Prendere l’Intelligenza artificiale con filosofia: 9 esercizi spirituali #intelligenzaartificiale
Post di Maria Cattini
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“C’è un modo filosoficamente angusto e politicamente digiuno di guardare all’intelligenza artificiale. È quello strumentale (si tratta solo di tecnologia, intelligente o stupida a seconda dei casi), dicotomico (noi umani vs le macchine), antropocentrato (tenere l’umano nel loop, al centro e in controllo), allineante (rispetto dei valori umani) e dominante (all’umano spettano le decisioni) di un certo umanesimo. Si accompagna sovente anche ad una ingenua e consolante <anestetica dell’etica>. E ce n’è, invece, uno più filosoficamente educato e planetariamente avvertito, direi, che interpreta in maniera complessa e sofisticata il passaggio epocale di cui stiamo facendo esperienza. Un umanesimo, quest’ultimo, capace di cogliere lo statuto di provocazione culturale e intellettuale nella lunga durata della civiltà umana di quanto la tradizione chiama <intelligenza artificiale>. C’è, allora, un modo più profondo di leggere il momento attuale. È quello dell’occhio lungo dell’evoluzione culturale e cognitiva della civilizzazione, dell’intelligenza del lavoro e non solo biologica, dell’intelligenza sociale e non solo strumentale, dell’intelligenza planetaria e non solo antropica. Che è sempre, per l’appunto, insieme umana e oltreumana. Una short list personale di letture consigliate in caso di interesse ..." (Accoto, 2024, postilla a The Latent Planet) #philtech #philosophy #technology #AI #theory #thinking #strategy #culture #innovation
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🤔E se il vero problema dell’Intelligenza Artificiale non fosse la sua intelligenza ma la nostra incapacità di distinguere una macchina da un essere umano? 📖Parte da questo interessante e fecondo interrogativo il libro ❞𝗠𝗮𝗰𝗰𝗵𝗶𝗻𝗲 𝗶𝗻𝗴𝗮𝗻𝗻𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶 - 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮, 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶𝗴𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲❞ di Simone Natale. 👀L’autore, con una ricca esperienza accademica internazionale e che attualmente insegna Storia e teoria dei media all'Università degli Studi di Torino, più che interrogarsi ed interrogarci sulla presunta o reale intelligenza delle macchine pone la sua attenzione sul nostro rapporto con le AI e sulla nostra tendenza innata ad attribuire e proiettare intelligenza su tutta quella tecnologia composta di assistenti vocali, chatbot, bot e AI generative che sta invadendo le nostre vite quotidiane. ⁉️Il problema su cui è piú urgente interrogarsi, ci dice l’autore, non è la possibile comparsa di macchine senzienti, quanto la perdita progressiva della nostra facoltà di distinguere gli umani dalle macchine. 😲Secondo Simone Natale con l’IA si verifica quello che avviene durante gli spettacoli di magia: ignorando il funzionamento di queste tecnologie, come nella magia non conoscendo le regole alla base del trucco, rimaniamo strabiliati dal prodigio. 🤖“Macchine ingannevoli” rovescia il dibattito sulle tecnologie, che sono ormai parte integrante del nostro mondo contemporaneo, portandoci a riflettere non solo sul funzionamento di queste macchine, ma sui modi in cui ci relazioniamo ad esse. 🧐Perché, come disse Arthur C. Clarke, autore della sceneggiatura e del romanzo 2001 Odissea nello spazio: “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. 📚A parlarci di questo libro nella sua consueta rubrica “Un libro al mese” è il nostro direttore responsabile Raffaello Castellano: https://lnkd.in/dA-hAkuB #libridaleggere #MacchineIngannevoli #SimoneNatale #UnLibroAlMese #SmartMarketingMensile
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE: TUTTO STA CAMBIANDO (ANCHE LA VITA SPIRITUALE) Non serve essere scienziati per capire come gli effetti della tecnologia riguardino tutti noi, rendendoci, di fatto, spettatori di una realtà in continua evoluzione che ci incuriosisce, ma che resta imprevedibile nei suoi effetti futuri, anche negli aspetti più intimi del nostro essere. Il matematico, filosofo e autore best seller John C. Lennox esamina le implicazioni più profonde alla base dello sviluppo dell’intelligenza artificiale, dei sistemi di sorveglianza e della cibernetica da un’inedita prospettiva teologica e spirituale. #ia #ai #intelligenzaartificiale #artificialintelligence https://lnkd.in/dJZxPT78
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𝐂𝐄 𝐋𝐀 𝐅𝐀𝐑𝐄𝐌𝐎, 𝐍𝐄 𝐒𝐎𝐍𝐎 𝐈𝐍𝐂𝐄𝐑𝐓𝐎 Il paradosso è bello che servito. Il mito della scienza pronta a spiegare e oggettivizzare una volta per tutte ogni dimensione della nostra esistenza, illudendoci di averne il dominio, si schianta contro se stesso. L’AI, nuovo vessillo salvifico di un’umanità alla deriva, rovescia irrimediabilmente la medaglia della conoscenza: i𝐥 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐚𝐝𝐢𝐠𝐦𝐚 𝐞̀ 𝐥’𝐢𝐧𝐜𝐞𝐫𝐭𝐞𝐳𝐳𝐚! “𝐶𝑜𝑛 𝑙'𝐼𝐴, 𝑐𝑖 𝑠𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑢𝑛 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑜, 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑙𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑒 𝑎𝑙 100%, 𝑚𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑜𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑎𝑡𝑜. 𝐺𝑙𝑖 𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑖 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙'𝐼𝐴 𝑟𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑎 𝑠𝑓𝑖𝑑𝑎 𝑎𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑚𝑎𝑐𝑐ℎ𝑖𝑛𝑒, 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑖𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑖 𝑏𝑎𝑠𝑎 𝑠𝑢 𝑢𝑛 𝑝𝑎𝑟𝑎𝑑𝑖𝑔𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑒𝑑𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑙𝑙𝑜.” Mi sembra un interessante cortocircuito. L’incertezza è dimensione fondante dell’esistenza, insieme vitale e distruttiva, ineluttabile linfa dell’esperienza umana. La sua rimozione, attraverso il progresso tecnologico, ha certamente migliorato la condizione materiale dell’uomo, ma ha anche privato l’umanità di una parte della sua possibilità creativa; un mondo completamente svelato, prevedibile e controllabile, è un mondo privo di mistero, e dunque di desiderio. Ora una nuova tecnologia sembra riproporre l’incertezza a paradigma di valore del nostro tempo. Lo sarà veramente? Ne sono incerto.
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Anche quest’anno tutti a coltivare la mente ne L'orto dei pensieri a Loro Piceno. Vi aspetto numerosi come sempre per dialogare su l’attualissimo tema dell’Intelligenza Artificiale, rigorosamente da un punto di vista filosofico! #IA #IntelligenzaArtificiale #cultura #filosofia #etica
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Si parla di intelligenza artificiale secondo una accezione che sembra privare l'essere umano del bisogno di pensare. Sembra si sia tutti lì ad attendere l'arrivo dell'AGI, temendo per la nostra sopravvivenza ed il destino del mondo, per come finora conosciuto e modellato. Smetterei di parlare di AI come di "intelligenza" artificiale e ne parlerei piuttosto come d'intelligenza aumentata. La differenza sembra forse superflua, ma è invece di sostanza. La definizione “intelligenza artificiale” conferisce una caratteristica umana ad una macchina. Se la definissimo "intelligenza aumentata" invece lasceremmo all'uomo ciò che solo a lui può appartenere ed alla macchina il ruolo di supportarlo ed aumentarne le capacità e le possibilità. Si tratta di un cambio di paradigma che conferisce differente prospettiva all'intero fenomeno. Come già successo mesi fa con #IncoscienzaArtificiale di Massimo Chiriatti, ho finito di leggere #Irriducibile di Federico Faggin. Leggere Faggin è un po' come essere contemporanei di Pitagora, Euclide o Archimede e poterli leggere nel loro tempo, vivendo la genesi di un pensiero fondativo, come quello di Uno o delle Seity, nel momento in cui esso vede la luce e prende forma nei simboli attraverso i quali si comunica e per questa via comincia a modificare la realtà. Ho impiegato tempo per leggerlo, prima di tutto perché le mie competenze matematiche e fisiche si fermano al liceo scientifico, 30 anni fa, ma più ancora perché ogni riga delle pagine di questo saggio esprime significati di incredibile intensità, la somma dei quali raggiunge una massa critica capace di cambiare il modo di vedere e sentire le cose. I pensieri e le affermazioni elevano l'animo connettendosi a tutto ciò che custodiamo al nostro interno e si trasformano in consapevolezza, divenendo coscienza. Non oso fare improba sintesi di tutta l'enormità che viene trattata. Significherebbe affrontare con un approccio riduzionista il racconto di una esperienza ed una avventura senza pari, appunto, Irriducibile. Leggetelo, se potete. E se potete, fatelo leggere. Sarebbe bello se fosse adottato come testo fondamentale negli insegnamenti superiori e per questa via divenisse patrimonio elementare della cultura universale. Si smetterebbe (come si smetterà, inevitabilmente) di ciarlare di AI e AGI usando (male) ed abusando (spesso impunemente) hashtag e buzzwords, e si parlerebbe più di come utilizzare la conoscenza acquisita, per la felicità ed il benessere degli individui. Come dice anche Faggin, questo gigante gentile del pensiero filosofico e scientifico, "abbiamo bisogno di un'altra coscienza che possa convertire la conoscenza vissuta in nuova conoscenza scientifica, da cui generare nuova conoscenza vissuta, e così via, in un crescendo senza fine. Questa è l'essenza del Principio Creativo di Uno".
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Lord Byron scriveva “Il miglior profeta del futuro è il passato”. Il passato, con i suoi modelli, errori e successi, non è semplicemente un ricordo, ma una guida per il futuro. Applicando questa considerazione al concetto d’intelligenza artificiale emerge una riflessione: le IA moderne imparano dal passato, dai comportamenti umani e dai pattern registrati. Ada Lovelace, figlia del celebre poeta Lord Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke, è considerata la prima programmatrice della storia. Collaborando con il matematico Charles Babbage, comprese che la sua macchina analitica poteva andare oltre i calcoli, manipolando simboli e creando modelli, anticipando così il concetto d'intelligenza artificiale. 🔍 La sua intuizione rivoluzionaria? “La macchina non crea nulla, esegue ciò che sappiamo ordinare”. Una riflessione che ancora oggi guida le discussioni sull’IA e il suo potenziale. 👉 Un viaggio che unisce passato, presente e futuro dell’innovazione! Leggi l'articolo sul blog di Geolander.it Ada Lovelace, la visionaria che anticipò l’era dell’AI https://lnkd.in/d_e38r5Q
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Viaggio tra le pieghe dell'Intelligenza Artificiale: dall'alba del "percettrone" all'esplosione dell'AI Generativa Un'avventura emozionante tra i pionieri del passato e le rivoluzioni del presente, alla scoperta di come l'Intelligenza Artificiale ha plasmato il nostro mondo e continua a farlo. Immaginate un mondo dove le macchine pensano, imparano e creano come esseri umani. Un mondo dove l'Intelligenza Artificiale (AI) non è più fantascienza, ma realtà tangibile che permea ogni aspetto della nostra vita. Questo è il viaggio che vi proponiamo oggi, un'immersione nella storia affascinante dell'AI, dalle sue timide origini ai progressi strabilianti che hanno definito il nostro presente.
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Qual è il più grande rischio che comporta l’intelligenza artificiale? Crippa e Girgenti, nel libro Umano, poco umano, spiegano che il rischio maggiore dell’IA non è che essa diventi come l’intelligenza umana ma semmai il contrario: che l’intelligenza umana smarrisca le sue caratteristiche peculiari e si appiattisca su quella artificiale, venendone travolta. Urge, allora, rendersi consapevoli di quelle che sono le qualità irriducibili dell’umano rispetto al tecnologico e riappropriarsi di esse, per contrastare e arginare l’avanzata inesorabile dell’intelligenza artificiale. Il confronto, dunque, proseguono gli autori del testo che ha ispirato questo articolo, non è uomo-macchina: il tema è piuttosto quanto diventa diversa l’intelligenza umana nel momento in cui viene potenziata e, nello stesso tempo, depotenziata dalla macchina. #curadisè #umanopocoumano #intelligenzaartificale #intelligenzaemotiva #artcoaching #metodoautobiograficocreativo
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