Post di Andrea Rinaldi

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redattore presso Corriere della Sera

Oltre 111 miliardi. Tanto muovono, in Borsa Italiana, i protagonisti del risiko bancario dopo l’ultima mossa sullo scacchiere che ha portato in partita anche Mediobanca, su cui Banca Monte dei Paschi di Siena ha lanciato un’offerta di pubblico scambio di azioni totalitaria. Ora, come in ogni tentativo di acquisizione, la preda studierà una risposta. All’inizio della prossima settimana è atteso infatti il cda di Piazzetta Cuccia, che valuterà l’offerta di Siena. L’ops congela qualsiasi operazione straordinaria di Mediobanca per resistere. Al momento si possono immaginare azioni legali per contestarla nel merito (come del resto ha fatto Banco BPM contro UniCredit). Meno facile invece che la banca guidata da Alberto Nagel possa intraprendere iniziative perché l’ops di Mps ha fatto scattare la cosiddetta passivity rule, vale a dire il divieto di varare operazioni straordinarie che possano contrastare l’offerta di Mps. La decisione spetterà comunque al mercato e agli altri azionisti di Mediobanca che vede oltre a Delfin e il gruppo Caltagirone, Edizione S.p.A. dei Benetton (2,2%), BlackRock (4,2%), più il patto di consultazione (11,4%) che include Mediolanum, di cui è azionista Fininvest della famiglia Berlusconi, GAVIO GLOBAL SPECIALTIES, MONGE & C. - S.P.A.. Più gli istituzionali che valgono tra il 50 e il 60%. Ma sul mercato c’è anche chi si aspetta l’arrivo di una contromossa da parte di altri istituti finanziari. Quindi non è detto che la partita sia chiusa. È possibile che nomi come Unicredit, Intesa Sanpaolo o Generali possano lanciare un’offerta pubblica rivale su Mediobanca? Appare difficile, secondo gli osservatori del mercato, perché Unicredit è già impegnata sul Banco Bpm e su Commerzbank AG. Intesa Sanpaolo è già la prima banca del Paese e non ha una vera necessità di crescere oltre ad avere limiti Antitrust. Appare difficile anche che Generali — di cui Mediobanca è azionista con il 13% — apra a operazioni sull’istituto milanese. Fino a che la politica monetaria European Central Bank è rimasta restrittiva, le banche hanno potuto contare su una redditività stellare grazie al margine di interesse sui prestiti. Da quando Francoforte ha allentato i tassi, gli istituti hanno cominciato a pensare a nuove strategie per rimanere competitivi, come appunto le fusioni. l'articolo completo su Corriere della Sera #finanza #credito #banche #milano #trieste #roma #siena

Mps-Mediobanca e la sfida sulle Generali per il nuovo consiglio: partite per 111 miliardi

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