Vi dico cosa ne penso, ma prima i numeri: Sport più seguiti dagli Italiani dal 2016 ad oggi. 1) CALCIO sempre lo sport che emoziona di più gli italiani e cresce secondo il sondaggio di Demos da 38% (mi pare basso) del 2016 al 53%. 2) TENNIS Cresce con Sinner (ma non dimentichiamoci di Berrettini e delle Finals di Torino) dal 21% al 39% (e penso possa ancora crescere) 3) Formula 1 Al 38% contro il 34% nel 2016 Secondo il sondaggio restano stazionari gli altri sport senza cambi significativi con un blocco che si attesta al 30% 4) Volley 5) Atletica 6) Nuoto 7) il Motociclismo (del dopo Vale) Sotto troviamo 8) Ciclismo: 26% 9) Basket: 22% 10) Rugby: 11% Vi dico come la penso: A parte i soliti e ovvi commenti sul podio voglio condividere una riflessione che prova ad essere meno banale: 1. per chi investe e crede nello sport come elemento cardine della cultura e della formazione. In grado di suscitare emozioni come pochi ma anche intrattenimento e di conseguenza un’opportunità di visibilità e di business come poche altre. Vedendo questi numeri mi viene da dire: PENSATE ALLA CODA LUNGA! Differenziare è la strategia migliore per poter arrivare ad un bacino che può potenzialmente coprire anche l’80% della popolazione. 2. Il Basket è in assoluto a mio avviso lo sport più sottovalutato ed ha ancora grande margine e potenziale di crescita. Per lo più sotto l’ottima guida di Umberto Gandini In questo momento il Basket assieme al Volley rappresentano una grande opportunità di investimento a “basso costo” ma che sommati e nel medio periodo potrebbero rappresentare un’ottimo investimento per chi fa business nel mondo dello sport. Lo sanno bene gli sponsor tecnici… (Dico bene Roberto Ghiretti ? ) 3. Questa analisi è solo uno spunto, il quadro è ancora più complesso. Pensate alla differenza tra calcio femminile, maschile, giovanile… quindi a maggior ragione vale la regola numero 1: PENSATE ALL’INSIEME come fosse una squadra non una classifica o una corsa dove bisogna puntare solo su chi vince P.S. 7 anni nel calcio dalla serie D alla serie A non li dimentico. Il Calcio è sempre il Calcio 💛💙#comeNoiNessunoMai 😉 Cosa ne pensate?
Post di Jonathan Greci
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Da anni sostengo che il primato del calcio in Italia sia principalmente legato ad un'offerta spropositata, in termini di visibilità/investimenti, rispetto agli altri sport. Se è pur vero che c'è una grossa componente identitaria (in termini di campanilismo), i numerosi scandali e i trasferimenti milionari lo hanno relegato ormai a semplice speculazione economica. Niente di illegale (tranne qualche caso eclatante) ma molto di patetico; sopratutto per quegli sportivi che, pur professionisti, si trovano non solo declassati a sport minori, ma nemmeno lontanamente paragonabili, in termini di retribuzione e audience, al calciatore medio. Guardando ai numeri, il numero di tifosi (dichiarati) di calcio per la stagione 23/24 si attesta intorno ai 25M, circa il 43% della popolazione. Questo significa che meno della metà degli italiani segue il calcio, anche se evidentemente non c'è uno sport unico che ne faccia da contraltare, in questo momento. Diversi sostengono che il calcio italiano sia la chiave per lo sviluppo del sistema sportivo italiano, senza naturalmente mostrare evidenze di trasferimenti o investimenti dal calcio verso altri sport, come avviene nelle grosse polisportive spagnole, tedesche o israeliane. E così, complici olimpiadi e open, il pubblico ha imparato a conoscere anche altri sport, grazie soprattutto al web e a offerte sportive dedicate ampliando i propri orizzonti. Non sarebbe forse il momento di rivedere, in maniera strutturata, il peso delle federazioni all'interno del CONI e dare una nuova forma allo sport italiano che possa permettergli di essere più competitivo nel mondo, non solo come un Paese sudamericano medio? Chiedo per amico pallavolista https://lnkd.in/dwupu8Ke
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Per poter far bene nello sport moderno definire gli obiettivi e delineare una adeguata strategia sono aspetti oramai ineludibuli. Non meravigliamoci se in Italia forse tra un lustro troveremo in testa alla classifica degli sport più amati il tennis, non sarà un caso ma un processo partito 25 anni prima. Oggi il tennis è la quarta disciplina per praticanti in Italia con 4 milioni di ‘adepti’ (il doppio rispetto al 2018), circa il 20% dell’intera popolazione di sportivi italiani. Sono ben 7 gli uomini tra i primi 100 (5 under 23) e 5 le donne ed è naturale veder fioccare i trofei grazie ai vari Sinner, Paolini e company, su tutti la Coppa Davis tornata nella bancheca #FITP dopo 47 anni. Se pensiamo che 20 anni fa l’Italia era in serie C dopo la sconfitta con lo #Zimbabwe, il miglior italiano era al numero 57 nella classifica ATP e che gli internazionali di Roma erano ad un passo dal declassamento ci rendiamo meglio conto di quanto le cose siano cambiate! Una generazione di atleti puliti, sobri, mai sopra le righe senza creste, tatuaggi e fuoriserie in garage che, se Dio vuole, stanno ispirando milioni di giovani e giovanissimi italiani. Il consiglio che mi sento di dare ad altre federazioni è di prendere a prestito presidenti come #Binaghi per pensare con più lungimiranza
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È online sul Corriere della Sera la ricerca di SocialData che evidenzia la straordinaria crescita di #JannikSinner sui social: i suoi numeri sono in costante aumento, portando il tennis a superare il calcio in termini di popolarità e consolidandolo come nuovo fenomeno culturale in Italia! Leggi l’articolo👇🏻
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𝐃𝐚 𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐚 𝐆𝐚𝐮𝐝𝐞𝐧𝐳𝐢: 𝐠𝐥𝐢 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐚𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐞 Esistono diversi modi per 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁. Il primo, quello a cui ambiscono tutti gli atleti, è quello di scolpire il proprio nome a suon di risultati, trofei e medaglie e prestazioni di alto livello. Esiste poi anche un secondo modo per incidere profondamente nella storia dello sport. Senza passare dalle luci della ribalta che offrono i grandi teatri sportivi e senza essere necessariamente conosciuti dal grande pubblico, si può 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘃𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁, 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗲 𝗹𝗲 𝗶𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶. Su 𝑆𝑝𝑜𝑟𝑡 𝑒 𝐹𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑎, il nostro vice-direttore Stefano Gianuario racconta le storie degli #italiani ai #vertici dello #sport mondiale ⬇ Stefano Domenicali Andrea Gaudenzi Luigi Carraro Gianni Infantino Giorgio Marchetti Michele Uva Roberto Rosetti Evelina Christillin
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🎾#CoppaDavis Pronti a tifare per gli azzurri del tennis stasera? Da un po' di tempo questo sport lo “pratichiamo” anche noi, avendo studiato l’impatto sociale delle #NittoATPFinals, per due edizioni consecutive. 3️⃣ Tre considerazioni. 💲IL VALORE SOCIALE DEGLI EVENTI SPORTIVI: l'analisi ha evidenziato come gli eventi sportivi possano generare un #impatto sociale positivo significativo, non solo per chi assiste, ma anche per la comunità: 332 milioni di Euro in benefici sociali, un aumento del 25% sul 2023. 🎉IL TENNIS CRESCE BENE: il numero di nuovi praticanti è in forte crescita, alimentato anche dal successo degli atleti italiani. È tra le discipline con #SROI più elevato (SROI: indicatore del valore extra-finanziario di un investimento, che ne rappresenta l’efficienza amplificatrice di valore). Il tennis infatti coniuga elevati benefici per la salute (legati alla pratica) e per il tempo libero (in virtù dell’audience elevata), con costi relativamente bassi. 💡ANALIZZARE LE ESTERNALITÀ È IMPORTANTE: la valutazione degli impatti sociali e ambientali degli eventi sportivi è fondamentale per valutare un investimento non solo in chiave di ritorno economico ma anche di ritorno per la collettività e l’ambiente.
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È online sul Corriere della Sera la ricerca di SocialData che evidenzia la straordinaria crescita di #JannikSinner sui social: i suoi numeri sono in costante aumento, portando il tennis a superare il calcio in termini di popolarità e consolidandolo come nuovo fenomeno culturale in Italia! Leggi l’articolo👇🏻
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Sport di squadra femminile in Italia: il (poco) brillante esempio del basket. La copertina del numero chiusura annua della rivista Time è dedicata alla sportiva dell'anno, la cestista statunitense Caitlin Clark. Praticamente sconosciuta in Italia (al di là degli appassionati di questo sport), dove ormai imperano esempi, osanna e peana per gli sport con rete divisoria. E non che oltreoceano manchino i protagonisti top world level (argento olimpico nel Volley, 2 tenniste top level come Pegula e Gauff). Ma la cultura multidisciplinare nello sport funziona meglio oltre Atlantico. Qui in Italia fa più fatica. Avevamo 40 anni fa nel basket team dominanti in Europa (Geas Sesto San Giovanni, Vicenza e Comense) e giocatrici leader (Mabel Bocchi, Lidia Gorlin e Catarina Pollini). Ancora nel 1995 avevamo vinto con la nazionale un bronzo agli Europei e nel 2019 nella specialità 3 c 3 eravamo in vetta al mondo. Questo sport al femminile è declinato senza valorizzare le sue risorse, diventando per indole (le famiglie preferiscono no contact games) ed insipienza gestionale e comunicativa, poco attrattivo per le famiglie, rassicurate da ambienti protettivi. Abbiamo da tempo una nostra giocatrice in Wnba (lega professionistica statunitense), Cecilia Zandalasini, ma nessuno lo sa, mentre tutti gli occhi sono puntati su Egonu e socie (beninteso benemerite, ci mancherebbe). E qui la riflessione sbagliata sarebbe quella di focalizzarsi sui meriti del volley e del tennis, senza capire invece la gravità del patrimonio disperso da anni da chi guidava il movimento del basket, soprattutto quello femminile. Le altre Federazioni hanno semplicemente riempito in modo intelligente uno spazio creatosi dal disinteresse di chi ha praticato basket. È chiaro che il mio è un lamento da appassionato di basket, ma aggiungo altresi che non sarebbe male considerare le responsabilità di chi guida la pratica sportiva, che, e qui sì in controtendenza ad altri esempi, da anni NON collega i risultati e gli atleti di vertice con i praticanti di base. perché una Zandalasini o una Caitlin Clark non restino sperdute rondini di una primavera che nel basket rischia di arrivare troppo tardi.
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Questa estate è ricca di emozioni sportive: la gioia per le vittorie tennistiche, la soddisfazione per la Nazionale di atletica e la delusione per l’Italia agli Europei di calcio. Protagonista del #racconto di questi momenti è quasi sempre e unicamente chi scende in campo o in pista. Al massimo sono chiamati in causa gli allenatori (soprattutto quando perdono 😉). Nel motociclismo le cose non vanno diversamente, tutti sappiamo i nomi dei grandi campioni ma chi nel grande pubblico conosce chi sta dietro alle quinte? È una domanda retorica che apre a un’ulteriore riflessione: il #motorsport avrebbe qualcosa da guadagnare in termini di varietà di audience e di affezione se venisse dato spazio anche al racconto di meccanici, ingegneri, tecnici & co? 🧑🏻🔧 Dal nostro punto di vista, sì. Visto che una delle basi del racconto è suscitare #immedesimazione, coinvolgere dei co-protagonisti consentirebbe a tutte quelle persone che nella vita preferiscono stare dietro le quinte di sentirsi rappresentate. E poi, diciamocelo, aiuterebbe a smitizzare la figura del one-man-show su cui tanto punta la nostra società della performance ma che è quanto di più lontano dal reale raggiungimento di un risultato. Tra l'altro, molti grandi campioni lo sanno e sono spesso i primi ad accendere i riflettori anche sul loro #team. Voi cosa ne pensate? Racconta il tuo punto di vista a Giulia, contributor di oggi e Direttrice Tecnica del Master in Design the Digital Strategy | PoliMi, nei commenti.
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Ci sembra di vederli mentre si fregano le mani, con il simbolo dell’euro nelle pupille. Gli organizzatori dei prossimi Internazionali d’Italia di tennis (presentati ieri nientedimeno che al Colosseo) si preparano a macinare record sportivi e non. L’edizione 2024 – dall’8 al 19 maggio a Roma – potrebbe essere la prima a vedere un italiano vincere e al tempo stesso diventare numero uno al mondo (qualora Sinner dovesse conquistare anche Madrid la settimana prima). E toccherà vette mai raggiunte in fatto di incassi e spettatori: soltanto dalle prevendite sono già arrivati 22,5 milioni di euro (eguagliato il primato della scorsa edizione) e si punta a quota 350mila presenze (oltre 50mila in più rispetto al 2023). Se è vero che la fortuna aiuta i più abili, il presidente della Federtennis Angelo Binaghi ne è una riprova: poter sfruttare l’effetto Sinner sarà pure una fortuita coincidenza nel suo regno ultraventennale, ma è anche un premio a chi ha saputo risollevare un torneo che agli inizi degli anni Duemila era in coma. Per il 2024 gli organizzatori prevedono un impatto di 600 milioni di euro, 120 milioni in gettito fiscale per lo Stato, 350 posti di lavoro a tempo pieno per un anno. Numeri che autorizzano a pensare in grande: il Centrale, che fu il turbo indispensabile per recuperare il prestigio perduto, non basta più. Serve un nuovo impianto che avvicini Roma ai templi del tennis mondiale. A questi ritmi potrebbe diventare realtà prima di quanto si pensi. di Valentino Maimone
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Quattro stelle sul petto, ma una sola stella su cinque nella scala della creatività per la FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio. I social della Nazionale Italiana di Calcio sono un luogo cruciale sotto moltissimi punti di vista: esportazione nel mondo del “brand Italia”, aumentare la propria brand awareness per attirare sponsor sempre più virtuosi, stringere la community intorno alla missione sportiva per aumentare la fidelizzazione di un paese sempre più disamorato della propria nazionale. A tutto ciò, noi rispondiamo con un piattume comunicativo angosciante. Personalmente trovo surreale non aggiornare le creatività grafiche social per 3 anni. 3 anni sui social sono praticamente un’era geologica, e noi perdiamo una grandissima occasione per mostrare al mondo di essere al passo con i tempi della comunicazione (che vanno alla velocità della luce). Quando avremo anche noi dei social che raccontano e che stringono un popolo attorno a una “missione comune”? L’alibi di una nazionale molto poco competitiva sotto il punto di vista sportivo non può reggere. Perché NOI SIAMO L’ITALIA: gli stessi che non vedono i mondiali per 12 anni ma che riescono a tirare fuori dal cilindro la vittoria di un europeo totalmente inaspettata in un periodo sportivo nero come la pece. Meritiamo molto di più. Se volete avvelenarvi un po’ il sangue, guardate la differenza tra il nostro feed Instagram e quello della Nazionale Francese. Nel frattempo, qui sotto vi lascio il paragone impietoso tra le grafiche di EURO2024 e quelle di EURO2020.
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Jonathan Greci 6 giorni
Consultant in Sport Marketing & Communication | Master’s degree in Sport Management
11 mesiSport settore interessantissimo. La grande difficoltà che trovo il più delle volte sono: 1- la mentalità Nel basket - citando uno sport dal tuo articolo - ad esempio è facile trovare resp. Marketing che sono ex giocatori che sanno bene di sport e meno del nuovo ruolo che fanno. Ma fanno parte del "giro" 2- la parte economica Negli sport meno seguiti, che hanno delle nicchie al loro seguito molto interessanti, non c'è budget. Spesso le persone hanno ruoli in società che ricoprono nel tempo libero. In quegli sport è molto difficile poter creare progetti e sviluppare quelle nicchie che ripeto avrebbero un grande potenziale