Condividiamo l'articolo di Lara Loreti sulle puntate di Report che hanno affrontato il tema degli interventi enologici nel vino in Italia, con le dichiarazioni del presidente di Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi. #unioneitalianavini #report #inchiesta #vinoitaliano
Suscitare dibattito è sempre positivo, scatenare polemiche ci può stare. A sollevare un polverone (con un lungo strascico di polemiche e indignazione da parte dei produttori) è la trasmissione di Rai - Radiotelevisione Italiana 3 #Report che in due puntate (andate in onda la prima a dicembre e la seconda domenica 18 febbraio 2024) affronta il tema degli interventi enologici nel vino, dividendo il comparto fra una sorta di buoni - i piccoli vignaioli che fanno il vino naturale - e cattivi - le grandi aziende che ricorrono alla chimica. Ma è proprio così che stanno le cose? In questo servizio si prova ad andare oltre, approfondendo il tema del processo di vinificazione, ascoltando voci diverse. A partire da quella della filiera, a cui nome parla Lamberto Marchesi Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini - UIV: "Chi sbaglia, paghi. Ma basta fango sul made in Italy". Il Master of Wine Gabriele Gorelli MW: "Un errore polarizzare fra grandi gruppi e piccoli vignaioli, l'imprenditoria media ha fatto la storia del vino". I viticoltori biodinamici Demeter e.V. e Enrico Rivetto: "La biodiversità in vigna dà complessità al vino" #ilgusto GEDI Gruppo Editoriale La Repubblica La Stampa #wine #vino Famiglia Cotarella #biodinamica https://lnkd.in/dJnqk8yx
Non ha senso gettare ombre generalizzando e semplificando. Piu che le dimensioni sono le scelte etiche a fare la differenza e spesso i grandi possono sperimentare e e fare ricerche utili a tutto il comparto. La differenza è tra chi sa fare e vuole fare vino e chi vuole fare solo soldi 🍷
Vini e olio DonnaClara
8 mesiCome produttore di vino non mi focalizzerei tanto su quello che report sta riportando sul mondo del vino. I prodotti citati come lieviti, mcr, solfiti etc sono consentiti dalla legge e tutto dipende dal vignaiolo che può decidere o meno se usarli o meno. Basta solo riportarlo in etichetta che come ben sapete ha subito notevoli cambiamenti nell'ultimo anno. I problemi sono altri: come fanno le zone docg ad immettere sul mercato milioni di ettolitri quando i disciplinari consentono una produzione massima per ettaro? Come è possibile acquistare nella gdo bottiglie a 4 euro? Poi parliamo di pesticidi che nella comunità europea sono proibiti però all'estero hanno piena libertà di usarli. Perchè non si parla invece della negligenza da parte dello stato italiano nel sostenere quelle aziende che hanno subito gravi perdite a causa di malattie come la peronospera? Gli incentivi per la conversione al bio fanno ridere, gli aiuti in caso di perdite ancora di più.....Purtroppo siamo italiani, incapaci di valorizzare realmente quello che ci renderebbe unici nel mondo (questo vale per ogni singolo prodotto agricolo). Quindi, per concludere, fate il vostro lavoro nel miglior modo possibile e mettetevi una mano sulla coscienza...