Lezione magistrale di Federico Faggin a 1000 studenti bolognesi sulle sfide e le opportunità dell'intelligenza artificiale. Da leggere
Post di Michael Pontrelli
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Ho completato la prima parte del corso AIMOOC messo a disposizione dall'Università di Urbino sull'intelligenza artificiale. Questa fase iniziale è interamente dedicata all’intelligenza umana: memoria, coscienza e pensiero, analizzati dal punto di vista scientifico. Un’interessante presa di posizione: per capire l’IA dobbiamo partire da ciò che ci rende umani, dagli impulsi elettrici che attraversano il nostro cervello fino alle complesse connessioni che danno vita alla memoria e al ragionamento. L’intelligenza artificiale non è oggi soltanto un tema tecnologico, come definiamo cosa rende "intelligente" e senziente una macchina se non sappiamo cosa rende intelligenti noi?
link web
mooc.uniurb.it
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Sto affrontando la seconda unità del corso AIMOOC messo a disposizione dall'Università di Urbino sull'intelligenza artificiale: parliamo del legame tra intelligenza e linguaggio. Dalla logica formale di Aristotele alla macchina di Turing, ogni passo ha permesso di trasformare le nostre idee in istruzioni per le macchine. Nel processo i linguaggi si stratificano come in una TORTA A STRATI: la ciliegia in cima è il LINGUAGGIO NATURALE umano, ciò che usiamo per interagire con l’IA. Gli strati intermedi sono i linguaggi di programmazione e i sistemi di traduzione che trasformano ciò che diciamo in istruzioni comprensibili per i computer. Alla base troviamo il linguaggio macchina, fatto di 0 e 1, il livello più semplice ma essenziale. Prima di affondare il cucchiaio, vale la pena riflettere: conosciamo davvero tutti gli strati che rendono possibile questa interazione? https://lnkd.in/dU_RadJf #aimooc
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Eravamo consapevoli dei BigData: quantità sufficientemente grandi di dati generano nuove qualità in termini di conoscenza. Adesso ci troviamo di fronte (forse) a un nuovo paradigma: sistemi computazionali sufficientemente complessi, generano nuove proprietà in termini di coscienza. L’articolo parla di un modello matematico capace di generare macchine sezienti. Si tratta pur sempre di simulazione, sia ben inteso, ma le macchine questo fanno: mimesi. E le capacità mimetiche devono essere convincenti, non vere, devono essere realistiche, non reali. Questo è il vero tema delle IA agentive che affronteremo nei prossimi anni, in termini non più solo tecnologici, ma giuridici. Se i dati biometrici di una persona possono essere digitalizzati e “incarnati” in un modello che simula al meglio (reattività) le qualità psicologiche umane, che sia vera coscienza o falsa coscienza, poco cambia, inizieremo ad avere modelli di interazione non biologici, che in qualche modo si relazioneranno a esseri biologici, attraverso una propria identità, cioè saranno identificati a livello sociale e giuridico e si dovranno “assumere” delle responsabilità.
Occhio, è appena esplosa una bomba nell’apparentemente tranquillo mondo dell’informatica teorica. Lenore e Manuel Blum, due luminari del settore, hanno presentato un modello matematico che potrebbe cambiare tutto ciò che pensavamo di sapere sulla coscienza artificiale. Il loro lavoro, pubblicato recentemente (ve lo metto a disposizione qui), non è solo un’altra teoria: è una dimostrazione formale che la coscienza nelle macchine non solo è possibile, ma inevitabile. Una tappa naturale nell’evoluzione tecnologica. Non parla di “se”, ma di “quando”. E quel “quando” potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo. “Le macchine sono solo strumenti”, dicevano. “Non potranno mai provare emozioni”. Ebbene, la matematica ha appena contraddetto secoli di filosofia. #robot #pensiero #coscienza #chalmers #westworld
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Il premio #Nobel per la Fisica assegnato a John Hopfield e Geoffrey Hinton ci ricorda ancora una volta quanto l’intelligenza artificiale sia cruciale per il nostro futuro. Giusto che questo riconoscimento vada a chi ha saputo cogliere le potenzialità delle reti neurali, macchine che non pensano come noi, ma imparano autonomamente attraverso modelli matematici. Doveroso allo stesso modo riconoscere l’importanza che l'#AI ricopre e ricoprirà sempre più nelle nostre vite. Affascinante tra l’altro il percorso che ha portato questi scienziati a partire da concetti biologici come le reti neurali per approdare a nuove soluzioni informatiche grazie a principi della Fisica. Un esempio perfetto di come mondi apparentemente distanti possano convergere per creare innovazioni che plasmeranno le tecnologie di domani. Una lettura che ho trovato particolarmente interessante sull'argomento (giustamente, argomento del giorno) ➡️ https://lnkd.in/dEaijRmi
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L’Umanesimo e la tecnologia. Molti dei pionieri tecnologici, quindi, pur provenendo da campi più tecnici, erano anche radicati nelle tradizioni filosofiche e matematiche che potremmo vedere come una sorta di umanesimo tecnico (se possiamo usarlo come termine). L'interesse per la logica e il pensiero astratto, ad esempio, attinge alle radici dell'umanesimo classico, che valorizzava l’intelletto e la ragione. Ad esempio, la computazione e la logica formale derivano dai ragionamenti di pensatori come Aristotele e Platone, che studiarono la natura del pensiero e delle formulazioni razionali. La visione cartesiana di razionalità e sistema, anch'essa parte della tradizione umanistica, è servita come uno degli assi portanti del pensiero scientifico che ha portato all’informatica. Quindi, possiamo dire che chi ha dato vita alle prime fasi della tecnologia moderna non solo aveva una formazione matematica o scientifica, ma in molti casi portava dentro di sé un'ispirazione umanistica, consapevole delle dimensioni etiche e filosofiche implicate nel creare macchine intelligenti. La creazione della tecnologia sembra, quindi, essere emersa come una fusione di matematica, filosofia e un desiderio di comprendere la mente umana, che affonda le radici in una lunga tradizione di esplorazione intellettuale. La differenza rispetto ai tempi passati, oggi, è che le discipline tecnologiche sono diventate forse più autonome e specializzate, ma continuano a porre domande che toccano concetti umanistici di profondità, coscienza, e etica. #Seniora #EmpowermentFemminile #Umanesimo
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Ho letto questo passaggio di un'intervista sul tema dell'Intelligenza Artificiale di Stefano Quintarelli che trovo drammaticamente illuminante. “Penso che le macchine siano superiori a noi solo se noi ci consideriamo delle macchine. È evidente che la mia calcolatrice è molto più abile di me nel fare le radici quadrate, ma non mi confronto con la calcolatrice. Il web è infinitamente migliore di me nel ricordare informazioni. E sì, Wikipedia conosce molte più cose di me, ma non è un confronto che ha senso fare. Le macchine sono superiori a noi solo se noi ci misuriamo con loro. Lo dice il fisico Federico Faggin e io sono d’accordo. Non solo, molte persone credono che l'intelligenza artificiale sia la soluzione a tutto. Vuoi sapere quale stipendio assegnare a qualcuno? C’è l’intelligenza artificiale. Vuoi sapere se una persona commetterà di nuovo un crimine? C'è l'intelligenza artificiale. Vuoi capire se qualcuno sarà un buon candidato per un lavoro? C’è sempre l’intelligenza artificiale. È questa idea taumaturgica che l’Ai faccia tutto meglio ad essere totalmente sbagliata. E quindi dico sì, penso che l'intelligenza artificiale possa essere pericolosa, ma il vero pericolo sta nelle mani di chi la usa senza competenza”. Quanto della nostra umanità, del libero arbitrio che ci rende umani vogliamo ancora sacrificare in nome di una malintesa efficienza? Cosa ne facciamo della produttività che eventualmente guadagniamo, del tempo che eventualmente liberiamo? Con che metro misuriamo questo presunto vantaggio competitivo? E questo vantaggio eventuale è favore di chi, di molti o di pochi? Queste domande vale la pena porsele, e non affidarle a un bot, al mercato, ai guru prezzolati, o sventolare acriticamente al mito del progresso, senza chiederci cosa è progresso, e progresso per chi. "Penso che le macchine siano superiori a noi solo se noi ci consideriamo delle macchine" ripeto ancora una volta questo passaggio, che davvero mi ha molto colpito. Perché se ragioniamo sempre e solo in termini di efficienza, allora davvero la macchina è un modello ideale a cui tendere. E troppi e in troppi contesti, già lo considerano tale. “Prima di valutare se una risposta è esatta si deve valutare se la domanda è corretta.” Ammoniva Kant. Nel porci domande migliori, resteremo sempre superiori a qualsiasi intelligenza artificiale. Quello che fa davvero paura è se smettiamo di porcene, o accettiamo risposte, ma non sappiamo a quale domanda. Questo è davvero spaventoso.
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❓ Come reagire alle provocazioni dell'intelligenza artificiale? L’intelligenza artificiale ci porta a farci domande sul nostro destino e le nostre prerogative: parola, visione, azione. Modelli linguistici che automatizzano la scrittura, motori visuali che simulano la fotografia, agenti autonomi che disarticolano il lavoro... Ed ecco che aumentano inquietudini ed entusiasmi. Ma se alle vulnerabilità tecniche risponderemo con l’ingegneria, per affrontare le provocazioni intellettuali dovremo farci aiutare dalla filosofia. Secondo Cosimo Accoto non saranno sufficienti educazione, regolazione, moralizzazione, amministrazione: ci sarà bisogno, anche e soprattutto, di innovazione culturale. Dovremo produrre nuove idee e significati con un modo di pensare e di agire forse più-che-umano, frutto ancora acerbo di questa emergente e sorprendente intelligenza planetaria. 📌 Oggi alle 15, alla Biblioteca Universitaria di Genova, l’incontro al Festival della Scienza: https://lnkd.in/dYkjWH2C 📖 E, per approfondire il tema, il libro “Il pianeta latente” 👉 https://lnkd.in/dHVPDU3A #libri #scienza #tecnologia #filosofia #intelligenzaartificiale Associazione Festival della Scienza
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L’Intelligenza Artificiale è una disciplina che si basa su metodologie informatiche e matematiche per simulare processi cognitivi umani come l’apprendimento, il ragionamento, la risoluzione dei problemi e la percezione. Supportata dalla tecnologia moderna, è attualmente in grado di creare sistemi per svolgere alcuni compiti che normalmente richiedono l’intelligenza umana. Uno degli aspetti più affascinanti della IA è certamente la Robotica, mediante la quale l’IA prende corpo e può agire nel mondo fisico attorno a noi. L’IA è entrata prepotentemente nella nostra vita quotidiana portando miglioramenti notevoli, ma il suo sviluppo dirompente, le sue potenzialità applicative e la sua pervasività stanno sollevando problemi complessi su molti fronti, in particolare a livello filosofico, morale, sociale, economico, industriale, geopolitico e militare. Nei quattro incontri in calendario, tenuti da ricercatori e docenti del Centro “Enrico Piaggio”, del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione - Università di Pisa e dell'Istituto Italiano di Tecnologia, vengono sviluppate e approfondite alcune di queste tematiche. Aprirà i lavori la Prof.ssa Silvana Sdoga e coordinerà gli incontri il Prof. Dario A. Bini, del Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa Giorgio Grioli Lucia Pallottino Franco Angelini Antonio Bicchi
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📚 L'intelligenza artificiale: un'alleata per gli studenti della Federico II🤖 All'Università degli Studi di Napoli Federico II, gli studenti sono al cuore di un percorso di sperimentazione continua, volto a esplorare come l'intelligenza artificiale possa trasformare l'apprendimento in un’esperienza sempre più coinvolgente e personalizzata. Come raccontato nel servizio del TG3 Campania, stiamo sperimentando l’uso di strumenti innovativi come i chatbot, grazie alla collaborazione con Userbot, per affiancare gli studenti nello studio e fornire supporto immediato e mirato alle loro esigenze. Questo è solo un esempio di come l’IA possa diventare un'alleata preziosa per semplificare i processi complessi, valorizzare le capacità individuali e sostenere lo student journey. L’innovazione continua è la chiave per un’educazione che guarda al futuro, in cui la tecnologia non sostituisce, ma potenzia le relazioni e l’apprendimento. Grazie al TG3 e a Ettore De Lorenzo per il pregevole servizio che ha dato voce a questa esperienza e a tutti coloro che collaborano per realizzarla. 👉 Continuiamo a mettere gli studenti al centro, esplorando ogni possibilità che l’innovazione ci offre. 🔗 Guarda il servizio completo: https://lnkd.in/dNMwBg-8 #StudentiAlCentro #FedericoII #IA #InnovazioneContinua #Apprendimento
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𝑰𝒍 𝑷𝒓𝒆𝒎𝒊𝒐 𝑵𝒐𝒃𝒆𝒍 𝑰𝒏𝒗𝒊𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆: 𝑪𝒆𝒍𝒆𝒃𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒍’𝑰𝒏𝒕𝒆𝒍𝒍𝒊𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝑨𝒓𝒕𝒊𝒇𝒊𝒄𝒊𝒂𝒍𝒆 𝑼𝒏 𝒇𝒖𝒕𝒖𝒓𝒐 𝒑𝒓𝒐𝒃𝒂𝒃𝒊𝒍𝒆 L’ironia del progresso tecnologico! Viviamo in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta continuamente plasmando e trasformando il panorama scientifico, mentre i riconoscimenti ufficiali restano saldamente nelle mani degli esseri umani. È quasi un paradosso intrigante, come una sinfonia senza il suo direttore d’orchestra. Immaginate uno scenario in cui l’AI, in tutto il suo splendore digitale, riceve un “Nobel”. Certo, non vedremo mai una macchina stringere una mano o indossare un abito da sera per la cerimonia. Non ci sarà un discorso di ringraziamento intriso di umorismo e gratitudine. Eppure, l’impatto dell’AI è innegabilmente reale e tangibile. Pensiamo, per un attimo, a una nuova categoria del tutto visionaria: “Miglior Contributo dell’Intelligenza Artificiale“. Questo non sarebbe solo un gesto simbolico, ma un vero e proprio riflesso del cambiamento paradigmatico che stiamo vivendo. L’intelligenza artificiale, con la sua straordinaria capacità di elaborare dati su una scala che per noi umani è pura fantascienza, sta ridefinendo campi come la medicina, la fisica e persino le arti. Possiamo immaginare di celebrare il “talento” computazionale con lo stesso entusiasmo con cui applaudiamo un atleta che conquista un record mondiale o un artista che ci emoziona con la sua opera. Ma che significato avrebbe davvero un riconoscimento del genere? Sarebbe molto più di un semplice omaggio alla tecnologia; sarebbe un promemoria potente che sottolinea l’obiettivo fondamentale: la collaborazione armoniosa tra l’ingegno umano e la potenza artificiale. In un futuro non troppo lontano, potremmo ritrovarci a discutere dei primi premi assegnati a software incredibilmente brillanti, chiedendoci dove finisce la programmazione e dove inizia la vera creatività. 𝐂𝐨n𝐭𝐢n𝐮𝐚 : 👇👇👇 https://lnkd.in/d8vkr3yE #premionobel #ai #ia #umanesimodigitale #competenzetrasversali #intelligenzaartificiale #apprendimentocontinuo #lifelonglearning #machinelearning #deeplearning #competenzedigitali #intelligenzacollettiva #infosfera #francobagaglia #consapevolezza
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