“Tradizioni, valori, identità” o mistificazioni?

“Tradizioni, valori, identità” o mistificazioni?

Ieri si è conclusa una magistrale settimana di conduzione del programma radiofonico di Prima Pagina. Sono però rimasto colpito dalla lettura di una dichiarazione di papa Francesco, il quale lamentava la scarsa presenza dei segni della Cristianità alle feste natalizie e stigmatizzava la progressiva laicizzazione e perdita delle nostre tradizioni cristiane.

Oggi poi ho notato il post di una parlamentare trentina di Fratelli d’Italia (che conosco personalmente, stimo e seguo spesso su Instagram), in cui ha pubblicato una sua foto, tra Presepe e albero di Natale, accompagnato dalle parole: “Tradizioni, valori, identità.”

Ho alcune osservazioni da fare sulle “tradizioni, i valori e l’identità” cristiane rispetto al Natale:

1) i Vangeli non dicono nulla sul periodo dell’anno in cui nacque Gesù. La data del 25 dicembre è stata scelta nel IV secolo in modo arbitrario dalla Chiesa. Il Natale è stato infatti piazzato in coincidenza con le antiche celebrazioni pagane del solstizio d’inverno, allo scopo di rimpiazzarle e soffocarle. Questa sovrapposizione e imposizione, durata secoli, fu operata in larga misura con la violenza e l’intimidazione.

2) Il Gesù storico è nato, vissuto e morto ebreo. Il cristianesimo, ai tempi di Gesù era una setta ebraica. Il cristianesimo come religione nasce decenni dopo la sua morte.

Inoltre, la decisione di considerare Gesù “figlio di Dio”, e conseguentemente di attribuirgli una natura divina è stata presa secoli dopo, nel Concilio di Nicea del 325 DC, con il mito dell’incarnazione. Nella realtà storica Gesù bambino è un bambino ebreo che nei presepi appare camuffato da cristiano. Nei presepi viene circondato da una simbologia antistorica (angeli, spirito santo, re magi ecc.) che non appartiene realmente alla cultura e alla storia personale di Gesù, che è esclusivamente ebraica.

3) L’Italia come Nazione è nata in forte contrapposizione con la Chiesa. I padri fondatori, da Mazzini a Garibaldi a Cavour, erano tutti fieri laici (“libera Chiesa in libero Stato”).

Il Risorgimento ha raggiunto il suo compimento con la breccia di Porta Pia, in una guerra contro lo Stato Pontificio. L'anniversario della breccia, il 20 settembre, è stato infatti festività nazionale fino al 1930, quando fu abolito a seguito della firma dei Patti Lateranensi tra Mussolini e la Chiesa.

4) Una delle eredità del fascismo è stato il rovesciamento di tutta la tradizione risorgimentale. Il Concordato con il quale Mussolini, personalmente ateo e anticlericale, reintrodusse l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole, con la relativa simbologia di crocefissi ecc., oltre che nei tribunali e altri luoghi pubblici, fu un opportunistico calcolo per ottenere l’appoggio della Chiesa al regime fascista dai pulpiti di tutta Italia.

I Patti Lateranensi tra Chiesa e regime fascista (con Mussolini definito da Pio XI “l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare”) furono seguiti di li a poco dalla firma, sempre a Roma, di un analogo Concordato negoziato dal futuro papa Eugenio Pacelli con Hitler nel 1933.

L'appoggio del papa ai regimi nazi-fascisti poi si trasformò da connivenza in vera e propria complicità, in seguito alle pressioni di Pacelli (diventato nel frattempo Pio XII), su Mussolini stesso per l’adozione delle infami leggi razziali. Pressioni documentate e venute alla luce recentemente negli archivi Vaticani e come sui numeri dell’epoca della rivista gesuita Civiltà Cattolica, che si distinse per lo zelo anti-semita.

Altro che “progressiva laicizzazione e perdita delle nostre tradizioni cristiane”. Quello che si fa passare per “Tradizioni, valori, identità” è un misto di falsi storici e imposizioni fasciste in cui, tradendo lo spirito laico e liberale con cui era nato lo Stato italiano, si sono imposti nei luoghi pubblici simbologia e riti natalizi e cristiani in genere in posti come le scuole statali e i tribunali che sono invece di tutti, credenti e non credenti.

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