L’esito di questa partita segnerà anche il futuro di un altro santuario della finanza italiana, le Assicurazioni Generali. Ed è un intreccio che il Cda di Mediobanca ha voluto sottolineare Giorgio Barbieri
Post di Nord Est Economia
Altri post rilevanti
-
UNA POLTRONA PER DUE, ANZI NO Quindi Mps prova a mangiarsi un pesce più grande di lei, cioè Mediobanca. Ricapitolando le partecipazioni: MEDIOBANCA: Delfin (holding della famiglia Del Vecchio): 19,81% Francesco Gaetano Caltagirone: 5,5% BlackRock: 4,23% + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + MONTE DEI PASCHI DI SIENA (MPS): Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF): 11,7% Delfin (holding della famiglia Del Vecchio): 9,9% Francesco Gaetano Caltagirone: 5% + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + ASSICURAZIONI GENERALI: Mediobanca: 13,1% Delfin (holding della famiglia Del Vecchio): 9,93% Francesco Gaetano Caltagirone: 6,92% Lo stato si è recentemente diluito in Mps cedendo il 15% di quote tra Delfin, Caltagirone e Anima. Adesso Mps governata dal MEF, Delfin e Caltagirone prova a mangiarsi Mediobanca governata da Delfin e Caltagirone. A quel punto la nuova entità governata da Delfin e Caltagirone con più o meno il 29% potrebbe puntare al bersaglio grosso, cioè le Assicurazioni Generali governate dal primo azionista Mediobanca (governato a sua volta da Delfin e Caltagirone) e poi dal secondo e terzo maggiore azionista cioè Delfin e Caltagirone. E vi giuro che non è Matrix. Lo chiamano "Salotto buono" della finanza italiana. A me pare che in sto salotto ci stiano 2 poltrone e basta. Almeno un divanetto potevano mettercelo però eddaje...
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
la scalabilità
Giornalista TV: mi occupo di finanza, economia e calcio. Lavoro a Mediaset Tgcom24 e per E-Planet su Italia Uno. Modero e organizzo convegni. Amo viaggiare, il tennis e lo snowboard. Due figli. La notizia prima di tutto.
UNA POLTRONA PER DUE, ANZI NO Quindi Mps prova a mangiarsi un pesce più grande di lei, cioè Mediobanca. Ricapitolando le partecipazioni: MEDIOBANCA: Delfin (holding della famiglia Del Vecchio): 19,81% Francesco Gaetano Caltagirone: 5,5% BlackRock: 4,23% + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + MONTE DEI PASCHI DI SIENA (MPS): Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF): 11,7% Delfin (holding della famiglia Del Vecchio): 9,9% Francesco Gaetano Caltagirone: 5% + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + ASSICURAZIONI GENERALI: Mediobanca: 13,1% Delfin (holding della famiglia Del Vecchio): 9,93% Francesco Gaetano Caltagirone: 6,92% Lo stato si è recentemente diluito in Mps cedendo il 15% di quote tra Delfin, Caltagirone e Anima. Adesso Mps governata dal MEF, Delfin e Caltagirone prova a mangiarsi Mediobanca governata da Delfin e Caltagirone. A quel punto la nuova entità governata da Delfin e Caltagirone con più o meno il 29% potrebbe puntare al bersaglio grosso, cioè le Assicurazioni Generali governate dal primo azionista Mediobanca (governato a sua volta da Delfin e Caltagirone) e poi dal secondo e terzo maggiore azionista cioè Delfin e Caltagirone. E vi giuro che non è Matrix. Lo chiamano "Salotto buono" della finanza italiana. A me pare che in sto salotto ci stiano 2 poltrone e basta. Almeno un divanetto potevano mettercelo però eddaje...
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Il caso dell’offerta ostile di MPS su Mediobanca non è solo un’operazione finanziaria, ma un promemoria di quanto sia cruciale un’aggregazione cross-industry per evitare che le dinamiche di settore si trasformino in un gioco a somma zero. In un contesto di consolidamento bancario, l’incapacità di pensare oltre i confini tradizionali del settore è come giocare a scacchi guardando solo una metà della scacchiera. Se l’Italia vuole costruire campioni nazionali e globali, servono strategie che non si limitino a spartirsi il rischio, ma che creino valore intrecciando competenze tra finanza, tecnologia e industria.
"È iniziato lo scontro finale per il riassetto del sistema finanziario italiano": il direttore Andrea Cabrini analizza l'ops totalitaria su Mediobanca di Mps, che da preda diventa predatore. Da Delfin e Caltagirone a Generali, di cui Mediobanca ha il 13%: tutti gli intrecci in gioco👇
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Sono finite le schermaglie. Ora si fa sul serio. Al netto degli scontri personali è necessario che vincano le soluzioni più valide dal punto di vista industriale. Solidità e pluralità nelle linee di business sono le basi per poter sostenere famiglie ed imprese anche in caso di rallentamento economico.
"È iniziato lo scontro finale per il riassetto del sistema finanziario italiano": il direttore Andrea Cabrini analizza l'ops totalitaria su Mediobanca di Mps, che da preda diventa predatore. Da Delfin e Caltagirone a Generali, di cui Mediobanca ha il 13%: tutti gli intrecci in gioco👇
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
La possibile acquisizione di Mediobanca da parte di Mps aprirebbe nuovi scenari per Generali, con implicazioni rilevanti nell’ambito della bancassicurazione e dell’asset management. Se l’operazione andasse in porto, Mps acquisirebbe il 12,7% di Generali detenuto da Mediobanca, rafforzando il ruolo delle famiglie Del Vecchio (9,82% in Generali) e Caltagirone (6,45%), già azionisti chiave di Mps e Mediobanca. Questa convergenza potrebbe spingere Delfin e Caltagirone, spesso in sintonia strategica, a un maggiore controllo su Generali. Tuttavia, lo scenario è influenzato anche dalla partita UniCredit-Banco Bpm, con UniCredit che, attraverso Banco Bpm, detiene indirettamente una quota del 9% in Mps, creando tensioni con il Mef, azionista di Mps all’11,7%. Generali, forte di 843 miliardi di asset gestiti e della rete di Banca Generali, è un attore strategico nell’asset management, ma la recente joint venture con Natixis ha suscitato riserve da parte di Delfin e Caltagirone. Inoltre, la partnership tra Mps e Axa in scadenza nel 2027 potrebbe aprire spazi per un accordo con Generali, come suggerito dall’AD di Mps, Luigi Lovaglio.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Cuccia questa cosa la scrisse e fu geniale: le azioni non si contano, si pesano. Se io ho l’1% e sono un parvenu, non conto una ceppa. Se io non sono all’1% e faccio parte del grande salotto di Milano, quell’1% vale il doppio i fatti . Negli ultimi anni, Monte dei Paschi di Siena (MPS) ha affrontato enormi difficoltà finanziarie, accumulando perdite significative. Dal 2011 in poi, la banca ha registrato decine di miliardi di euro di perdite dovute a una combinazione di fattori: acquisizioni sbagliate (come quella di Antonveneta), cattiva gestione, crediti deteriorati (NPL), e scandali finanziari. I principali numeri: 2011-2021: MPS ha accumulato oltre 25 miliardi di euro di perdite complessive. Nel 2017, lo Stato italiano è intervenuto con una ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi di euro, acquisendo una partecipazione del 64%. Negli anni successivi, sono state bruciate ulteriori risorse per far fronte a perdite operative e gestire i crediti deteriorati. Mps a parer mio è una banca che invece di pensare a fare le scalate rottambolesche, dovrebbe pensare di fare unico mestiere che sa fare da 553 anni cioè " banca per le imprese" . Una banca che altro ieri era fallita e monitorata dalla bce con un capitale inferiore di circa il 50% di mediobanca dovrebbe restare a Siena ; il mio consiglio a attuale amm delegato Lovaglio invece di andare a Londra a convincere gli investitori internazionali, è quello di curare i rapporti interni : Stato Mef , Delfin , Caltagirone , Roma /Siena/Milano sono molto distanti Si dice che a pensare male si fà peccato, obbiettivo è il controllo di Generali il colosso delle assicurazioni con sede a Trieste che da anni vede contrapposto la attuale amministrstore delegato Nagel e il fui Leonardo del Vecchio /Caltagirone bloccati più volte nella decisione di cambiare i vertici in Generali . L’assemblea di maggio del Leone triestino sarà cruciale per il rinnovo dei vertici, in uno scenario che vede Delfin e Caltagirone nuovamente al centro delle dinamiche di potere e Nagel costretto a cedere da una delle due parti : o la fusione con mps , o venire a patti sulle nomine in generali . E Lovaglio ? a Lovaglio potrebbe capitare di restare a guardare i successi altrui mentre molti potrebbero aspettarlo in fondo al fiume come è già accaduto a Siena .
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
MEDIOBANCA? UNA BANCA CHE VIVE DI RENDITA e che si trova addirittura in pancia un concorrente - Generali - che Mediobanca continua a favorire! 1. Circa il 40% degli utili di Mediobanca deriva dalla partecipazione in Generali. 2.Generali sta diventando un primattore europeo nel private banking e asset management facendo concorrenza a Mediobanca che opera nello stesso business. 3. Quello che dovrebbe essere il core business di Mediobanca - il corporate e investment banking- é in affanno. 3. Con la scomparsa di Cuccia nel 2000, Mediobanca é andata alla deriva finendo a fare il retail banking e il credito al consumo. 4. Quale contributo ha dato questa ex gloriosa banca di affari negli anni recenti allo sviluppo industriale ed economico del nostro paese? 5. Troppo comodo vivere di rendita e blindarsi per continuare senza grandi sforzi a sopravvivere. 6. In questi casi i takeover sono più che giustificati. ps Assecondando le strategie di sviluppo di Generali ( accordo con i francesi), Mediobanca rafforza la sua posizione di rentier. Proprio un management di prim’ordine! Rating: bbb #Banche #Mediobanca #MPS #Generali
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
C’è un’altra implicazione, forse la più importante, nell’operazione Mps-Mediobanca e che riguarda direttamente Generali. Se l’offerta di Mps dovesse andare in porto, la banca senese si ritroverebbe con il 12,7% di Generali oggi detenuto da Mediobanca. Generali ha, però, tra i suoi azionisti anche la Delfin della famiglia Del Vecchio con il 9,82% e Francesco Gaetano Caltagirone con il 6,45%, i quali hanno a loro volta il 9,78% (Delfin) e il 5,02% (Caltagirone) di Mps. Se poi si tiene conto del fatto che a sua volta Delfin è al 19,3% di Mediobanca e Caltagirone al 5,5%, non è difficile immaginare che ambedue possano aderire all’offerta di Mps su Piazzetta Cuccia e da lì andare tutti insieme alla carica su Generali, visto che ormai da qualche anno Delfin e Caltagirone si muovono praticamente in tandem sui principali dossier finanziari (a partire da Mediobanca e Generali), anche se formalmente non agiscono di concerto.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Oltre 111 miliardi. Tanto muovono, in Borsa Italiana, i protagonisti del risiko bancario dopo l’ultima mossa sullo scacchiere che ha portato in partita anche Mediobanca, su cui Banca Monte dei Paschi di Siena ha lanciato un’offerta di pubblico scambio di azioni totalitaria. Ora, come in ogni tentativo di acquisizione, la preda studierà una risposta. All’inizio della prossima settimana è atteso infatti il cda di Piazzetta Cuccia, che valuterà l’offerta di Siena. L’ops congela qualsiasi operazione straordinaria di Mediobanca per resistere. Al momento si possono immaginare azioni legali per contestarla nel merito (come del resto ha fatto Banco BPM contro UniCredit). Meno facile invece che la banca guidata da Alberto Nagel possa intraprendere iniziative perché l’ops di Mps ha fatto scattare la cosiddetta passivity rule, vale a dire il divieto di varare operazioni straordinarie che possano contrastare l’offerta di Mps. La decisione spetterà comunque al mercato e agli altri azionisti di Mediobanca che vede oltre a Delfin e il gruppo Caltagirone, Edizione S.p.A. dei Benetton (2,2%), BlackRock (4,2%), più il patto di consultazione (11,4%) che include Mediolanum, di cui è azionista Fininvest della famiglia Berlusconi, GAVIO GLOBAL SPECIALTIES, MONGE & C. - S.P.A.. Più gli istituzionali che valgono tra il 50 e il 60%. Ma sul mercato c’è anche chi si aspetta l’arrivo di una contromossa da parte di altri istituti finanziari. Quindi non è detto che la partita sia chiusa. È possibile che nomi come Unicredit, Intesa Sanpaolo o Generali possano lanciare un’offerta pubblica rivale su Mediobanca? Appare difficile, secondo gli osservatori del mercato, perché Unicredit è già impegnata sul Banco Bpm e su Commerzbank AG. Intesa Sanpaolo è già la prima banca del Paese e non ha una vera necessità di crescere oltre ad avere limiti Antitrust. Appare difficile anche che Generali — di cui Mediobanca è azionista con il 13% — apra a operazioni sull’istituto milanese. Fino a che la politica monetaria European Central Bank è rimasta restrittiva, le banche hanno potuto contare su una redditività stellare grazie al margine di interesse sui prestiti. Da quando Francoforte ha allentato i tassi, gli istituti hanno cominciato a pensare a nuove strategie per rimanere competitivi, come appunto le fusioni. l'articolo completo su Corriere della Sera #finanza #credito #banche #milano #trieste #roma #siena
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
SCALATA MPS a Mediobanca: una partita che spariglia il sistema ; il vero obiettivo è GENERALI. L’ OFFERTA. di scambio, carta contro carta, di MPS su Mediobanca ha colto di sorpresa il mondo finanziario, crea un grande scompiglio nel sistema e, se verrà portata in porto, ridisegnerà profondamente il sistema di potere bancario/assicurativo/finanziario in Italia. Il CONTROLLO DI GENERALI: lo snodo Mediobanca. L’ istituto creato da Enrico Cuccia, per decenni ha mosso i fili della finanza in Italia. Scomparso il fondatore, oggi il più importante asset di Mediobanca è il gruppo Generali. Ne possiede il 13% , è il primo azionista e, di fatto, ne ha il controllo in quanto ne stabilisce il consiglio di amministrazione. IMPRENDITORI E FINANZIERI: Presenze ingombranti Da diversi anni il gruppo Del Vecchio, attraverso la cassaforte di famiglia Delfin, ed il gruppo Caltagirone, stanno puntando al controllo di Generali, il forziere più ricco della finanza italiana. I due gruppi hanno utilizzato una strategia a tenaglia, insieme hanno il 26% di Mediobanca e sono di gran lunga i primi azionisti. Hanno poi una presenza diretta , come secondi azionisti, in Generali. IL PRIMO ASSALTO Il primo assalto a Generali si è consumato nel 2022. I due imprenditori, forti della posizione nel capitale di Generali, nell’ assemblea per il rinnovo del consiglio di amministrazione hanno tentato la spallata, presentando una loro lista. Dall’ altra parte vi era la lista proposta da Mediobanca che si impose, grazie all’ appoggio dei grandi fondi di investimento internazionali, azionisti, che si schierarono a suo favore. Ma i due non demordono e oggi, attraverso MPS, tornano all’ attacco. MPS. LA METAMORFOSI: da banca decotta a predatore. Con la crisi del 2008 la banca senese è entrata in una crisi profonda e lo Stato, per salvarla dal fallimento, è dovuto entrare nel capitale, prendendone il controllo. Sotto la guida del bravo CEO Luigi Lovaglio, la banca è stata risanata e oggi fa utili importanti. MPS: il CAVALLO DI TROIA Quando il governo italiano, attraverso il Mef ha messo in vendita una significativa quota di MPS, a sorpresa, i Del Vecchio e Caltagirone sono corsi ad acquistare: oggi Delfin , con il 9.8%, è il secondo azionista e Caltagirone è il quarto con il 5%. (Il primo azionista resta ancora lo Stato con l’ 11%). PARTITA A SCACCHI. Delfin e Caltagirone lortano avanti con determinazione il progetto di mettere mani sulle Generali. Oggi c'è un passaggio in più. Attraverso MPS conquistano Mediobanca e così sarà realizzato lo scacco matto: assumeranno di fatto il controllo di Generali! LO SCONTRO FINALE Rispetto al mondo ingessato ed intoccabile della Mediobanca di Enrico Cuccia, tante cose sono cambiate. Mediobanca e Generali sembravano un fortino inespugnabile, ma ora le difese sembrano insufficienti. È in atto lo SCONTRO FINALE! Si sta giocando una partita strategica che produrrà effetti duraturi sugli equilibri di potere in Italia.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Altro da questo autore
-
Ecco perché nasce Nord Est Multimedia
Nord Est Economia 1 anno -
Da Marghera alla luna: Veritas va in orbita, in buona compagnia
Nord Est Economia 1 anno -
Luca Ubaldeschi nominato direttore di tutte le testate acquisite da GEDI, con lui un ampio team di vice. Più cinque nuovi soci
Nord Est Economia 1 anno