"Il #governo potrebbe riproporre una articolata tassa sugli #extraprofitti. Né mancano settori economici che hanno di recente riportato risultati in significativo miglioramento, a cominciare dal comparto bancario. Ma la soluzione, inevitabilmente una tantum, non è comunque idonea a mantenere #regimifiscali palesemente bisognosi di durare nel tempo. Bisogna, quindi, pensare a qualcosa di più stabile e che non penalizzi le imprese che qualche perdita, dalla sbandierata grande riforma in corso, l’hanno già subita. Bandita dal dibattito pubblico (perché fa perdere voti), torna così ad affacciarsi nei think thank l’ipotesi di una #imposta generale sul #patrimonio. Mettere, cioè, in cantiere ciò che da tante parti si reclama: la riduzione della tassazione del #reddito, specie se basso, con l’introduzione della tassazione del patrimonio, specie se alto. Si tratta di una strada sistematicamente osteggiata dalle classi dominanti per intuibili ragioni egoistiche e altrettanto sistematicamente sfuggita da tutte le forze politiche per i timori sul fronte elettorale che solleva. Ma mettere in fila i complicati elementi che la dovrebbero caratterizzare può avere una sua utilità. Purtroppo la distanza fra l’aspirazione a una #tassazione più equa e la sua concreta realizzazione è lontana anni luce. Ma considerato che alla strumentazione da apprestare non si addicono interventi dell’ultimo minuto, forse vale la pena almeno cominciare a predisporne la (coraggiosa) introduzione."
Post di Paolo Beghi
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CASSANDRA NON ABITA NEL BEL PAESE Alla luce dei fatti la legge di bilancio 2024 non si è rivelata così prudente come sostenevano gli illuminati patrioti: molte misure valgono per un solo anno né si son visti provvedimenti capaci di stimolare la crescita. Tante elemosine, quelle sì. Le due più importanti misure sono appunto: a) il taglio dei contributi previdenziali fino a un reddito di 35 mila euro b) l’accorpamento dei primi due scaglioni dell’Irpef, che insieme valgono circa 15 miliardi. Ma ve ne sono molte altre: la detassazione del welfare aziendale e dei premi di produttività, la riduzione del canone Rai (un risparmio di 20 euro per un anno), il differimento (di sei mesi) di plastic e sugar tax, l’azzeramento dei contributi previdenziali per le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato con due figli, il credito di imposta per gli investimenti nella Zona economica speciale del Mezzogiorno, il rifinanziamento della legge Sabatini per gli investimenti. In totale circa 4 miliardi. Tre altre principali misure mostrano una proiezione di spesa su tutto il triennio: a) i finanziamenti per la sanità (1,9 miliardi nel 2024 e 2,9 miliardi nel 2026) b) i contratti del pubblico impiego (1,5 miliardi nel 2024 e 2,5 miliardi nel 2026, al netto delle entrate fiscali e contributive sugli aumenti delle retribuzioni) c) il Ponte sullo stretto di Messina (400 milioni nel 2024 e 800 milioni nel 2026). Ma al contrario, e nella direzione di alleggerire i bilanci futuri, c’è l’impegno a tagli di spesa (per investimenti) che si realizzeranno nel 2026: la riprogrammazione dei programmi della difesa (1,5 miliardi) e dell’intero bilancio statale (9 miliardi). Per non parlare di un misterioso piano di privatizzazioni per 20 miliardi decisivo per le stime del governo di riduzione del debito da qui al 2026. Insomma, una manovra berciata come "prudente" per il 2024 ma scritta sull’acqua per gli anni successivi. P.S. Ma ahinoi non dimentichiamo le implicazioni per l'Italia delle nuove regole di bilancio europee (dal 2025) Stante le regole così come si conoscono, potrebbero ripartire le procedure per deficit eccessivo per i paesi con un disavanzo superiore al 3 per cento. Il deficit pubblico italiano è ancora molto superiore a questa soglia, ma non è chiaro se la regola del 3% dovrebbe essere valida solo dopo la conclusione del Piano o anche durante il suo percorso, è probabile che una procedura di deficit eccessivo non verrebbe comunque attivata a fronte di un percorso previsto di rientro in termini rapidi dal disavanzo. Che tradotto in linguaggio comune significa più tasse (nascoste) e meno servizi dallo Stato (sanità, servizi PA, lavori di pubblica utilità, etc.)
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💸 Nuovo record per il tesoretto incassato dai partiti grazie al due per mille, la quota dell’Irpef destinabile alle forze politiche che dal 2015 ha sostituito il finanziamento pubblico diretto. Secondo i dati pubblicati dal ministero dell’Economia, nelle dichiarazioni dei redditi 2024 – relative quindi all’anno 2023 – a esercitare l’opzione sono stati 2.053.648 cittadini, circa trecentomila in più rispetto all’anno precedente, per un importo totale di quasi trenta milioni di euro (nel 2023 erano 24 milioni). Per quanto in crescita costante anno dopo anno, la percentuale di chi indica un destinatario è ancora bassissima: appena il 4,89% rispetto al totale dei contribuenti. Il più finanziato è sempre il Partito democratico, che raccoglie 10.286.158 euro da 628.782 dichiaranti: un boom di oltre due milioni rispetto alla somma incassata lo scorso anno (8.118.192 euro). Al secondo posto, ma con grande distacco, c’è Fratelli d’Italia con 5.658.481 euro (l’anno scorso erano 4.807.551) da 382.457 dichiaranti. 📖 Leggi l'articolo completo su Il Fatto Quotidiano
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È stato un onore e un piacere intervenire ieri all'evento "Riforma fiscale, redditi finanziari e previdenza complementare" al #FestivalEconomiaTrento insieme a #MaurizioLeo, Viceministro dell'Economia e delle Finanze, e a Matteo Migazzi amministratore delegato Pensplan Centrum S.p.A. Spa. Moderati dal vicedirettore de Il Sole 24 Ore Jean Marie Del Bo, abbiamo discusso dei dettagliati criteri direttivi della legge delega n. 111/ 2023 sulla riforma della tassazione dei redditi finanziari e della previdenza complementare, nel tentativo auspicato da oltre venti anni di superare l'anacronistica divisione tra redditi di capitale (interessi, utili e proventi) e redditi diversi di natura finanziaria (plusvalenze e minusvalenze). Il Viceministro ha confermato che il Governo, se avrà le risorse adeguate dopo il 15 ottobre 2024, termine di scadenza dell'adesione al concordato preventivo biennale, interverrà anche sui redditi finanziari, specificando che "i redditi finanziari sono di secondo livello, e quindi devono essere tassati ma non possono avere una tassazione progressiva". Nel corso del mio intervento mi sono soffermato dapprima sulla tutela costituzionale del risparmio in tutte le sue forme e quindi ho auspicato, compatibilmente con le risorse disponibili, l'attuazione graduale della riforma fiscale dei redditi finanziari, eliminando appena possibile le più evidenti e ingiustificate disparità di trattamento fiscale dei proventi e delle plusvalenze tra cessioni di quote in OICR mobiliari e di quelle in OICR immobiliari. #redditifinanziari #OICR #UNIBS #StudioUckmar #ACBMember
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𝐈𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭, 𝐈𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭, 𝐈𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭 𝘓𝘦𝘨𝘨𝘪: 𝘵𝘢𝘴𝘴𝘢, 𝘵𝘢𝘴𝘴𝘢, 𝘵𝘢𝘴𝘴𝘢 A voi il Budget (la finanziaria inglese) del governo Labour, presentato come a favore dei 'lavoratori', ma non delle imprese, non degli imprenditori. Rachel Reeves, ha annunciato 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 delle tasse 𝐝𝐢 40 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐫𝐥𝐢𝐧𝐞 (circa 50 miliardi di euro) e ha 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐞𝐬𝐬𝐨 di migliorare i servizi pubblici. Ecco i principali punti chiave: - Tasse per i datori di lavoro Un aumento di 1,2% sui contributi di assicurazione nazionale a carico dei datori di lavoro, portandoli a 15% a partire da aprile, insieme a una riduzione della soglia di reddito a cui iniziano i pagamenti. Queste misure dovrebbero generare 25 miliardi di sterline l'anno entro il 2030. L'imposta sulle società resta invece fissata al 25% per la durata dell’attuale parlamento. - Tassazione individuale Il congelamento delle soglie di reddito per l'imposta sul reddito e l'assicurazione nazionale terminerà nel 2028, trascinando progressivamente più persone nella fascia tassabile o in fasce fiscali più elevate a causa dell'aumento dei salari. - Spesa pubblica Il budget per il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) aumenterà di 22,6 miliardi di sterline, con ulteriori 3,1 miliardi di investimenti in capitale. L’investimento nelle scuole crescerà di 6,7 miliardi di sterline, con un aumento reale del 19%. Alle scuole private è invece imposta la vat (iva) del 20% - norma estremamente discutibile. - Riforme fiscali per i “non domiciliati” (non-doms) I trust utilizzati dai non domiciliati per proteggere asset offshore saranno soggetti all'imposta di successione. - Equity La tassa sul carried interest pagato ai gestori di fondi aumenterà dal 28 al 32%, con ulteriori riforme previste. - Imposta sulle plusvalenze La tassa sulle plusvalenze aumenterà dal 10 al 18% per la fascia bassa e dal 20 al 24% per la fascia alta. L’aliquota per le proprietà residenziali rimane invariata. -Imposta di successione Una nuova aliquota del 20% sarà applicata alle azioni delle società quotate sull'AIM, finora esenti. Le pensioni ereditate saranno tassate e le agevolazioni per i proprietari di aziende verranno ridotte oltre il primo milione di sterline, generando circa 2 miliardi di sterline l'anno. Sono previsti ulteriori 100 miliardi di sterline in spese per investimenti nei prossimi cinque anni. Apertamente dichiarata la guerra a qualsiasi forma elusiva e promessi investimenti nei controlli fiscali. "𝐄𝐚𝐭 𝐭𝐡𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐡" 𝐚𝐥 𝐠𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨. #budget #labour #uk #regnounito
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Bisogna riconoscerlo il viceministro dell’#Economia Leo parla sempre più spesso dell’ impoverimento del #cetomedio, forse anche ispirato dalle iniziative della CIDA Manager. Ma alla #politica delle #parole deve seguire quella dei #fatti. A settembre ci diranno che non ci sono i soldi e nuovi #sacrifici rischiano di essere richiesti a chi finora ha continuato a pagare #tasse. Attenzione alle #detrazioni e alle #deduzioni anche su #sanitàintegrativa, magari mascherata da riforma del settore e su #previdenzacomplementare, oltre alla conferma della mancata #perequazione per le pensioni, di fatto unici importanti ristori per la classe media. Non ci stancheremo mai di osservare che la #progressività fiscale in #Italia sia giusta nella costruzione ma falsa nell’applicazione perché troppi sono i redditi che riescono a sfuggire. Per una riforma più equa gli interventi da fare sono semplici ma serve il sostegno politico e il partito degli evasori è sicuramente numeroso e compatto. Ma il partito dei #contribuentionesti è più numeroso però sconta il fatto sia meno compatto e poco rumoroso. Ma cosa accadrebbe se chi ha la delega per la riforma fiscale (oggi il Viceministro Leo) sentisse il sostegno continuo di chi paga le tasse? Come farlo? Vi ricordate l’episodio del #redditometro? Leo fece alcune proposte (da aggiustare ovviamente con un dibattito serio) che furono bloccate dal #Governo e appunto non sostenute dalle #opposizioni. Tutto è sfumato per il fuoco amico e per il mancato sostegno del nemico. Ma la tattica politica non ha schieramenti o schemi lineari. Per vincere la battaglia dell’equità fiscale servono #schemi nuovi e nuova #politica. Ci rivedremo in #autunno con la prossima legge di #Bilancio quando servirà un po’ di fantasia per non affondare nelle solite politiche #corporative di brevissimo respiro e tanti sacrifici di alcuni soliti.
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La riforma fiscale è, senza dubbio, una delle bandiere di questa maggioranza ed è l'innovazione che il Paese aspetta da decenni, soprattutto perchr, ancor oggi, la pressione fiscale, seppur in diminuzione, si assesta a livelli ben superiori al 40% senza servizi adeguati in contropartita, almeno nella percezione comune, e con un sistema economico che, seppur in ripresa sconta anni e anni di degrado. La buona notizia è che nessuno abbia voglia di mollare il colpo e che i punti principali del progetto siano stati "blindati" per il prossimo anno, la catriva è che le risorse per le coperture siano finite e, per quest'anno, le priorità siano altre. Ne parlo su InTerris #riformafiscale #tasse #Italia #Giorgia #Meloni #Giorgetti #GovernoMeloni https://lnkd.in/dMEv2a9N
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📈 Attenzione #Imprenditori e #Famiglie italiane! 🇮🇹 La #pressionefiscale in Italia è in aumento: si prospetta un salto al 42,4% nel 2025. Con quasi 100 miliardi di euro in più nelle casse dello Stato rispetto al 2023, è chiaro che le misure attuali non bastano a ridurre il carico tributario. 🔍 Un'analisi recente di Unimpresa svela che né gli interventi attuati finora, né quelli programmati saranno sufficienti. Il vicepresidente Giuseppe #Spadafora ci ricorda che la prossima settimana ci sarà una "formidabile occasione" per cambiare passo. Saranno prese decisioni cruciali per il futuro fiscale del Paese. È il momento di agire! 👉 Per chi vuole approfondire con i dati ufficiali al seguente link trovate il comunicato stampa ufficiale di Unimpresa. https://lnkd.in/dtdRW3Us 🤔 Cosa ne pensate di questa situazione? Riuscirà il #GovernoMeloni a sgravare il peso fiscale e incentivare la crescita economica? Condividete i vostri pensieri nei commenti! #Fisco #EconomiaItaliana #PressioneFiscale #Unimpresa #ReformFiscale #Italia
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#Riformafiscale, #redditifinanziari e #previdenzacomplementare" al Festival Economia Trento insieme a #MaurizioLeo, Viceministro dell'Ministero dell'Economia e delle Finanze, e a Matteo Migazzi, amministratore delegato Pensplan Centrum S.p.A. Moderati dal vicedirettore de Il Sole 24 Ore Jean Marie Del Bo abbiamo discusso dei dettagliati criteri direttivi della legge delega n. 111/ 2023 sulla riforma della tassazione dei redditi finanziari e della previdenza complementare, nel tentativo auspicato da oltre venti anni di superare l'anacronistica divisione tra redditi di capitale (interessi, utili e proventi) e redditi diversi di natura finanziaria (plusvalenze e minusvalenze). Il Viceministro ha confermato che il Governo, se avrà le risorse adeguate dopo il 15 ottobre 2024, termine di scadenza dell'adesione al concordato preventivo biennale, interverrà anche sui redditi finanziari, specificando che "i redditi finanziari sono di secondo livello, e quindi devono essere tassati ma non possono avere una tassazione progressiva".
È stato un onore e un piacere intervenire ieri all'evento "Riforma fiscale, redditi finanziari e previdenza complementare" al #FestivalEconomiaTrento insieme a #MaurizioLeo, Viceministro dell'Economia e delle Finanze, e a Matteo Migazzi amministratore delegato Pensplan Centrum S.p.A. Spa. Moderati dal vicedirettore de Il Sole 24 Ore Jean Marie Del Bo, abbiamo discusso dei dettagliati criteri direttivi della legge delega n. 111/ 2023 sulla riforma della tassazione dei redditi finanziari e della previdenza complementare, nel tentativo auspicato da oltre venti anni di superare l'anacronistica divisione tra redditi di capitale (interessi, utili e proventi) e redditi diversi di natura finanziaria (plusvalenze e minusvalenze). Il Viceministro ha confermato che il Governo, se avrà le risorse adeguate dopo il 15 ottobre 2024, termine di scadenza dell'adesione al concordato preventivo biennale, interverrà anche sui redditi finanziari, specificando che "i redditi finanziari sono di secondo livello, e quindi devono essere tassati ma non possono avere una tassazione progressiva". Nel corso del mio intervento mi sono soffermato dapprima sulla tutela costituzionale del risparmio in tutte le sue forme e quindi ho auspicato, compatibilmente con le risorse disponibili, l'attuazione graduale della riforma fiscale dei redditi finanziari, eliminando appena possibile le più evidenti e ingiustificate disparità di trattamento fiscale dei proventi e delle plusvalenze tra cessioni di quote in OICR mobiliari e di quelle in OICR immobiliari. #redditifinanziari #OICR #UNIBS #StudioUckmar #ACBMember
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In questo Post di Massimo Fiaschi, c'è tutta l'essenza del problema che riguarda il ceto medio, di cui la categoria dei dirigenti e dei quadri direttivi fa parte. Grazie alle iniziative assunte da Cida, sembra essersi svegliato il Governo nella persona del Viceministro all'Economia e Finanze, Leo, che ha cominciato a suonare la grancassa. Ma se il ceto medio è, secondo Leo, quello che ha un reddito lordo compreso tra i 35 e i 50 mila Euro lordi, non siamo messi molto bene perchè ciò vorrebbe dire che i redditi superiori a 50 mila Euro lordi annui appartengono ai ricchi e ai super ricchi. Intanto c'è da vedere che cosa accadrà in settembre con la prossima legge finanziaria 2025 e triennio 2025/2027, ma se questa è l'ipotesi caldeggiata dal Governo, è evidente la sua incapacità di sostenere ed aiutare davvero i redditi medi, soprattutto in considerazione del fatto che stiamo parlando di redditi percepiti alla luce del sole in quanto derivanti da rapporti di lavoro dipendente, mentre chi svolge una attività da lavoro autonomo farà in modo da rientrare nel range fissato dal Governo proprio per usufruire anche dei vantaggi fiscali conseguenti. E poi di che vantaggi si sta parlando? Perchè esiste il rischio concreto che la grancassa produca vantaggi di una decina di Euro lordi mensili che non spostano minimamente la questione che affligge la schiera, di cui facciamo a buon diritto parte, dei soliti vessati, da sempre , di tutti i Governi. Per i pensionati ex dirigenti si profila, poi, l'ennesimo drastico taglio della perequazione delle loro pensioni e, quindi, c'è da auspicare un intervento sindacale deciso da parte di Cida che proponga ed ottenga dal Governo decisioni politiche più creative che non colpiscano indiscriminatamente i soliti noti.
Bisogna riconoscerlo il viceministro dell’#Economia Leo parla sempre più spesso dell’ impoverimento del #cetomedio, forse anche ispirato dalle iniziative della CIDA Manager. Ma alla #politica delle #parole deve seguire quella dei #fatti. A settembre ci diranno che non ci sono i soldi e nuovi #sacrifici rischiano di essere richiesti a chi finora ha continuato a pagare #tasse. Attenzione alle #detrazioni e alle #deduzioni anche su #sanitàintegrativa, magari mascherata da riforma del settore e su #previdenzacomplementare, oltre alla conferma della mancata #perequazione per le pensioni, di fatto unici importanti ristori per la classe media. Non ci stancheremo mai di osservare che la #progressività fiscale in #Italia sia giusta nella costruzione ma falsa nell’applicazione perché troppi sono i redditi che riescono a sfuggire. Per una riforma più equa gli interventi da fare sono semplici ma serve il sostegno politico e il partito degli evasori è sicuramente numeroso e compatto. Ma il partito dei #contribuentionesti è più numeroso però sconta il fatto sia meno compatto e poco rumoroso. Ma cosa accadrebbe se chi ha la delega per la riforma fiscale (oggi il Viceministro Leo) sentisse il sostegno continuo di chi paga le tasse? Come farlo? Vi ricordate l’episodio del #redditometro? Leo fece alcune proposte (da aggiustare ovviamente con un dibattito serio) che furono bloccate dal #Governo e appunto non sostenute dalle #opposizioni. Tutto è sfumato per il fuoco amico e per il mancato sostegno del nemico. Ma la tattica politica non ha schieramenti o schemi lineari. Per vincere la battaglia dell’equità fiscale servono #schemi nuovi e nuova #politica. Ci rivedremo in #autunno con la prossima legge di #Bilancio quando servirà un po’ di fantasia per non affondare nelle solite politiche #corporative di brevissimo respiro e tanti sacrifici di alcuni soliti.
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ANCHE CON LA RIFORMA FISCALE IL REGIME FORFETTARIO RESTA IMBATTIBILE 💶 Il #regimeforfettario è una scelta quasi sempre insuperabile – in termini di convenienza – per tanti giovani titolari di #partitaIva, autonomi e professionisti. E sarà così nonostante il piccolo restyling delle regole di determinazione del reddito di lavoro autonomo in arrivo con la #riformafiscale. 📰 Ne ho scritto su Il Sole 24 Ore, analizzando gli ultimi numeri disponibili (qui l'articolo 👉 https://lnkd.in/dJ4civ8W). Nel 2023, quasi il 70% delle persone fisiche che hanno aperto una nuova partita Iva ha scelto la #flattax con aliquota al 15% (o 5% per le iniziative start up). Nelle dichiarazioni presentate nel 2022, invece, le percentuali sono un po’ più basse, ma questo dipende anche dal fatto che nell’anno d’imposta 2021 il limite di ricavi e compensi non era ancora stato elevato a 85mila euro (👇 vedi il grafico qui sotto). 📈 Di certo, la neutralità delle operazioni di aggregazione e la migliore disciplina dei rimborsi spese non sono sufficienti a far pendere la bilancia per il regime ordinario.
ANCHE CON LA RIFORMA FISCALE IL REGIME FORFETTARIO RESTA IMBATTIBILE 💶 Il #regimeforfettario è una scelta quasi sempre insuperabile – in termini di convenienza – per tanti giovani titolari di #partitaIva, autonomi e professionisti. E sarà così nonostante il piccolo restyling delle regole di determinazione del reddito di lavoro autonomo in arrivo con la #riformafiscale. 📰 Ne ho scritto su Il Sole 24 Ore, analizzando gli ultimi numeri disponibili (qui l'articolo 👉 https://lnkd.in/dJ4civ8W). Nel 2023, quasi il 70% delle persone fisiche che hanno aperto una nuova partita Iva ha scelto la #flattax con aliquota al 15% (o 5% per le iniziative start up). Nelle dichiarazioni presentate nel 2022, invece, le percentuali sono un po’ più basse, ma questo dipende anche dal fatto che nell’anno d’imposta 2021 il limite di ricavi e compensi non era ancora stato elevato a 85mila euro (👇 vedi il grafico qui sotto). 📈 Di certo, la neutralità delle operazioni di aggregazione e la migliore disciplina dei rimborsi spese non sono sufficienti a far pendere la bilancia per il regime ordinario. Ma questo, d’altra parte, non è mai stato l’obiettivo della #riformafiscale, che anzi ha confermato con convinzione il #regimeforfettario. Comunque, a parte i casi in cui i costi sono molto alti o il contribuente ha forti detrazioni da sfruttare, il forfait vince quasi sempre. Non è un caso che le adesioni siano inferiori nel commercio (dove le spese incidono di più) e più alte tra i professionisti e i consulenti. 📺 Ne abbiamo parlato anche in questo video con Camilla Ilaria Colombo, Massimiliano Allievi e Paolo Parodi (a questo link 👉 https://lnkd.in/diEAK2ns) #fisco #partitaIva #regimeforfettario #riformafiscale #professionisti
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