Due mesi fa un cinghiale positivo alla peste suina era stato trovato a 65 km da Langhirano, località dove stagionano il #prosciuttodiParma, alcuni giorni fa è stata trovata la carcassa di un cinghiale, morto per avere contratto il virus della #pestesuinaafricana (PSA). Adesso la distanza si è accorciata e un altro cinghiale è stato trovato a 10 km dalla cittadina. È facile prevedere che tra qualche settimana possa essere trovata un'altra carcassa praticamente alle porte dei capannoni di stagionatura. Certo, non ci sono problemi per la salute umana, ma siamo di fronte a un problema serio che mette in pericolo l’intera filiera, che potrebbe veder crollare le esportazioni oltre a un danno di immagine incalcolabile. Presto potrebbero essere estese le zone soggette a restrizione sulla base dei cinghiali trovati positivi nei pressi di Langhirano. Se, come alcuni addetti ai lavori sostengono, l’area degli stabilimenti di stagionatura dei prosciutti di Parma verrà inclusa, potrebbe scattare il blocco delle importazioni di tutti i salumi, non solo del prosciutto di Parma, da parte di Stati Uniti, Canada, Germania, Francia… Per rendersi conto della gravità della situazione, basta vedere cosa è successo alla seduta della Commissione unica nazionale suina dell’11 aprile. “Il listino dei maiali vivi da macellare segna “Non quotato” – spiega Elio Martinelli presidente di Assosuini – questo è successo perché, alla luce dell’arrivo della peste suina nei pressi di Langhirano e nella prospettiva di uno stop alle esportazioni, i macellatori hanno chiesto un forte ribasso dei prezzi di acquisto e gli allevatori hanno deciso di non accettare”. Di fronte a questo disastro annunciato, non ci sono dichiarazioni da parte del Consorzio del prosciutto di Parma. L'articolo di Roberto La Pira su #ilfattoalimentare https://lnkd.in/eewaTVat
Post di Il Fatto Alimentare
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Da quando Il Fatto Alimentare ha segnalato il ritrovamento di una carcassa di cinghiale positivo alla #pestesuina alle porte di Langhirano, località centrale per la stagionatura del #ProsciuttodiParma, è scoppiato il caos. Hanno cominciato a parlarne i media generalisti, ma anche il ministro Francesco Lollobrigida, il Consorzio del Prosciutto di Parma e Coldiretti che, per oltre due anni, hanno ignorato il problema. Ora, i tre soggetti sono diventati improvvisamente moschettieri e lanciano proposte irrealistiche. La realtà è che la peste suina è arrivata sull’uscio dei prosciuttifici e con molta probabilità verranno interrotte le importazioni di salumi da parte di Usa, Canada, Francia e altri Paesi europei, che si sommeranno a Messico, Giappone e altri che lo hanno fatto da tempo. La prima cosa da fare è rinnovare l’incarico al Commissario straordinario decaduto da oltre 50 giorni. Poi bisognerebbe adottare un piano di abbattimento selettivo dei cinghiali nelle zone a rischio e procedere con un programma di bonifica. Questi progetti potrebbero funzionare, ma nessun commissario straordinario li ha saputi portare avanti per oltre due anni. La situazione attuale è grave e non è stata arginata tempestivamente. Il ministro Lollobrigida, il Consorzio del Prosciutto di Parma e Coldiretti adesso si agitano perché il problema è scoppiato e non è risolvibile con gli slogan e nemmeno si può sottacere come qualcuno ha provato a fare sino ad ora. Nessuno si aspettava che il Consorzio del Prosciutto di Parma e Coldiretti realizzassero in prima persona l’abbattimento dei cinghiali e la messa a punto di barriere per arginare lo spostamento degli animali. Quello che è mancato è la pressione su governanti ed enti pubblici per adottare i provvedimenti necessari. Altri soggetti della filiera lo hanno fatto ma il loro potere di persuasione è sempre stato molto limitato e non hanno ricevuto la necessaria attenzione. Il Ministro Francesco Lollobrigida e gli altri due ministeri interessati hanno gravi responsabilità che ora cercano di nascondere, provando a recuperare una situazione ormai disperata, programmando altri ristori per i danni agli allevatori di maiali e alla filiera. Il bilancio finale è disastroso e sarà difficile tornare alla normalità. Le previsioni ministeriali ipotizzano l’eradicazione del virus della peste suina in 4 anni ma, se la direzione dei lavori resta ai soggetti che hanno operato sino ad ora è realistico che si debba raddoppiare questo intervallo. Il commento del direttore Roberto La Pira su #ilfattoalimentare https://lnkd.in/d-NwiJGr
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La #pestesuinaafricana è arrivata alle porte di Langhirano, in provincia di Parma, sede di decine di prosciuttifici e considerata la patria del #ProsciuttodiParmaDop. Nessuno lo vuole dire, ma sembra ormai quasi inevitabile l'istituzione di una zona “rosa”, con restrizioni di livello II (presenza di PSA solo nei cinghiali selvatici). Questo potrebbe rendere più problematiche le vendite all’estero del Prosciutto di Parma perché gli altri Paesi difficilmente vorranno acquistare prodotti provenienti da zone in cui circola il virus, seppure solo nei selvatici. Con l’inevitabile crollo pressoché totale delle esportazioni i prezzi del prosciutto, sul mercato interno, potrebbero diminuire per eccedenza di offerta. Qualcuno parla addirittura di addio al Prosciutto di Parma, visto che le stime e i piani per eradicare la peste suina prevedono un epilogo nel 2028 se tutto va bene. Il 30 gennaio 2024 le autorità hanno lanciato l’allarme per il ritrovamento di alcune carcasse di cinghiali selvatici a Borgo val di Taro che distava da Langhirano 65 km. Era il primo caso in provincia di Parma e la vicenda ha creato una certa agitazione per l’avvicinamento del virus alla zona di eccellenza dei prosciutti. Adesso il nuovo ritrovamento, avvenuto due giorni fa, in una località che dista solo 10 km da Langhirano patria del prosciutto di Parma Dop. Si tratta di un disastro annunciato da almeno due anni, che ha visto il virus estendersi dalla Liguria a sette Regioni, con il ritrovamento fino ad ora di oltre 1.855 carcasse di cinghiali e l’abbattimento di oltre 40 mila maiali in 9 allevamenti. L'articolo del direttore Roberto La Pira su #ilfattoalimentare https://lnkd.in/dJ9tyrzW
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27 Luglio 2024 - “La peste suina è un problema, due allevamenti positivi in 24 ore sono un dannato problema”. RUDY Milani, Allevatore e responsabile della Federazione nazionale Suini di Confagricoltura, è colpito dal doppio rilevamento dei giorni scorsi ed un terzo in attesa di conferma ufficiale in seguito al quale in tre allevamenti (uno a Milano, uno a Novara e uno probabile a Pavia) sono stati rilevati animali positivi alla Psa. A complicare le cose anche le dimissioni del commissario straordinario alla Peste suina africana e che rischiano di allungare ombre nere sul comparto suinicolo e su una filiera che vale oltre 20 miliardi di euro. Col rischio che anche l’export possa subire nuove restrizioni, che già pesano sulle vendite di salumi a breve stagionatura, in particolare in Nord America. Il mercato, in questa fase, osserva Milani, “vede CONSUMI di carne suina SENZA SLANCIO, probabilmente causate dal livello dei prezzi al Consumatore, che al banco è quasi raddoppiata negli ultimi due anni, con le braciole passate da 7 a 12-14 euro al chilo”. A mantenere i listini su un piano ancora soddisfacente per gli Allevatori (benché la marginalità sia andata in flessione negli ultimi mesi) è la scarsità di animali. “Per i prosciuttai – prosegue Milani - è un momento complesso, in quanto hanno messo a stagionare cosce pagate a un prezzo alto e che oggi stanno collocandole sul mercato in parte sottocosto”. Un’estate, insomma, per ora poco esaltante. TESEO.clal.it Buona Domenica da Marika De Vincenzi
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27 Luglio 2024 - “La peste suina è un problema, due allevamenti positivi in 24 ore sono un dannato problema”. RUDY Milani, Allevatore e responsabile della Federazione nazionale Suini di Confagricoltura, è colpito dal doppio rilevamento dei giorni scorsi ed un terzo in attesa di conferma ufficiale in seguito al quale in tre allevamenti (uno a Milano, uno a Novara e uno probabile a Pavia) sono stati rilevati animali positivi alla Psa. A complicare le cose anche le dimissioni del commissario straordinario alla Peste suina africana e che rischiano di allungare ombre nere sul comparto suinicolo e su una filiera che vale oltre 20 miliardi di euro. Col rischio che anche l’export possa subire nuove restrizioni, che già pesano sulle vendite di salumi a breve stagionatura, in particolare in Nord America. Il mercato, in questa fase, osserva Milani, “vede CONSUMI di carne suina SENZA SLANCIO, probabilmente causate dal livello dei prezzi al Consumatore, che al banco è quasi raddoppiata negli ultimi due anni, con le braciole passate da 7 a 12-14 euro al chilo”. A mantenere i listini su un piano ancora soddisfacente per gli Allevatori (benché la marginalità sia andata in flessione negli ultimi mesi) è la scarsità di animali. “Per i prosciuttai – prosegue Milani - è un momento complesso, in quanto hanno messo a stagionare cosce pagate a un prezzo alto e che oggi stanno collocandole sul mercato in parte sottocosto”. Un’estate, insomma, per ora poco esaltante. TESEO.clal.it Buona Domenica da Marika De Vincenzi
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Oltre il 60% dei polli negli allevamenti intensivi ha gravi e gravissime ustioni alle zampe (vedi foto sotto). Si tratta di dati ufficiali rilevati in decine di macelli situati in Lombardia ed Emilia-Romagna dai veterinari ATS. I risultati di queste analisi, che abbiamo avuto modo di consultare, sono custoditi negli uffici del Ministero della Salute. Basta osservare le foto delle ustioni alle zampe che occupano buona parte della superficie plantare, per rendersi conto di quanto possa essere complicato muoversi su una lettiera impregnata di "soda caustica". Certo i consumatori ignorano la questione perché i polli venduti nei supermercati sono privi di zampe, ma la questione non dovrebbe passare sotto silenzio. Nessuno ha interesse a dirlo, perché la notizia procurerebbe una certa riluttanza verso l'acquisto di avicoli. Lo stesso disagio che molti provano di fronte a uova provenienti da galline allevate in gabbie piccolissime, che ormai si trovano solo in pochissimi supermercati. Quanti consumatori sanno di comprare dei polli sofferenti e "zoppi" (vedi foto)? L'unica catena di supermercati che ha dichiarato di vendere polli che non hanno ustioni è NaturaSì che propone solo polli biologici. Le altre a partire da Coop, Esselunga, Conad, Carrefour, Eurospin, Aldi ... vendono polli con zampe gravemente ustionate ma non lo dicono
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Prosciutto di Parma a rischio: peste suina alle porte di Langhirano Avrebbe dovuto tenersi ieri una riunione della Commissione europea per decidere se inserire o meno la zona come alto rischio per la PSA. Le possibili conseguenze sarebbero gravissime, soprattutto il probabile blocco delle importazioni da parte di quei paesi che vorranno evitare qualsiasi rischio di contaminazione. Tutto nasce dalla scoperta di una carcassa di cinghiale infetto fra Fornovo e Varano, a pochi chilometri dalla località dove ci sono vari stabilimenti di produzione di #prosciutto e salumi. Nel caso di inserimento come zona a rischio, verranno adottate linee guida quali, ad esempio, se permettere o meno la macellazione. Ma quello che pesa di più per il comparto è il possibile blocco delle esportazioni da parte di vari paesi, il Canada in testa, ma anche di USA e chissà altri ancora. In tal caso i prezzi potrebbero crollare per l’eccedenza del prodotto. Come è stato possibile non riuscire a contenere la #peste suina dalla comparsa del primo caso nel 2022 in provincia di Alessandria, e rischiare il default del settore della salumeria che quota un fatturato globale, con l’indotto, di circa 10 miliardi di euro, e dà lavoro a circa 60mila persone? Un tale danno economico e reputazionale per uno dei nostri prodotti agroalimentari di punta ha evidenti responsabilità nella gestione del Governo e dei due commissari che si sono succeduti. Il primo commissario aveva individuato una strategia nelle reti di contenimento e nel depopolamento dei cinghiali nelle aree infette, ma, a sua detta, sono mancate le risorse, almeno 10 milioni di euro, per perseguire questi obiettivi. Dopodiché il solito rimpallo di responsabilità, nel mentre migliaia di abbattimenti in Lombardia e 7 regioni coinvolte. Nel 2023 si è arrivati ad un nuovo commissario governativo, da alcuni giudicato inadatto poiché non esperto del settore, e a una situazione di evidente immobilismo, con il caso simbolo dei 2 milioni di euro, stanziati dalla regione Emilia Romagna per le recinzioni, ancora bloccati dalla burocrazia. Per saperne di più, visita i link nel primo commento:
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2 Novembre 2024 - “Il MERCATO si trova in una FASE COMPLESSA, dove il prezzo del suino non tende a calare e, per questo, vi sono RIPERCUSSIONI forti su tutta la FILIERA”. La sentenza è di Davide CALDERONE, Direttore di ASSICA, che mette nel mirino il tema della Peste suina africana (PSA), una problematica che “sta influenzando anche da un punto di vista emotivo, perché il numero di animali abbattuti non è tale da spostare mercato”. Indubbiamente, aggiunge Calderone, “anche i problemi relativi alla gestione delle zone di restrizione sono complessi, così come i vincoli all’export, in particolare verso Stati Uniti e Canada”. Conti alla mano, Assica stima una perdita di 20 milioni al mese per mancate esportazioni. Una botta che si ripercuote in maniera molto pesante sulle aziende. Eppure, aggiunge il Direttore di Assica, “parliamo di una tipologia di prodotto sanissimo, ma che in base alla normativa europea comporta regole per la macellazione separata e la gestione dei prodotti in lavorazione, situazioni che comportano difficoltà oggettive per macelli e salumifici”. Poi c’è il tema legato alle quotazioni di mercato. “Prezzi così alti dei suini non li abbiamo mai visti – osserva -. Ci vorrebbe una PRESA di COSCIENZA da parte delle imprese di allevamento, macellazione, trasformazione e grande distribuzione per rendersi conto che già oggi i margini per i produttori sono bassissimi e che la filiera rischia di lacerarsi. Dovremmo sostenere insieme la riduzione dell’aliquota Iva per carni e salumi, portandola dal 10 al 4%, sostenendo in tal modo i consumi e favorendo quindi la filiera tutta”. ASSICA invita a prevedere aiuti “non solo a sostegno degli allevatori, ma anche per gli anelli a valle, così da garantire un futuro alla filiera. Il punto principale – chiosa Calderone - è che venga assicurata una adeguata dotazione finanziaria per un piano pluriennale di eradicazione della PSA, attraverso il sostegno alle azioni messe in campo da questa nuova struttura commissariale, che ha iniziato il lavoro con il piede giusto”. https://teseo.clal.it/ Buona Domenica da Marika De Vincenzi
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Circa 2 anni fa, in tempi non sospetti in cui la peste suina africana ancora era relegata a territorio lontani, l’URCA, i cacciatori di selezione, e la Baldi Srl Jesi iniziarono una collaborazione per collocare sul mercato i cinghiali che i cacciatori di selezione della zona dei Monti Azzurri, a ridosso dei Sibillini, portavano a controllare e lavorare nel piccolo macello di Caccamo. La caccia di selezione impone un abbattimento con un unico colpo su un centro vitale. L’animale neanche se ne accorge e le carni che ne derivano sono le più buone perchè non si innescano processi degenerativi enzimatici legati allo stess. Si, il benessere degli animali, anche all’atto dell’uccisione, oltre che essere eticamente opportuno, è anche economicamente conveniente perché mantiene il massimo grado di qualità della carne stessa. L’unico vero cinghiale Marchiano in commercio, controllato e tracciato come tale, è quello che mettiamo noi in commercio, nella ristorazione, contribuendo a risolvere così un altro grande problema: dato l’aumento del numero dei cinghiali, la loro pericolosità per le persone e l’agricoltura (la regione spende 6 milioni di euro l’anno tra risarcimenti e tentativi di controllo), si incentivano i cacciatori a praticare il loro sport evitandogli la macellazione privata, dandogli un reddito integrativo ed evitando le vendite in nero degli animali abbattuti, pratica pericolosa sanitariamente ed economicamente. Dato il successo di questa operazione, almeno nel periodo di sperimentazione, siamo stati chiamati praticamente da tutti i parchi regionali e dalla regione stessa che, grazie all’interessamento dell’assessore Andrea Maria Antonini, ha inteso mettere a punto un piano strutturato e concordato con il Servizio Veterinario Regionale, i parchi, i funzionari regionali e i cacciatori. Ciò avveniva circa 1 anno fa. Un anno. https://lnkd.in/d9kTcpdf?
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2 Novembre 2024 - “Il MERCATO si trova in una FASE COMPLESSA, dove il prezzo del suino non tende a calare e, per questo, vi sono RIPERCUSSIONI forti su tutta la FILIERA”. La sentenza è di Davide CALDERONE, Direttore di ASSICA, che mette nel mirino il tema della Peste suina africana (PSA), una problematica che “sta influenzando anche da un punto di vista emotivo, perché il numero di animali abbattuti non è tale da spostare mercato”. Indubbiamente, aggiunge Calderone, “anche i problemi relativi alla gestione delle zone di restrizione sono complessi, così come i vincoli all’export, in particolare verso Stati Uniti e Canada”. Conti alla mano, Assica stima una perdita di 20 milioni al mese per mancate esportazioni. Una botta che si ripercuote in maniera molto pesante sulle aziende. Eppure, aggiunge il Direttore di Assica, “parliamo di una tipologia di prodotto sanissimo, ma che in base alla normativa europea comporta regole per la macellazione separata e la gestione dei prodotti in lavorazione, situazioni che comportano difficoltà oggettive per macelli e salumifici”. Poi c’è il tema legato alle quotazioni di mercato. “Prezzi così alti dei suini non li abbiamo mai visti – osserva -. Ci vorrebbe una PRESA di COSCIENZA da parte delle imprese di allevamento, macellazione, trasformazione e grande distribuzione per rendersi conto che già oggi i margini per i produttori sono bassissimi e che la filiera rischia di lacerarsi. Dovremmo sostenere insieme la riduzione dell’aliquota Iva per carni e salumi, portandola dal 10 al 4%, sostenendo in tal modo i consumi e favorendo quindi la filiera tutta”. ASSICA invita a prevedere aiuti “non solo a sostegno degli allevatori, ma anche per gli anelli a valle, così da garantire un futuro alla filiera. Il punto principale – chiosa Calderone - è che venga assicurata una adeguata dotazione finanziaria per un piano pluriennale di eradicazione della PSA, attraverso il sostegno alle azioni messe in campo da questa nuova struttura commissariale, che ha iniziato il lavoro con il piede giusto”. https://teseo.clal.it/ Buona Domenica da Marika De Vincenzi
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15 Giugno 2024 - “Con il lieve calo registrato giovedì alla CUN dei suini grassi da macello e il prezzo stabilito dai garanti del Ministero e degli Allevatori (fissato a 1,891/1,902 €/kg, ndr) dovremmo essere giunti alla fine della spirale ribassista. Dovremmo, quindi, già dalla prossima quotazione settimanale avere una maggiore stabilità e una ripresa del mercato, speriamo sostenuto da maggiori consumi e da un turismo che, in base alle prenotazioni, dovrebbe inaugurare una fase positiva”. L’analisi di THOMAS RONCONI, Presidente di ANAS e iscritto a Coldiretti Mantova, guarda al futuro con un certo ottimismo. “Ci attendiamo una svolta, che sarà tanto più soddisfacente per il mercato dei suini quanto prima il meteo migliorerà”, prosegue Ronconi. I numeri delle macellazioni segnalano una ripresa, da 135-137mila a circa 142mila a settimana, evidenziando in prospettiva un avvicinamento ai valori medi relativi alla stagione. L’incognita che grava sul settore è sempre la Peste suina africana (PSA), che potrebbe di colpo seminare il caos e mandare in tilt la catena di approvvigionamento e il mercato. “Avremmo bisogno di maggiore DIALOGO fra le Istituzioni, perché a volte assistiamo a decisioni che sono diametralmente opposte anche fra Regioni confinanti e questo rende tutto più complesso – afferma Ronconi -. Servono azioni rapide, condivise, così da chiudere definitivamente con un’emergenza particolarmente pericolosa per la suinicoltura italiana”. TESEO.clal.it Buona Domenica da Marika De Vincenzi Buona Domenica da Angelo Rossi Figlio di TESEO e DIRCE
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ESPERIENZA DA OLTRE 30 ANNI NELLA SELEZIONE DELLA QUALITÀ
11 mesiLa regola sarebbe la cattura da parte di un nucleo specializzato della forestale che applichi metodi di sedazione che adotti analisi preventiva e conseguente abbattimento degli animali malati da parte del nucleo veterinario. Partendo da un area che verrà allargata in base al riconoscimento degli animali infetti . 4 mesi fa giravano voci che interveniva anche L’ ESERCITO SE LO STATO NON FARÀ NIENTE METTERÀ A REPENTAGLIO NON SOLO LE AZIENDE DEL SETTORE MA ANCHE TUTTE LE FAMIGLIE DEGLI ADDETTI NEL COMPARTO