Altro anno record per miscusi, la catena italiana di ristoranti di pasta fondata nel 2017 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, che stima di chiudere il 2024 con 16 milioni di euro di fatturato, contro i 15 milioni del 2023, e punta a raggiungerne 20 nel 2025
Post di Pambianco Wine&Food
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🚀 🍕 Accelerazione sull’espansione di Crazy Pizza, il brand di “pizza di lusso” della holding Majestas, guidata da Flavio Briatore e Francesco Costa, proprietaria anche di Billionaire e Twiga. ⚙️ Efficienza e redditività del modello di business: oltre €25mln di fatturato a livello di sistema nel 2023 (+24% sul 2022), EBITDA sopra il 20% e l'obiettivo di superare i €45mln nel 2024 grazie a una solida strategia di crescita e innovazione. 🎯 Previsti €15mln di investimenti e target di 20 nuovi ristoranti entro il 2024 - di recente l'apertura a Saint Tropez e prevista New York. 🇮🇹 L’obiettivo resta quello di «portare le eccellenze italiane in tutto il mondo, rafforzando la nostra presenza e offrendo prodotti di altissima qualità», dicono da Majestas. #Food #FoodService #Growth #Business #FoodFormat
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Passaggio di consegne a Banco Fresco - Il mercato del gusto. Dopo un top manager italiano, Gianluca Monfrecola, tocca ad un manager francese. E siamo, di fatto, al quarto cambio al vertice. Spero non abbiano intenzione di lasciare il Paese. L’Italia credo sia solo passata in secondo piano per quanto riguarda lo sviluppo. Crescerà più lentamente baricentrandosi nelle città? Il progetto, in sé resta comunque interessante. Purtroppo prima la pandemia poi l’inflazione e ciò che ha determinato nelle abitudini di consumo, hanno frenato i piani di espansione di molte aziende che sembravano interessate al nostro mercato e raffreddato i fondi di investimento che ne muovevano le fila. I risultati di Grand Frais in Francia sono diminuiti di oltre il 35% nel 2022. Dopo la fallita vendita del marchio nel 2021. Il gruppo aveva allora attirato sei offerte da parte di fondi anglosassoni ed era stato valutato fino a 3,2 miliardi di euro. Questo tira e molla ha poi portato alla messa in discussione di Philippe Poletti presidente del consiglio di amministrazione di Ardian che, infatti ha lasciato il Gruppo a fine dicembre 2023. Ardian è una delle società di private equity più importanti a livello globale. La storia di Grand Frais inizia nella regione di Lione, quando un ex grossista di nome Denis Dumont ebbe l'idea, negli anni '90. Un’idea semplice. A Grand Frais, frutta, verdura, formaggi, pesce e carne arrivano direttamente dal produttore. Hervé Vallat, allora amministratore delegato di Prosol, l'azienda ideatrice del concetto Grand Frais che rifornisce i reparti di frutta verdura frutti di mare e latticini, ne sintetizzò molto bene il posizionamento “il 100% dei nostri clienti farà acquisti in altri negozi perché non offriamo articoli non alimentari. Quindi, affinché vengano ad acquistare i nostri prodotti, devono essere eccezionali". Il problema è che il progetto è rimasto sostanzialmente sulla carta. Quando Gianluca Monfrecola è arrivato nel 2022 a Banco Fresco per sostituire Riccardo Coppa che l’aveva preceduto ho pensato che questo innovativo format avrebbe trovato una sua precisa collocazione sul mercato. Monfrecola è un manager che ha alle spalle una lunga esperienza nella GDO. Gli obiettivi erano sfidanti. Progetti a lungo termine, break even a 25/30 PDV, presenza nei centri città. Fiore all’occhiello l’ortofrutta. Ma rafforzato con un’offerta completa come richiede il mercato Italiano. Continuo a pensare che con una maggiore visione da parte della casa madre quella storia avrebbe potuta essere diversa. Purtroppo quella pagina si chiude con l’uscita di Gianluca Monfrecola e di Alberto De Caro Direttore Commerciale di Banco Fresco che vanta una notevole esperienza nel comparto. Adesso tocca ad altri raccogliere il buon lavoro fatto e i progetti sulla carta purtroppo rimasti tali. Lo faranno? E soprattutto hanno veramente intenzione di farlo? Li seguiremo con attenzione. (l’articolo intero è sul blog). https://bit.ly/4eR467G
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Il rallentamento delle vendite di vino nel mercato interno spiegato dai principali attori della produzione e della distribuzione italiana. Abbiamo affrontato l’argomento con i vertici delle maggiori associazioni di categoria (Federvini , Unione Italiana Vini, Vinarius), della Gdo (Coop Italia, Esselunga, Carrefour Italia), della distribuzione (Partesa s.r.l., Società Excellence) e delle piattaforme di e-commerce (Vino.com) e catene di enoteche con cucina (Signorvino). Leggi l'inchiesta a cura di Alessandra Piubello 👇
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Vini Dealcolati: La GDO Italiana Chiede al Governo di Sbloccare un Mercato in Crescita La grande distribuzione italiana sollecita il Governo a intervenire sul mercato dei vini dealcolati, un segmento che sta guadagnando terreno all’estero e riscuotendo sempre più interesse anche tra i consumatori italiani. Coop, Esselunga, MD e Carrefour hanno introdotto alcune etichette importate, ma la mancanza di una normativa nazionale impedisce alle aziende italiane di produrre e vendere vini senza alcol sul mercato interno. Secondo i responsabili delle catene GDO, questa incertezza normativa limita un’opportunità di crescita significativa per l’intero comparto vinicolo, che potrebbe ampliare il pubblico dei consumatori senza minacciare il tradizionale consumo di vino.
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Snack: la rinascita di Preziosi food In tre anni ha incrementato il #fatturato dell’80% e quasi triplicato la #redditività: sono i risultati ottenuti da Preziosi Food, produttore e distributore di #patatine e #snack salati, con il piano di riorganizzazione avviato nel 2021. Gli ultimi dati finanziari mostrano un fatturato di oltre 86 milioni di euro e una redditività del 12%. ➡️Continua a leggere: https://lnkd.in/d7FS_v5T Lorenzo Caporaletti, Presidente e Ad Preziosi food: «Siamo tra gli unici asset azionabili sul mercato e siamo una piattaforma ideale per costruire un polo dedicato agli snack al Centro-Sud». Giorgio Garosci Armando Garosci Luca Salomone Felice Meoli Paola Piovesana Viviana Persiani Marialetizia Mele
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Vino Italiano - Casa Vinicola Zonin – risultati 2023 Il 2023 non è stato però il primo anno “pulito” per l’azienda in quanto influenzato dal cambio di distributore sul mercato americano e da una coda di oneri straordinari, che insieme hanno portato a un leggero calo delle vendite (-3% a 194 milioni, peraltro non dissimile da altre grandi realtà del settore in Italia) ed a una significativa perdita (13 milioni di euro). Il 2024 si è aperto sotto migliori auspici, con un budget improntato alla crescita delle vendite e dei margini, che si è materializzato anche nel primo trimestre dell’anno, secondo la dichiarazione degli amministratori. Oggi con un fatturato de 197 milioni il margine è sceso al 6% #vino #vini #vinoitaliano #viniitaliani #italianwines #italianwine #winebusiness #wineindustry #winemarket #vins #zonin
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Cinque pizzerie su dieci sono fiduciose di aumentare il loro fatturato quest’anno. Tre su dieci prevedono un andamento in linea con il 2023. È quanto emerge dall’Osservatorio pizza di CNA Agroalimentare
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🇮🇹 #FoodTech news: una nuova acquisizione che porta due innovative società italiane ad unirsi rafforzando il loro ruolo in un mercato strategico, ampliando il portafoglio clienti. MyCIA for Business, controllata dalla holding HealthyFood Srl, il cui obiettivo è tutelare le esigenze alimentari dei consumatori nell’alimentazione fuori casa attraverso soluzioni #digitali per il settore #Horeca, ha acquisito il 100% delle quote societarie di uno dei suoi principali competitor, Dishcovery - il valore dell'operazione è undisclosed. La somma dei due portafogli genera numeri importanti per il settore: oltre 3.000 clienti, che vanno da multinazionali, ai ristoranti e bar di tutta Italia, con oltre 30 milioni di utilizzi registrati attraverso la piattaforma. Secondo i dati di settore, in linea con quelli del Centro Studi di #MyCIA, l’#inclusività è per la metà degli italiani al primo posto nella scelta dei locali, trend che ha portato alla radicale trasformazione degli scaffali del retail per dare spazio a prodotti dedicati a fasce alimentari sempre più specifiche. 👏 Pietro Ruffoni Diego Barozzi
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Le recenti polemiche che hanno interessato alcuni tra i più prestigiosi produttori di vino toscano e che rischiano di offuscare la reputazione di una filiera che - ricordiamolo - genera un indotto di 45 mld (il 2% del PIL italiano), meritano un'analisi più approfondita rispetto a qualche sensazionalistica uscita sul giornale. Al netto delle illazioni riguardanti la genuinità del prodotto, ancor più offensivo è il desunto che ne deriva se si prende per buono quanto affermato da Report. Vale a dire, semplificando all'estremo le parole di Lamberto Frescobaldi, che i produttori dei grandi marchi che affrontano investimenti milionari (il gruppo Frescobaldi ha annunciato investimenti per 35 Mln di €, poco più di quanto investito dal gruppo Antinori nel 2022), sono fondamentalmente diretti da un management di idioti, che potrebbero benissimo ottenere i medesimi risultati producendo il vino in laboratorio o acquistandolo a prezzi stracciati da terzi. E ancor più idiota di loro, sempre stando a quanto dichiarato da Report, sarebbe il mercato, che prima di ogni manager, broker e sommelier assegna il valore al prodotto (e tanto più il prodotto ha quale fascia di mercato di riferimento quella del "lusso" tanto più è vero questo postulato). Oggi un ettaro produttivo nel Chianti o a Bolgheri non di rado raggiunge prezzi ben oltre il milione di euro. Una cantina moderna e adatta a fare da "biglietto da visita" per dei vini quali Ornellaia o Masseto è un investimento che vale milioni. Cifre a cui va poi aggiunto il costo della produzione. La verità è che se le grandi cantine comprano vino da terzi è per metterlo nella bottiglia acquistabile al supermercato a € 7,99 in offerta, con pur sempre lo stemma della grande cantina stampato in etichetta. Fascia di mercato - questa - fatta per consentire anche al ragazzotto in tuta di pelle e moto 125 di fare bella figura con gli inesperti genitori della fidanzata.
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Dove posso acquistare la migliore #ortofrutta nelle regioni del Centro-Sud Italia? Lo rivela un’indagine svolta dalla testata giornalistica di settore Fruitbook Magazine in collaborazione con SGMARKETING AGROALIMENTARE , società specializzata in #foodstrategy, resa nota durante la fiera Marca che si è svolta a Bologna il 15 e 16 gennaio Un’indagine che ha coinvolto oltre 100 tra i più qualificati fornitori di ortofrutta della grande distribuzione attiva in Italia, fornitori che insieme generano ogni anno un fatturato di alcuni miliardi di euro. Il risultato? Sono i premi Top Fresh Retailer, che intendono essere un riconoscimento per i gruppi distributivi più virtuosi e uno stimolo al miglioramento per tutto il sistema distributivo moderno L’attenzione si concentra tutta sul reparto ortofrutta dei supermercati e sui meccanismi che portano l’ortofrutta sul punto vendita Il partner che ottiene le maggiori preferenze nell’area Centro-Sud Italia è, secondo i fornitori di ortofrutta, PAC 2000A Conad, la maggiore delle cooperative associate a Conad , con un fatturato 2023 di 5,28 miliardi di euro (+9,2% sul 2022), un utile netto di 55 milioni di euro, 1.083 soci imprenditori e circs 1.500 punti vendita. Nel 2023 la rete vendita ha raggiunto un fatturato di 7,19 miliardi di euro (+9,4% sul 2022) con una quota di mercato complessiva nei territori in cui opera del 20,2%. Non si tratta di una novità per PAC 2000A ma di una riconferma, per PAC 2000A, avendo vinto il premio Top Fresh Retailer anche nelle precedenti edizioni per l’area Centro-Sud Italia. Un premio che, lo specifichiamo, ha validità biennale e quindi vale anche per il 2026. Sul podio vanno anche Gruppo Megamark / Sole365 seconda, e la romana Ce.Di. GROS - Maestri del Fresco terza “Siamo felici di ricevere questo riconoscimento che conferma la nostra strategia legata ad una crescita costante insieme a quelli che da sempre chiamiamo partner e non fornitori. Avere in comune gli obiettivi, pianificare e programmare i nostri fabbisogni ci ha permesso, nel tempo, di stringere un legame solido e trasparente, fatto di azioni concrete che hanno portato ad aumentare la competitività della nostra azienda. In un mercato , come il nostro, che ha forte oscillazioni di prezzo ed offerta, la riduzione dei costi passa proprio per una programmazione attenta di anno in anno, e una condivisione di progetti legata ai prodotti e ai servizi. Colgo l’occasione per ringraziare anche tutta la mia squadra, fatta di grandi uomini e professionisti e il nostro Consorzio Nazionale Conad per la selezione attenta dei fornitori”, dichiara Michele Capoccia responsabile divisione ortofrutta di Conad PAC 2000A
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