Manca poco all’inizio della #MilanoDesignWeek e come ogni anno, con il centro studi di Abitare Co. abbiamo analizzato l’impatto dell’evento sugli #affitti brevi in città e nell’hinterland. Se si confronta il prezzo con una qualunque settimana in un altro periodo dell’anno, senza eventi internazionali, si vede come il canone medio è più che triplicato raggiungendo ben €3.855 settimanali, con punte in via della Moscova (€7.350), via Solferino (€6.930) e via San Marco (€6.510). Crescono i prezzi anche a Monza (+289%), dato che per la prima volta il Fuorisalone uscirà dall’area metropolitana in senso stretto per espandersi nella provincia di Monza e Brianza, e nei Paesi dell’hinterland milanese. In questi giorni ne ha parlato il Corriere della Sera, nell’ampio approfondimento a cura di gino pagliuca #realestate #immobiliare
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Si parla anche di Keynesia nell'articolo de Il Secolo XIX
Nuovi arrivi a Piccapietra. Con il nuovo anno il volto della piazza è destinato a cambiare: a fine mese chiuderà definitivamente Wellys, il grande negozio per la cura della casa, della persona e del pet, che da alcune settimane sta liquidando la merce. Al suo posto, nel locale di 400 metri quadrati, arriveranno due franchising sportivi, Brooklyn Fitboxing International e YogaOne. Nessun timore per la vicinanza con Area51, la palestra più grande della city, presenza storica nella piazza che nel 2016 aveva anche allargato i suoi spazi per far fronte all’aumento di richieste e di corsi. I target delle clientele sono diversi. Anche Keynesia group, azienda genovese in forte espansione, ha scelto Piccapietra per la sua nuova sede. «Abbiamo scelto il terzo piano del civico 9 - racconta l’amministratore delegato Paolo Tamiro - La nostra sede si trasferirà in uno spazio di 360 metri quadrati dal mese di marzo, non appena completati i lavori di ristrutturazione. La nostra squadra si sta allargando e abbiamo bisogno di spazio in una posizione centrale». Leggi su Il Secolo XIX #IlSecoloXIX #PiazzaPiccapietra #brooklynfitboxing #Yogaone #KeynesiaGroup #wellys
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Cestò, il cestino che “ce sta” arriva a Roma. Sono 18mila, il triplo rispetto al passato e sostituiranno gli iconici getta carte sparsi per la città. Con alcune novità. Il nuovo cestino per gettare rifiuti da passeggio si chiama Cestò. Perché è un cesto che, detto in romanesco: “ce stà”. In tutto saranno 18 mila: il triplo rispetto ai numeri attuali. Saranno uguali in tutti i municipi sostituendo i quattro vecchi modelli. Quello nuovo, riprende lo stile iconico del tradizionale cestino romano posizionato, per la prima volta, esattamente 25 anni fa in occasione del Giubileo 2000, ma ha alcune caratteristiche particolari. Realizzato in materiale ignifugo e antideflagrante, è più sicuro dei predecessori perché non scheggiabile e ispezionabile secondo la normativa antiterrorismo. In più è sostenibile, perché è un arredo urbano realizzato in Hdpe, ovvero in polietilene ad alta densità che lo rende leggero, riciclato e riciclabile. Nella definizione del cronoprogramma, è stata data priorità alle aree maggiormente coinvolte dagli eventi giubilari. In particolare, nella prima settimana di attività, squadre e mezzi posizioneranno i primi 210 nuovi cestini che consentiranno di incrementare del 70% la disponibilità nelle aree di San Pietro, Colosseo, piazza Venezia e Fori Imperiali. Entro la fine di agosto, saranno collocate su strada 2.800 esemplari tra i municipi I e VIII. Da settembre, poi, si procederà progressivamente con il posizionamento negli altri municipi, che si concluderà entro dicembre con l'avvio del Giubileo. Una certa quantità dei cestini rimossi, ma ancora in buono stato, saranno mantenuti nella disponibilità per essere utilizzati in caso di necessità o eventi particolari. Di pari passo con il procedere delle attività di posizionamento è stata inoltre studiata una campagna di comunicazione integrata. Road to green 2020 Fashion News Magazine CONSUMERISMO NO PROFIT
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DAL GHIACCIO ALL'OCCUPAZIONE ABUSIVA E AL DEGRADO: SALVIAMO L'AGORA' DI MILANO Il Palaghiaccio di via dei Ciclamini, un tempo cuore dello sport e dell’hockey milanese, oggi si trova a un bivio tra degrado e rinascita. Chiuso dal gennaio 2023, la struttura è stata vittima di furti, vandalismi e occupazioni che ne hanno minato la funzionalità e il simbolo che rappresentava per la città. Eppure, tra le macerie di quello che è stato, si intravede una possibilità: un partenariato pubblico-privato che potrebbe ridare vita a questo luogo storico, trasformandolo in uno spazio moderno, sostenibile ed efficiente. Un progetto ambizioso, a costo zero per il Comune, che prevede un nuovo stadio del ghiaccio con pannelli solari e una capienza di 1000 posti. Ma, come spesso accade, tra intenzioni e realizzazione il cammino è lungo e pieno di ostacoli. Il destino del Palaghiaccio non riguarda solo una struttura sportiva, ma parla del nostro rapporto con il passato e delle scelte per il futuro della città. Sapremo trasformare questa opportunità in un modello di rigenerazione urbana o lasceremo che il degrado prevalga? Milano ha bisogno di visione e impegno per preservare e reinventare i luoghi che hanno fatto la sua storia; non è solo una questione di impianti sportivi, ma di identità e di ciò che vogliamo essere come comunità. Che cosa significa per voi il Palaghiaccio? Pensate che il partenariato pubblico-privato sia la strada giusta per risollevarlo? #RealEstate #Milano #Agorà
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"Un #modello virtuoso di gestione culturale, rigenerazione economica e #progettualità continua". Così il Corriere della Sera parla di #Crespi d'Adda in questo articolo, che ci rende giustamente fieri dei risultati raggiunti negli ultimi anni, con numeri in crescita che hanno portato il #villaggio operaio a essere il secondo sito di #turismo industriale in Italia. Un traguardo che ci incoraggia a continuare sulla strada intrapresa. Leggi l'articolo: https://lnkd.in/d_V433hx
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Dierre scrive un nuovo capitolo nella storia della sicurezza Made in Italy con il lancio della campagna “È la vita che ti porta”. Il progetto segna un punto di svolta nella nostra comunicazione: si respira la storia della nostra azienda, la passione, la cura e l’innovazione, valori che da sempre ci caratterizzano. Il film racconta non solo l’evoluzione tecnologica delle nostre porte, ma anche l’emozione e i momenti di vita che ogni prodotto racchiude. Nel contesto della nostra nuova campagna, la porta emerge come un simbolo universale, molto più di un semplice elemento d’arredo: rappresenta un confine che separa mondi, spazi e stati d’animo. Attraversare una porta non significa solo entrare in una nuova stanza, ma iniziare un nuovo capitolo della propria esistenza. “La vita è un viaggio attraverso molte porte, l’importante è aprirle tutte”. #dierre #design #sicurezza #tecnologia #porte #arrredamento
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Per chi come me è cresciuto a Milano, il Fuorisalone.it rappresenta uno dei momenti più iconici della città, polo di attrazione, conoscenza e divertimento di tanti visitatori. Talmente tanti che, come spesso avviene per questa tipologia di eventi, nell'immaginario collettivo è spesso associato a disagi, code e assembramenti. Non posso quindi che essere felice di poter contribuire quest'anno per cercare di eliminare queste problematiche: con Qromo saremo infatti presenti in due delle location più importanti del Fuorisalone.it, l’Isola Design Festival e lo spazio Base Milano, in qualità di abilitatore della modalità cashless e saltacoda per l’acquisto di cibo e bevande. Un passo avanti nella gestione di eventi complessi, grazie ai vantaggi offerti dalla digitalizzazione Crediamo che semplificando i processi di ordinazione possiamo portare benefici a esercenti e consumatori, contribuendo ad abbattere le lunghe attese, da sempre il primo disincentivo all’acquisto durante questi eventi. #milanodesignweek #Fuorisalone #cashless #Milano
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Caivano si “Illumina”. Dopo cinque mesi rinasce il centro sportivo da oggi intitolato a Pino Daniele, un caleidoscopio di colori e luci, un bagliore che restituisce vitalità anche al verde del parco poco distante. Il progetto “Illumina” di Sport e Salute che c’è dietro la ristrutturazione del centro sportivo ha un significato molto più profondo: ripensare gli spazi urbani inutilizzati o degradati e trasformarli in spazi capaci di offrire opportunità di crescita per i quartieri e le comunità. Perché lo spazio è un educatore sociale. Insegna il rispetto, la condivisione, favorisce gli incontri e combatte l’esclusione sociale. Cinque mesi per ristrutturare 5 ettari lasciati totalmente all’abbandono. Cinque mesi nei quali hanno lavorato 400 persone, praticamente tutte di origine campana. Il risultato finale è un centro sportivo non per ma dei cittadini. Più di 44 discipline sportive differenti praticabili, 20 campi sportivi oltre a 4 progetti di arte partecipata con oltre 100 ragazzi perché Sport e Cultura sono le due direttrici su cui ci si è mossi. Sport popolare e accessibile all’aperto come strumento di diffusione di sani stili di vita e cura del benessere fisico, psicologico e personale dell’individuo. Cultura, arte e creatività come elementi fondanti delle comunità e del territorio. L’idea è quella di fornire un’identità precisa nella quale il playground, lo skatepark, lo street soccer, il parkour saranno accessibili a tutti. Un contenitore creativo e valoriale capace di attirare ed interagire con la Gen Z e con tutti gli appassionati. Avviare un dialogo continuativo con il target usando lo sport come mezzo per generare senso di comunità, aggregazione ed inclusività. Trasformare lo spazio in una scatola magica di eventi e tempo libero dove giovani e cultura urbana possano incontrarsi e vivere differenti attività. 👉 https://lnkd.in/dd6sTCAj #caivano #illumina
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🚚 DELEGAZIONE SCARRABILE E GIC '24: UNA GRANDE OCCASIONE MANCATA Dopo aver partecipato al GIC-EXPO in veste di visitatrice, devo mio malgrado, prendere atto del fatto che la delegazione scarrabile (come l’ho soprannominata io), abbia perso l’ennesima opportunità di rimarcare la propria presenza nel mercato dell’edilizia. Prima di arrivare a questa conclusione ho avuto un confronto con l’organizzatore del GIC e Direttore di A&T Allestimenti & Trasporti, il sig. Fabio Potestà, per sincerarmi che non fosse soltanto una mia personale impressione, ma, la realtà dei fatti non ha potuto far altro che confermare la mia tesi. Ad una fiera così focalizzata su un settore complesso e dinamico come quello dell’edilizia non era presente nessuna delle nostre aziende storiche (che sono perlopiù italiane). La cosa assurda è che il settore scarrabili già serve quello edile, quindi, nulla di innovativo o azzardato nel partecipare ad un evento simile: i due settori si conoscono e bene. Prima cosa, gli scarrabili rivestono un ruolo importante, per non dire fondamentale, nella gestione degli inerti: dal loro stoccaggio al trasporto. Per non parlare poi di quanto siano più sicuri, rispetto ad altri mezzi, nel trasporto delle attrezzature da cantiere: gli scarrabili eliminando il problema delle rampe in alluminio per lo scarico di un escavatore, ad esempio, evitano all’operatore questa manovra spesso causa di brutti infortuni. In ultimo sottolineo quanto siano versatili e funzionali all'operatività quotidiana in cantiere. Poche semplici manovre per allestire il camion in base all’utilizzo richiesto al momento: dal pianale per il trasporto degli escavatori o del materiale edile al container con la gru da edilizia. Dopo anni che vivo il settore scarrabili, dal punto di vista della comunicazione, partecipato a fiere, parlato (quelle rare volte che ho ricevuto una risposta) con le aziende produttrici, ho capito che il potenziale sta nello sviluppo delle aree lasciate scoperte, una tra tutte, il servizio clienti. Sono convinta che il mercato darà spazio a tutte le aziende pronte a migliorarsi. Non ha senso stare fermi, temere la concorrenza e i relativi fatturati quando un vantaggio competitivo che tutti abbiamo (grandi e piccoli) è proprio quello di “esserci” e non intendo solo alle fiere ma, soprattutto, esserci per chi nel tempo è diventato nostro cliente e per coloro che avrebbero bisogno di mezzi scarrabili ma non sanno nemmeno cosa siano. Resto disponibile al confronto con chiunque voglia costruire qualcosa o avere anche solo uno scambio di idee: io le mie conclusioni le ho tratte e ho chiaro su cosa concentrarmi da qui in avanti.
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“Il negozio a 15 minuti”: la provincia di Ferrara 75esima su 107. A misurare per la prima volta l’accessibilità dei negozi di vicinato e Gdo - in termini di vicinanza fisica - è l’indice realizzato nell’ambito del progetto Urban Pulse 15 del Centro studi delle Camere di Commercio Tagliacarne, in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Stamane, in chiave locale, il commento - riportato anche dal Resto del Carlino - del nostro Presidente provinciale Marco Amelio sul rischio desertificazione: "E' un problema sul quale occorre porre una grande attenzione, non solo a Ferrara ma più in generale su tutto il territorio. Non si tratta di una battaglia di retroguardia, bensì di un ripensamento complessivo di immaginare e quindi di vivere la città." Da qui la proposta di stilare un piano per la valorizzazione del commercio. Uno sforzo che va immaginato coralmente, che deve coinvolgere tutti gli attori del territorio a partire dalle associazioni passando per l'Università ed ovviamente l'attore pubblico. Un lavoro che Confcommercio Ferrara ha espresso attraverso un'osservazione al PUG della città di Ferrara: un ragionamento che tocca tantissimi aspetti della vita cittadina, che in futuro dovrà avere sempre più una dimensione di prossimità (dai parcheggi alla mobilità passando per i trasporti e la stazione) nel solco peraltro di quanto previsto dalla legge sull'economia urbana. Qui i risultati complessivi dell’indagine 👇 https://lnkd.in/dgwEVZ4s #rigenerazioneurbana #negozidivicinato #confcommericioferrara #confcommerciocè
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