Le fessure del tempo
L’occhio mio bambino
s’intrufola nella buia stanza
a scoprire nascosti pertugi.
Quale adulta divinità
celò l’intaglio
ove incuneare il cuore?
Ma il battito infittisce
e la mente scolora invisibile
la tua diafana immagine…
Di cartapesta implode il sogno
e l’eterea beltà svanisce
in lacrimosi occhi,
sbircianti irretite reliquie
tra le fessure del tempo.
La stagione
del caldo amore
è trascorsa.
I dolci sospiri più non s'odono;
più non profuma il gelsomino.
Solo screpolature…
e baci assenti
e vani ricordi.
Amplessi svaniti in perduti richiami...
Vuoto di te
ritorno cenere muta.
© Francesco Sartori
Valli del Pasubio, 05/09/2020
Scrittore, giornalista, filosofo, teologo, linguista, informatico, Poeta Amante e Cercatore di Dio.
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