PRIDE: QUANDO L'EMARGINAZIONE DIVENTA ORGOGLIO

PRIDE: QUANDO L'EMARGINAZIONE DIVENTA ORGOGLIO

Il Pride, conosciuta come Gay Pride, o meglio nota come parata dell’orgoglio, è una manifestazione allegra e variopinta aperta a tutti, indipendentemente quale sia l’orientamento sessuale o l’identità di genere.

E’ l’occasione per celebrare l’accettazione sociale e l’auto-accettarsi delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, asessuali, non-binarie e queer e mostrare emancipazione verso quelli che sono sempre stati dei pregiudizi infondati e dei tabù.

Per capire come ha origine tutto ciò dobbiamo fare un tuffo nel passato.

Ci troviamo negli anni ‘60, e sai bene che in questo periodo qualsiasi tipo di diversità non è tollerata, viene perseguitata e punita, a volte fa arrivare alla morte il povero o la povera malcapitata.

Mentre a tutela delle persone di colore esistono vari emendamenti costituzionali, per i gay non c’è alcuna tolleranza.

C’è una piccola isola felice, però, negli Stati Uniti, è Greenwich Village, il quartiere più libertino di Manhattan, dove puoi esternare chi veramente ti senti di essere, senza incorrere in giudizi o persecuzioni.

Al centro dell’isolato si trova il bar più in voga del quartiere, l’unico locale che accetta clienti non etero, dove finalmente puoi farti nuovi contatti, sentirti accettato, e perchè no?, rimorchiare.

Questo locale è lo Stonewall, il bar più frequentato dalla comunità LGBTQ+ (acronimo utilizzato per rappresentare tutte quelle persone che non si sentono eterosessuali).

Il bar è diviso in due parti, davanti vicino l’ingresso si trovano i gay “normali”, chiamano così gli omossessuali che non usano pronomi femminili per descriversi, mentre  dietro dove c’è il jukebox ci sono le Drag Queen che si esibiscono liberamente.

In prossimità delle elezioni del sindaco, il candidato John Lindsay, chiede una pulizia generale di tutti i bar della città.

Lo Stonewall in particolare, non solo ospita i gay al suo interno, ma è gestito da una organizzazione mafiosa e non ha le licenze per i liquori, insomma, il capro espiatorio perfetto.

Così, nella notte del 28 giugno 1969, ecco che otto ufficiali entrano nel bar, fanno uscire tutti e dichiarano il posto sotto sequestro.

A differenza delle altre retate, questa volta i clienti fanno fronte alle forze dell’ordine, si rifiutano di uscire e si oppongono agli arresti.

La squadra di polizia ormai non ce la fa più, ironia della sorte si rintana all’interno dello Stonewall e barrica le porte.

Loro saranno forse 400, mentre fuori ci sono almeno 2000 persone. Sono accorsi in aiuto anche simpatizzanti residenti nel quartiere.

Qui non si molla! Qualcuno vuole dare fuoco al bar, altri lanciano bottiglie, altri cantano per rivendicare i propri diritti… 

C’è Miss New Orleans, la portavoce delle Drag, che con un parchimetro si sta facendo strada e lo sta usando come ariete per sfondare la porta dello Stonewall. E ci riesce!

I poliziotti, alle strette, sono davvero nervosi, ed estraggono le pistole.

Per fortuna, il vice ispettore, vieta ai suoi uomini di sparare, altrimenti sì, che potrebbe scatenarsi una guerra.

Da lontano si sentono delle sirene, sono in arrivo altri poliziotti.  Gli agenti antisommossa si schierano per dileguare la folla.

Miss New Orleans assieme alle sue Drag tiene testa allo squadrone di agenti e li fa indietreggiare, creando una sorta di marcia attorno al bar.

Passate un bel po’ di ore, qualcuno va a casa, 13 persone vengono  arrestate.

Lo Stonewall non si arrende, e la sera dopo è di nuovo aperto, e la sua clientela è lì, orgogliosa.

Ovviamente la polizia è tornata, ma questa volta, accanto alla comunità LGBTQ+ ci sono anche attivisti per i diritti dei neri e delle donne, militanti contro la guerra del Vietnam e gente del quartiere, con tanta rabbia e voglia di lottare.

Si crea un nuovo popolo, una nuova era.

Nel 1970, il 28 giugno, in memoria delle rivolte di Stonewall, è indetta la Christopher Street Memoration March, il primo Gay Pride della storia.

In Italia la prima manifestazione pubblica per i diritti sessuali si tiene il 5 Aprile 1972, in concomitanza del Congresso Internazionale di Sessuologia a Sanremo, che discute i comportamenti devianti della sessualità.

Come sottolineo in tutti i miei articoli, quando si parla di sessualità, il termine normale non esiste, ognuno può e deve esprimersi come si sente, senza reprimere la propria indole.

Essere solidale con la comunità LGBTQ+ non significa che devi rinnegare la tua etero sessualità, basta solo che porti rispetto, senza giudizi o pregiudizi e accetti le persone per quello che sono: individui con una personalità e un’anima, come la tua.

Facciamo tutti parte di questa comunità, io mi trovo alla lettera A , e tu?

(Lesbica, Gay, Bisex, Transgender, Transessuale,Queer, Questioning, Intersex, Alleati, Asessuali, Pansessuali)

Michi


fonte: Rai Storia: i moti di Stonewall

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