Buone Feste da Telefono Azzurro! 💙 Anche durante le feste, mentre tutto si ferma, noi non ci fermiamo! Le nostre linee restano attive, pronte a offrire ascolto e supporto a chi ne ha bisogno. Questo è possibile grazie al lavoro instancabile delle nostre operatrici e operatori, sempre presenti per sostenere bambini e adolescenti, 365 giorni all’anno. Dona ora per stare con noi dalla parte dei bambini! https://lnkd.in/ds2hAWEV #TelefonoAzzurro #dallapartedeibambini #donaora #sostienici
Post di Fondazione SOS il Telefono Azzurro ETS
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TRAPPIAMOGLI LA BOCCA. Sto raccogliendo i testi sessisti e violenti, delle canzoni trap che i ragazzini ascoltano in cuffia nelle loro camerette. MA C’È UN ENTE A TUTELA DEI MINORI E DELLE DONNE CHE STIA FACENDO UNA CAMPAGNA SERIA PER EDUCARE I RAGAZZI E I LORO GENITORI? NON MI SEMBRA. C’è qualche azienda che vuole dedicare una parte del proprio budget per questo tema? Non mi sembra. C’è qualche agenzia che propone un’operazione di brand value / csr in tal senso? Al momento non si vede nulla. La musica è uno strumento potentissimo per forgiare le menti e l’inconscio collettivo di chi sta decidendo chi e come essere, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Siamo una società in pieno declino, perché siamo in declino “dentro”. I genitori non riescono più a fare i genitori, gli educatori anche ( vengono aggrediti dai genitori ), la tv è uno specchio della società, i social media ne rappresentano il peggio. Chi ha budget di comunicazione, chi ha responsabilità istituzionali si muova, non per censurare ma educare, anche i genitori.
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Condividere le foto dei figli sui social: dubbi e criticità dello “sharenting” | Alice Facchini https://lnkd.in/d7w6X_Dk Il primo giorno di scuola, il momento della merenda, l’espressione buffa durante il pisolino. Per tanti genitori, condividere sui social media le foto dei propri figli è un’abitudine consolidata, talvolta accompagnata da post che contengono anche il nome del bambino, la sua età e dove vive. È lo sharenting, l'abitudine (diffusissima) di pubblicare sui social immagini e foto dei propri figli: la parola viene dall'unione di share, condividere, e parenting, genitorialità. C’è chi mostra anche il viso del bambino, e chi mette sulla faccia uno sticker per renderlo irriconoscibile – ma continua a esporre il suo corpo, che è comunque parte della persona. Il dibattito si è riaperto lo scorso marzo dopo che Chiara Ferragni, in occasione del sesto compleanno del primogenito Leone, ha immortalato lui e la sorella Vittoria di spalle, per nascondere il loro volto: i bambini mediaticamente più esposti d’Italia per la prima volta non sono stati mostrati. Non si sa se la ragione sia quel diritto alla privacy di cui tanto si sta parlando, o se la scelta sia dovuta alla presunta separazione di Ferragni con Fedez, che l’avrebbe diffidata dal postare immagini dei figli. Fatto sta che a fine marzo è stata depositata alla Camera una proposta di legge intitolata “Disposizioni in materia di diritto all’immagine dei minorenni”. Di cosa parliamo in questo articolo: - Quanto è diffuso il fenomeno dello sharenting - I rischi dello sharenting, dall’impatto psicologico all’adescamento online - La protezione dei dati dei bambini nelle legislazioni di vari paesi
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#Striscialanotizia | Qui potete rivedere il servizio "Nuovi profili per minori su Instagram" - 👉 E questa sera alle 20.35 guardate Striscia la notizia
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Ecco perché quando è nata la nostra bimba ho deciso di rivoluzionare tutta la mia vita lavorativa! Per lei voglio un mondo migliore e, soprattutto, voglio essere un esempio positivo, non qualcuna che si accontenta di uno stipendio con cui non arriva serena a fine mese! * * * * * Ciao, sono Federica e sono una persona multipotenziale. La mia vita lavorativa si divide su due fronti: da un lato aiuto le persone che si approcciano alla Procreazione Medicalmente Assistita e dall'altro rendo autonome le donne Solopreneur e Creativepreneur nell'uso strategico dei loro canali social. In questo spazio parlo di #pma, #ovodonazione e #socialmedia, ma anche di #paritadigenere e di #empowermentfemminile
Che eredità stiamo lasciando alle nuove generazioni? Il futuro di una donna non è già scritto, ma dobbiamo impegnarci per cambiare i dati. Il nostro spot radio, on air in questi giorni.
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Cosa succede se togliamo la #musica e ci concentriamo sulle #parole di alcune canzoni? Il risultato è stato straniante, ma ci ha aiutato a riflettere su come abbiamo romanticizzato alcune forme di #violenza, come il #possesso e il #controllo. Di generazione in generazione, perché anche i prodotti culturali del passato non ne sono esenti. Scarica l’eBook “Senza confine” su https://lnkd.in/gZwaQpVy
Negli spazi di STEP FuturAbility District abbiamo presentato i dati della nostra Survey Teen 2024, ma prima di vederli, abbiamo ascoltato cosa succede se togliamo la musica e ci concentriamo sulle parole di alcune canzoni. Il risultato è stato straniante, ma ci ha aiutato a riflettere su come abbiamo romanticizzato alcune forme di violenza, come il possesso e il controllo. Di generazione in generazione, perché anche i prodotti culturali del passato non ne sono esenti. Scarica l’eBook “Senza confine” su https://lnkd.in/gZwaQpVy
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Grata di aver partecipato al Dixit festival per parlare di educare alla tecnologia. Educare: tirare fuori, tutto il potenziale del bambino e poi progressivamente creare un alleanza digitale per un uso consapevole della tecnologia come mezzo per la crescita e lo sviluppo. #genitorialità #alleanzadigitale #counseling
Marianna e Rachele ci stanno aiutando a conoscere noi stessi ed i nostri bambini 👶🏻 Come cresciamo? Come impariamo? Come ci sviluppiamo emotivamente? … E soprattutto che ruolo hanno i dispositivi digitali nello sviluppo dei nostri bambini? 📲 Corpo, emozioni e movimento questo è quello di cui hanno bisogno i bambini da 0-6 per sviluppare la propria emotività e percezione sensoriale 🤝 Ringraziamo Marianna e Rachele per avercelo insegnato sul palco di Dixit 📸 Foto di Alice Durigatto 💬 Dixit Festival 📍 Cine-Teatro Splendor
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tante novità appena pubblicate sul nostro sito. Attività di quest'anno e un poco di programmazione per il prossimo. Buona lettura, vi aspettiamo su www.assennatoeassociati.it Sono gradite opinioni, critiche ma anche apprezzamenti
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Per la serie #sprintstories, contenuti che lasciano il segno, oggi vi raccontiamo la campagna “Share with care” lanciata dalla più grande azienda di telecomunicazioni tedesca Deutsche Telekom e realizzata da adam&eveBerlin e DDB Germany✨ L’obiettivo è quello di sollevare l’attenzione sui pericoli dello sharenting, ossia l’abitudine dei genitori di condividere online foto e video dei propri figli. Attraverso uno spot che colpisce dritto al cuore, viene mostrato come ciò che per molti è un gesto d’amore spontaneo, potrebbe trasformarsi in un incubo per il futuro dei bambini. 👨👩👧👦Circa il 75% dei genitori condivide contenuti dei propri figli sui social, spesso non consapevoli dei rischi a lungo termine. Utilizzando l’intelligenza artificiale, Deutsche Telekom ha creato una versione adulta di una bambina, Ella, per dimostrare come le immagini condivise - oggi - possono essere usate - domani - in modi che non possiamo nemmeno immaginare. 🍿Nel video, i genitori di Ella vengono sorpresi in un cinema, da un messaggio proveniente da una versione digitale adulta della loro figlia, che li mette di fronte alle possibili (e drammatiche) conseguenze dello sharenting: dall’uso delle sue foto per truffe, al bullismo, fino al rischio di ricondivisione in contesti inappropriati. Uno spot crudo e d’impatto, portatore di un messaggio senza peli sulla lingua, come forse dovrebbe essere. E tu, conoscevi già questa campagna? Condividi la tua opinione nei commenti💬 Scopri di più👇🏻 www.sprintaward.com #sprint
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Tra venerdì e sabato scorso qualcuno deve essere entrato in Scuola delle stella ha lasciato tutto in ordine ma è andato nei nostri armadi a cercare dove ha trovato iPad e portatili. Insieme ai dispositivi ha rubato i cavi e i dischi esterni con i cavi. Questo significa aver rubato tutti i dati che noi analizziamo per valutare se i bambini stanno migliorando con le attività che facciamo fare loro. Rubandoci questi dati non ci hanno semplicemente privato di tablet, ma di strumenti che erano programmati per fare degli interventi innovativi per sviluppare l’ascolto, le capacità di osservazione e comprensione dei bambini. Altri di questi erano usati con applicazioni particolari per poter agire al posto del linguaggio per i bambini. Si tratta di uno strumento che utilizzavamo per insegnare loro la comunicazione. Questo per noi significa vederci rubato anni di lavoro di ricerca e il lavoro di un anno di interventi per bambini che hanno bisogno di supporti che sostituiscono le parole. Hanno letteralmente rubato le parole dei nostri bambini. Una giornalista ci ha chiesto se volessimo fare un appello ai ladri, ma non lo crediamo sensato perché chi ha deciso di rubare era ben consapevole di farlo all’interno di quello che si capisce benissimo essere un asilo nido. Da questo abbiamo imparato un’amara ma importante lezione perché avevamo l’illusione di poter essere protetti dal fatto di avere la sede in una fattoria in un paese di piccole dimensioni e conosciuti da tutte le persone che abbiamo aiutato. Ci siamo subito dotati di telecamere e sistemi di sicurezza avanzati per tutelarci da eventi di questo tipo. Purtroppo Scuola delle stelle non ha la possibilità immediata di acquistare nuovi dispositivi, per questo l’associazione Errepiù R+ sta raccogliendo fondi. Anche chi pensa di non poter far nulla per noi, in realtà può perché ci sono soluzioni che non costano nulla, come donarci il 5x1000 oppure parlare di noi con la propria comunità. Errepiù R+ è un’associazione senza costi di infrastruttura e fatta da volontari, ogni donazione per noi è essenziale per poter continuare ad aiutare bambini, ragazzi e famiglie che altrimenti non potrebbero avere il supporto corretto. Donare a noi significa avere la certezza di fare un’azione concreta nei confronti della comunità. Per contribuire ad acquistare nuovi dispositivi per i bambini di Scuola delle Stelle clicca qui https://lnkd.in/dm2uBCxS e nella causale scrivi SCUOLA DELLE STELLE. #donazione #sostegno #autismo #bambini
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Il futuro distopico dei figli della generazione Z è già iniziato Consideriamo la fascia tra zero e dieci anni e proiettiamoci nel futuro di una decina di anni Un interessante articolo di Luca Tremolada su #IlSole24Ore “Come saranno i bambini del domani? Consideriamo la fascia tra zero e dieci anni, i bambini nati nella parte occidentale del mondo, dove ci sono internet e benessere, e proiettiamoci nel futuro di una decina di anni. Un futuro abbastanza lontano da essere distopico, in cui la tecnologia ha un ruolo ancora più predominante nella nostra società. Ci saranno ancora più schermi di adesso, forse ologrammi che, in fondo, sono schermi tridimensionali e comunque porte di accesso a contenuti più o meno interattivi, multimediali o multimodali. In parole più semplici, i nuovi nati, dopo i due anni, si interfacceranno con entità animate, giocattoli parlanti e genitori “senzienti”. I bambini imparano attraverso gli errori, toccando oggetti, soprattutto quelli che fanno rumore e si illuminano. Per quanto riguarda noi umani, con ogni probabilità una delle prime cose che impareranno sarà che mamma e papà si distraggono guardando uno schermo. Ti vedono sul telefono di mamma e imparano a sorridere o salutare le persone dall’altra parte. E così prima ancora di entrare in una classe, impareranno che la propria immagine è una sorta di valuta digitale. Non sappiamo però di preciso cosa accadrà alle scuole elementari e quanta tecnologia sarà presente nelle aule. Probabilmente poca, se pensiamo alla nostra scuola pubblica. Ma possiamo prevedere con certezza che, prima del primo giorno di scuola, i bambini avranno già conosciuto, magari sotto forma di pupazzo digitale o avatar, il loro primo agente intelligente. E, probabilmente, nelle scuole più ricche avranno a disposizione un tutor AI che li aiuterà con nuove attività didattiche potenziate dall’intelligenza artificiale e dalla realtà virtuale. L’apprendimento sarà quindi sempre più autodiretto, le classi iper-personalizzate, e gli insegnanti dovranno stimolare un approccio critico a questi strumenti per mostrarne sia i limiti sia le potenzialità. Vivranno e vivremo un’epoca di transizione difficile da decifrare. L’IA può rendere i contenuti digitali e l’ambiente fisico più accessibili, abbattere barriere per i disabili e aiutare i docenti a studiare strumenti in grado di valutare l’efficacia dell’insegnamento per fornire didattica personalizzata. In questo futuro distopico, carico di promesse, c’è già chi intravede nuovi e alienanti nemici. Le tecnologie abilitate dall’AI sono voci senza corpo, parole sugli schermi, avatar che ci ascoltano. Non sappiamo come verranno percepiti dai bambini, ma possiamo immaginarlo. I bambini imparano attraverso le interazioni sociali. Serviranno insegnanti capaci di gestire questa complessità e classi ancora più aperte, pronte ad accogliere tutti. Possiamo lasciare fuori i telefonini, ma non possiamo impedire al futuro di entrare in classe.” #flpnews
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