Il regolamento sarà ora pubblicato sulla #GazzettaUe ed entrerà in vigore dopo venti giorni. Nel testo si precisa che nei prossimi cinque anni solo la società francese #NutriEarth è autorizzata a immettere sul mercato il nuovo alimento, salvo nel caso in cui un’altra società ottenga l’autorizzazione per tale nuovo alimento o abbia il consenso di Nutri Earth #VirtùQuotidiane
Post di Virtù Quotidiane
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“L'adozione di qualsiasi sistema di etichettatura nutrizionale semplificata" è facoltativo e volontario per gli operatori economici e “deve tener conto di modelli adatti ai prodotti alimentari portoghesi". Giusto per renderci conto della direzione che si vuole intraprendere. Oltre ogni valutazione politica, questa dichiarazione segna apertamente la volontà di prendere in giro i consumatori. Le informazioni nutrizionali verranno, dunque, utilizzate a targhe alterne per indirizzare i consumatori verso questo o quel prodotto? I prodotti portoghesi saranno tutti buoni e salutari? E quelli italiani? Come si può condurre “insieme” una lotta così divisiva? Siamo consapevoli che ogni modello di questo genere è palesemente contrario a ogni regola di mercato unico? https://lnkd.in/dZrHZceK
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🐛 L’#UnioneEuropea ha approvato la commercializzazione della polvere di #larve intere di #Tenebriomolitor, nota come #tarma della #farina. Questa decisione segna un ulteriore passo avanti nell’inclusione degli #insetti commestibili nel panorama alimentare europeo. 🍽️ La polvere di queste larve, trattata con raggi UV per garantire la sicurezza, è stata inserita nella lista dei #NovelFood, ovvero quei cibi considerati innovativi poiché non consumati in modo significativo prima del 1997. La società francese Nutriearth ha ottenuto l’esclusiva per la commercializzazione del prodotto per i prossimi cinque anni. 🥄 Questa decisione è stata supportata dal parere positivo dell’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare European Food Safety Authority (EFSA), che ha dichiarato il prodotto sicuro per l’uso in vari alimenti come 🥖 #pane, #pasta, #dolci e #latticini. 🫤 L’approvazione ha suscitato diverse reazioni: mentre alcuni sostengono che questa scelta sia un passo verso un’alimentazione più sostenibile, altri criticano l’introduzione degli insetti nella dieta europea, ritenendoli incompatibili con la tradizione culinaria, ma anche con l’etologia degli 🪳 insetti stessi, dunque facendone una questione etica come per lo sfruttamento di qualsiasi altro animale. Voi che ne pensate? ➡️ https://lnkd.in/dRpuCgEQ
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ENTRATA IN VIGORE REGOLAMENTO SU FRUTTA SECCA - REG. 2023/2429/CE. A partire dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore in tutta l’Unione europea l’obbligo di indicare l’origine della frutta secca sgusciata, come mandorle, nocciole, pistacchi e fichi secchi, direttamente in etichetta. Non solo frutta secca: la normativa riguarderà anche funghi non coltivati, capperi e zafferano, sostenendo una trasparenza sempre maggiore nel settore alimentare. Così nella pagina social del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. «Una novità importante - evidenzia il Masaf - per garantire ai cittadini una maggiore chiarezza e qualità nei prodotti che scelgono ogni giorno. L’indicazione obbligatoria aiuterà infatti a distinguere chiaramente il luogo di origine del prodotto da quello di confezionamento. Un risultato importante per l’Italia, per i cittadini e le imprese che credono nell’eccellenza e nella qualità».
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La decisione della corte europea rafforza un concetto molto importante: i consumatori in quanto tali sono responsabili e consapevoli delle proprie decisioni a prescindere da un semplice nome sull'etichetta. Più attenti ed informati sono capaci di discriminare un alimento leggendo gli ingredienti anche se rimane il dubbio che nell'acquisto impulsivo la comparazione fra contributi nutrizionali degli alimenti vegetali e di origine animale può essere erroneamente valutata equipollente. Occorre forse una decisione di marketing forte e coraggiosa che svincoli un comparto ormai maturo dalla sbiadita figura della maldestra imitazione degli alimenti di origine animale https://lnkd.in/eAxfRSc8
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Salsiccia di soia, hamburger di ceci, cotoletta di grano. Questi alcuni dei "nuovi alimenti" #plantbased che vedono una chiara indicazione da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea in merito alla loro denominazione. L'addove non esista una denominazione legale, che tutela un prodotto con specifiche caratteristiche, l'Operatore del Settore Alimentare è libero di chiamare i propri prodotti vegetali rifacendosi alle denominazioni (ex?)usuali dei prodotti carnei come appunto salsicce, cotolette, bistecche, ma anche fiorentine, culatelli, prosciutti, indicandone poi la specifica vegetale. Vittoria quindi di chi? Sicuramente l'industria della carne non è contenta essendosi schierata apertamente contro il #meatsounding. Tuttavia viene difficile credere che il consumatore medio non riesca a differenziare una salsiccia di maiale da una di seitan. Se correttamente applicato, il Reg. UE 1169/2011 tutela i #consumatori a sufficienza. Il sottoscritto aggiunge che, nel caso fosse stato vietato l'uso di termini impiegati nell'industria dei prodotti animali, sarebbe stato difficile denominare alcuni prodotti vegetali, come ad esempio le polpette vegetali. Si sarebbero forse potute chiamare "palle vegetali", ma probabilmente qualcuno avrebbe comunque additato la possibile origine animale del termine, cercando di tagliare così fuori dal mercato eventuali "competitor". Invece che battagliare sulle denominazioni credo sia più sensato battagliare sulla composizione di certi prodotti vegetali venduti come "prodotti sostituti", i quali, dovendo imitare i prodotti animali, si ritrovano spesso una quantità abnorme di ingredienti con additivi a tutto spiano (alla faccia della #cleanlabel). Attendiamo comunque una contromossa da parte dell'industria della carne, dopo il prosciutto vegano non vedo l'ora di assaggiare l'hummus bovino. Davide Banfi Daniele Druella Silvia Resta Gennaro Balsamo Lavinia Defalchidu Marco Cerini Dario Dongo Alessio Mazzotta Emanuele Taddia Mattia Di Mercurio Francesco Casole Marcello Longhi Matteo Luigi Bordogna Mara Ghisleri Massimo Riva Giorgio Antonio Donegani Marco Gallo Mario Seminerio
𝙈𝙚𝙖𝙩 𝙨𝙤𝙪𝙣𝙙𝙞𝙣𝙜, 𝗨𝗘: 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 “𝗱𝗲𝗳𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗮𝗹𝗲”, 𝘃𝗶𝗲𝘁𝗮𝘁𝗼... 𝘃𝗶𝗲𝘁𝗮𝗿𝗲 La 𝗖𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗨𝗻𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲𝘂𝗿𝗼𝗽𝗲𝗮 ha sancito che gli Stati membri non possono proibire l'uso di termini gastronomici tradizionalmente associati alla #carne (es. 𝘴𝘢𝘭𝘴𝘪𝘤𝘤𝘪𝘢, 𝘣𝘪𝘴𝘵𝘦𝘤𝘤𝘢, ecc.) per etichettare prodotti somiglianti ma a base di 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲 𝘃𝗲𝗴𝗲𝘁𝗮𝗹𝗶, a meno che non esista una 𝗱𝗲𝗳𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗮𝗹𝗲, vincolante ed esclusiva. #meatsounding #proteinevegetali #vegan
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Ecco la fuffa della legge Lollobrigida Vedi anche il sito ilcorriereblog.it L’Efsa riceve la prima richiesta di autorizzazione sulla carne sintetica. Il bluff italiano Prima o poi sarebbe successo, era solo questione di tempo. All’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, è arrivata la prima richiesta di autorizzazione per la cosiddetta “carne sintetica”. Si tratta della start-up francese Gourmey, che ha annunciato di aver presentato all’autorità di regolamentazione Ue una richiesta di autorizzazione per il suo foie gras coltivato. Si tratta del primo caso nell’unione europea, anche se l’azienda ha presentato la domanda per l’immissione in commercio anche a Singapore, negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Svizzera. E’ anche un caso rilevante, perché la produzione convenzionale di foie gras è un tema controverso in Ue, dato che numerosi paesi, tra cui l’Italia, ne hanno vietato la produzione per via dell’alimentazione forzata degli animali. Per essere commercializzato, il singolo prodotto (quindi non tutta la carne sintetica in generale) deve ricevere il semaforo verde dall’Efsa, che arriva a valle di un processo tra i più rigorosi al mondo in materia di sicurezza alimentare. L’esito della valutazione, che include un esame approfondito della sicurezza e del valore nutrizionale del prodotto sulla base delle evidenze scientifiche, non dovrebbe arrivare prima di 18 mesi. Una volta superato l’iter autorizzativo, il prodotto potrà essere commercializzato sul mercato dell’unione europea. E qui si arriva al punto politico: la legge Lollobrigida, approvata a grande maggioranza dal Parlamento, che vieta la produzione e la vendita della “carne sintetica”. Come è evidente dalle norme comunitarie, qualora il foie gras coltivato – così come ogni altro prodotto cellulare – venisse autorizzato dall’Efsa, il divieto nazionale decadrebbe. Sarebbe, cioè, incompatibile con le norme europee e quindi disapplicabile. Si capisce bene la portata propagandistica della legge fortemente voluta dal ministro: vieta una cosa già vietata, ma solo finché non viene autorizzata dall’Efsa. Esattamente come accade in ogni altro paese europeo, in assenza del divieto. Il Foglio - 27 luglio 2024
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📜La Corte di Giustizia UE ha finalmente emesso una sentenza che riconosce il diritto di utilizzare termini come “salsiccia” o “hamburger” anche per prodotti plant-based. 📝Anche il linguaggio gioca un ruolo cruciale nell’evoluzione delle abitudini di consumo e l’introduzione di nuove terminologie contribuisce a normalizzare le alternative vegetali, rendendo i prodotti plant-based più familiari e alla portata di tutti, facilitando così la transizione verso scelte alimentari più sostenibili. 🏆Questa normativa rappresenta anche una svolta significativa per le aziende del settore plant-based: permettendo l’uso di termini tradizionalmente associati ai prodotti di origine animale, si offre loro la possibilità di competere equamente sul mercato, promuovendo l’innovazione e la diversificazione dell’offerta. 🪴In un momento in cui la domanda di alimenti plant-based è in continua crescita, avere una cornice normativa flessibile e inclusiva è essenziale per sostenere l’innovazione e il progresso del settore!
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NITRITI NEI SALUMI Forse non tutti sanno che la Danimarca, già oltre 20 anni fa, voleva limitare in maniera decisa l'utilizzo dei nitriti come additivo e conservante nella produzione di salumi e insaccati, in quanto già allora c'era la prova certa che questi additivi sono collegati allo sviluppo del cancro al colon, ma l'Unione Europea si oppose alla decisione della Danimarca di proibire per legge l'impiego di nitriti e nitrati ai produttori di carni danesi. La UE era contraria alla proibizione e divieto di impiego dei nitriti, nonostante le già numerose prove scientifiche di nocività della sostanza, per non pestare troppo i piedi alle grandi industrie e multinazionali della carne (parliamo di produttori di salumi, wurstel, salsicce ecc.) di tutta Europa. Una delle industrie più intensive e potenti in ambito agroalimentare. La Danimarca però è decisa ad andare fino in fondo e lo scontro finisce in tribunale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. La Corte, nel 2003, emette sentenza che dà ragione alla Danimarca e da allora infatti, cioè più di 20 anni ad oggi, In Danimarca sono completamente vietati l'uso di nitriti e nitrati come additivi nelle carni e nei salumi. E i produttori di carne danesi non li usano più, e non è esistito nessun caso di avvelenamento da botulino in Danimarca in tutti questi anni. L'impiego di nitriti per evitare casi di botulino è la scusa ufficiale dell'industria alimentare per poter usare massicciamente questo additivo, la realtà è che vengono usati per ben altri motivi, utili solamente per il profitto dell'industria e per ingannare i consumatori. Nonostante ciò, ad oggi la UE continua a concedere ai produttori europei di carni un abbondante impiego di nitriti e nitrati come additivi, senza pensare minimamente ad un divieto di impiego. 👉 Per approfondire l'argomento e imparare di più sui nitriti e sugli additivi in genere che vengono impiegati nella produzione di salumi e carni, iscriviti al corso di formazione FOOD SHOP ASSISTANT di Sabato 26 Ottobre 2024 a Forlì. Maggiori informazioni sul corso qui: https://lnkd.in/d--6F9fw -- #nitriti #nitrati #additivi #salumi #carne
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Ecco la fuffa della legge Lollobrigida Vedi anche il sito ilcorriereblog.it L’Efsa riceve la prima richiesta di autorizzazione sulla carne sintetica. Il bluff italiano Prima o poi sarebbe successo, era solo questione di tempo. All’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, è arrivata la prima richiesta di autorizzazione per la cosiddetta “carne sintetica”. Si tratta della start-up francese Gourmey, che ha annunciato di aver presentato all’autorità di regolamentazione Ue una richiesta di autorizzazione per il suo foie gras coltivato. Si tratta del primo caso nell’unione europea, anche se l’azienda ha presentato la domanda per l’immissione in commercio anche a Singapore, negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Svizzera. E’ anche un caso rilevante, perché la produzione convenzionale di foie gras è un tema controverso in Ue, dato che numerosi paesi, tra cui l’Italia, ne hanno vietato la produzione per via dell’alimentazione forzata degli animali. Per essere commercializzato, il singolo prodotto (quindi non tutta la carne sintetica in generale) deve ricevere il semaforo verde dall’Efsa, che arriva a valle di un processo tra i più rigorosi al mondo in materia di sicurezza alimentare. L’esito della valutazione, che include un esame approfondito della sicurezza e del valore nutrizionale del prodotto sulla base delle evidenze scientifiche, non dovrebbe arrivare prima di 18 mesi. Una volta superato l’iter autorizzativo, il prodotto potrà essere commercializzato sul mercato dell’unione europea. E qui si arriva al punto politico: la legge Lollobrigida, approvata a grande maggioranza dal Parlamento, che vieta la produzione e la vendita della “carne sintetica”. Come è evidente dalle norme comunitarie, qualora il foie gras coltivato – così come ogni altro prodotto cellulare – venisse autorizzato dall’Efsa, il divieto nazionale decadrebbe. Sarebbe, cioè, incompatibile con le norme europee e quindi disapplicabile. Si capisce bene la portata propagandistica della legge fortemente voluta dal ministro: vieta una cosa già vietata, ma solo finché non viene autorizzata dall’Efsa. Esattamente come accade in ogni altro paese europeo, in assenza del divieto. Il Foglio - 27 luglio 2024
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Sul nostro 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑦 𝐼𝑛𝑡𝑒𝑙𝑙𝑒𝑐𝑡𝑢𝑎𝑙 𝑃𝑟𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑦 𝐵𝑙𝑜𝑔, la junior associate Alessandra Coropulis commenta la recente approvazione all’unanimità della c.d. Direttiva Breakfast, il provvedimento normativo che regola - nel territorio dell’UE - l’etichettatura e la denominazione di alcuni prodotti alimentari consumati comunemente al mattino. Quali sono i prodotti coinvolti? Da quando saranno applicabili le nuove misure? Leggi qui: https://lnkd.in/eAafNMTT #Food #DirettivaBreakfast #Etichettatura #Denominazione #agrifood #UE
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