Post di Pietro Cantù Rajnoldi

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Utilizzo dei Pfas: - per conferire proprietà antiaderenti alle superfici interne delle pentole; - detergenti, lucidanti per pavimenti e vernici al lattice, emulsionanti, tensioattivi o agenti umettanti; - alla fine del processo di produzione per trattare tessuti, rivestimenti, tappeti e pelle per conferire resistenza all'acqua, all'olio, al suolo e alle macchie; - negli articoli medicali per impianti/protesi mediche; - per prodotti come teli e camici chirurgici in tessuto non-tessuto per renderli impermeabili ad acqua e olio e resistenti alle macchie; - nella placcatura di metalli; - nella lavorazione del petrolio e nella produzione mineraria; - nella produzione di carte e imballaggi oleorepellenti e idrorepellenti (OECD/UNEP, 2013); - nella produzione di tessuti, pelle, tappeti, abbigliamento e tappezzeria (ad es. Gore-Text®); - nel settore aeronautico, aerospaziale e della difesa; - per la produzione dei vari componenti meccanici; - nel settore automobilistico, per migliorare i sistemi di erogazione del carburante e per prevenire infiltrazioni di benzina; - nella produzione di cavi e cablaggi, grazie alla bassa infiammabilità; - nell’edilizia, per rivestire materiali che diventino resistenti agli incendi o agli agenti atmosferici (come tessuti di vetro, piastrelle, lastre di pietra, cemento o metalli); - come additivi nelle pitture; - nel settore elettronico, grazie alle proprietà dielettriche e idrorepellenti; - nel settore energetico, per coprire collettori solari e migliorare la loro resistenza agli agenti atmosferici; - nei prodotti antincendio, come schiume ed equipaggiamenti. (Fonte: Istituto Mario Negri) Quando una legge “no PFAS”? #italia #rischi #ambiente #responsabilità #pfas #inquinamento #danni

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