Sotto controllo
Negli ultimi due decenni, i social media sono diventati il centro gravitazionale delle interazioni umane, influenzando profondamente non solo le relazioni personali ma anche la percezione della realtà, le scelte economiche, le dinamiche sociali e, in modo significativo, la politica globale. Dietro le grandi opportunità di connessione e informazione, si nasconde una realtà inquietante ormai chiara a tutti: le piattaforme non sono strumenti neutri, ma possono diventare potenti meccanismi di controllo in grado di manipolare, plasmare il pensiero e i comportamenti di miliardi di persone.
I social media si basano su algoritmi sofisticati, che sappiamo essere progettati per mantenere gli utenti il più possibile attivi sulle piattaforme. Questi algoritmi non si limitano a mostrare contenuti rilevanti, ma decidono attivamente ciò che gli utenti vedono e, di conseguenza, ne orientano il pensiero. Basti osservare le conseguenze dei post spesso incendiari e polemici di Elon Musk su X, diventato ormai un nauseabondo campo di battaglia disseminato di fake news e violenza verbale espressa in poche parole. Le decisioni prese da poche persone — manager e dirigenti delle piattaforme — possono determinare le priorità informative di intere società. E chi frequenta i social creando contenuti si accorge spesso che determinati post non trovano la diffusione attesa … stranamente. Il complottismo non mi appartiene, ma in un mondo in cui regna il marketing e l’immagine, utilizzare questi strumenti a proprio vantaggio e per interesse diventa troppo facile per chi può operare nelle stanze dei bottoni. Stanze diventate ormai virtuali, ma con un potere molto superiore rispetto al passato.
La manipolazione algoritmica non è neutrale. Come ha osservato Shoshana Zuboff, autrice di Il capitalismo della sorveglianza, "la prevedibilità del comportamento umano è la risorsa più preziosa del mondo digitale." Per sfruttare questa prevedibilità, i social media incentivano la polarizzazione, amplificando contenuti controversi e spesso divisivi. Così ecco una società frammentata e facilmente influenzabile, dove la costruzione di realtà ad hoc e lo sfruttamento dei bias è a portata di mano di chi gestisce i flussi di informazioni.
La politica è pericolosamente uno degli ambiti più vulnerabili all'influenza dei social. Le elezioni presidenziali statunitensi del 2016 hanno segnato un punto di svolta, dimostrando come le piattaforme possano essere utilizzate per manipolare l'opinione pubblica su vasta scala. Facebook, guidato da Mark Zuckerberg, è stato al centro delle polemiche per il caso Cambridge Analytica, in cui dati personali di milioni di utenti sono stati utilizzati per creare messaggi politici mirati.
La disinformazione è una piaga alimentata dai social. Bill Gates, fondatore di Microsoft, ha più volte espresso preoccupazione per la diffusione incontrollata di fake news, specialmente in ambiti sensibili come la salute pubblica e la politica. I social media hanno accelerato la velocità con cui le bugie si diffondono, e questo rappresenta un pericolo reale per la società se pensiamo al fatto che i contenuti controversi e in controtendenza ottengono maggiore visibilità dagli algoritmi.
E’ preoccupante la concentrazione di potere nelle mani di pochi miliardari. Elon Musk, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e altri detengono non solo il controllo diretto delle piattaforme, ma ormai anche una notevole influenza sulle norme culturali e sulle narrative globali. Musk dopo l’acquisto di X aveva dichiarato l’obiettivo di voler promuovere la libertà di espressione. Tuttavia, le sue decisioni (ripristino di account controversi, cambiamento delle politiche di moderazione, ecc) sollevano domande sulla reale imparzialità della piattaforma (e dopo le ultime elezioni, diciamo che i dubbi sono stati spazzati via). Zuckerberg, con il suo metaverso, sta cercando di creare un mondo virtuale parallelo in cui le persone possano vivere, lavorare e interagire. Immaginate un po ... ma chi regolerà questo spazio? E quali saranno le conseguenze per la privacy e la libertà individuale?
Il controllo delle informazioni da parte delle piattaforme non è solo un problema di mercato, ma anche di democrazia. La politica moderna è sempre più online, e chi controlla i mezzi di comunicazione digitale può influenzare elezioni, proteste e movimenti. I lavaggi del cervello sono già realtà, dove più dove meno, ed è spesso complicato farsi un’idea reale e completa sulle cose in un mondo che ti bombarda di stimoli e informazioni a velocità incontrollabile. Immaginate cosa potrebbe succedere continuando nella direzione attuale: mentre i social media promettono di dare voce a tutti, amplificano le voci di coloro che detengono più potere e risorse. Un paradosso inquietante.
La soluzione a questi problemi non è semplice. I social media ci hanno dato molte opportunità, ma mostrano evidenti e significative insidie. Regolamentare le piattaforme senza compromettere la libertà di espressione è una sfida complessa. Tuttavia una maggiore trasparenza sugli algoritmi, una migliore educazione digitale e una regolamentazione attenta sono passi fondamentali per garantire che i social media servano le persone, e non il contrario.
Il potere dei social media non dovrebbe essere nelle mani di pochi. È essenziale ripensare il modo in cui gestiamo e regoliamo queste tecnologie per il bene di tutti. La battaglia per il controllo della nostra attenzione, dei nostri pensieri e delle nostre azioni è in corso da molto tempo, ma oggi gli strumenti sono enormemente più potenti rispetto al passato. La domanda è: saremo in grado di riconquistare la nostra autonomia, preservare le nostre libertà oppure saremo sempre di più "sotto controllo"?
Esercizio. Quali sono le tue fonti di informazione? Quali social media utilizzi e come? Valuta le informazioni e i dati sui quali formi il tuo pensiero e le tue idee. Ascolta e leggi visioni differenti, cerca di bilanciare, allarga il campo a cose che ti sembrano contrarie al tuo parere, definisci un metodo per ottenere pluralità di informazione ed equilibrio. Buon lavoro.
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Business Architect | PM | Tributarista Certificato | CFA | Gestisco progetti per PMI e organizzazioni culturali. 20+anni di esperienza nel trasformare obiettivi in risultati concreti|Ceo EVC Group & Contemplazioni
3 mesiConcordo, ed è preoccupante la metodologia per veicolare un messaggio di parte impoverendo e/o condizionando il dialogo mentale di ognuno di noi.
Project Manager | Author | Speaker | Trainer | Coach
3 mesiInteressante lettura a riguardo. https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/30/facebook-lesperimento-segreto-sulle-emozioni-di-700mila-utenti/1044655/#:~:text=Le%20emozioni%20espresse%20sui%20social,si%20verifichi%20anche%20a%20distanza
Executive & Talent Coach PCC | Leadership e Personal branding per manager, C-Level & CEO | Nenet Co-Founder | Keynote Speaker | Project Manager | LinkedIn Top Voice Lavoro | Former Ski-Racer | Learning and Books Addicted
3 mesiQuesta è la cosa davvero preoccupante. Ma d’altronde sarebbe un ricorso storico. Nel passato era la tv, ora i social media. C’è un bellissimo libro di McLuhann che ne parla…😉
Ambassador "accumulo" oro in lingotti da investimento | Consento agli imprenditori di scoprire le irregolarità dei loro rapporti bancari e le anomalie (ex) Equitalia | Smobilizzo superbonus 110%
3 mesiTema troppo spesso "sottovalutato". Grazie Walter Romano per tenerci "in campana" per non essere manipolati.