Le cellule tumorali, per sostenere il loro ritmo di crescita, sono in uno stato di stress elevato: stimolando ulteriormente questo stress vengono indotte a rilasciare dei materiali, chiamati peptidi immunogenici. Questi peptidi possono essere studiati e usati per addestrare il sistema immunitario a riconoscere tipi specifici di tumori. Il team del laboratorio di Immunologia Mucosale e Microbiota diretto dalla Prof.ssa Maria Rescigno ha già identificato i peptidi che possono garantire la risposta immunitaria contro il melanoma e la stessa strategia è ora applicata al sarcoma epitelioide, una forma aggressiva di cancro che colpisce i tessuti molli e che risponde in modo ridotto alle terapie oggi disponibili. Al momento, ricercatrici e ricercatori hanno confermato la presenza di materiale peptidico rilasciato dal sarcoma epitelioide e lo stanno studiando per identificare la sua composizione. Questa caratterizzazione è necessaria per la creazione di un vaccino antitumorale universale per i sarcomi dei tessuti molli. #tumori #sarcomi #vaccini #Ricerca
Post di Fondazione Humanitas per la Ricerca
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💡A fine Ottocento, il chirurgo newyorkese William Coley iniziò a curare i pazienti oncologici con una miscela batterica, dando origine alla prima forma di #immunoterapia della storia. 🦠Coley non aveva un'idea chiara del perché la sua terapia funzionasse, ma noi sì: i #batteri possono stimolare una risposta immunitaria proprio all'interno della massa tumorale. 🧬Più di cento anni dopo quella scoperta, è addirittura possibile creare versioni di microbi "ingegnerizzati" in grado di colpire specificamente le caratteristiche molecolari del tumore. 🔬I ricercatori della Columbia University hanno trasformato dei batteri probiotici della specie Escherichia coli in #vaccini anticancro personalizzati, facendogli esprimere delle proteine specifiche del tumore, chiamate #neoantigeni. I risultati nel mio nuovo articolo per Osservatorio Terapie Avanzate ⬇️
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informazione scientifica, sempre utile la conoscenza
Per crescere i tumori sfruttano un meccanismo che è attivo anche nei neonati, coinvolto in particolare nello sviluppo del sistema immunitario durante i primi mesi di vita: le cellule tumorali si alleano, infatti, con un tipo di cellule immunitarie, le cellule Treg, che aiutano il cancro a proliferare catturando il ferro in circolazione nell’organismo.
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Il #mesotelioma pleurico è un #tumore, relativamente raro ma molto aggressivo, causato principalmente dall'inalazione di microfibre di #amianto (#asbesto), un materiale ampiamente utilizzato in vari settori e vietato dal 1992 per la dimostrata cancerogenicità. Riuscire ad identificare il prima possibile chi, a causa di precedente esposizione all'agente scatenante, potrebbe sviluppare questa grave neoplasia consentirebbe trattamenti più mirati e tempestivi. Il progetto finanziato da fondi #PNRR denominato #LIFEBELT mira proprio a cingere con una "cintura di sicurezza" (questo il significato letterale della parola) le persone a rischio attraverso l’identificazione di #biomarcatori diagnostici e marcatori predittivi di risposta al trattamento sulla base delle caratteristiche molecolari della malattia tumorale. Lo studio è coordinato dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Anna di #Ferrara (p.i. la dott.ssa Luana Calabrò) e vede nel partenariato, oltre a Università degli Studi di Sassari e Istituto Tumori 'Giovanni Paolo II' Bari - IRCCS, il fondamentale contributo del gruppo #Terapia Adottiva #CarT (referente il dott. Massimiliano Mazza) di IRST "Dino Amadori" IRCCS ed in particolare del dott. Fabio Nicolini. Che commenta: "Useremo una potente e innovativa tecnologia, chiamata OLINK Explore che consente di rilevare anche minime variazioni di oltre 5000 proteine utilizzando pochi microlitri di campione. L’identificazione di particolari combinazioni di proteine alterate faciliterà la costruzione di test di screening per la diagnosi precoce sulla popolazione mutuando le tecnologie già utilizzate, ad esempio, per i test COVID. Tali marcatori potrebbero poi trovare utilizzo anche nel monitoraggio della malattia durante i diversi trattamenti." #dovelaricercacura #unitinellacura #prevenzione Leggi la notizia: https://lnkd.in/dU7dU8GT
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Sappiamo ancora poco delle primissime fasi dello sviluppo dei #tumori, soprattutto per quanto riguarda ciò che avviene in modo spontaneo nel nostro organismo. Un articolo recentemente pubblicato su Nature (Nature Portfolio) indaga in modo approfondito le prime fasi dello sviluppo del tumore del #pancreas. Analizzando campioni di tessuto sano del pancreas di pazienti sottoposti a chirurgia, il gruppo di ricerca ha osservato che in ogni campione di tessuto sano di pancreas erano presenti diversi gruppi di cellule che sono a tutti gli effetti dei #precursori di un tumore. La maggior parte presentava mutazioni nel gene KRAS, già noto come driver dello sviluppo tumorale, che sono quindi presenti fin dall’inizio. Inoltre, precursori distanti anche pochi millimetri possono avere mutazioni in KRAS diverse, oppure condividono tra di loro la mutazione in KRAS ma non le altre mutazioni: significa che ogni precursore è un evento casuale e indipendente dagli altri. Quello che questo studio ci dice quindi è che questi precursori in effetti non sono ancora dei futuri tumori, almeno non tutti, ma delle popolazioni di cellule già "iniziate" all'interno delle quali si potrà, forse, selezionare un clone che poi darà origine a un tumore clonale. Ne scrive su Scienza in rete ettore meccia, biologo molecolare e ricercatore presso l'Istituto Superiore di Sanità. https://lnkd.in/dcXddS3m
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I sarcomi dei tessuti molli sono tumori rari, con un'incidenza di circa 5 casi ogni 100.000 adulti e rappresentano solo l'1% di tutti i tumori maligni. La #sopravvivenza a 5 anni dalla #diagnosi dipende dall'aggressività del tumore e dalla rapidità con cui viene individuato, con una media del 55%. È fondamentale quindi continuare a sensibilizzare sulla loro esistenza e migliorare le strategie di #prevenzione e #trattamento. #sarcoma #oncologia #ricercascientifica #salute
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Nuove speranze e nuove armi per combattere il cancro al seno di tipo metastatico. Sono circa 37mila le donne italiane che vivono con un #tumore al seno metastatico, la forma più avanzata e insidiosa della neoplasia, ma grazie ai progressi della ricerca aumentano le prospettive di trattamento per queste pazienti. L'ultimo passo avanti arriva dal congresso della American society of clinical oncology (Asco) in corso a Chicago: una nuova terapia con un anticorpo monoclonale farmaco-coniugato ha dimostrato di ridurre il rischio di progressione di malattia o di morte del 38% nelle pazienti con bassa e bassissima espressione della proteina Her2 (Her2-low e Her2-ultralow), che nel nostro Paese sono varie migliaia ogni anno.Nello studio, le pazienti con tumore della mammella metastatico Her2-low e Her2-ultralow, trattate con trastuzumab deruxtecan, in prima linea, hanno vissuto più a lungo, senza progressione o peggioramento della malattia rispetto alla chemioterapia standard. Questi risultati, secondo gli esperti, rappresentano un potenziale cambiamento nel modo di classificare e trattare il tumore del seno metastatico e lo studio #Destiny consente di espandere gli orizzonti della cura a pazienti precedentemente escluse dai benefici delle terapie Her2 mirate». Ci sono degli effetti collaterali segnalati ma, rilevano «possono essere gestiti. In particolare, nel 5-7% delle pazienti può verificarsi una polmonite interstiziale, per questo è consigliabile l'esecuzione di un esame di controllo tac periodico».( fonte: il Messaggero) American Cancer Society | Chicago Select Golf Invitational #tumoremetastaticoalseno #novità #ricerca #speranze
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COME BLOCCARE LE METASTASI DEL CANCRO: spunti di riflessione... Il 90% delle morti da tumore sono dovute alle metastasi, cioè ai tumori secondari che si formano a distanza dal tumore iniziale e sono causati dalla migrazione delle cellule malate. Le cellule si muovono usando una modalità di migrazione multicellulare poco coesiva, caratterizzata da un moto turbolento che si auto-organizza in percorsi alternati persistenti in cui le cellule si spostano avanti e indietro dal tumore originale, utilizzando interstizi già presenti nei tessuti. La migrazione collettiva delle cellule tumorali sfrutta le vie utilizzate dai linfociti T del nostro sistema immunitario. Esistono due geni principali: SP1, che accelera le metastasi, e KLF5, che le sopprime. Bisogna utilizzare farmaci già approvati, come il Vorinostat, per bloccare il processo metastatico... 333-7431385
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"Negli ultimi anni, la medicina ha fatto grandi passi avanti nella cura dei linfomi, grazie a nuove tecnologie che sfruttano il sistema immunitario per riconoscere ed eliminare le cellule tumorali. Una di queste innovazioni è la terapia CAR-T, una tecnica all’avanguardia che sta cambiando il modo in cui affrontiamo certi tipi di linfoma. Vediamo insieme di cosa si tratta e come funziona. Cos’è la terapia CAR-T? CAR-T è l’abbreviazione di “Chimeric Antigen Receptor T-cell” (cellule T con recettore chimerico per l’antigene). In parole semplici, si tratta di una terapia che sfrutta i globuli bianchi (in particolare, i linfociti T) del paziente per attaccare le cellule tumorali. I linfociti T sono parte del nostro sistema immunitario e hanno il compito di riconoscere ed eliminare le cellule pericolose, come virus o cellule cancerose. Nella terapia CAR-T, questi linfociti vengono “potenziati” per identificare e distruggere le cellule del linfoma in modo mirato. Come funziona il trattamento CAR-T?" Continua a leggere l'articolo redatto dalla Dott.ssa Ombretta Annibali del Comitato di Redazione FIL: https://lnkd.in/dzMfSsHS
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Un Biosensore Innovativo! Gli esosomi sono vescicole extracellulari di dimensioni fino a 150 nm secreti dalle cellule che contengono diverse biomolecole e circolano nei fluidi corporei quali saliva, urina e sangue. È emerso da risultati recenti che gli esosomi potrebbero fungere da biomarcatori non invasivi per la diagnosi del cancro. Tuttavia, la determinazione quantitativa degli esosomi nella diagnosi clinica rappresenta una sfida notevole. Poiché, la viscosità e la contaminazione cellulare nella saliva, lo rendono un terreno tutt'altro che ideale per l'isolamento esosomiale (Michael, 2010), sono stati affrontati questi problemi, per dimostrare l'efficacia di innovativi sistemi/dispositivi per la raccolta di campioni di saliva non invasivi per semplificare l'isolamento degli esosomi. Tuttavia, gli avanzamenti tecnologici, stanno sviluppando apparecchiature in grado di analizzare il “pulviscolo” che le cellule disperdono nel sangue e in altri fluidi corporei alla ricerca di “tracce” di tumori o virus. Infine, questo “pulviscolo” può essere utilizzato anche come veicolo di diffusione di un farmaco antitumorale. #exosomes #salivapthogens #extracellularvesicles #Cancerresearch
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Tradizione ed innovazione si fondono negli anticorpi coniugati, producendo speranza. I coniugati uniscono decenni di studi in molecole citotossiche, i classici chemioterapici, con la precisione biologica degli anticorpi monoclonali, il tutto unito da linker molecolari che impariamo, nel tempo, a rendere più stabili ed efficienti. Grazie ai coniugati, trattiamo sempre meglio i tumori mammari, nonché molti altri tipi di tumori, anche quando tutte le altre terapie sembrano aver perso efficacia, o quando il tumore si diffonde a siti del corpo più difficili da raggiungere, come il sistema nervoso centrale. Ne parlo con Mauro Boldrini in questa intervista per AIOM TV. Link: https://t.co/n5LXgCdkLb
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