In una sanità regionale che vale oltre 21 miliardi di euro l’anno, quasi la metà delle prestazioni è offerta da privati che lavorano in convenzione con il pubblico.
Post di Marco Borghi
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Condivido questo interessante articolo di QS EDIZIONI srl Quotidiano Sanità che commenta la parte del “Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029” relativa al comparto #sanitario e #sociosanitario. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze annuncia un incremento degli investimenti in campo sanitario, con potenziamento della rete territoriale tramite Case e Ospedali di Comunità, telemedicina, investimenti nella digitalizzazione del settore e maggior monitoraggio della spesa attraverso nuovi indicatori di efficienza e adeguatezza. È inoltre previsto il potenziamento dell’edilizia sanitaria tramite il ricorso al partenariato pubblico-privato. Il documento prevede anche la programmazione di nuove assunzioni di personale sanitario, favorendo quelle per le quali si registrano carenze. Il tavolo tecnico presso il Ministero della Salute chiamato ad effettuare questa programmazione ha una responsabilità enorme: non è facile individuare i settori su cui fare nuove aperture. Inoltre è fondamentale ragionare in ottica di potenziamento delle figure direzionali e manageriali, necessarie a garantire il buon funzionamento del Sistema. #sanità #sociosanità #management https://lnkd.in/dDvKy-rg
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La liquidazione del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universalistico, e la privatizzazione della salute non si fanno solo con i tagli netti: sono più pericolosi quelli striscianti. Basta non rimpiazzare medici e infermieri in pensione; puntare sul precariato e non sulle nuove assunzioni; ostacolare con la burocrazia il funzionamento dei servizi; non dare risposte tempestive e allungare a dismisura le liste di attesa; non nominare i primari, affidarsi a supplenti, bloccare o frenare le carriere spingendo i migliori verso il privato che paga di più. Chi può permetterselo si rivolgerà alle strutture private, a pagamento, e anche molti che non potrebbero permetterselo finiranno con il farlo, rinunciando ad altre cose essenziali.
Mind-Body Awareness, Executive Coaching, Advanced Personal Training, MindFulness, @StefanoRocca9 @gialele
"Una precisa strategia privatizzatrice, che punta a dimostrare che la sanità pubblica non funziona più e che oggi l’unico modo per curarsi è pagare le strutture private" #Brancaccio “Stando alle previsioni del governo e dell’Istat, nel quadriennio 2023-2026 il fondo sanitario nazionale dovrebbe assestarsi intorno al 6,07% del Pil. Se guardiamo il decennio precedente, anche ‘limando’ il picco della pandemia il fondo sanitario aveva in media il 6,47%. E’ un calo dello 0,4% del Pil, che corrisponde a un taglio sul bilancio consistente, di oltre 6 punti percentuali. Io però inviterei a focalizzare non solo sulla riduzione delle risorse ma anche sulla loro destinazione…”. “...Il sistema sanitario è sotto il continuo attacco di coloro che puntano a spostare risorse pubbliche verso i privati. Per citare un esempio, le scandalose liste d’attesa negli ambulatori pubblici non dipendono solo da carenza di fondi. Sono anche il risultato di una precisa strategia privatizzatrice, che punta a dimostrare che la sanità pubblica non funziona più e che oggi l’unico modo per curarsi è pagare le strutture private. Sappiamo bene che gli stessi medici sono divisi, tra chi combatte e chi asseconda questa strategia. Le opposizioni dovrebbero fare esplodere la contraddizione, denunciando sì le risorse carenti ma anche portando avanti una lotta più generale a quest’opera di svuotamento della sanità statale...” #EmilianoBrancaccio
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La #Manovra2024 mette a rischio la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. Secondo Fondazione GIMBE, mancano all’appello ben 19 miliardi di euro fino al 2030. Il presidente Nino Cartabellotta e il sindacato Anaao Assomed chiedono risorse adeguate e riforme per mantenere i servizi essenziali, mentre il prossimo 20 novembre i sindacati dei medici hanno proclamato uno sciopero nazionale. #SanitàPubblica #BilancioSanità
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Nel 2023, i ricoveri fuori regione in Italia hanno generato una spesa di 2,87 miliardi di euro, con Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto come regioni più attrattive. Il Ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci, sta elaborando una riforma per creare una rete di almeno 810 “ospedali nazionali di riferimento” su tutto il territorio italiano, incluso il Sud, per ridurre la migrazione sanitaria verso il Nord. Questi ospedali d’eccellenza avranno accesso a fondi diretti da Roma per assumere personale e acquisire tecnologie avanzate. La riforma, prevista per il 2024, aggiornerà gli standard ospedalieri (Dm 70/2015), promuovendo reti cliniche nazionali e regionali per patologie complesse. La top 10 degli ospedali che attirano pazienti da altre regioni è dominata da strutture del Nord, con il Galeazzi e l’Humanitas in testa. La riforma mira a riequilibrare questa disparità migliorando l’offerta sanitaria nel Sud.
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Un plauso al Ministro della Sanità, Orazio Schillaci, che con il pragmatismo e l’onestà intellettuale cui ci ha sempre abituato ha sottolineato l’importanza del privato accreditato a supporto del Servizio Sanitario Nazionale. E lo ha fatto in un momento cruciale dell’anno in cui, da parte della Regione Lazio, stanno giungendo a molte strutture le richieste di disponibilità ad eseguire prestazioni extra budget per l’abbattimento delle liste di attesa da parte delle Asl. Certo, se si riuscisse a fare una programmazione più puntuale dei bisogni a inizio anno, anziché andare con richieste extra in periodi dell'anno in cui l'offerta è più ridotta, si potrebbe offrire un supporto ancora più strutturato e incisivo all'abbattimento delle liste d'attesa, ma non possiamo non rilevare che, dopo anni in cui la sanità privata accreditata era vista come un elemento estraneo del sistema, oggi arriva - tanto dalle istituzioni nazionaliste quanto da quelle locali - la giusta attenzione e il meritato riconoscimento del ruolo che svolgiamo quotidianamente per garantire la salute dei cittadini. Confidiamo in un 2025 in cui la parola d'ordine sia, fin dall'inizio, programmazione. Noi della sanità privata, ci siamo e siamo dispoibili a sederci al tavolo con tutti gli interlocutori per costruire l'offerta del prossimo anno. https://lnkd.in/d6eJ4afd #listediattesa #sanità #sanitàprivata #salute
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🔍 𝐀𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐢 𝐆𝐈𝐌𝐁𝐄 𝐬𝐮𝐠𝐥𝐢 𝐀𝐝𝐞𝐦𝐩𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐋𝐄𝐀 🔍 La Fondazione GIMBE ha pubblicato un'analisi che evidenzia un crescente divario strutturale tra Nord e Sud Italia nell'adempimento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) Questa frattura solleva importanti interrogativi sulla distribuzione equa delle risorse sanitarie e sull'efficacia del nostro sistema sanitario nazionale Per un'analisi approfondita e dettagliata delle implicazioni di questa situazione, leggi l'articolo completo 👉 https://lnkd.in/eNUjkpDK
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In queste settimane ci hanno ammorbato con la favola di sistemare la sanità pubblica. Ma quanti anni sono che ce la raccontano? Almeno 20 anni in cui la sanità è andata giù a picco. I responsabili del dissesto della sanità pubblica, quindi, hanno un nome e un cognome e sono coloro di qualsiasi colore politico che hanno approvato, firmato e permesso un taglio complessivo oltre 40 miliardi di euro negli ultimi 20 anni e fino ad oggi. Fra i tanti problemi del nostro paese la sistemazione della sanità è la favola più facile da raccontare ai Taliani perché dimenticano presto, perché finché non tocca loro personalmente va tutto bene. È una questione di prosciutto. Se ascoltiamo o leggiamo il programma politico finanziario dei partiti sono tutti per una migliore sanità che poi nella pratica sono gli stessi che in questi anni hanno depotenziato il sistema ospedaliero italiano attraverso una costante riduzione dei numeri di posti letto blocco delle assunzioni ecc.ecc. una situazione che si protrae da un ventennio a questa parte in cui i fondi alla sanità pubblica non sono mai arrivati alle strutture sanitarie ospedaliere. Viva l'Italia
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Dal macro dato emerge che circa il 30% dei presidi, territoriali e ospedalieri, del sistema della salute è davvero persino al di sotto dei livelli minimi, tanto da non garantire i Lea alla nazione regionale di riferimento.
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II 7° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale della Fondazione Gimbe rileva una crisi senza precedenti. Il documento evidenzia un gap di 52,4 miliardi di euro nella spesa sanitaria rispetto alla media europea, l’aumento dei costi per le famiglie, la fuga di professionisti e il crescente divario tra Nord e Sud, con significative disuguaglianze nell’accesso alle cure. Di fronte a questa situazione, la Fondazione Gimbe ha presentato un Piano di Rilancio del SSN, articolato in 13 punti, con l’obiettivo di salvaguardare il sistema pubblico e garantire il diritto alla salute. #SanitàPubblica #SSN #CrisiSanitaria #DivarioNordSud Approfondisci il tema al seguente link: https://lnkd.in/d3GetyFS Inrete - Relazioni Istituzionali e Comunicazione Inrete Digital Inpagina
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