La paura della paura
Cos'è la paura?
Alcune cose non sono fatte per essere definite. Ci sono e basta. Le creazioni dell'uomo risultano più facilmente descrivibili, classificabili, catalogabili, ma quando parliamo di qualcosa che precede l'uomo stesso, che appartiene alla natura, una definizione non è facile.
Definizione. La paura è uno stato d'animo ... e poi potete aggiungere (quasi) qualunque cosa.
La paura nell'uomo nasce nell’amigdala o, meglio, nelle due ghiandole a forma di mandorla ("ἀμυγδαλή" è la mandorla in greco) site in mezzo al nostro cervello, in quella parte fondamentale del lobo temporale che elabora ricordi ed emozioni. Attraverso l'amigdala le reazioni si arricchiscono di emozioni e si trasformano in ricordi.
Una cosa, quindi, di una certa importanza!
Ma la paura è antica, istintuale e non si controlla. Si gestisce, si previene attraverso una razionalizzazione, ma non ne possiamo fare a meno perché, se ci pensiamo bene, è alla base della nostra stessa sopravvivenza. Come diceva bene Jean Delumeau "la paura [..] è una garanzia contro i pericoli, un riflesso indispensabile che permette all’organismo di sfuggire provvisoriamente alla morte. […] Ma se essa supera una dose sopportabile, diventa patologica e crea dei blocchi" (1).
Esiste quindi un legame, già evidenziato da Kierkegaard (2) che unisce la paura, come stato d'animo individuale, all'angoscia per qualcosa di visibile o invisibile che vive nella contemporaneità, legando, quindi, sensazione a contesto.
Ma allo stesso tempo, questo contesto, sempre più protetto, non rappresenta più qualcosa di concreto, di definito, di razionale, ma ci costringe a "focalizzare l’attenzione su pericoli soltanto potenziali, che nella vita non si realizzeranno mai." e la paura diventa quindi, con le parole dello psicologo svedese Svendsen, "un sottoprodotto del benessere" (3) che ci frena, che ci rallenta e, come diceva Cartesio quattrocento anni prima, "limita la nostra immaginazione",
Sembrerebbe, quindi, che oggi abbiamo più paura di ciò che non c'è, piuttosto che di ciò che ci dovrebbe realmente spaventare.
Come bambini, lasciati soli in una stanza la sera prima di dormire, proiettiamo la nostra paura, la nostra ombra della caverna, su qualcosa che potrà accadere; qualcosa di indefinito e sconosciuto (4), appunto, inimmaginabile, Sembrerebbe, inoltre, che in uno stato di crescente angoscia "tendiamo a considerarci perennemente esposti a pericoli, e riteniamo che tali pericoli si moltiplichino sempre più a causa della globalizzazione e quindi in generale a causa della facilità di entrare in contatto con ciò che è “estraneo”, dalle persone alle nuove tecnologie" (5)
Questa paura generalizzata, o panfobia, sempre più diffusa oggi in Italia specialmente fra le donne (6) diviene quindi "un’atmosfera più che un sentimento […] una sorta di visione del mondo, nella quale la propria vulnerabilità è la regola fondamentale" (7).
Oltre alle inevitabili conseguenze rispetto alle proprie responsabilità personali e sociali connesse alla paura, ben esplorate in un articolo (8) dalle professoressa Maria Antonietta Foddai, che evidenzia, altresì, la profondità dell'analisi fatta da Thomas Hobbes sulla paura (9) e alle immaginabili conseguenze politiche prodotte da una inarrestabile e indefinibile ricerca della sicurezza, questa trasformazione ha cambiato la paura stessa, rendendola da un lato maggiormente definibile ma, dall'altro, perdendone il significato e il valore originario: quello strumento di protezione, prudenza, attivazione fisica e sensoriale che ci ha permesso di evolvere come uomini intorno a due piccole mandorle.
Oggi, come direbbe Roosevelt, dovremmo avere paura della nostra stessa paura.
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1) Jean Delumeau "La peur en Occident (XIVe-XVIIIe siècles): une cité assiégée (1978; trad. it. 1979); link
2) Kierkegaard Timore e tremore e ne Il concetto dell'angoscia.
Pierfranco Pellizzetti "Storia della paura - Gli inconfessabili retropensieri collettivi dell'Occidente" Mimesis 2014
3) Lars Fr. H. Svendsen, docente di filosofia all'Università di Bergen, è autore de "Filosofia della paura" ed. Castelvecchi 2017 link
4) Roosevelt, riferendosi alla crisi economica del '29, disse: “L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”.
5) Enea Bianchi, introduzione a "Filosofia della Paura" di Lars Svendsen link
6) Secondo il Rapporto sulla Filiera della sicurezza del Censis del 2021 "Ci sono già oltre 6 milioni di italiani che hanno paura di tutto: sono i panofobici, che in casa o fuori vivono in uno stato di ansia e di paura che non riescono a frenare. Tra di loro prevalgono le donne, che sono quasi 5 milioni e rappresentano il 17,9% della popolazione femminile"
7) Lars Svendsen ibidem
8) G. Maria Antonietta Foddai "Euristica della paura e vincolo dell’incertezza" link
9) cit. Thomas Hobbes "L’unica passione della mia vita è stata la paura”