Il Monte dei Paschi di Siena sta vivendo una fase di importante trasformazione dopo anni difficili. Grazie al lavoro svolto dall'amministratore delegato Luigi Lovaglio e dal vice direttore generale senese Maurizio Bai, la banca più antica d'Italia e forse del mondo ha ritrovato stabilità e redditività, tanto che il Ministero dell'Economia è riuscito recentemente a vendere il 15% delle azioni per 1,1 miliardi di euro, valorizzando l'intera banca 7,3 miliardi, approfittando anche della crescita dei corsi delle banche nell'ultimo periodo, dovuto pure all'aumento dei tassi di interesse.
Un risultato notevole se si pensa che lo Stato, che mantiene ancora l'11,7%, potrebbe riuscire a recuperare l'intero investimento di 5,4 miliardi effettuato nel 2017 per il salvataggio.
La crisi di MPS era iniziata con l'azzardata acquisizione di Banca Antonveneta nel 2007 per 10 miliardi di euro, una banca molto contesa nel periodo, ma un'operazione che si rivelò disastrosa per le finanze della banca senese.
Dopo anni di difficoltà e vari tentativi di rilancio, fu necessario l'intervento statale, che vide alcuni aumenti di capitale, per evitare il fallimento.
Oggi lo scenario è completamente cambiato. L'ingresso di Banco BPM nel capitale, guidato da Giuseppe Castagna, insieme ai gruppi Caltagirone e Del Vecchio (Delfin), apre nuovi scenari.
Con questa mossa il Banco BPM potrebbe cogliere una doppia opportunità con un'unica mossa strategica, cercando di proporsi come terzo polo bancario italiano, dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit, e anche, magari, nel contempo evitare di diventare preda del Credit Agricole, già presente in Italia con varie acquisizioni.
Questa strategia, tuttavia, potrebbe sollevare alcune preoccupazioni. La presenza di grandi gruppi industriali nell'azionariato (Caltagirone e Del Vecchio), considerando i loro investimenti in altri settori, alimenta l'idea di possibili conflitti di interesse. Esiste, inoltre, il timore che MPS possa perdere la sua storica vocazione di supporto alle piccole e medie imprese, che Lovaglio e Bai hanno saputo rivitalizzare con successo.
Le autorità di vigilanza, sicuramente monitoreranno questi equilibri, mentre il Ministero dell'Economia, con la sua quota residua, mantiene ancora un ruolo chiave nel determinare il futuro della banca.
La sfida sarà quella di permettere la creazione di un gruppo bancario più forte, mantenendo al contempo l'impegno nel territorio, non mancando di bilanciare logiche industriali e bancarie.
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Impiegato bancario presso Banca Monte dei Paschi di Siena
2 settimaneBasta avvoltoi