso paesaggio sonoro che intreccia antico e moderno, sono un esempio emblematico di come suoni e silenzi possano rivelare molto più di quanto si possa percepire a prima vista. In questo viaggio attraverso il suono e il silenzio, possiamo riscoprire nuove dimensioni dell’identità di una città. Un’identità che non si manifesta solo attraverso ciò che si vede, ma anche attraverso ciò che si sente – o non si sente. https://lnkd.in/ecG7rWhc
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È triste confrontare ciò che accade a Roma, come all'Ex-Fiera, con il resto d'Europa. Mentre qui si favoriscono i costruttori, altrove si riqualificano aree degradate con progetti culturali lungimiranti. Se i politici fossero disposti a leggere (difficile, visto che chiedono solo riassunti di 5 righe), potrebbero capire quanto sia sconfortante il paragone. A Plagwitz, Lipsia, un’ex zona industriale è diventata un vivace centro artistico, così come Kreuzberg a Berlino e Shoreditch a Londra. In questi distretti la cultura ha trasformato aree povere in centri dinamici, attirando creativi e imprese. Anche Poblenou a Barcellona e Savamala a Belgrado sono diventati distretti culturali e tecnologici, mentre Christiania a Copenaghen è un modello unico di rigenerazione comunitaria. Reeperbahn ad Amburgo e Mitte a Berlino sono altri esempi di aree risorte grazie alla cultura. A Roma, il progetto “La città della gioia” punta a una riqualificazione sostenibile con verde e spazi pedonali, oltre a collaborazioni con l'Università di Roma Tre per creare un “hub della conoscenza”. VE PREGOOOOOOOOOO #artthinking #PoliticheCulturali #CulturaePolitica #AmministrazionePubblica #PoliticaCulturale #CulturaUrbana #GestioneCulturale #SviluppoCulturale #PolitichePubbliche #InnovazioneCulturale #ProgettiCulturali
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I musei sono dei porti. I porti non conservano le navi ma sono luoghi di viaggio e passaggio. Sono luoghi di partenza, contaminazione. I porti sono sempre stati gli avamposti della contaminazione e della creazione di nuove relazioni. I musei di impresa sono certamente questo. Ottimo articolo.
Non solo conservazione della memoria, ma soprattutto stimolo per il dialogo, la conoscenza, lo spirito civile. Il ruolo dei musei nell’epica della sostenibilità e la funzione essenziale di MUSEIMPRESA
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#tutelacentristorici Il 7 giugno scorso a #trento si è svolto il convegno organizzato da #italianostratrento dal titolo "Insediamenti storici: demolire la cultura?" con introduzione del Segretario Generale di Italia Nostra Michele Campisi.
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L’antichità contaminata dal moderno. Civiltà che si intersecano fra loro, dando luogo a una delle opere più affascinanti di sempre per Ercolano e il suo substrato archeologico che affonda le radici nel 1748, data della scoperta e dei primi scavi. Un luogo della memoria che «va considerato come una città e non come una miniera d’opere d’arte» secondo quanto affermava il grande archeologo Amedeo Maiuri. Grazie a un minuzioso lavoro di urban regeneration, lunedì prossimo sarà aperta a Ercolano piazza Carlo Borbone, la più grande piazza d’Europa che dia su un’area patrimonio dell’Unesco, 5mila metri quadri affacciati sul Parco archeologico proprio sopra il foro dell’antica Herculaneum. Un progetto di rigenerazione urbana iniziato nel 2014 che ha previsto anche questo nuovo spazio pubblico, realizzato grazie al partenariato fra Comune di Ercolano, Ministero della Cultura, Parco archeologico di Ercolano e il Packard Humanities Institute del mecenate David Woodley Packard. Quest’ultimo è il figlio del fondatore del colosso dell’informatica Hp: innamoratosi di Ercolano, ha deciso di finanziarne il rilancio con ingentissimi investimenti. Torniamo alla piazza: un esempio di rigenerazione non soltanto urbana ma anche sociale. Si tratta infatti di un quartiere che fino a qualche tempo fa è stato ostaggio della criminalità organizzata e che adesso potrà diventare un luogo di incontro fra ercolanesi e visitatori. Per costruire la piazza sono stati abbattuti infatti tre palazzi confiscati alla camorra nel 2014. L’intervento è unico nel suo genere in Italia e permetterà di ammirare dall’alto l’intero perimetro dell’area archeologica e il Golfo di Napoli. Non ci sono ancora stime accurate sull’impatto che avrà la nuova piazza, ma per l’estate in arrivo si prevede un notevole afflusso turistico. «Uno straordinario intervento, realizzato in un’area strategica per rendere viva la fusione fra le due città di Ercolano: quella antica e quella moderna» ha spiegato il sindaco Ciro Buonajuto. «L’apertura di piazza Carlo di Borbone rappresenta un caso unico in Italia perché realizzato grazie al finanziamento della Regione Campania e a fondi filantropici di un mecenate straordinario che da oltre 20 anni sostiene Ercolano. Preserviamo il nostro splendido patrimonio e offriamo una possibilità concreta di crescita e sviluppo che trova la sua forza nel turismo, nella bellezza e nella legalità». di Massimo De Falco #Ercolano #urbanregeneration #cultura
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articolo assolutamente splendido! da leggere!
Lunga intervista al direttore di Palazzo Ducale a Mantova, Stefano L’Occaso, che ci parla dei tanti lavori in corso (una “selva di cantieri”), ci dice come verrà rivisitato il percorso di visita e ci anticipa anche le mostre del futuro, alcune già progettate, altre sulla carta, oltre ai progetti di valorizzazione.
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🟠 Al centro di piazza Roma, a Monza, si erge l’Arengario, l’antico Palazzo Comunale della città, risalente al XIII secolo, edificato per volontà di Pietro Visconti. 🔎La struttura dell’Arengario fu progettata con specifica attenzione alle sue funzioni: il grande porticato inferiore, un tempo utilizzato per il mercato e per custodire le “misure” dei commercianti, sostiene la vasta sala superiore, nella quale il podestà presiedeva le sedute del tribunale cittadino e del Consiglio dei Maggiori, composto all’epoca da 150 cittadini. Da non dimenticare il balconcino a loggetta al primo piano, la “parlera”, dal quale venivano letti i decreti emanati dal Comune. ➡️Il nome Arengario deriva da “arengo”, che nel medioevo indicava il “luogo dove le cittadinanze insorgenti contro i feudatari laici ed ecclesiastici si riunivano per deliberare”. Gli storici hanno ricostruito che la costruzione dell’Arengario fu motivata dalla scomunica che colpì il podestà di Monza nel 1250. Nel 1347, il palazzo fu dotato di un orologio a ruota, il terzo esempio in Italia dopo Milano e Padova. 💪Oggi, l’Arengario è uno spazio espositivo per mostre d’arte e rassegne culturali, rappresentando un importante esempio di architettura medievale. È un tesoro tra i molti tesori che abbiamo scoperto e continuiamo a scoprire esplorando il territorio della Provincia di Monza e della Brianza. #PatrimonioCulturale #InventarioBeni #Monza #TesoriNascosti #Salvaguardia #Valorizzazione #GIES
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Non solo conservazione della memoria, ma soprattutto stimolo per il dialogo, la conoscenza, lo spirito civile. Il ruolo dei musei nell’epica della sostenibilità e la funzione essenziale di MUSEIMPRESA
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"Franco Purini diceva che l’architettura è la forma fisica e insieme simbolica delle società e nello stesso tempo la società stessa è il prodotto primario dell’architettura. Se si assume come vera la corrispondenza biunivoca tra spazio (nel senso di ambiente costruito) e tempo (nel senso di epoca storica), e le loro reciproche influenze, l’architettura è forse una chiave di lettura per decifrare non solo la complessità del presente ma anche la direzione futura che questo potrà verosimilmente intraprendere". Domus seleziona dieci opere d’architettura che registrano le grandi sfide di questo primo quarto di secolo tentando di darvi risposta. https://lnkd.in/eapXgv5S
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