BUON NATALE... al bando Buone Feste!
L'albero di Natale in Sud Oman

BUON NATALE... al bando Buone Feste!

Del #Natale amo i colori. Il freddo che si posa sulla neve, gli alberelli arcobaleno, le castagne arrostite, il panettone con l’uvetta, i canti e i film della Disney.

Del #Natale non amo il conformismo. I regali obbligati, riciclati, gli auguri forzati. La falsa retorica. La competizione a strafare, la manipolazione per convincere.

Del #Natale non amo molto di più. Così nel tempo ho imparato a conviverci. E fra il pauperista e il lussuoso, scelgo, incoerentemente, il secondo. Quello dell’overdose di traffico e auguri. Forse poco morale, ma assolutamente ipocritamente sincero. In fondo, non faccio altro che seguire i precetti di San Francesco che esortava ogni cristiano a essere in questa occasione «largo e munifico». Anche i Re Magi portarono in dono al Bambin Gesù oro, incenso e mirra, non strofinacci equo-solidali, false speranze, o miti illusioni…

Il #Natale pauperista lo lascio agli emuli di Giuda: è proprio l’apostolo traditore a mettersi a tuonare contro gli sprechi (per chi non è avvezzo al Vangelo ecco il riferimento: Giovanni 12,4). E a tutti coloro che in economia zoppicano perché ignorano come il lusso sia un formidabile volano occupazionale: il superfluo è indispensabile a tanti lavoratori, smettere di regalare cravatte, guanti, orecchini e libri significherebbe far crollare comparti produttivi a forte impiego di manodopera specializzata.

E poi di cosa vivrebbero? Di prediche moralistiche?

Dunque, non riuscendo a fuggire, scelgo il #Natale consumista, ma potendo non scegliere rinuncerei anche a questi aggettivi che, in effetti, deve ammetterlo perfino una collezionista di libri come me, un certo oscuramento del messaggio originale lo segnala: gli uomini sono fatti così, il benessere li distrae da Dio a cui invece ritornano nel momento del bisogno. Non per nulla il neuromarketing si fa mito. Un #Natale senza aggettivi (perché #Natale è di per sé un aggettivo) è possibile, mi chiedo?

Al tempo stesso non riesco a chiamarlo festa dell’inverno, come alcuni (o tanti) vorrebbero. Fare a meno della stella cometa, comprata per pochi spicci, sul traballante alberello improvvisato in casa, è peccato. I pastorelli, il bue e l’asinello li cerco con minuziosa curiosità nei presepi che incrocio, e mai mi hanno fanno pensare a simboli razzisti. Come dice chi di inclusione ha capito ben poco!

Per questo augurare Buon Natale (mi) è naturale e Buone Feste la ritengo un’aberrazione. In fondo, anche chi non lo ama, il Natale, non può farne a meno, se vuole tornare bambino. Quindi rivendico l’incoerenza, difendendo il Natale, con le sue luci, gli addobbi, i pranzi e le cene ipercaloriche, i regali riciclati, i saluti imbellettati e il cinico buonismo. Affinchè, grazie alla sua magia, per qualche ora, più buoni lo diventiamo davvero. Fosse anche solo con noi stessi….

Buon Natale, dunque, cari amici e lettori.

gianluigi galli

Chair Vistage | Leader nella trasformazione aziendale/Project Manager "Viride"

1 mese

Il Natale: un ritorno alle origini più autentiche Tra luci, regali e frenesia, il Natale moderno spesso perde di vista la sua essenza più profonda. Ma al di là del consumismo e delle tradizioni più recenti, questa festa affonda le sue radici in celebrazioni antichissime. Già nell’antica Roma, i Saturnali onoravano il dio Saturno con riti di abbondanza, scambio di doni e capovolgimenti sociali. Ancora prima, le tradizioni nordiche e celtiche celebravano il solstizio d’inverno, il ritorno della luce e la speranza di un nuovo inizio. Queste feste ci ricordano che il Natale è, prima di tutto, un momento di connessione: con la natura, con gli altri e con noi stessi. È l’occasione per rallentare, per riscoprire ciò che conta davvero e per vivere la magia del presente. Non si tratta di rinunciare alle luci o ai doni, ma di riempirli di significato, donando tempo, amore e autenticità. In un mondo sempre più distratto, il Natale ci invita a tornare all’essenziale: la speranza, la rinascita, il senso di meraviglia. Non è forse questo il dono più grande che possiamo farci? Celebriamolo, non con gli aggettivi che lo definiscono, ma con il cuore che lo rende vivo.

Paolo Pugni

La mia promessa è permettere alle imprese di guadagnare di più grazie a decisioni migliori. Originale dal 1960. TedX Speaker 19. Maratoneta (10) dal 18. Marito dal 85. Padre (3) dal 86. Nonno (5) dal 17.

1 mese

❤️❤️❤️❤️

Stefano Scabbio

CEO & President I Executive Board Member I Executive Advisor I Entrepreneur

1 mese

Laura Mondino grazie per la tua riflessione . Una domanda interessante da porre potrebbe essere: il Natale che celebriamo oggi è un compromesso accettabile o una deviazione irreparabile dall’essenza di questa festività?

Giovanni Poggio

Senior Advisor - Board Member - M&A Advisor -Management Advise

1 mese

Bellissimo punto di vista; controcorrente come spesso sai essere! Auguri!

Paola M.

Esploratrice

1 mese

Carissima Laura un caro augurio di un Buon Natale a te… 🎄🥂

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Laura Mondino

Altre pagine consultate