INTERNET NON È UNA “TERRA DI NESSUNO” AVULSA DALLE LEGGI

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Ha destato un certo stupore che la polizia postale ieri abbia scoperto e denunciato il titolare del profilo fake Manlio Germano. Stupore che deriva dal convincimento diffuso che internet sia una sorta di terra di nessuno, un luogo dove è possibile violare le più comuni regole che sono e sarebbero rispettate nel mondo reale. Non è così.


Non c’è alcun distinguo tra alcuni reati commessi via internet o nella vita reale. Tra questi, la diffamazione o le minacce, che sono in entrambi i casi perseguibili (per la legge italiana) con querela di parte.


Ma vi è un’altra fattispecie sulla quale gli utenti dovrebbero porre attenzione: diffondere sul web frasi che incitano all’odio, alla discriminazione oppure a commettere violenza per motivi religiosi, etnici o razziali costituisce a tutti gli effetti per la legge italiana un reato perseguibile d’ufficio, vale a dire che non è necessaria la querela della parte offesa.


Per questa ragione la polizia postale ha indagato sulle pesantissime parole (“Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzé, siete degli eroi”) scritte nel post dal profilo Manlio Germano nelle ore immediatamente successive al barbaro omicidio di Willy Montero. Da notare che la polizia postale è arrivata a identificare l’autore del post nonostante si trattasse di un profilo fake collegato a provider basati all’estero.


E ora “Manlio Germano” rischia fino a 8 anni di carcere e pene accessorie.


Gioverà ricordarlo ancora: internet non è un “non luogo”. In un’epoca nella quale si è ingenerata l’abitudine di impugnare le tastiere come fossero clavi, è buona cosa che gli adulti si ricordino di essere tali anche sui social. Per buona creanza, ma anche per non incorrere nella mannaia della legge.


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