Ha senso parlare di spiritualità e impresa? 💬 Dimmi la tua! 👉 Secondo me sì, e molto. Le imprese giocano un ruolo fondamentale e potente nel contesto relazionale e sociale in cui viviamo e siamo immersi. 🚨 Premessa per i più sensibili e devoti al “bando alle chiacchiere, qui dobbiamo lavorare!”: La spiritualità non è un'alternativa alla competenza, all'eccellenza operativa o organizzativa, e nemmeno, udite udite, alla profittabilità. È una integrazione. 💡 In un mondo sempre più orientato a performance e risultati, spesso perdiamo di vista il significato più ampio delle nostre azioni. Parlare di spiritualità nelle organizzazioni significa avere il coraggio di esaminare ogni scelta da una prospettiva più profonda. Non si tratta necessariamente di religione, ma di una dimensione che appartiene a tutti gli esseri umani, credenti o meno, quando riflettono sul senso di ciò che fanno e sul contributo che la loro vita porta in una visione più ampia, al di là della quotidianità e dell’individualismo. 🌿 Quando ci limitiamo a pensare che il nostro benessere o disagio sia l'unica prospettiva, perdiamo l'occasione di assumerci la responsabilità del nostro percorso verso una fioritura interiore, libera di vedere le connessioni e le interdipendenze, messa al servizio di una partecipazione sociale generativa. ⚙️ La spiritualità non è un concetto astratto e lontano dal quotidiano. È l'intenzione e i valori che si manifestano in ogni decisione, parola e azione. È il superamento dell’arroganza dell’ego per contribuire autenticamente al bene comune. ⚠️ *Importante*: Per evitare i “perbenismi” o i “moralismi” basta che ognuno osservi per sé questa disposizione, verificando se genera beneficio o meno. Senza giudicare gli altri o farlo solo per l’apparenza esterna. ✨ Io ho attraversato fasi molto distanti da queste "dimore spirituali" Non è stato facile e tutt’ora incontro resistenze e dubbi. Non è semplice, ma è essenziale anche solo scontrarsi con i propri paradossi interiori. A chi pensa che la spiritualità sia solo teoria, vorrei ricordare che essa influenza ogni nostra scelta, anche nel mondo del lavoro. Ignorare questa dimensione può avere conseguenze profonde, mentre assumersi la responsabilità del proprio sistema di motivazione e decisione è l'atto più concreto, responsabile e creativo che possiamo compiere. 🎯 Concludo con le parole di Roberto Assagioli: “La spiritualità consiste anzitutto nel considerare i problemi della vita da un punto di vista elevato, comprensivo, sintetico; nel saggiare tutto in base ai veri valori, nel cercare di arrivare all'essenza di ogni fatto [...]. La concezione spirituale della vita e delle sue manifestazioni, lungi dall'essere teorica, non pratica, è eminentemente rivoluzionaria, dinamica e creativa." Marco Guzzini🧘♂️ Accompagno persone, professionisti e imprese in evoluzione, con metodo e saggezza. #CrescitaPersonale #CrescitaProfessionale #BusinessCounseling #LeadershipInteriore
Post di Marco Guzzini
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Ogni essere umano, su un piano esistenziale e di vita, è Ok. Eppure, spesso le esperienze vissute in famiglia, con gli altri, o attraverso la socializzazione ci portano a pensare di non esserlo, come se fossimo condannati a sentirci “ranocchi”. Vivere pensando di non essere abbastanza – per gli altri, per ciò che facciamo, o per la vita stessa – ci può far dimenticare che abbiamo il diritto di avere sogni, desideri, bisogni e di puntare alla nostra felicità. Già, felicità. Quella dimensione che non si trova tutta insieme, ma che si costruisce, pezzo dopo pezzo, imparando a riconoscere il nostro valore e la possibilità di sentirci Ok anche accanto agli altri. Ma come si fa, se dentro di noi non c’è stato spazio per impararlo? Se siamo stati abituati a sentirci meno, a credere che non ci sia posto per noi in quella strana parola che tutti desiderano ma che pochi sanno come raggiungere? Eric Berne, il creatore dell’Analisi Transazionale, diceva che uno degli obiettivi della terapia è permettere al “ranocchio” di stare meglio – e già questo fa una grande differenza. Ma c’è anche un passo successivo: togliere quella pelle di ranocchio e ritrovare il cammino interrotto del principe o della principessa che ciascuno di noi porta dentro di sé. Tutto questo non è solo una teoria. È il modo in cui ci guardiamo e il modo in cui siamo stati guardati. È il copione con cui ci siamo abituati a vivere. Un copione con cui a volte crediamo che non siamo Ok, oppure che gli altri non lo siano. Ma qui c’è una scelta. Possiamo riscriverlo. Possiamo scegliere di tornare a un copione vincente o di crearne uno nuovo, accettando il passato per ciò che è stato e andando avanti, passo dopo passo. riscrivere il proprio copione significa vivere. Smettere di credere che il “lieto fine” sia solo una favola e capire che la felicità non è qualcosa che arriva dall’esterno, ma qualcosa che si costruisce, giorno dopo giorno, scegliendo di essere più vicini a noi stessi e di condividere questa autenticità con gli altri. #riflessioni #psicologia #analisiTransazionale #crescitaPersonale #benessereEmotivo #autenticità #sviluppoPersonale #salutementale #consapevolezza #copioneDiVita Raffaele Mastromarino IRPIR - Istituto di Ricerca sui Processi Intrapsichici e Relazionali Maria Luisa De Luca
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𝐂𝐎𝐋𝐓𝐈𝐕𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐋𝐀 𝐆𝐑𝐀𝐓𝐈𝐓𝐔𝐃𝐈𝐍𝐄 𝐏𝐄𝐑 𝐅𝐀𝐑 𝐑𝐈𝐅𝐈𝐎𝐑𝐈𝐑𝐄 𝐋𝐀 𝐍𝐎𝐒𝐓𝐑𝐀 𝐕𝐈𝐓𝐀 👉🏻 Marshall Rosenberg, padre della Comunicazione non violenta e allievo di Carl Rogers, oggi ci suggerisce delle meravigliose Parole di consapevolezza… Uno dei gesti più potenti, uno dei momenti più autentici, uno dei doni più preziosi che gli esseri umani si possono reciprocamente fare è quello di ESPRIMERE GRATITUDINE. ✅ La parola “gratitudine” deriva dal latino GRATITUDO e indica un sentimento di “disposizione d’animo positiva che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene”. 👉🏻 Essere grati e, soprattutto, esprimere tale sentimento, ci permette di concederci del tempo per valorizzare le persone che ci circondano, di fermarci a godere delle relazioni. Spesso la gratitudine ci aiuta ad “ammirare” la bellezza che, nelle sue varie forme, ci circonda e ci avvolge, come in Natura succede con un paesaggio o un tramonto. La gratitudine è uno dei sentimenti più potenti che possiamo coltivare come esseri umani. Essa ci permette di spostare il focus da ciò che ci manca a ciò che già possediamo, portando un senso di abbondanza e soddisfazione nella nostra vita quotidiana. Essere grati non significa ignorare le difficoltà o le sfide, ma riconoscere e apprezzare le piccole e grandi “benedizioni” che riceviamo ogni giorno. La scienza ha dimostrato che praticare la gratitudine può migliorare il nostro benessere mentale, ridurre lo stress e aumentare la nostra resilienza. Ricordiamo quindi di dedicare ogni giorno qualche minuto per riflettere su ciò per cui siamo grati: un gesto semplice, ma dal grande potere trasformativo: ✳️ Essere grati fa bene agli altri ma, soprattutto, a noi stessi, ci aiuta a sviluppare resilienza e flessibilità; ✳️ Al contrario della tristezza e della paura, è un sentimento positivo che aumenta la nostra sensazione (sia fisica che psicologica) di benessere e autostima; Attraverso la gratitudine abbiamo la possibilità di arricchire, in modo autentico e rispettoso, la vita degli altri… E ci ricorda, nel momento in cui la manifestiamo, che possiamo “andare oltre noi stessi” e che le nostre vite sono immerse in una profonda connessione e interdipendenza, con tutto quello che ci circonda. ➡️ E tu, come consideri la gratitudine? ➡️ Hai notato come ti senti quando la pratichi? #crescitapersonale #gratitudine #parolediconsapevolezza #comunicazioneefficace #persone #intelligenzaemotiva #emozioni
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#𝐢𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞: 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 In che modo parlare a te stesso, date le premesse dei post precedenti? Utilizza il verbo al presente: non al passato non al futuro. Il compito primario dei nostri cervelli uniti è di tenere in costante osservazione l’ambiente circostante per mantenerci al sicuro: comprende il momento presente, rifacendosi a esperienze conosciute, dalle quali “tutelarsi”. Questa tipologia di pensieri si riferisce al passato: ho (sempre)fatto, detto, sono stato (vittima), ho sbagliato… senza toccare la veridicità di ciò che ti stai dicendo, sicuro di aver bisogno di andare di continuo al passato, che è appunto “passato” e spesso “trapassato” e pure remoto? Inoltre, se appartiene al passato, e in quel momento andava bene (con tutte le perplessità del caso)non significa che in questo momento vada ancora bene. Qua c’è il nodo di vedersi come si è al momento, - si torna all’immagine di sé – e non come si è stati al tempo di “Carlo Codega” 😉 Volgi il pensiero al presente: · Adesso sono questa persona, che ha queste capacità e faccio bene questa cosa · Voglio provarci, così imparo e miglioro · Sono in grado di farlo. Bandito in modo as so lu to l’uso di avverbi di tempo di tipo divinatorio: · mai, per niente, · sempre, di continuo… Se può essere percepito come “facile”, sappiamo bene che trasformare modalità conosciute attivandone di nuove è un passaggio che richiede tempo, impegno, fiducia in ciò che si fa per amore verso se stessi. Questi suggerimenti li si leggono nel web o sulle riviste, e creano aspettative su se stessi che possono innescare un altro circolo vizioso di pensieri: “Non sei capace” “Non riesci” “Sbagli sempre tutto” e altro. O provocano sensazioni di impotenza o di frustrazione se vengono presentati come miracolosi. Che sia chiaro: senza impegno e tempo necessario, che varia dal momento che si sta vivendo e da ognuno, risultano deleteri. Si inizia e si procede con costanza, con momenti di contentezza e momenti di incavolatura cosmica: con amore, accogliendo la propria umanità. Comincia a usare questo primo passo, e poi torna a dirmi come va; oppure, ci alleniamo insieme. Mi puoi scrivere in privato😊 #dialogointeriore #relazioni #linguaggio #counseling #cervello #dalilabellometti
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🎯Credo profondamente nella capacità di ogni individuo di evolversi, migliorare e crescere. 🧗♀️Questo percorso di cambiamento inizia con l’accettazione di sé stessi. 🎯Accettarsi è un atto di gentilezza verso noi stessi, è guardare dentro di sè con occhi più amorevoli. 🫂Amarci incondizionatamente significa abbracciare la totalità di chi siamo, con le nostre peculiarità, i nostri successi e le nostre imperfezioni. 💚Questo amore diventa la base su cui costruire una vita significativa e appagante. Veronika Varotto: 📕Counseling Gestaltico dalla teoria alla pratica, 2014, pp.22-23 🎯Percorsi individuali, di coppia e di gruppo 💪Ti aspetto! #Counseling #gestalt #viaggio #pratica #amarsi #accettazione #cambiamento #nuovilibri #sessione
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Che cosa c'entra la spiritualità con il lavoro? Dal mio libro. “Il Lavoro vivente. Dare vita al lavoro, mettere al lavoro la vita” Spiritualità e lavoro. Per moltissimi un ossimoro. Per i più un abbinamento addirittura contronatura, inaccettabile. Circonfusa da un alone di misticismo, trascendenza, e sovente irrazionalità, la dimensione spirituale appare estranea alla dimensione lavorativa, una delle più compromesse – dicono – con l’insensatezza dell’apparato tecnico produttivo. Senza contare che spiritualità è una delle parole, e dei concetti, più sdrucciolevoli che esistano. Il rischio di utilizzarla a sproposito è enorme. Termine pericoloso, concetto sfuggente. Quindi da evitare? Assolutamente no. Anzi, oggi, proprio oggi, è indispensabile trovare il coraggio di accoglierlo e rimaneggiarlo. Per trovare un’indispensabile alternativa. A confessioni religiose che hanno interpretato il rapporto tra l’umano e il divino in chiave di caduta, colpa e redenzione. A visioni scientifiche mutilanti, che hanno fatto dell’essere umano un vivente mosso soltanto da forze meccaniche e impersonali. A psicologie e antropologie caricaturali che hanno ridotto l’essere umano a grumo di nevrosi e violenza. A filosofie che si trastullano con il cinismo e la sfiducia, prive del senso della speranza, incapaci di trasmettere voglia e gusto di vivere. Per abbozzare un’agile mappa del continente spiritualità, le nostre domande guida saranno le seguenti: • A quale genere di spirito intendiamo fare riferimento? • Esiste un rapporto tra l’idea di spirito e l’idea di vita? • A quali domande-bisogni dell’essere umano corrisponde e risponde la prospettiva spirituale? • Possono le pratiche spirituali essere applicate al lavoro, contribuire a interrompere il secolare processo di devitalizzazione lavorativa e favorire l’innesto della vita nel lavoro?
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[Il paradosso dell'egoismo: pensare a sé per dare di più agli altri] Siamo portati a pensare all'#egoismo come un concetto del tutto negativo o come sinonimo di egocentrismo, mancanza di empatia e altruismo. Ma è davvero così? Non sempre. C'è un tipo di egoismo sano, quello che porta all’attenzione e #cura verso sé stessi e che ci consente di vivere rapporti e #relazioni maggiormente equilibrate. Dedicare tempo ai propri #bisogni, ascoltare ciò che ci fa stare bene e soprattutto dire “no” quando è necessario non è egoismo, ma amore per sé. È mettere al centro il proprio #benessere in modo da poter offrire agli altri un supporto e una presenza di qualità. L’egoismo diventa tossico quando imponiamo la nostra volontà sugli altri, ignorando i loro bisogni e desideri. Quindi, il confine tra un “sano egoismo” e quello dannoso si basa sul rispetto reciproco. 🚩 Ecco alcune azioni su cui ti puoi concentrare per praticare un egoismo positivo e consapevole: ✔️ Impara a dire “no” senza sensi di colpa: dire “no” agli altri significa dire “sì” a te stesso. Non è necessario accontentare sempre tutti né compiacere. Rimani comunque una brava persona semmai fosse questo il problema 😉 ✔️Fai qualcosa solo per te ogni giorno: che sia leggere un libro, fare una passeggiata, donare del tempo al volontariato, cantare o semplicemente prenderti una pausa. Non c’è bisogno di rendere conto a nessuno. ✔️Ascolta i tuoi bisogni e rispetta quelli degli altri: imparare a prendersi cura di sé significa rispettare questa necessità anche negli altri e trovare un equilibrio reciproco. 💎 Riflessione finale: mettere al centro te stesso non ti rende egoista. Anzi, ti permette di essere una versione migliore di te, per te e per chi ti circonda. E Tu come vivi il tuo rapporto con l'egoismo? Riesci a dedicarti del tempo senza sentirti in colpa? Competenze in Rete Nodus-HR illustrazione di Marie Montellier
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La vita è davvero uno specchio che riflette ciò che pensiamo di essere. In primis è necessario esplorare il potere del pensiero nella nostra realtà e come le nostre convinzioni influenzano le esperienze quotidiane. Poi, possiamo discutere dell'importanza dell'autovalutazione e della crescita personale per creare una vita autentica attraverso la consapevolezza. Queste riflessioni ci spingono a considerare quanto sia fondamentale prendere coscienza dei nostri pensieri e delle nostre credenze, poiché ciò che pensiamo di noi stessi si manifesta nella nostra realtà. Ma c'è ancora tanto da scoprire e da approfondire su questo argomento affascinante. Ad esempio, possiamo chiederci come possiamo coltivare pensieri positivi e sostenenti che ci aiutino a creare una realtà desiderata. Inoltre, come possiamo identificare e superare le convinzioni limitanti che ci trattenengono? Queste sono domande aperte che meritano ulteriori riflessioni e approfondimenti per continuare il nostro viaggio di auto-esplorazione e di crescita.
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“PRIMA DI TUTTO L’UOMO” Ci sono pensieri ed esperienze che seducono l’uomo. Ci sono pensieri ed esperienze che convocano l’uomo. Che lo corrispondono, che lo chiamano. Ciò che seduce si consuma tutto nell’attimo stesso in cui lo si vive. Ciò che convoca non solo non si consuma, ma arde sempre di più con il passare del tempo. Prima ancora di scegliere se andare a destra o a sinistra oppure dritto. Prima ancora di scegliere se iniziare o lasciare questo o quel progetto. Prima ancora di dare un giudizio definitivo sulle cose e sulle persone. Prima ancora di pensare se “va tutto bene” o “va tutto male”. Dovremmo chiederci: Qual’è il CRITERIO che usiamo per scegliere? La logica del profitto? Il senso comune? L’imitazione di qualcun’altro? Facciamo verità su noi stessi e sulla nostra storia: cosa ci racconta, cosa ci fa risuonare, cosa sentiamo che ci corrisponde e cosa no. Cosa ci convoca. In poche parole, facciamo luce perche ci sia chiaro quali sono i nostri “moti del cuore”. Questo è il CRITERIO per scegliere. È da qui che dobbiamo partire prima di qualunque scelta da prendere. Così da evitare che sia il mondo, il senso comune o qualcun altro a scegliere al posto nostro. #orientamentoesistenziale #counseling #sviluppopersonale
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Incontrarsi è causalità Perché incontriamo un certo tipo di persone? A volte è naturale riflettere sulle similitudini che caratterizzano coloro che sono in relazione con noi. Possono essere legami umani di grande bellezza e reciprocità, oppure stridenti e conflittuali.Sono un riflesso della personale vita interiore.Ci fanno vedere come migliorare, i progressi fatti. L'ambiente è maestro in questo senso. Ci aiuta a sviluppare la nostra migliore umanità. Sorge spontaneo guardare fuori di noi ,in particolare nei casi di incontri non armonici e biasimare l'effetto. Se desideriamo in qualunque ambito della nostra vita un cambiamento, possiamo partire da noi. Questa è la libertà, costruire con rinnovati pensieri, parole e azioni...
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Formulente - Formatore & Consulente per persone nel business. Facilitatore e guida nella trasformazione aziendale e nello sviluppo del mindset.
6 mesiMi trovo d'accordo Marco, e credo anche che prima dovremmo considerare l'umanità. Allora potremmo approfondire le scelte. 💪🏼