L’educazione intergenerazionale tra gli #anziani delle case di riposo ed i #bambini delle scuole primarie e dell'infanzia è una pratica relativamente recente. Negli ultimi anni diversi studi hanno riscontrato che l'incontro di queste due generazioni può portare a molteplici #benefici, a partire dall’apprendimento bidirezionale adulti-bambini e bambini-adulti, per proseguire con la trasmissione storica e culturale, la #solidarietà, la coesione sociale, il #benessere della comunità, i miglioramenti nelle #capacitàcomunicative ed interpersonali e una riduzione della perdita di memoria, dei sintomi depressivi, della #solitudine e dell’isolamento negli anziani. 👇🏻 #lamaisonnette #multilingualeducationinstitute #scuolabilingue
Post di La Maisonnette - Primary School
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Oggi, in occasione della 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗠𝗼𝗻𝗱𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗘𝗱𝘂𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, condividiamo con voi le riflessioni di una delle nostre educatrici sul significato dell’educazione per gli anziani. “Spesso chiedono a noi Educatori: cosa ci fa un educatore in casa di riposo? Che senso ha educare una persona anziana? In genere infatti si associa l'educazione al periodo della vita in cui si acquisiscono le competenze di base, come la lettura, la scrittura e l'apprendimento formale. La risposta a questa domanda è un po' complessa, in prima battuta rispondiamo che a tutte le età si può imparare, a tutte le età ci si può educare. L’educazione infatti non si limita alla trasmissione di conoscenze, come nei tradizionali percorsi scolastici, ma si estende a un approccio più ampio che include la stimolazione cognitiva, la socializzazione, il supporto emotivo e la promozione dell'autonomia. L'educazione in una casa di riposo ha come obiettivo principale il miglioramento della qualità della vita dei residenti, creando un ambiente stimolante, rispettoso e integrato. L'educazione in casa di riposo si crea anche attraverso il coinvolgimento in attività ricreative e culturali che favoriscono l'espressione creativa, la socializzazione e l'apprendimento di nuove abilità. Ad esempio, laboratori di arte, musica, pittura, scrittura, e danza sono opportunità educative che stimolano l'interazione tra gli anziani, favorendo la loro partecipazione attiva e il senso di realizzazione. Può capitare quindi che una persona in tarda età scopra di possedere abilità o interessi che prima ignorava. Inoltre la socializzazione con gli altri residenti della struttura favorisce il miglioramento del tono dell’umore, delle capacità comunicative, del senso di appartenenza. “ Un punto di vista davvero interessante e degno di riflessione. PS: Questa foto è stata scattata a giugno dell’anno scorso, durante la visita alla mostra di Monet: un’esperienza educativa e ricreativa davvero piacevole. #GiornataMondialeDellEducazione #EducazionePerAnziani #CasaDiRiposodinoventapadovana #EducatoriProfessionali #InvecchiamentoAttivo #ApprendimentoSenzaEtà #BenessereDegliAnziani #QualitàDellaVita #StimolazioneCognitiva #noventapadovana #rsadistra #strada
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🌟 Il recente convegno proposto da Erickson, a Rimini, dedicato al tema “Supereroi Fragili - Adolescenti tra nuove sfide e costruzione di futuro” (12 e 13 aprile 2024), ci ha dato molti stimoli. Naturalmente, ognuno di noi ha potuto scegliere i workshop a cui partecipare secondo i suoi interessi. 📝 Ecco, in questo primo blog, degli spunti di riflessione. #SupereroiFragili #Orientamento #Adolescenti #Lavoro #Futuro #Erickson #Rimini
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Adozione. Un percorso lunghissimo, che richiede preparazione e approfondimenti che vadano oltre gli stereotipi della cultura pop.
Il 22 novembre a Torino, ANFAA, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale Piemonte, ha organizzato il convegno “𝘌𝘴𝘱𝘦𝘳𝘪𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘥𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘧𝘧𝘪𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘪𝘢𝘳𝘦. 𝘓𝘢 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘪𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘣𝘦𝘯𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘦 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪“. Hai mai pensato a quanto gli stereotipi possano influenzare la nostra comprensione di adozione e affido? Non perdere l'occasione di approfondire questa tematica https://lnkd.in/dW38cizF Ministero Istruzione, Universita' e Ricerca #adozione #affido #ufficioscolastico
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➡ Si può parlare ancora parlare di sfida dell'educazione condivisa? Nel tessuto sociale contemporaneo, assistiamo a un fenomeno crescente di delega educativa che vede i genitori affidare sempre più le responsabilità educative alla scuola. 🤼♂️ Emergono questioni significative sulle dinamiche tra l’istituzione scolastica e il nucleo familiare. 👨👩👧👦 I genitori, impegnati in un quotidiano frenetico, si aspettano che la scuola non solo impartisca conoscenze didattiche che contribuiscono a posizionare l'alunno nel mondo contemporaneo, ma anche che si occupi delle molteplici esigenze emotive e comportamentali dei loro figli. 👩🏫 Gli insegnanti si trovano a gestire le diversità di ogni alunno, a rispondere alle richieste educative personalizzate, a consolidare gli aspetti emotivi che evolvono velocemente nel periodo scolare. ☣ Il risultato spesso è un incremento dei conflitti, sia verbali che fisici, che minano l’autorità e la serietà delle istituzioni scolastiche e genitoriali. 💡 È fondamentale riconoscere che l’educazione è un dovere condiviso, che richiede un impegno attivo e sinergico ma che non può essere minimamente delegato. Stanno diventando sempre più necessari interventi di mediazione tra le due istituzioni per ridare la giusta #dignità a entrambi i ruoli: - dialogo aperto e costruttivo - creare ambienti in cui si possa crescere e apprendere in modo equilibrato - rispetto delle peculiarità individuali - rispetto dei ruoli 🌠 Sono sicura che la maggior parte delle lettrici di queste righe saranno in grado di immaginarsi concretamente almeno un episodio concreto. A mio avviso, la figura di una professionista esterna diventerebbe la miglior strada da intraprendere, oltre a incontri di formazione e informazione. #ascolto #consulenza #Lisapedagogista
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C'è un 𝗺𝗮𝗹𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻𝘃𝗶𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗰𝗰𝗵𝗶, ma che riguarda 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗲𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲: il disagio psicologico. 👉🏼 𝟲 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶 𝘀𝘂 𝟭𝟬 vivono questo forte malessere. Tra loro soprattutto 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗲 (𝟲𝟱%) 𝗲 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶 (𝟳𝟱%), secondo la ricerca 𝘓’𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘥𝘪𝘴𝘢𝘨𝘪𝘰 di INC Non Profit Lab e AstraRicerche del 2023. 🫂 Sono tanti i ragazzi che sento raccontare storie di 𝗮𝗯𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼, 𝗮𝗺𝗶𝗰𝗶 𝗰𝗵𝗶𝘂𝘀𝗶 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗲 𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗶𝗻𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮𝗻𝘁𝗶. Ma il disagio non è solo degli studenti. 𝗜 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗶, 𝗶𝗺𝗽𝗿𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗱 𝗮𝗳𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶 𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲, 𝘀𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗼𝗻𝗼 𝘀𝗺𝗮𝗿𝗿𝗶𝘁𝗶 di fronte a una generazione che parla un linguaggio diverso. 🏫 La scuola, un tempo santuario dell’educazione a tutto tondo, ha 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗻𝘂𝘁𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗹’𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲. Invece di educare all’empatia e alla responsabilità cittadina, 𝗹𝗲 𝗮𝘂𝗹𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗿𝗶𝗱𝗼𝘁𝘁𝗲 𝗮 𝗳𝗮𝗯𝗯𝗿𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗱𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗼𝗿𝘀𝗲 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗲. Educatori, genitori, legislatori, e comunità nel suo complesso 𝗱𝗲𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗶𝘀𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝗿𝗲 𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝗱𝘂𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝗮𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮. Per farlo è necessario il sostegno di tutti, ed è necessario ora! Se sei d’accordo segui il profilo 👉🏼 ne parleremo più approfonditamente nei prossimi giorni. #DisagioGiovanile #DisagioPsicologico #psicologia #giovani #genitori #figli #scuola #EducazioneEmotiva #tecnologia #DipendenzeTecnologiche #AssociazioneDiTe
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Denatalità in Italia. Cosa c’entra l’educatore professionale? In questo periodo si sente parlare molto di calo demografico. Proprio qualche sera fa ci si confrontava con amici sul tema della natalità e mi son chiesta: ma cosa c’entra l’educatore professionale con questo? Il problema complesso della natalità nella nostra società non riguarda solo i politici, gli economisti, le aziende, le famiglie…riguarda anche gli educatori! La famiglia, universalmente riconosciuta come agente primario di socializzazione, è il luogo di costruzione del sè, veicola valori, media la relazione con il mondo, è una scelta. L’ EP ha il ruolo di offrire strumenti affinché le persone possano liberamente scegliere di avere dei figli. 🆘Semplifico: meno nascite, meno persone che intraprendono professioni di cura come quella dell’educatore professionale ma sempre più fasce di popolazione con bisogni sociosanitari complessi. 💡È fondamentale che noi educatori ci interroghiamo sul nostro ruolo e su cosa possiamo fare per affrontare questo scenario “distopico”. 🎯Promuovere una cultura della famiglia e della solidarietà; Sensibilizzare sulla bellezza e la gioia della genitorialità per chi sceglie questa esperienza offrendo supporto pratico e sostegni educativi; Rendere più attraente le professioni di cura battendoci per opportunità di carriera e migliorare le condizioni di lavoro; Collaborare con le istituzioni locali portando una voce autorevole che possa rappresentare le esigenze reali delle famiglie che incontriamo. ❓Cosa ne pensate colleghi Educatori Professionali? #educazioneprofessionale #lavoroeducativo #famiglia #natalità #ssn #salute
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Fare educazione con le persone considerando i territori da cui provengono le persone stesse. Significa partire dai contesti che generano agio o disagio, significa comprendere i campi dove si costruiscono ( o dove sopravvivono ) le relazioni educative. lo faremo analizzando 3 target : i Bambini o-6 anni; gli Adolescenti nelle loro vite online ; i Senior che stanno perdendo facoltà mentali. Domani a Brescia una eccezionale lezione aperta
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Genitori e stili educativi: ne parleremo con Valentina Testoni e Sandra Killer. Non mancate a questo interessante evento proposto dalle Famiglie monoparentali ATFMR! #educazione #famiglie #stilieducativi #genitorialità #esposizionefotografica #mostrafotografica
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Un argomento a cui tengo molto e per cui Francesca Doni ha trovato le parole giuste. Ci sarebbe molto da aggiungere, e così tanto per cui riflettere. Come la penso io? Siamo le parole che decidiamo di usare. #linguaggio #comunicazione #anziani #vecchi #geriatria #rsa #educazione #educatore #educatrice #cura
Oggi, per l'ennesima volta, ho sentito una collega che utilizzava il termine "NONNINI" per parlare degli anziani di cui si prende cura. Ho subito espresso il mio disappunto. Perché? 👇🏻 Trovo sia sbagliato utilizzare questo termine per definire le persone anziane di cui ci prendiamo cura per 3 motivi: 1) siamo educatori/educatrici e quindi professionisti/e dell'educazione e, in quanto tali, dobbiamo utilizzare un linguaggio e un atteggiamento PROFESSIONALE. 2) la relazione educativa si basa sempre su un'ASIMMETRIA tra l'educatore e l'educando. Utilizzare vezzeggiativi e nomignoli porta la relazione su un altro piano 3) è una questione di RISPETTO: non tutti gli anziani sono nonni, non tutti vogliono esserlo, non tutti hanno avuto questa possibilità e, se anche lo fossero, non sono i nostri nonni Chiamiamoli anziani, residenti o ospiti della struttura (su questo discuteremo in un altro momento), persone di cui ci prendiamo cura...ma non NONNINI Voi cosa ne pensate? Condividete il mio pensiero? Confrontiamoci nei commenti 👇
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L'abbandono scolastico è da considerare il risultato di un disagio giovanile più profondo, piuttosto che la causa stessa. I giovani che lasciano la scuola senza completare il percorso educativo spesso nascondono difficoltà psicologiche, sociali ed economiche. Gli adulti, tra cui genitori, insegnanti e istituzioni, devono fare di più per riconoscere e affrontare queste cause sottostanti, creando un ambiente di supporto che permetta ai giovani di superare le difficoltà e trovare un senso di appartenenza e motivazione. Quando si tratta di abbandono scolastico, i ragazzi non hanno colpa. #abbandonoscolastico #disagiogiovanile #scuolaitaliana
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