LA RELAZIONE ...d'amore

LA RELAZIONE ...d'amore

Mi preme ultimamente parlare di questo argomento, ancora poco studiato ma fondamentale nella vita di ognuno di noi. Negli anni Settanta si è iniziato a studiare quanto fosse importante lo stile di accudimento genitoriale e originario di una possibile psicopatologia nel bambino, gli studi hanno messo in evidenza quanto il modo di percepire il bambino nella sua realtà fosse falsato dalla fantasia su quel bambino e dalle prorpie esperienze passate con i propri genitori. Alcuni illustri autori (Main, Ainsworth) hanno messo a punto degli strumenti per comprendere lo stile relazionale che il genitore pensava di avere e quello che invece, effettivamente si osservava nel comportamento con il bambino. Sono emersi 3 stili di attaccamento (sicuro, insicuro evitante, insicuro ambivalente). J ohn Bowlby (1958; 1979) ha descritto l’attaccamento come un bisogno presente in tutte le fasi del ciclo di vita dell’individuo, considerandolo parte integrante del comportamento umano “dalla culla alla tomba”. Egli ipotizzava che le relazioni di attaccamento infantili rappresentassero il prototipo di tutte le relazioni d’amore successive (Bowlby, 1969). Nella teoria bowlbiana, le relazioni interpersonali sono qualificate come legami d’attaccamento qualora presentino i seguenti quattro elementi: tendenza al mantenimento della vicinanza (proximity maintenance), sconforto alla separazione (separation distress), funzione di rifugio sicuro (safe haven), funzione di base sicura (secure base). Secondo Bowlby, il bilanciamento dinamico tra vicinanza ed esplorazione è parte integrante del comportamento infantile così come di quello adulto, con dei cambiamenti nelle modalità, che dipendono fondamentalmente dalla maturazione dell’individuo. Nella psicologia sociale e della personalità, gli stili di attaccamento sono concepiti come modelli sistematici di aspettative, bisogni, strategie di regolazione delle emozioni e di comportamento sociale, che sono il prodotto dell’interazione tra il sistema comportamentale di attaccamento innato (Bowlby, 1969) e la storia individuale relativa alle esperienze di attaccamento (Fraley, Shaver, 2000). Lo studio di Ainsworth et al. (1978) mostrava, in realtà, come le tre principali tipologie di attaccamento potessero essere concettualizzate come regioni di uno spazio bidimensionale definito dalle due dimensioni ansia rispetto all’abbandono – che si manifestava nei bambini con pianto, mancanza di attività esplorativa in assenza della madre, protesta e rabbia nei confronti di quest’ultima durante il ricongiungimento – ed evitamento della vicinanza – che si manifestava nei bambini in termini di disagio per la prossimità fisica col caregiver e per la dipendenza nei suoi confronti.Con l’affermarsi della concezione bidimensionale dell’attaccamento, è divenuto chiaro come uno spazio bidimensionale desse luogo a quattro – e non a tre – quadranti concettuali. Il modello quadripartito degli stili di attaccamento adulto si è definitivamente affermato grazie ai lavori di Bartholomew (1990), che ha ipotizzato due dimensioni distribuite in modo continuo: Modello del Sé (positivo vs. negativo) e Modello dell’Altro (positivo vs. negativo). Secondo l’autrice, queste due dimensioni sottendono e definiscono quattro stili di attaccamento adulto (Sicuro, Preoccupato, Timoroso, Distanziante). L’autrice e i suoi collaboratori (Bartholomew e Horowitz, 1991; Griffin e Bartholomew, 1994a) affermano che un modello negativo del sé è associato all’ansia per l’abbandono, e che un modello negativo dell’altro è associato all’evitamento della vicinanza. Modello Preoccuapato Possiamo ben comprendere che, se ho una visione di me come poco amabile e inadeguato (io non sono Ok, tu sei Ok), che ho bassa stima delle mie capacità, tenderò ad affidarmi all'altro e a volere una vicinanza molto stretta, qualora noto nell'altro un minimo di allontanamento (una faccia un po' più seria, una parola detta con tono più secco) la mia ansia raggiunge livelli elevati e metto in atto comportamenti per riportare quella vicinanza che per me è ottimale, ma che per l'altro è soffocante (eccessivo controllo, e tentativi disperati di averlo vicino, frasi del tipo: non mi pensi mai, non te ne frega niente di me, non stiamo mai insieme, non posso vivere senza di te, sto bene solo quando sto con te). La mia attenzione sarà sempre rivolta alla relazione e ad un continuo controllo che vada bene (check della relazione). Modello Distanziante/Svalutante Se invece al contrario ho una buona stima di me, ma non dell'altro (io sono OK- tu non sei Ok), tenderò a considerare gli altri come poco importanti, inefficaci e né aumenterò le distanze, sarò propenso a giudicare gli altri sempre in termini di capacità o incapacità e la mia vita orientata alle performance, con screditamento di tutto ciò che è il mondo emotivo, con allontanamento da chi richiede costante sostegno emotivo (ho bisogno dei miei spazi, mi sento soffocare, stai sempre a chiedere,ho mal di testa lasciami stare, ho da lavorare). I due stili descritti ,tante volte sono l'incastro perfetto e duraturo in una coppia, ma, sicuramente il più devastante psico-fisiologicamente, è una continua lotta ed inseguimento, con una conflittualità elevatissima.  Modello Timoroso Presenta una scarsa stima di sé e dell'altro (io non sono Ok- tu non sei Ok), quindi le due dimensioni entrambe alte, ansia ed evitamento, pertanto la sua strategia è il ritiro sociale, non mi fido di me e non mi fido di nessuno, evito ogni forma di relazione. Modello Sicuro Il soggetto con stile di attaccamaneto sicuro, ad una prima intervista risulta il più rappresentato, ognuno dirà di appartenere a questa categoria a causa del fattore desiderabilità sociale , ma alla luce dei fatti ed una osservazione si possono contare sulle dita delle mani, in questo particolare periodo storico. Nel periodo a cui risalgono gli studi rappresentava la percentuale più ampia, ma adesso ahimè si va sempre più verso uno stile insicuro (preoccupato, distanziante e timoroso) La persona con stile sicuro ha una buona stima di sé e degli altri (io sono Ok- Tu sei OK). Sono persone equilibrate emotivamente, sanno regolare le distanze e le loro emozioni, si sentono intere e ricercano la vicinanza e l'intimità del partner. Sanno dare conforto (caregiving) e sanno richiedere conforto (careseeking) alle persone giuste. Hanno il giusto equilibio tra razionalità ed emozioni. Sono orientate alla risoluzione dei problemi tenendo conto delle loro emozioni.

La relazione adulta è basata su questi due poli ansia per l'abbandono ed evitamento della vicinanza. In studio hanno intervistato un campione di soggetti adulti e dalle descrizioni della relazione e del partner sono emersi dei punteggi elevati in alcune aree, vediamo nello specifico: I soggetti sicuri descrivono in maniera convincente il comportamento di base sicura proprio e del partner, possono anche parlare di comportamenti negativi del partner, ma mantenendosi sempre coerenti ed equilibrati. L’intervistato sicuro attribuisce valore agli aspetti della relazione che concernono l’attaccamento – ad es. il desiderio d’intimità fra i partner o il supporto reciproco – indipendentemente dal fatto che essi siano o meno presenti e/o soddisfacenti nella relazione attuale. Gli individui sicuri ottengono punteggi medio-alti nelle scale Amore, Careseeking, Caregiving, Valutazione dell’Intimità e Coerenza. La classificazione Distanziante viene assegnata quando, nel trascritto, non emergono evidenze in grado di provare che il soggetto reputa importanti, all’interno della relazione di coppia, l’attaccamento, il supporto ed il conforto reciproco tra partner. Le narrative prodotte da questi individui sono, in generale, poco coerenti, con possibile idealizzazione o “normalizzazione” degli aspetti relazionali ed eccessiva enfasi sui bisogni di autonomia. Non è infrequente riscontrare in questi trascritti una focalizzazione sugli aspetti più concreti e materiali della relazione (ad es. il divertimento, le vacanze, l’acquisto di beni immobili). Spesso è presente una tendenza a minimizzare o a negare qualsiasi effetto del legame col partner sulla propria personalità. Si attribuisce questa classificazione quando al trascritto vengono assegnati punteggi medio-alti in alcune delle seguenti scale: Rifiuto, Valutazione dell’Indipendenza, Idealizzazione/Normalizzazione, Svalutazione, Paura della perdita

La classificazione Preoccupato viene invece assegnata quando dal trascritto emerge un coinvolgimento ansioso con il partner e/o un tentativo di controllo del partner. La narrativa può veicolare sentimenti di insoddisfazione o ansia riguardo alle capacità del partner di soddisfare bisogni e desideri personali, e può esprimere ambivalenza, rabbia o confusione per ciò che concerne la relazione, il partner e/o se stessi. La narrazione risulta oscillante, poco chiara, a tratti non pertinente rispetto alle domande poste, con una evidente mancanza di coerenza generale. L’assegnazione dei trascritti a questa categoria avviene in seguito all’attribuzione di punteggi medio-alti alle scale Coinvolgimento, Controllo, Dipendenza, Rabbia, Passività. Alla luce di quanto emerso mi preme sottolineare l'importanza di un lavoro sul proprio stile relazionale, e quanto sia invasivo nella vita di una persona avendo ripercussioni in ogni ambito di vita, dal lavoro, dal rapporto con i propri parenti, con i propri figli, con le amicizie, insomma in ogni situazione in cui vi è un contatto con gli altri. Stiamo portando avanti con altre colleghe uno studio sulla figura del tutor perinatale, uno psicologo che affianchi la coppia nella fase di “attesa” di un figlio, perchè riteniamo sia di fondamentale importanza lavorare su questi aspetti che potranno ripercuotersi sulla relazione e sullo sviluppo psico-fisico del bambino, provate solo ad immaginare una mamma con stile preoccupato... la sua vita sarà orientata a responsabilizzare il bambino il quale fungerà da para fulmine per le sue emozioni, il bambino sarà quella vicinanza fusionale che cerca da sempre , sarà quel colamre i suoi vita... e tutto ciò a discapito della libertà personale del bambino. e qualora dovesse avere difficoltà nella coppia sarà così presa dai suoi problemi da dimenticare i bisogni del suo bambino. Al contrario uno stile distanziante si concentrerà sulle performance del bambino, favorendo solo atteggiamenti conformi al suo modo di pensare, soffocando ogni espressione emotiva del bambino in quanto incapace di farvi fronte...distraendolo così con oggetti di lusso, viaggi, sport e quanto lo possa distrarre dalle sue emozioni. Per saperne di più siamo su facebook con il gruppo “ Tutor Perinatale Taranto” oppure pagina Psicologa Annarita Candelli

20/03/2018

Psicologa Annarita Candelli 392/5839775 Studio Privato Viale Magna Grecia 316 TARANTO

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