Post di Vincenzo Borgomeo

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Direttore FORMULAPASSION, portale motori Gruppo GEDI- Repubblica.it

Nuova Bugatti, passione e follia Le follie del mondo delle supercar, a ben guardare, non sono poi tanto follie. Nel senso che ai destini dei marchi più blasonati sono appesi anche quelli dei cosiddetti costruttori generalisti. Abbiamo visto tutti che importanza strategica abbia avuto a suo tempo la Ferrari nella quotazione in borsa di FCA e uno sguardo a quello che sta succedendo nel Gruppo Volkswagen — ha i brand più blasonati al mondo grazie a Lamborghini, Bugatti e Bentley — vale più di mille discorsi. Il colosso di Wolfburg ha infatti deciso di assegnare a Bugatti un ruolo di prima punta sul fronte dell’immagine. Costi quel che costi. La Veyron (il vecchio modello) ad esempio, prodotta complessivamente in 450 esemplari ha comportato una perdita (secondo gli analisti della Sanford C Bernstein) di 4,95 milioni di euro per ogni vettura venduta. Ma per la Bugatti e per tutto il Gruppo Vw, l’operazione è stata considerata “un grande successo”. Motivo? Ha riportato il gruppo sul tetto del mondo. Non sappiamo oggi quanto ci si perda su una nuova Chiron (lo scopriremo solo quando uscirà di produzione) ma il discorso è lo stesso. Anche per questo c’è già grande attesa per il debutto della nuova Bugatti che dovrà esordire il prossimo anno. La macchina è già stata mostrata a una selezionata clientela e sappiamo che il nuovo motore posizionato nella parte posteriore del nuovo telaio in fibra di carbonio abbandonerà il quadriturbo W16 della Chiron a favore di un V16 a 90 gradi aspirato, proprio come l’ultimo V16 arrivato sul mercato, l’unità da 6.0 litri della Cizeta V16T. Ma qui il motore di Bugatti è stato sviluppato con l’aiuto della Cosworth, ha una cilindrata di 8.3 litri, raggiunge i 9.000 giri/min e produce da solo 1.000 cavalli. E non è tutto: invece dei turbocompressori a Molsheim puntano su un modulo ibrido da 800 cavalli, per cui la potenza finale sarebbe di 1800 cavalli. I motori elettrici sono tre: uno posizionato nel cambio a doppia frizione a otto marce, mentre gli altri due si trovano all’anteriore e spingono solo sulle ruote davanti. La batteria invece è nel tunnel centrale e nello spazio dietro il cockpit, in un layout simile a quello della Nevera, garantendo un’autonomia puramente elettrica di 60 chilometri nel ciclo europeo. Il tutto con una macchina che dovrebbe essere più leggera della vecchia Chiron per bruciare lo 0-100 in due secondi, passare da 0 a 200 chilometri all’ora in meno di cinque secondi, da 0 a 300 chilometri all’ora in meno di dieci secondi e poi raggiungere i 400 chilometri all’ora in meno di 25 secondi. Si presume che la versione di base avrà una velocità massima limitata a 445 chilometri all’ora…  https://lnkd.in/dBirA4EX

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