🚀 [#NuovePriorità] La scala aziendale non è più l'unico percorso per la #realizzazione professionale! Un sorprendente 50% dei professionisti sta rivedendo le proprie ambizioni di carriera, cercando un equilibrio più profondo tra vita e lavoro. 🔍 Scopri nel nostro ultimo articolo per quale motivo la pandemia ha influenzato questa tendenza e come si sta trasformando il panorama professionale contemporaneo. 👇 https://lnkd.in/dm6u7GdX ✍ MR CORPORATE 🎙 Che cosa ne pensi? Unisciti alla conversazione nei commenti al post: la tua opinione conta! #CarrieraOlistica #EquilibrioVitaLavoro #FuturoDelLavoro #competenzeumane #sosskills #worklifebalance #welfareaziendale
Post di Generazione Vincente Academy
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Le imprese stanno cercando di attrarre nuovi lavoratori mettendo in campo tutti i lati positivi e i benefit che possono offrire loro. Un’offerta che spesso viene chiamata ambiente “familiare”: empatia, spirito di squadra, colleghi con i quali fare amicizia e, soprattutto, un senso di appartenenza e dedizione ai grandi obiettivi aziendali. La verità è che il lavoro è e deve rimanere ben diverso da ciò che abbiamo a casa e questa definizione non apporta benefici a nessuna delle due parti. Sicuramente l’impegno nel coinvolgere i propri collaboratori è fondamentale: secondo uno studio Gallup, le aziende con un coinvolgimento elevato dei lavoratori registrano un aumento del 21% nella produttività rispetto a quelle con basso coinvolgimento. La chiave è comunicare e promuovere questo coinvolgimento in modo efficace, senza ricorrere all’etichetta “famiglia”. Creare un ambiente di lavoro armonico e confidenziale, mantenendo al contempo professionalità e senso del dovere, richiede il rispetto dei confini tra vita privata e lavoro. Il trucco sta nel permettere alle persone di dedicarsi con impegno ai compiti professionali, ma anche di ricaricare le energie e godersi la vita privata per mantenere una produttività elevata. Questo approccio assicura la presenza di lavoratori seri e competenti che, pur vivendo un ambiente lavorativo rilassato, comprendono appieno la distinzione tra ufficio e vita privata. In breve, una formula vincente per un team efficiente e motivato. Considerando le diatribe familiari di ognuno di noi, al lavoro non vogliamo una famiglia, ma una squadra affiatata che spinge insieme verso il successo!
“Non siamo un’azienda siamo una famiglia”: un mantra da evitare
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Ultimamente, Alessandra Bolognese ha condiviso una riflessione davvero interessante basata sul #Randstad_Workmonitor_2024, il quale riporta che (solo) il 51% delle persone è interessato a progredire nella propria carriera. Questa analisi porta a riflettere sui cambiamenti nei valori e nelle priorità relativi al lavoro, evidenziando una spostamento al di fuori degli schemi tradizionali dell'ambiente lavorativo. La riflessione diventa rilevante quando si considera l'impatto che il limitato sviluppo personale individuale può avere sulla crescita e sull'efficienza dell'intera organizzazione. Vorrei approfondire questa riflessione, andando oltre la constatazione della pandemia come unico motore di cambiamento nel mondo del lavoro. I dati Notare che circa il 50% dei lavoratori ha perso l'entusiasmo per ambire a una carriera rappresenta solo un istante di un quadro più ampio. Dobbiamo chiederci: è mai esistito un mondo del lavoro in cui tutti miravano alla crescita professionale? Un dato privo di un confronto risulta poco significativo... Dobbiamo considerare che la media europea è del 52%, con un aumento del 1%. Persone giuste al posto giusto. Massimiliano Baiocco, citando Patrik Lencioni, sottolinea che molte persone si trovano intrappolate in lavori che non valorizzano i loro talenti, causando quotidiane difficoltà e frustrazioni. Se le aziende privilegiano abilità operative a discapito di altre competenze cruciali, come la gestione di team, su cosa possiamo basare l'ambizione? Valorizzare le persone per i loro talenti e le loro attitudini, in particolare la capacità di apprendere, è la chiave per stimolare una maggiore ambizione. Fatica E se l'ambizione richiedesse uno sforzo che molti non sono abituati a gestire o non si sentono pronti ad affrontare? Barbara Valentini in un commento scriveva: "Vedo una generazione cresciuta spinta da pressioni famigliari e sociali molto forti, e cresciuta in fretta senza aver avuto il tempo di irrobustirsi, e ora alla prova dei conti fragile e spesso sconfitta". Rinunciare alla carriera potrebbe essere un segnale di questa fragilità? La paura di non farcela potrebbe spingere a giustificare la rinuncia e, come la volpe, ci diciamo che è l’uva è acerba e che ci sono altri aspetti della vita che meritano di essere colti? Non c'è nulla da obiettare a chi desidera investire tempo ed energie al di fuori del lavoro. Tuttavia, credo che per lo sviluppo delle organizzazioni, è un campanello d'allarme che può essere affrontato investendo nello sviluppo del talento e nella condivisione di uno scopo che dia senso al lavoro quotidiano.
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Ormai se ne parla ovunque, anche su #ilsole24ore. Dunque la carriera è morta? Se intendiamo per carriera quell'avanzamento lineare e verticale è sotto gli occhi di tutti come questa concezione stia subendo dei contraccolpi. Sta subentrando un nuovo concetto di carriera, un tipo di carriera che non vuole essere verticale a tutti i costi. Non so se è sia meglio definirla orizzontale, obliqua, a salti o cos'altro, ma non è più verticale. E richiede attenzioni diverse. Da parte delle aziende, che devono prendere atto di questo cambiamento e iniziare (alcune sono già avanti, ma sono un'esigua minoranza) a relazionarsi con le persone in modo diverso da prima. Tra le tante cose che le aziende possono fare c'è il valorizzare le persone che già sono a bordo e valutare, oltre le competenze tecniche, anche le competenze trasversali e le inclinazioni personali al fine di soddisfare esigenze e desiderata di entrambe le parti. Da parte di candidati/lavoratori sarà necessario iniziare a pensare diversamente, ampliando lo sguardo e la propria visione. Tra le tante cose che le persone possono fare c'è quello di non focalizzarsi solo su ciò che sanno fare, ma anche sul come fanno ciò che fanno e sul perchè lo fanno. Questo esercizio aiuta ad ampliare la visione. Il tema è ampio e interessante, ti va di condividere il tuo pensiero o la tua esperienza? #andreatacca #lavoro #carriera
Benessere o carriera? La maggioranza dei lavoratori sceglie la prima opzione
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«𝐿'𝑎𝑣𝑎𝑛𝑧𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑟𝑖𝑒𝑟𝑎 𝑒̀ 𝑎𝑙 9° 𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑡𝑟𝑎 𝑖 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑟𝑖𝑙𝑒𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜. 𝐿'𝑎𝑚𝑏𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑑𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑎𝑐𝑐𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑟𝑖𝑒𝑟𝑎: 𝑖 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑒 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑝𝑟𝑖𝑜𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑙 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑟𝑖𝑒𝑟𝑎 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑤𝑜𝑟𝑘-𝑙𝑖𝑓𝑒 𝑏𝑎𝑙𝑎𝑛𝑐𝑒, 𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀, 𝑒𝑞𝑢𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒». Questi dati, raccolti ed elaborati dal 𝐑𝐚𝐧𝐝𝐬𝐭𝐚𝐝 𝐖𝐨𝐫𝐤𝐦𝐨𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫 𝟐𝟎𝟐𝟒, segnalano un cambiamento importante che va ascoltato. Diventa allora decisiva la 𝙧𝙞𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖 𝙙𝙞 𝙨𝙚𝙣𝙨𝙤 𝙣𝙚𝙡 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙤 da parte delle persone ed è per questo motivo che Abile Job promuove la cultura dell'inclusione come leva di attrazione di candidati che possono più facilmente identificarsi in una cultura sana, costruttiva e attenta a ciascuno. #humanresources #wellbeing #training Abile Job Renzo Marcato Chiara Secondo Laura Acutis Dalila Maltese
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Quattro lavoratori su 10 non sono soddisfatti della scelta di aver cambiato lavoro Vita e lavoro, ricerca dell’equilibrio e di una maggiore felicità: sono queste le parole-chiave e le spinte che stanno caratterizzando questo periodo, eppure, dalle prime analisi, appare essere una ricerca insidiosa e a volte deludente. Secondo la ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, quasi il 45% dei lavoratori ha cambiato lavoro negli ultimi due anni o sarebbe intenzionato ad agire al riguardo; il dato che però colpisce maggiormente è che circa il 40% di chi ha già cambiato non è così soddisfatto della scelta compiuta. “Per l’esperienza del nostro team di career coach”, dichiara Roberta Bullo , direttore Generale di Uomo e Impresa, “spesso chi vive la propria vita professionale all’interno di una organizzazione tende a identificare le cause di malessere lavorativo e personale proprio nell’organizzazione stessa. Sono più rari, invece, coloro che si mettono in discussione per comprendere cosa poter fare e come agire per migliorare il proprio benessere e affermarsi professionalmente e individualmente. Questo dato emerge durante i nostri percorsi di evoluzione professionale, soprattutto nella prima fase di bilancio personale. Il nostro compito è anche quello di accompagnare coloro che cambiano lavoro a comprendere i propri punti di forza e valorizzarsi sul mercato verso aziende e organizzazioni realmente interessate”. Un passaggio professionale è fatto di tante parti: la consapevolezza del proprio valore sul mercato del lavoro, la definizione di un obiettivo di crescita o miglioramento, l’analisi accurata delle aziende target, un elenco realistico delle proprie aspettative, l'approfondimento delle nuova opportunità durante i colloqui conoscitivi, l’identificazione dei propri gap in termini di hard skills e soft skills. Queste sfaccettature di una delle scelte più delicate nella vita lavorativa sono tutte in egual misura importanti per la soddisfazione nel cambiamento. “Certamente in un mercato del lavoro dinamico come quello degli ultimi mesi, in molti riescono a trovare nuove opportunità”, conclude Roberta Bullo, “ma la ricerca di un risultato veramente soddisfacente passa attraverso un’azione strutturata. Il nostro suggerimento è di farsi accompagnare da career coach esperti per crescere in consapevolezza, conoscenza e performance sul mercato del lavoro”. Uomo e Impresa è la società di outplacement appartenente al Gruppo Umana che vanta oltre 30 anni di esperienza nella ricollocazione professionale ed opera con sedi a Treviso, Milano, Bologna, Roma e Pordenone. Al suo interno un team di persone esperte e qualificate nella transizione di carriera opera per il successo lavorativo dei candidati che si affidano ad un expertise comprovato e in continuo aggiornamento professionale.
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Un grande cambio di obiettivi che porterà necessariamente a modi e tempi diversi di lavorare … ed equilibri sociali, retributivi e di genere alla base di tutto ..
Benessere o carriera? La maggioranza dei lavoratori sceglie la prima opzione
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Carriera addio? Forse. Di certo è arrivata l'epoca del benessere come priorità e come ambizione. Ma cosa intendiamo per #benessere? No, non si creda che le persone vogliano rinunciare a retribuzione e sicurezza finanziaria, cambia però il concetto di gratificazione e al posto di una carriera verticale si ambisce a un balance, anzi a una maggior integrazione tra lavoro e vita privata. E di questo le aziende devono tener conto perché non sarà lo specchieto della carriera in senso tradizionale ad attirare nuovi talenti, ma qualcosa di meno facile da definire e descrivere ma di gran più grande valore per la persona. https://lnkd.in/dAdRQDXU #FuturoDelLavoro #TalentAttraction #Wellbeing
Benessere o carriera? La maggioranza dei lavoratori sceglie la prima opzione
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Facilitatrice del Cambiamento | Specialista Cambio carriera | Orientatrice Certificata | Aiuto lavoratori insoddisfatti a progettare una nuova carriera e fare il passo successivo con Successo, leadership e Empowerment
💫 Quanto conta oggi il benessere sul lavoro per i dipendenti? 💫 Su quali aspetti dovrebbero investire le aziende? #LinkedInNotizie Sempre più professionisti scelgono di cambiare carriera non per mancanza di competenze o ambizione, ma per una realtà lavorativa che non risponde ai loro bisogni di benessere e qualità della vita. 📌 La verità è che il lavoro, per quanto appagante possa essere dal punto di vista professionale, può diventare una fonte di stress e frustrazione se non c’è un vero equilibrio tra vita personale e lavorativa o se i benefits offerti dall’azienda sono scarsi o inesistenti. Contattata privatamente da Alessio Foderi per contribuire significativamente ad una riflessione in vista della #GiornataMondialedellaSaluteMentale, voglio sottolineare quanto il #benessere sul lavoro sia oggi un fattore cruciale per i dipendenti e giochi un ruolo determinante sia nella loro soddisfazione personale che nella produttività complessiva delle aziende. ☑️ Su quali aspetti dovrebbero investire le aziende? Tornando alla mente sulla mia ultima esperienza professionale dipendente, l'azienda teneva tantissimo al benessere di noi collaboratori per l'impatto che aveva sulla nostra produttività. 📌 Alcune misure di #welfare, particolarmente gradite, erano: - programmi di "reverse mentoring" che favoriva uno scambio bidirezionale di competenze e la creazione di legami più solidi all'interno dell'azienda; - incentivi per hobby e sviluppo personale: il nostro piano welfare prevedeva sconti/agevolazioni per abbonamenti teatrali, spa e centri benessere convenzionati oltre a formazione continua; - cultura del "micro-feedback" ossia strumenti di micro-feedback continuo per creare un dialogo aperto e costante tra dipendenti e manager, senza aspettare le valutazioni annuali. Questo approccio consentiva una rapida risoluzione di problemi e una maggiore trasparenza nelle dinamiche aziendali. Altre idee, più innovative, sono riportate nell'allegato. 🎯 Risultato finale: nella mia ex azienda, il tasso di turnover era bassissimo; dimissioni rarissime; lealtà molto molto forte al punto che io stessa, orgogliosa job hopper (7 datori di lavoro nei 5 anni precedenti) non ho mai sentito l'esigenza di guardarmi intorno😉 Grazie Alessio per avermi coinvolta! ------ 👉 E tu, da lavoratore, quali attenzioni ricerchi nella tua azienda ideale? 💫 Il #cambiocarriera è spesso visto come un rischio; in realtà può essere la chiave per ritrovare motivazione e benessere. È un passo coraggioso, ma sempre più professionisti stanno prendendo questa strada per mettere al centro il loro benessere, scegliendo aziende che valorizzano i dipendenti, che offrono supporto concreto e che investono realmente nel bilanciamento tra lavoro e vita privata. Non è più solo una questione di stipendio: oggi si cerca un luogo di lavoro che rispetti il nostro tempo, la nostra salute mentale e il nostro bisogno di crescita.
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🌍 Il 70% dei professionisti è insoddisfatto del proprio impiego. Il 65% nutre il desiderio di abbandonare la propria attuale occupazione, e sorprendentemente, 1 lavoratore su 2 si trova intrappolato in una routine priva di prospettive. Questi dati rivelano una crisi di identità professionale che attraversa il mondo del lavoro moderno. Il 33% dei lavoratori avverte una dissonanza tra i propri valori e l'ambiente professionale in cui operano, mentre un inquietante 44% non intravede alcuna possibilità di avanzamento o realizzazione. Il risultato? Stress cronico, frustrazione diffusa e un impatto devastante sulla qualità della vita. Emerge dunque una riflessione essenziale: Stiamo lavorando per vivere o viviamo per lavorare? In un contesto caratterizzato da tale insoddisfazione, il network marketing si configura come un'alternativa concreta e ambiziosa per chi cerca una via per riconquistare il controllo sul proprio futuro, equilibrando libertà, indipendenza e realizzazione personale. Pur non priva di sfide, questa strada offre opportunità straordinarie per coloro che sono disposti a investire nella propria crescita e a costruire un cammino professionale fondato su una visione chiara. Se ti riconosci tra coloro che percepiscono un vuoto nella propria carriera, forse è giunto il momento di esplorare nuove possibilità. #Lavoro #InsoddisfazioneLavorativa #Carriera #Opportunità #Successo #CrescitaPersonale #Motivazione #NetworkMarketing #LibertàFinanziaria #RealizzazionePersonale #Leadership #Imprenditorialità #Mindset #Cambiamento #Ambizione #VitaEquilibrata #InvestiSuTeStesso #InnovazioneProfessionale #FuturoLavorativo #SoddisfazioneProfessionale #IndipendenzaEconomica #LavorareMeglio #Flessibilità #CrescitaProfessionale #Autonomia #ValoriProfessionali #WorkLifeBalance #StrategiaDiCrescita #NuoveOpportunità #CambiamentoLavorativo #VisioneProfessionale
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🔔 Fare #carriera non è più la #priorità per molti lavoratori. Questo è quello che emerge da una recente indagine fatta da Randstad, che mette in evidenza e in % quanto siano cambiati e stiano cambiando giorno dopo giorno a partire dalla pandemia i #bisogni e le #priorità dei lavoratori. Questi i fattori considerati più importanti della carriera: 📌Equilibrio Vita-Lavoro 📌Flessibilità 📌Formazione e Sviluppo professionale 📌Ambiente di Lavoro 📌Allineamento ai propri Valori e Passioni Tutto questo è sempre più evidente che comporterà nuove #sfide. 1️⃣ Per le persone: sarà sempre più necessario lavorare su se stessi, per conoscere le proprie #passioni, #idee, #assetti valoriali, #significati, per riuscire a condurre una vita davvero significativa e #allineata a sè. 2️⃣ Per le aziende: sarà sempre più necessario mettere il #focus sulle #persone, sulla #motivazione, sullo #sviluppo, sulla #formazione, sul #welfare, sull'#inclusività. Io mi rendo conto che si tratta di sfide per nulla banali, le cui gestioni e soluzioni non possono essere improvvisate o affrontate superficialmente. 💡 Ecco, quindi, che il ruolo di figure di #formatori, sia di hard che di soft skills, #Coach, esperti del #benessere risulterà fondamentale. E io sono estremamente orgogliosa ed entusiasta di farne parte e di potere dare in questo quadro il mio prezioso #contributo. ❓ E tu cosa consideri più importante nel tuo lavoro? Cosa pensi di questo cambio di scenario? Ti leggo nei commenti 💬
La carriera? Un lavoratore su due rinuncia. Ecco perché
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