È online la nuova piattaforma governativa che permette di votare ai #referendum con #SPID!🗳️ Un passo avanti nella #digitalizzazione e semplificazione delle procedure democratiche. Per maggiori dettagli, leggi il nostro ultimo articolo sul blog. 👇 https://lnkd.in/daGXh3_h
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In meno di due giorni sono state raccolte più del 30% delle firme necessarie per il referendum sull’autonomia differenziata, la disastrosa legge che vorrebbe legittimare l’atavica spaccatura del’Italia. Gli ultimi dati dicono che online sono state raccolte circa 130 mila firme, un numero impressionante che fa il paio con i tradizionali banchetti in giro per l’Italia allestiti da partiti e comitati. Un attivismo e una partecipazione in controtendenza con l’astensione protagonista delle ultime elezioni. Certamente la pessima legge voluta dal governo per cristallizzare e aumentare le disuguaglianze tra le regioni più ricche e quelle più povere è una spinta importante. La legge uscita dal Parlamento non piace ai presidenti di Regione che pur fanno parte di partiti della maggioranza di governo. L’esultanza della Lega che ha deciso di intestarsi l’autonomia come vessillo del vecchio sogno secessionista è una prova, più che un indizio. Vi sono però altri due dati di cui tenere conto. La mancata partecipazione dei cittadini alle elezioni è spesso figlia – come sottolineano gli analisti – di una disperanza diffusa. Gli elettori non credono che il loro voto possa modificare il flusso degli accadimenti. E quindi perché quelli poi corrono a firmare? Avanzo un’ipotesi: perché il fine di un referendum è chiaro, senza fronzoli, immediato nei risultati e non richiede un’adesione valoraliale a una comunità politica. Insomma, non è il meno peggio. È quella roba lì, definita, senza bisogno di mediazioni e compromessi. Questo è un avviso ai partiti. Poi c’è il successo della raccolta firme sulla piattaforma online a dirci per l’ennesima volta che le persone si mobilitano quando sono messe nelle condizioni di farlo e quando hanno la possibilità di scegliere. E questo è un avviso per la prossima legge elettorale di cui non parla nessuno ma è l’elefante nella stanza. Buon lunedì. (il mio #buongiorno per Left) https://lnkd.in/dzrcP2Ng
Cosa suggeriscono le migliaia di firme per il referendum
https://left.it
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Già raccolte le 500mila firme per il #referendum contro l’autonomia differenziata Il #ddl #Calderoli è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 giugno 2024, i cittadini che si sono opposti a questa legge, al 31 luglio sono già 500mila https://lnkd.in/dTdauRaT Quanti sono stati i referendum svolti in Italia dal 1946? E quanti quelli abrogativi, quelli istituzionali, oppure i consultivi o gli istituzionali? Eccoveli tutti commentati con le immagini delle cartoline elettorali utilizzate per invitare al voto gli italiani residenti all’estero. "I Referendum in Italia attraverso le cartoline elettorali" di Vinicio Sesso, ecco come i collezionisti di storia postale, possono aiutare a comprendere la Storia.
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🗳️Il 2024 è un anno di grandi appuntamenti elettorali per il nostro Paese, e non parliamo solo di quello Europeo! Ma gli italiani ne sono al corrente? 🤔 Lo abbiamo chiesto a marzo scorso ad un po’ di residenti dei comuni che nei prossimi mesi dovranno eleggere il Sindaco e la Giunta comunale, e fino a qualche settimana fa sembrava proprio che non tutti ne fossero consapevoli. Soprattutto per i residenti del Sud o delle Isole e dei piccoli paesi sembrava infatti che la campagna elettorale non fosse ancora iniziata. O forse possiamo ipotizzare che il dato nascondesse una maggiore indifferenza verso le elezioni. 📍Le elezioni, che riguarderanno oltre 3.700 comuni, si terranno l’8 e il 9 giugno, nell’election day in cui si chiederà anche a tutti gli italiani di esprimersi per l’elezione del Parlamento Europeo. Insomma, un appuntamento importante da tenere a mente. 📰 Se vuoi saperne di più sulle prossime elezioni, leggi il nostro articolo: https://lnkd.in/dT-SJNGF #GraniDiPepe #ElectionDay #Elezioni #ElezioniEuropee #ElezioniAmministrative Paola Merulla Elena Salvi
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Bene così. Finalmente un modo più semplice e veloce per proporre leggi e dare opinioni a referendum in consultazione.
🗳️ Uno strumento digitale per facilitare la partecipazione democratica: è online la piattaforma di raccolta firme per i referendum. Pubblicato ieri, in Gazzetta Ufficiale, il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ne attesta l’operatività. Accedendo all’area privata con la propria identità digitale (Spid, Cie, Cns o eIDAS), cittadini e comitati promotori possono sia sostenere che gestire una o più proposte referendarie. Una volta completata l’autenticazione, con un semplice click si può sostenere un’iniziativa tra quelle disponibili. Al termine, è possibile scaricare l’attestato di sottoscrizione. La piattaforma consente anche di promuovere un referendum abrogativo, costituzionale o una legge di iniziativa popolare. Il sistema garantisce una procedura guidata intuitiva e strumenti utili, come la sezione che permette di visualizzare il numero di firme raccolte a livello territoriale per la specifica iniziativa. Alla scadenza della raccolta firme si potrà scaricare un attestato, emesso dal Ministero della Giustizia, di messa a disposizione dei dati e delle sottoscrizioni del quesito all’Ufficio referendum della Corte di cassazione. Nell’homepage della piattaforma, sezione “Elenco iniziative”, sono presenti le proposte referendarie attive e quelle già chiuse, con dettagli sul quesito, i firmatari e i promotori dell’iniziativa. Link alla piattaforma ➡️ https://lnkd.in/dp9vsHzY #piattaformadigitalereferendum #referendum
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Testata giornalistica dal 1958: quotidiano web di notizie e approfondimento, casa editrice, centro di formazione al giornalismo digitale. "Informare per formare" - VdJ.it
Urne aperte dalle 15 di oggi fino alle 23 di domani, #9giugno, per oltre 47 milioni e 300mila cittadini per le elezioni del #ParlamentoEuropeo.Inoltre saranno circa 3.700 i comuni italiani chiamati alle elezioni di sindaci e consigli, leggi l'articolo per saperne di più:
Elezioni / Sabato e domenica si vota per il Parlamento europeo e in oltre 3.700 comuni - La Voce dell'Jonio
https://www.vdj.it
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🗳️ Uno strumento digitale per facilitare la partecipazione democratica: è online la piattaforma di raccolta firme per i referendum. Pubblicato ieri, in Gazzetta Ufficiale, il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ne attesta l’operatività. Accedendo all’area privata con la propria identità digitale (Spid, Cie, Cns o eIDAS), cittadini e comitati promotori possono sia sostenere che gestire una o più proposte referendarie. Una volta completata l’autenticazione, con un semplice click si può sostenere un’iniziativa tra quelle disponibili. Al termine, è possibile scaricare l’attestato di sottoscrizione. La piattaforma consente anche di promuovere un referendum abrogativo, costituzionale o una legge di iniziativa popolare. Il sistema garantisce una procedura guidata intuitiva e strumenti utili, come la sezione che permette di visualizzare il numero di firme raccolte a livello territoriale per la specifica iniziativa. Alla scadenza della raccolta firme si potrà scaricare un attestato, emesso dal Ministero della Giustizia, di messa a disposizione dei dati e delle sottoscrizioni del quesito all’Ufficio referendum della Corte di cassazione. Nell’homepage della piattaforma, sezione “Elenco iniziative”, sono presenti le proposte referendarie attive e quelle già chiuse, con dettagli sul quesito, i firmatari e i promotori dell’iniziativa. Link alla piattaforma ➡️ https://lnkd.in/dp9vsHzY #piattaformadigitalereferendum #referendum
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🔥 Liberiamoli tutti! - Numero #6 - In questo numero alcuni dati sulle elezioni europee 2024 che si sono svolte l'8 e il 9 giugno 2024, con il commento di Raffaele Mastrolonardo, giornalista, co-fondatore Effecinque (info su effecinque.org) 📨 https://lnkd.in/dxQGQprb 🗨 [il dato sulle elezioni] è un dato che, ovviamente, esiste. Ma che il ministero dell’Interno mette a disposizione in formato aperto, quello che serve a chi desidera fare un certo tipo di lavoro (magari realizzando delle mappe o incrociando il voto con il reddito), solo molto dopo. A volte anche settimane o mesi dopo. Di certo quando la famosa finestra a disposizione per indagini giornalistiche di questo genere si è chiusa e magari pure le persiane. ➡️ La fonte dei dati è la pagina scrutini/europee di Eligendo, un servizio a cura del DAIT - Ministero dell'Interno Direzione Centrale per i Servizi Elettorali - S.I.E.C.C.. Le informazioni contenute sulla pagina sono pressoché inutilizzabili, perché “intrappolate” in centinaia di pagine HTML, ed è quindi impossibile usare questi dati per fare analisi. 🆕 Scorrete la newsletter fino alla sezione 👥 Chi ha usato questi dati 💡 #LiberiamoliTutti è un'iniziativa della campagna #DatiBeneComune per individuare, ottenere, riformattare, pulire, documentare, pubblicare e diffondere dati di interesse pubblico. Un'azione collettiva a cura di ActionAid Italia, #OnData e Transparency International Italia *Mappa di Guenter Richter (grazie) che sfrutta i limiti amministrativi pubblicati su Confini amministrativi italiani a cura di Alessio Cimarelli (grazie).*
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🔴⚙️ REFERENDUM LAVORO, AFFRETTATI A FIRMARE ONLINE ▶️ La campagna di raccolta firme per i referendum per un lavoro stabile, tutelato, dignitoso e sicuro sta volgendo al termine. Se non hai ancora firmato ci sono ancora solo pochi giorni per firmare online e ci vuole davvero pochissimo: 👉🏻 clicca il link 🔗 https://lnkd.in/d89uFAGn (link in bio) 1) inserisci la tua mail e confermala. 2) inserisci la provincia e il comune di residenza 3) accetta le condizioni privacy e invia la richiesta. 4) Riceverai una mail all’indirizzo indicato precedentemente, dove tramite SPID entrerai nella piattaforma dove 👉🏻 cliccherai la spunta ☑️ sui quattro referendum e invia la richiesta. ▶️ Allo stesso link puoi trovare tutte le informazioni sui quesiti referendari!
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Le firme raccolte sono un segnale importante ma il referendum da solo non basta. Dopo tanti decenni i nodi stanno arrivando al pettine. Occorre un piano che contribuisca a colmare il divario tra le regioni del nord e il Mezzogiorno, tra centri e periferie (rurali, montane e isolane), tra metropoli come Milano, Roma o Torino e la sterminata provincia italiana. In altre parole, una nuova riforma del titolo V appare inevitabile.
Il referendum contro l’autonomia differenziata raccoglie mezzo milione di firme, ma senza una buona politica rischia di non essere risolutivo | Gabriele Catania https://lnkd.in/eXvXgVNk Secondo il portale del Ministero della Giustizia oltre 480mila italiane e italiani hanno firmato a favore del referendum per abrogare la recentissima legge Calderoli che definisce i principi generali per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Per la precisione i firmatari sono 488.397, pari al 97,68% dei firmatari necessari. Il quorum digitale (di mezzo milione) è dietro l’angolo, ma se si considerano le firme raccolte in tutto il paese dai banchetti e dai gazebo di partiti, sindacati e associazioni, esso è stato già ampiamente superato. Un risultato tre volte degno di nota. In primo luogo perché un simile livello di partecipazione è arduo da ottenere al culmine dell’estate (la raccolta delle firme è infatti partita nel penultimo fine-settimana di luglio, con la crisi climatica che arroventa le strade e le piazze). In secondo luogo perché sono soprattutto gli italiani nel Mezzogiorno a essersi mobilitati, stando a quanto riferito dal comitato promotore. In terzo luogo perché, una volta tanto, i principali partiti dell’opposizione marciano uniti. Nel complesso questo netto successo ha galvanizzato i promotori del referendum, che puntano adesso ad arrivare a un milione di firme. Un traguardo a portata di mano, specialmente se si considera che la raccolta delle firme (da inviare alla Corte di Cassazione) continuerà sino al 15 settembre. Tuttavia, raccogliere mezzo milione o più di firme è un risultato significativo ma non basta a garantire che il referendum si faccia. La Corte Costituzionale, com’è noto, dovrà infatti compiere una valutazione di ammissibilità costituzionale (e c’è chi teme che i giudici costituzionali possano dire no). E se anche il referendum dovesse portare all’abrogazione della Calderoli ciò non comporterebbe una sterilizzazione di quanto disposto dal terzo comma dell’articolo 116. Niente infatti impedirebbe al Veneto, alla Lombardia ecc. di chiedere a Roma ulteriori competenze, come accadde nel 2018, quando l’allora governo di centrosinistra negoziò tre pre-intese con Milano, Venezia e Bologna. Senz’altro una vittoria degli "abrogazionisti" sarebbe un segnale potente sia alla coalizione di centrodestra sia alle opposizioni. Dopo tanti decenni i nodi stanno arrivando al pettine. Occorre un piano che contribuisca a colmare il divario tra le regioni del nord e il Mezzogiorno, tra centri e periferie (rurali, montane e isolane), tra metropoli come Milano, Roma o Torino e la sterminata provincia italiana. In altre parole, una nuova riforma del titolo V appare inevitabile.
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Il referendum contro l’autonomia differenziata raccoglie mezzo milione di firme, ma senza una buona politica rischia di non essere risolutivo | Gabriele Catania https://lnkd.in/eXvXgVNk Secondo il portale del Ministero della Giustizia oltre 480mila italiane e italiani hanno firmato a favore del referendum per abrogare la recentissima legge Calderoli che definisce i principi generali per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Per la precisione i firmatari sono 488.397, pari al 97,68% dei firmatari necessari. Il quorum digitale (di mezzo milione) è dietro l’angolo, ma se si considerano le firme raccolte in tutto il paese dai banchetti e dai gazebo di partiti, sindacati e associazioni, esso è stato già ampiamente superato. Un risultato tre volte degno di nota. In primo luogo perché un simile livello di partecipazione è arduo da ottenere al culmine dell’estate (la raccolta delle firme è infatti partita nel penultimo fine-settimana di luglio, con la crisi climatica che arroventa le strade e le piazze). In secondo luogo perché sono soprattutto gli italiani nel Mezzogiorno a essersi mobilitati, stando a quanto riferito dal comitato promotore. In terzo luogo perché, una volta tanto, i principali partiti dell’opposizione marciano uniti. Nel complesso questo netto successo ha galvanizzato i promotori del referendum, che puntano adesso ad arrivare a un milione di firme. Un traguardo a portata di mano, specialmente se si considera che la raccolta delle firme (da inviare alla Corte di Cassazione) continuerà sino al 15 settembre. Tuttavia, raccogliere mezzo milione o più di firme è un risultato significativo ma non basta a garantire che il referendum si faccia. La Corte Costituzionale, com’è noto, dovrà infatti compiere una valutazione di ammissibilità costituzionale (e c’è chi teme che i giudici costituzionali possano dire no). E se anche il referendum dovesse portare all’abrogazione della Calderoli ciò non comporterebbe una sterilizzazione di quanto disposto dal terzo comma dell’articolo 116. Niente infatti impedirebbe al Veneto, alla Lombardia ecc. di chiedere a Roma ulteriori competenze, come accadde nel 2018, quando l’allora governo di centrosinistra negoziò tre pre-intese con Milano, Venezia e Bologna. Senz’altro una vittoria degli "abrogazionisti" sarebbe un segnale potente sia alla coalizione di centrodestra sia alle opposizioni. Dopo tanti decenni i nodi stanno arrivando al pettine. Occorre un piano che contribuisca a colmare il divario tra le regioni del nord e il Mezzogiorno, tra centri e periferie (rurali, montane e isolane), tra metropoli come Milano, Roma o Torino e la sterminata provincia italiana. In altre parole, una nuova riforma del titolo V appare inevitabile.
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