Post di Roberto Gandini

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Finalmente la pallavolo italiana ha vinto l’oro olimpico; fa riflettere il fatto che questo risultato sia stato ottenuto dalla nostra squadra femminile guidata da un tecnico ultra settantenne, cioè da rappresentanti di due delle categorie più penalizzate, nel mondo del lavoro ma non solo, vale a dire le donne e le persone non più giovanissime. Caterina Bosetti, Paola Egonu, Anna Danesi, Myriam Sylla e tutte le altre hanno disputato un torneo olimpico eccezionale concedendo alle avversarie un solo set nel girone iniziale e poi, nella fase a eliminazione diretta, le hanno spazzate via una dopo l’altra: 3 set a 0 alla Serbia, campione del mondo in carica, alla Turchia, campione d’Europa in carica e agli Stati Uniti, vincitori dei giochi di Tokyo (per ritrovare una superiorità cosi schiacciante in uno sport di squadra dobbiamo tornare indietro di decenni, per esempio al Dream Team statunitense di basket maschile di Barcellona ‘92). Julio Velasco ha preso in mano la squadra solo quattro mesi fa e in un tempo così breve è riuscito a prepararla per Parigi (molti manager dovrebbero ascoltare le dichiarazioni che lo stesso Velasco ha rilasciato dopo la partita, imparerebbero qualcosa su come si gestisce e si motiva un gruppo). Si potrebbe obiettare che si parla di sport agonistico, non della vita della gente comune; ricordo però che lo sport ha delle ricadute specifiche enormi, sociali ed economiche. Le prime sono costituite dal fatto che le vittorie sportive provocano un forte spirito di emulazione, soprattutto nei giovani; molte bambine che hanno visto la partita chiederanno ai loro genitori di iscriverle a un corso di pallavolo; non tutte arriveranno a giocare a livello agonistico ma la pratica sportiva le aiuterà ad adottare abitudini di vita più sane, a schivare trappole quali fumo, alcol e droga e a seguire un'alimentazione corretta, evitando future situzioni di obesità o di anoressia; inoltre chi pratica sport socializza di più, capisce l’importanza dell’allenamento (quindi dell’impegno e del lavoro) e soprattutto impara a perdere, dunque a gestire le proprie frustrazioni (magari un ragazzo, se la fidanzata lo lascia perché non lo ama più lo accetterà, se ne farà una ragione, non andrà ad aspettarla sotto casa con un coltello in tasca). I benefici che derivano da quanto appena descritto hanno anche un’importante valenza economica, soprattutto a livello macroeconomico in quanto una popolazione che pratica più sport è in media più sana (sia a livello fisico che mentale); questo comporta minori costi di assistenza sanitaria, una voce di spesa molto rilevante in un qualsiasi bilancio nazionale (per chi vuole leggersi qualche dato in proposito: urly.it/310gts). Concludendo, mille grazie, non solo alle ragazze della pallavolo ma a tutti, atleti e atlete, che in questi giorni hanno portato in alto il nome dell'Italia: le loro medaglie non sono solo dei pezzi di metallo color oro, argento o bronzo, dietro ognuna di esse c’è tanto, tantissimo.

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