#vecchipensieri una #riflessione vecchia, ma -ahimè- attuale. C'è una correlazione forte tra la qualità della scuola e quella della #politica. Una #scuola di qualità è generatrice di una politica di #qualità. Il mio punto di vista lo trovate in questo vecchio articolo del 2019 Buona lettura ⬇️⬇️⬇️ https://lnkd.in/dr6NWcFw
Post di Lapo Secciani
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L.A. 09/52 S C U O L A La nostra società in continua evoluzione storica e sociale e in rapido sviluppo industriale e tecnologico, dove imperano i mezzi di comunicazione di massa, richiede , per il cittadino, uno spirito democratico ed una mentalità critica. La Scuola , di fronte a queste esigenze sociali, deve preparare il ragazzo/a ad una vita democratica, rompendo l'unità della classe, la rigidità di un sistema chiuso, non democratico, proprio di una società autoritaria.
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Oggi siamo a Treviso per una lezione ai liceali sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche
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𝑳𝒐 𝑺𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒆 𝒍’𝒊𝒏𝒅𝒊𝒇𝒇𝒆𝒓𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒍𝒂 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂: 𝒖𝒏𝒂 𝒅𝒊𝒂𝒈𝒏𝒐𝒔𝒊 𝒅𝒊 𝑮𝒂𝒆𝒕𝒂𝒏𝒐 𝑺𝒂𝒍𝒗𝒆𝒎𝒊𝒏𝒊 Gaetano Salvemini, storico e politico italiano, offre una visione critica della scuola pubblica italiana intorno all’anno 1900. Il suo quadro è tanto dettagliato quanto provocatorio. Salvemini afferma che allo Stato non importa niente della scuola perché essa rappresenta un pericolo: è un’istituzione che rischia di far pensare le persone, e uno Stato che mira a mantenere il controllo non può permetterselo. Salvemini e il suo contesto Gaetano Salvemini è noto per il suo spirito rivoluzionario e la sua acuta capacità di analisi. Attraverso le sue opere, ricordi e articoli dell’epoca, Salvemini ci offre un panorama molto approfondito e impressionante delle dinamiche sociali e politiche del suo tempo. Secondo lui, lo Stato preferiva sostenere altre colonne della società: il prete, il magistrato, il militare, l’uomo che inganna, l’uomo che condanna, l’uomo che uccide. La scuola come fonte di pensiero critico La scuola, nella visione di Salvemini, non era prioritaria per lo Stato perché un popolo che pensa è difficile da controllare. Prendiamo ad esempio l’Italia di fine Ottocento e inizio Novecento: l’alfabetizzazione era ancora limitata e le scuole erano poche e male equipaggiate. La riforma Gentile del 1923, voluta da Mussolini, ha cercato di creare un sistema educativo elitario che di fatto escludeva le classi popolari dall’accedere a istruzione di qualità. Questo tipo di riforme illustra perfettamente quanto l’istruzione fosse vista come un privilegio per pochi e non un diritto per tutti. Un esempio concreto della scarsa attenzione dello Stato verso l’istruzione lo possiamo vedere nella scarsità di fondi destinati alle scuole pubbliche rispetto ad altre istituzioni come l’esercito. Anche oggi, il divario tra spesa militare e spesa per l’istruzione nei bilanci statali è spesso motivo di controversie. Le vere colonne della società Salvemini sostiene che le vere colonne della società sono figure che perpetuano lo status quo: il prete, il magistrato, il militare. Questi personaggi sono utili allo Stato perché mantengono l’ordine attraverso l’inganno, la condanna e la violenza, rispettivamente. La scuola, se funzionante e accessibile a tutti, potrebbe invece promuovere il pensiero critico e quindi destabilizzare queste colonne. 𝐂𝐨n𝐭𝐢n𝐮𝐚 : 👇👇👇 https://lnkd.in/dpAZm5_2 #scuola #gaetanosalvemini #umanesimodigitale #competenzetrasversali #intelligenzaartificiale #apprendimentocontinuo #lifelonglearning #machinelearning #deeplearning #competenzedigitali #intelligenzacollettiva #infosfera #francobagaglia #consapevolezza
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Scuola, un anno difficile L'intervista - Uil Scuola Rua Cremona: Contratto e organico le principali sfide secondo il segretario Oreste Pegno: «Troppi spot ad opera del governo, ma mai nessuna riforma strutturale. Proponiamo di garantire agli alunni disabili un docente specializzato» #scuola #studio #studenti #docenti #sindacato #contratto
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È tempo di un primo bilancio, quando oramai siamo prossimi al primo giro di boa dell’anno scolastico. #attualitàmilano #flccgillombardia #lavoro #milanoattualità #newsmilano #notiziemilano #scuola #sindacato #università
Lotta a precariato, tagli e austerità
https://www.gazzettadimilano.it
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Riformare la scuola? Sì, ma con obiettivi chiari... non con nostalgia e confini anacronistici E così, secondo le nuove indicazioni, si torna a parlare di "essenzialità dei contenuti". Bene, ma qualcuno può gentilmente spiegare al Ministro che la scuola primaria non lavora per accumulare nozioni come fossero figurine, ma per obiettivi formativi? La storia, ad esempio: gli Egizi, così affascinanti, si potranno ancora insegnare, o sono “troppo lontani” dall’Italia per rispettare questo nuovo approccio? Quali sono i confini geografici e temporali entro i quali possiamo muoverci? Possiamo studiare i Fenici perché commerciavano sulle nostre coste, ma dobbiamo saltare i Babilonesi perché troppo lontani dal Mediterraneo? Ironia a parte, lavorare per obiettivi significa garantire che ogni bambino, con il suo vissuto e le sue potenzialità, possa apprendere in modo personalizzato, in classi sempre più eterogenee. Non è una questione di “meno è meglio” o di “contenuti essenziali”, ma di costruire strumenti che permettano ai ragazzi di essere cittadini consapevoli. Ma come sempre, eccoci davanti all'ennesima riforma che non riforma nulla. L'errore di fondo è sempre lo stesso: il bambino non è mai al centro. Rimane sullo sfondo, ostaggio di adulti nostalgici del loro passato, che immaginano la scuola di oggi come una copia sbiadita di quella in cui sono cresciuti loro. Nostalgia e rigidità non costruiranno mai il futuro. Riusciremo, un giorno, a mettere i bambini e i loro bisogni al centro del sistema educativo? Ai posteri l’ardua sentenza. Sperando che almeno loro non debbano ristudiare tutto da capo.
Nuove Indicazioni Nazionali di Valditara, le reazioni: c'è chi lo loda per il coraggio, per altri riporta la scuola agli anni Cinquanta
https://www.tecnicadellascuola.it
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Basta alla "scola della Baucàra"! Troppo facile accusare di “passatismo” le proposte per la scuola del Ministro Valditara. Dopo il fallimento della scuola della “tre I” (inglese, informatica, impresa), e di quella di ispirazione sessantottesca dell’”inclusione”, a fronte di una scuola che il Censis cha definito senza giri di parole “La fabbrica degli ignoranti”, bisognerà pur prendere atto che il modello “Lucignolo” non funziona, e pensare a qualche correttivo. Nel mio editoriale di oggi ragiono un po’ su queste tematiche. https://lnkd.in/d5MtQnq3
Le proposte del Ministro Valditara per la scuola andrebbero applaudite
https://www.tviweb.it
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Ecco il n. 3 della rivista che dirigo. Cerchiamo di andare oltre l'efficacia formale delle norme arrivando a ciò che la scuola ha come missione
Ripensare il sistema organizzativo della scuola non più adeguato e fermo da molti anni e altre questioni complesse nella rivista Scienza dell'amministrazione scolastica diretta da Anna Armone Il terzo numero ora disponibile su https://lnkd.in/dgv4wevZ Abbonati! #euroedizioni #rivisteonline #amministrazionescolastica
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Rivista di altissimo livello per chi opera nella scuola
Ripensare il sistema organizzativo della scuola non più adeguato e fermo da molti anni e altre questioni complesse nella rivista Scienza dell'amministrazione scolastica diretta da Anna Armone Il terzo numero ora disponibile su https://lnkd.in/dgv4wevZ Abbonati! #euroedizioni #rivisteonline #amministrazionescolastica
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Il problema della scuola italiana è la mancanza di Vision e di prospettive da parte dei dirigenti e dei docenti. Si fa un gran parlare di comunità di pratica in questi ultimi mesi, purtroppo associando il concetto si DDMM 65 e 66. Ma se ci riflettiamo, la comunità di pratica è un principio base che sottende il DPR 275/99, unitamente alla definizione di leadership trasformazionale. Se fossero diventati sistemici nell’arco degli ultimi 25 anni non staremmo a recriminare sulla scuola italiana che, ritengo, possiede tra gli apparati normativi più completi in Europa. È pur vero che noi siamo anche poco inclini a condividere le nostre buone pratiche. Quindi, per chiudere, veramente dovremmo riflettere in maniera operativa sullo stato attuale delle cose e garantire a tutti il proprio successo formativo. La fuga dei ns cervelli all’estero è dovuto a questo punto ad un’invenzione di tendenza del MISMATCH, ossia le offerte professionali del mercato del lavoro italiano non corrispondono ad alcuni esempi di alte competenze offerte e rilasciate dal sistema di istruzione e formazione italiano. Questo è il mio pensiero.
A FuoriTG, parlando di scuola, non poteva mancare dal pubblico a casa il commento qualunquista secondo cui la scuola italiana è tutta da buttare via in nome delle fantastiche sorti della scuola anglosassone e nord europea: dovremmo finirla una volta per tutte con questo refrain ed essere più obiettivi e più orgogliosi di quello che si realizza nelle scuole italiane. Che poi ci sia tanto da migliorare, non confligge con questo: in fondo, i famosi 'cervelli in fuga' si formano proprio qui da noi... https://lnkd.in/d2Km4fWK
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