Dopo Eni, e in attesa di Poste Italiane, scatta il countdown anche per Banca Monte dei Paschi di Siena. Dal 2 luglio — quando scadrà il lockup per il Mef di vendere altre azioni della banca di Siena — l’azionista pubblico potrà mettere in vendita un altro pacchetto della sua quota, oggi pari al 26,7%. Il mercato è pronto a scommettere che il Tesoro collocherà altre azioni — fonti indicano circa il 10% della banca che sulla base delle valutazioni di ieri varrebbe circa 700 milioni — sulla scia di un titolo che ha fatto una lunga corsa: +63,93% negli ultimi sei mesi. Tirando le somme, a 18 mesi dalla chiusura dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi, l’azione si è rivalutata di oltre il 200% malgrado il segno meno di ieri (-0,87%) dovuto allo stacco dividendo. Gli indiziati sono sempre gli stessi: da UniCredit a Banco BPM e BPER Banca. Ma è anche vero che la rinascita di Mps può fare spazio a nuove pedine nel risiko bancario. Mps è l’unica banca che, dal punto di vista delle valutazioni, ha ancora ampi margini di crescita rispetto agli altri istituti di credito. Il titolo si sta riapprezzando e al pari delle altre colleghe, #Siena rappresenterebbe un investimento profittevole (l’anno prossimo la cedola raddoppierà). Non sembrerebbe inverosimile che possa attrarre nuovi compratori sul mercato. O stimolare i soci esistenti ad arrotondare le proprie quote. I fondi internazionali hanno apprezzato molto bene i titoli di Siena al momento della vendita sul mercato delle quote da parte del Mef. La banca guidata dal ceo Luigi Lovaglio ha più di un tesoretto. Ha un indicatore di solidità Cet1 del 18,2%, il più alto forse d’Europa. Ha una rete estesa di sportelli e una clientela radicata e fedele nel tempo. Ma un nuovo modo per estrarre valore potrebbe essere di puntare sulle fabbriche prodotto: quella assicurativa è in joint venture con AXA. Lovaglio all’ultima trimestrale ha aperto all’acquisto di quote in fabbriche prodotto che, se internalizzate, consentirebbero di portare a casa nuovi ricavi. con daniela polizzi #banche #finanza #credito #polizze #risparmio #assicurazioni #milano Ministero dell'Economia e delle Finanze
Post di Andrea Rinaldi
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Sono le 18.03 di mercoledì 16 novembre quando una nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze dà il via alle danze che tutti attendevano da tempo, archiviando per Banca Monte dei Paschi di Siena oltre quindici anni di errori, ricapitalizzazioni e salvataggi di Stato, costati all’Italia più di 30 miliardi. È il segnale che il Tesoro ha messo in vendita la terza tranche di azioni della sua partecipazione, scesa, dopo altri due collocamenti, dal 64,2% dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi del 2022 al 26%. A comprare nell’ambito di un collocamento accelerato sono stati Banco BPM, che si è portato a casa il 5%; l’asset manager ANIMA Holding, un altro 3%; la finanziaria dei Del Vecchio, Delfin, e Francesco Gaetano Caltagirone, entrambi il 3,5%. Può davvero nascere la terza banca italiana? Non prima di un anno, si sbilancia più d’una fonte di mercato. Ma tra un anno o poco più, nell’aprile ‘26, scadranno i mandati dei ceo di Bpm, Anima e dello stesso Mps. Certo è che a qualche nuovo socio l’idea di un patto parasociale non dispiacerebbe. Con le nozze tra Mps e Banco Bpm-Anima nascerebbe un soggetto da quasi 20 miliardi di market cap, con 500 miliardi di attivi, dietro UniCredit e Intesa Sanpaolo. Per Barclays un accordo dovrebbe essere realizzato parte contanti e parte carta per mantenere il Cet1 di Piazza Meda al di sopra del 13%. Il Roi sarebbe convincente e si tratterebbe di un’operazione accrescitiva. I dipendenti diventerebbero 36.498, anche se c’è da registrate che al momento il Banco non ha ancora chiuso il contratto con i sindacati; gli sportelli incrementerebbero a 2.789 di cui 114 da vendere, sempre secondo Barclays, in ragione di sovrapposizioni in Veneto e Toscana. Tra le questioni più urgenti, ci sarebbe da gestire il riacquisto del 50% della joint venture Mps-AXA sul Vita, in scadenza nel 2027. Lovaglio sta negoziando e va ricordato che Massimo Tononi, presidente Banco Bpm, è in ottimi rapporti con il gruppo di Thomas Buberl. Banco Bpm, a differenza di Mps, ha tutte le fabbriche prodotto: l’investment banking (Banca Akros), la monetica (Numia S.p.A.), il risparmio (Anima), le polizze (Banco BPM Vita spa). Ci sarebbe da lavorare sulle sovrapposizioni eventualmente tra operations, strutture centrali e It, con queste ultime di Mps che potrebbero essere esternalizzate ad Accenture come in passato. Sarebbe lo stesso copione di Intesa-Sanpaolo Imi e anche lì si aggiustò tutto, localismi compresi. Castagna ha ancora impressa la lunghissima trafila burocratica in Bce per perfezionare l’aggregazione Banco Popolare-Bpm. Intanto si è protetto ed è tornato sulla scena. E non è detto che non maturi al contempo il vecchio sogno di prendersi anche la Banca di Asti. In tasca ha già il 9,99%, le sovrapposizioni con Alessandria e Novara non ci sono. #finanza #credito #banche #siena #milano #roma #risiko
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Ancora un passo indietro dello Stato in Monte dei Paschi di Siena, che procede così al terzo collocamento della banca senese. La comunicazione è arrivata ieri sera dal Tesoro che, prima ha fatto sapere di aver avviato il collocamento di 88,2 milioni di azioni del Monte, pari a una quota di circa il 7% del capitale dell’istituto di credito; poi ha corretto il tiro, spiegando che si è proceduto alla vendita del 15% del capitale, risultato – come ha specificato il Mef – di una domanda “pari a oltre il doppio dell’ammontare iniziale”. Il bottino è ricco. Il MEF ha fatto sapere di aver incassato 1,1 miliardi dopo aver venduto le azioni del Monte a 5,52 euro, con un premio del 5% rispetto alla chiusura di Borsa. Iscriviti alla Newsletter per rimanere sempre aggiornato sul mondo dei mercati, dell'economia e della consulenza finanziaria. Iscriviti Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
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Il Monte dei Paschi di Siena sta vivendo una fase di importante trasformazione dopo anni difficili. Grazie al lavoro svolto dall'amministratore delegato Luigi Lovaglio e dal vice direttore generale senese Maurizio Bai, la banca più antica d'Italia e forse del mondo ha ritrovato stabilità e redditività, tanto che il Ministero dell'Economia è riuscito recentemente a vendere il 15% delle azioni per 1,1 miliardi di euro, valorizzando l'intera banca 7,3 miliardi, approfittando anche della crescita dei corsi delle banche nell'ultimo periodo, dovuto pure all'aumento dei tassi di interesse. Un risultato notevole se si pensa che lo Stato, che mantiene ancora l'11,7%, potrebbe riuscire a recuperare l'intero investimento di 5,4 miliardi effettuato nel 2017 per il salvataggio. La crisi di MPS era iniziata con l'azzardata acquisizione di Banca Antonveneta nel 2007 per 10 miliardi di euro, una banca molto contesa nel periodo, ma un'operazione che si rivelò disastrosa per le finanze della banca senese. Dopo anni di difficoltà e vari tentativi di rilancio, fu necessario l'intervento statale, che vide alcuni aumenti di capitale, per evitare il fallimento. Oggi lo scenario è completamente cambiato. L'ingresso di Banco BPM nel capitale, guidato da Giuseppe Castagna, insieme ai gruppi Caltagirone e Del Vecchio (Delfin), apre nuovi scenari. Con questa mossa il Banco BPM potrebbe cogliere una doppia opportunità con un'unica mossa strategica, cercando di proporsi come terzo polo bancario italiano, dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit, e anche, magari, nel contempo evitare di diventare preda del Credit Agricole, già presente in Italia con varie acquisizioni. Questa strategia, tuttavia, potrebbe sollevare alcune preoccupazioni. La presenza di grandi gruppi industriali nell'azionariato (Caltagirone e Del Vecchio), considerando i loro investimenti in altri settori, alimenta l'idea di possibili conflitti di interesse. Esiste, inoltre, il timore che MPS possa perdere la sua storica vocazione di supporto alle piccole e medie imprese, che Lovaglio e Bai hanno saputo rivitalizzare con successo. Le autorità di vigilanza, sicuramente monitoreranno questi equilibri, mentre il Ministero dell'Economia, con la sua quota residua, mantiene ancora un ruolo chiave nel determinare il futuro della banca. La sfida sarà quella di permettere la creazione di un gruppo bancario più forte, mantenendo al contempo l'impegno nel territorio, non mancando di bilanciare logiche industriali e bancarie. #mps #bancobpm #terzopolobancario #mef
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Le azioni di banca Monte Paschi Siena sono " la cartina di tornasole" ( prova decisiva ed irrefutabile) dell'incoerenza tra il prezzo di un equity ed il valore patrimoniale di una banca. Così come l'indice Tier 1 posto in bilancio. Valori "macedonia" senza aver minimamente idea del reale valore di ogni singolo frutto che la compone. Detto ciò, fossi in Giorgetti, penserei seriamente a collocare sul Mercato un'altra quota di MPS. Anzi, credo proprio che lo farà concretamente qualora l'azione superi il prezzo di 7,00 Euro. Comunque prima dell'insediamento del nuovo CDA con i nuovi ingressi in governance che non promettono nulla di buono visto il pregresso. Saranno 3 lunghi anni difficilissimi. DTA da spesare, Litigation Claim da coprire, Patrimonio Immobiliare da alienare e probabilmente da rettificare il valore di bilancio dei cespiti. UTP ED NPL sono un altro capitolo. I Ricavi? !
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💰 Mps: il costo dei salvataggi dal 2012 arriva a 20 miliardi! 🔍 Scopri come interventi pubblici e privati hanno riscritto la storia del Monte dei Paschi di Siena, oggi risanato e pronto a essere protagonista del panorama bancario italiano ed europeo. 👉 Leggi il comunicato di Unimpresa per tutti i dettagli! 📊 Una riflessione su risparmi, imprese e il futuro del nostro sistema bancario. https://lnkd.in/dkTkbwcs 🌐 #Unimpresa #MontePaschi #EconomiaItaliana #Banche #Finanza #Mps #Mediobanca
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MPS-Monte dei Paschi di Siena: la strada per conquistare Mediobanca prevede l'n-esimo aumento di capitale. Quanti in tutto dal 2008? La storia della banca, dai Tremonti bond ai Monti bond, fino alla ricapitalizzazione precauzionale del 2017
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ORA ULTIMA: MPS nel mirino: Caltagirone punta al terzo polo e scuote il mercato. VISITA IMMEDIATAMENTE IL SITO 👉 ORA ULTIMA 👈 LEGGI SUBITO L'ARTICOLO COMPLETO ➡️ https://lnkd.in/dYhEJqpQ 🆘 Francesco Gaetano Caltagirone ha sorpreso tutti acquistando una quota rilevante di Monte dei Paschi di Siena. Questa mossa innesca una vera e propria battaglia per il controllo della banca senese e potrebbe portare alla nascita di un nuovo polo bancario italiano. Ma quali saranno le conseguenze per i risparmiatori e per l'economia del Paese? Visita oraultima.com per leggere l'articolo completo e scoprire di più. ❓Cosa ne pensi di questa nuova sfida nel mondo della finanza? 💡Vuoi essere sempre aggiornato sull'economia senza complicazioni? Visita ORAULTIMA.COM ogni giorno! #oraultima #unicredit #mps #bmp #bancobmp #banche #azioni #economia #finanza #Italia #Notizie #Investimenti #Investimento #investment #investing #Borsa #Mercati #productivity #MercatiFinanziari #Investimenti #money #changes #newways #futureofwork #bonus #news #notizie #business #finanzapersonale #economiaitaliana #newsfinanziarie
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Mps Mediobanca, qualche numero. Il settore bancario italiano aspetta da tempo una svolta, dopo il terremoto innescato dalle mire di Unicredit su Banco Bpm. La mossa forse decisiva, a sorpresa, arriva da Siena, con Mps che si muove su Mediobanca. Sull'Ops lanciata da Siena vale la pena ricordare qualche numero. Il Tesoro ha l’11,7% di Mps dopo la cessione del 15% del capitale delle scorso novembre, e il Governo ha sempre spinto per la nascita di un terzo polo con protagonista proprio Mps, anche se prima della mossa di Orcel era stato riportato che il partner sarebbe stato Banco Bpm. Tra gli azionisti ci sono anche Francesco Gaetano Caltagirone (5%), la Delfin dei Del Vecchio (9,78%), Banco Bpm (5%) e Anima (4%). A sua volta, Mediobanca possiede il 13% di Generali, e Delfin e Caltagirone sono anche in Mediobanca (rispettivamente on il 19,8 e il 7,8%) e la stessa Generali (Delfin ha il 9,93%, Caltagirone ha il 6,92%). La mossa di Mps può scatenare un terremoto, mentre si gioca anche la partita tra Generali e Natixis.
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La credibilità è il primo requisito per qualsiasi operazione finanziaria di successo. L’offerta di MPS per Mediobanca ha colto molti di sorpresa, ma il mercato ha reagito con scetticismo. Perché? Perché un’offerta, per essere attrattiva, deve anche essere credibile. Nel 2020 MPS era di fatto una banca fallita, salvata dallo Stato con un intervento straordinario. Oggi, nonostante il miglioramento dei conti, resta un istituto con una capitalizzazione ridotta e una storia recente di fragilità. Pensare che possa acquisire un player solido e strategico come Mediobanca senza il supporto di soggetti terzi o senza una logica industriale chiara è difficile da sostenere. Questo caso ci ricorda un principio fondamentale: nel mondo della finanza, non basta fare un’offerta. Bisogna dimostrare di avere le risorse, la strategia e la sostenibilità per portarla a termine. Senza questi elementi, il mercato non si fida..
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ORA ULTIMA: MPS nel mirino: Caltagirone punta al terzo polo e scuote il mercato. VISITA IMMEDIATAMENTE IL SITO 👉 ORA ULTIMA 👈 LEGGI SUBITO L'ARTICOLO COMPLETO ➡️ https://lnkd.in/d5ktYtj9 🆘 Francesco Gaetano Caltagirone ha sorpreso tutti acquistando una quota rilevante di Monte dei Paschi di Siena. Questa mossa innesca una vera e propria battaglia per il controllo della banca senese e potrebbe portare alla nascita di un nuovo polo bancario italiano. Ma quali saranno le conseguenze per i risparmiatori e per l'economia del Paese? Visita oraultima.com per leggere l'articolo completo e scoprire di più. ❓Cosa ne pensi di questa nuova sfida nel mondo della finanza? 💡Vuoi essere sempre aggiornato sull'economia senza complicazioni? Visita ORAULTIMA.COM ogni giorno! #oraultima #unicredit #mps #bmp #bancobmp #banche #azioni #economia #finanza #Italia #Notizie #Investimenti #Investimento #investment #investing #Borsa #Mercati #productivity #MercatiFinanziari #Investimenti #money #changes #newways #futureofwork #bonus #news #notizie #business #finanzapersonale #economiaitaliana #newsfinanziarie
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