Qual è lo stato dei territori che furono colpiti dall’alluvione del maggio 2023 in Emilia-Romagna? Quanti risarcimenti sono stati erogati a oggi? A che punto sono le pratiche per i ristori? E come hanno fatto aziende e cittadini a ripartire, nei dodici mesi che sono seguiti alle esondazioni? Domande a cui si cerca di dare una risposta venerdì 3 maggio a Ravenna, a un anno esatto dall’inizio della catastrofe climatica che devastò l’Emilia-Romagna. https://lnkd.in/dW9iHT-5
Post di Legacoop Romagna
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Intelligenza artificiale volontariato evoluto e resilienza civile. Perché serve potenziare il sistema di protezione civile? E come? Come combattere il fenomeno delle micro discariche? l’abbandono dei rifiuti nelle spiagge? come potenziare l’economia circolare e ancora come ridurre i rifiuti? Ma soprattutto cosa significa resilienza in un mondo dove le turbolenze generate dall’impronta ecologica dell’uomo sono sempre più esasperate? Ne parliamo oggi ad Alba Insieme con il meraviglioso Gruppo di Aica, nell’ambito del premio internazionale per la comunicazione ambientale. https://lnkd.in/dXG7VkEc
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𝐀𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐬𝐨𝐭𝐭’𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚 - 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 descrive la disperazione dei residenti di Pianoro, in Emilia Romagna, colpiti per la seconda volta da un'alluvione. La furia delle acque ha travolto case e attività, lasciando la popolazione in preda all'angoscia. Le immagini mostrano strade trasformate in fiumi e case sommerse, con cittadini che cercano di salvarsi con quello che possono. La situazione è critica e i residenti esprimono la loro rabbia e impotenza, sentendosi abbandonati dalle istituzioni. Le immagini evidenziano il grave impatto delle alluvioni sulla vita dei cittadini, con la perdita di beni, di lavoro e di speranza per il futuro. La seconda alluvione in poco tempo (questo è il quarto evento catastrofico dallo scorso maggio per l’Emilia Romagna) alimenta il timore che la situazione possa ripetersi, creando un clima di incertezza e paura.
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Mercoledì 21 agosto una grande parte del Pratone di Torre Spaccata è andata a fuoco. Ci troviamo a commentare l’epilogo di un disastro annunciato, che ci lascia con poche parole ma danni ingenti e terribili: è ampissima l'area ridotta in cenere, moltissima la vegetazione bruciata. Proviamo tanta rabbia, tristezza e frustrazione. Nel tentativo di spegnere l'incendio sono rimaste ferite quattro persone, un vigile del fuoco e tre volontari, che purtroppo sembrano essere in gravi condizioni. A loro va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, e l'augurio di una pronta e piena guarigione. Il Pratone è un'area selvatica di 58 ettari piena di biodiversità, all'interno della quale vivono e migrano mammiferi e uccelli. È un importantissimo territorio non ancora edificato in un quadrante che è stato costruito quasi del tutto, dove mancano spazi verdi e dove è sempre più difficile respirare. È un'area dalla grande rilevanza storica e archeologica. A due anni da un altro grande incendio che a luglio 2022 aveva colpito il pratone e il parco di Centocelle, tutto questo si sarebbe potuto e dovuto evitare: rispondendo all'abbandono con la cura, all'inaccessibilità con l'attraversabilità, al desiderio di profitto di pochi con la tutela a favore della collettività. Da tre anni una grande parte della cittadinanza chiede che il pratone - attualmente di proprietà di Cassa depositi e prestiti e da piano regolatore edificabile - diventi un'area verde riconosciuta e tutelata come tale, un bene comune e pubblico. Un anno e mezzo fa 11.000 persone lo hanno rivendicato firmando una delibera di iniziativa popolare che abbiamo consegnato al Comune di Roma. Che fine ha fatto quella delibera? Che risposte danno le istituzioni e chi di dovere alla cittadinanza? La risposta non può essere tenere il Pratone come un'area privata e inaccessibile alle persone, ma dovrebbe essere un luogo vissuto e aperto a tuttɜ, anche per evitare il ripetersi di avvenimenti come questo. Nei giorni che verranno la risposta non dovrà essere neanche più cemento, ma dovrebbe essere quella di più aree naturali, da vivere nel rispetto di tutte le specie che le attraversano. E la risposta non possono essere decisioni calate dall'alto, ma l'ascolto dei territori e delle comunità che quei territori li abitano. Il Pratone r-esiste, ora e sempre, nonostante tutto
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Momenti di riflessione e formazione hanno accompagnato la giornata del 26 settembre per la manifestazione Giornata per la salvaguardia del creato "Semi di speranza"
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In 36h sono caduti metà dei millimetri che normalmente cadono in un anno, in una zona relativamente ampia: fuori da questa, come ad esempio da noi in provincia di Modena, non è piovuto molto meno. E a poco più di un anno di distanza dal disastro del 2023. Non è possibile assegnare una causa specifica ai singoli eventi meteorologici, però questo pattern di eventi calamitosi (che ormai diventa sempre più complicato definire eccezionali) inizia a far assaggiare l'ordine di grandezza dei costi che la crisi climatica ci imporrà. La prevenzione e l'adattamento sono importanti (e non bisogna usare la crisi climatica come scusante), ma anche la mitigazione appare sempre meno onerosa, se la si paragona a questi danni e a quelli che verranno.
Research Director @ CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche, LinkedIn Top Voice, Public Speaker, Director of Sapere Science Magazine, Illuminem Author
Qui in Emilia Romagna seconda disastrosa alluvione in 16 mesi. Per ora, nessun commento dei luminari che "la crisi climatica non esiste". Appena smette di diluviare, noi siamo di nuovo pronti coi badili in mano, se vogliono venire a darci una mano, sono i benvenuti. Ma forse sono già a spalare in Austria, Romania, Ungheria.
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Evento eccezionale ma non irripetibile, l'alluvione che ha allagato un terzo della pianura romagnola, con altissimi costi umani ed economici, sfida i luoghi comuni e i vecchi modi di agire. D’ora in poi deve essere chiaro che questi eventi estremi non saranno evitabili. Si dovrà imparare a conviverci preparandosi meglio, e soprattutto mettendo in atto misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, come ridare spazio ai fiumi allontanando case e stabilimenti dal loro alveo, e applicare soluzioni “basate sulla natura”. https://lnkd.in/dz4FvrvQ
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Non è successo nulla di particolare o di straordinario, è un po’ come l’alluvione della scorsa settimana qui in Romagna, stavolta siamo in Asia piuttosto che negli Stati Uniti o in Africa. E non parlo dei tifoni e della loro “storicità”, rispetto alla quale ce poco da fare, o cambi area in cui vivere o costruisci rifugi sotterrai e metti in preventivo che prima o poi la casa ti volerà via come una foglia in autunno.. Mi riferisco piuttosto ai 76 cm o ai 28 cm di acqua caduti in due diverse città americane in poco più di 24 ore, dati che mi ricordano la Romagna della scorsa settimana. In entrambi i casi, le notizie sono state ampiamente diluite dai media e in qualche caso dimenticate, lo posso comprendere anche se non lo condivido, lasciando spazio al tonfo di Stellantis piuttosto che al mercato di armi e cadaveri del medioriente o del superstore Ucraino dove tutti si recano in pellegrinaggio per fare una donazione e non per acquistare libertà. Non ci sono all’orizzonte provvedimenti, piani Marshall o iniziative “strong”, atte a mitigare gli effetti dell’impatto del cambiamento climatico su uomini, città ed infrastrutture ma, solamente, grandi paroloni, spot elettorali di pochi secondi e qualche blando segnale che arriva, ahimè, SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dai cittadini, che provano in qualche maniera a rimboccarsi le maniche ed iniziano AUTONOMAMENTE a pulirsi i fossi ed i canali vicino alle proprie abitazioni, sfidando fantasiosi verbali e mirabolanti denunce da parte di amministrazioni comunali piuttosto che provinciali piuttosto che da consorzi di bonifica, e chiaramente parlo di un ambito territoriale locale. Prossimi disastrosi eventi in Italia ? Assolutamente si lo dicono le mappe, i satelliti e gli studi costantemente aggiornati, noi saremo nuovamente investiti da fenomeni come quello della scorsa settimana e dello scorso maggio 2023 e sarà nuovamente una corsa contro il tempo dai risultati disastrosi. Provvedimenti all’orizzonte ? Nessuno, fatto salvo qualche “cerotto” come lo chiamo io lungo gli argini nelle nostre zone, fatto di massi, terra e qualche “battuta” di benna rovesciata per modellare il “nuovo” argine. Di burro.
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11 mesiPessime notizie dal fronte "rimborso 100%". Al momento ancora lontana la realizzazione delle promesse del maggio 2023.