CV31 - il punto del direttore🎤
Futuro del vigneto tra giacenze e lavoro “etico”
🚥 La presentazione a Ortigia, nell’ambito dell’Expo Divinazione in occasione del G7 Agricoltura, dei dati di una vendemmia che è rimasta sotto la media produttiva degli ultimi anni seppur in recupero sul 2023 e con una buona qualità diffusa, ha inevitabilmente riproposto la questione della gestione del potenziale, visti i livelli di giacenze nelle cantine italiane pari alla produzione di una media annata, segnali non esaltanti che continuano ad arrivare dai mercati e un confronto europeo avviato dal Gruppo di Alto livello (di cui torneremo presto a parlere sul nostro giornale) che sull’argomento giacenze, potenziale ed espianti ha diviso la filiera del “Vecchio Continente”.
📰 Come raccontiamo su Il Corriere Vinicolo di questa settimana (nei commenti il link per abbonarsi), è stato il presidente di Unione Italiana Vini Lamberto Frescobaldi a lanciare il sasso parlando di mercato, della difesa del valore del vino e della necessità di rafforzare misure attive come la promozione senza disperdere le poche e preziose risorse europee per incentivare l’abbandono dei vigneti. “In passato gli espianti non hanno portato grandi benefici – ha detto - e non dobbiamo perdere centinaia di milioni di euro più utili in comunicazione e promozione Ocm”.
Anche perché dietro e dentro la difesa del “valore” del prodotto nella filiera c’è un altro tema di cui parliamo in profondità in questo numero: la sostenibilità sociale. L’impegno crescente delle imprese vinicole nel valorizzare il lavoro e le persone dentro e fuori l’azienda, con progetti di welfare e di sostegno alle comunità che vivono nei territori viticoli, apre una nuova fase valoriale nella storia del settore che va oltre il fatto etico. Dove la doppia sostenibilità, ambientale e sociale – portata avanti dal lavoro delle imprese e dei Consorzi, come stiamo raccontando nella nostra inchiesta arrivata questa settimana alla sua seconda puntata – prospetta un nuovo modello di sviluppo che ridefinisce la dimensione della bellezza e bontà del vino. Purché, però, ci sia la sostenibilità economica a supportare un impegno imprenditoriale nobile, importante ma oneroso. E, quella, arriva solo dal mercato.
Buona lettura
Giulio Somma
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