Per i giovani, la musica rappresenta un mezzo potente di espressione e identità. Attraverso il ritmo, le melodie e i testi, i giovani possono elaborare emozioni, trovare un senso di appartenenza e rafforzare la loro autostima. Suonare uno strumento o cantare, inoltre, aiuta a sviluppare capacità cognitive e motorie, favorendo il coordinamento e migliorando la memoria. Per le persone adulte e anziane, la musica diventa spesso un rifugio, un ponte verso ricordi ed emozioni profonde. Ascoltare musica familiare può riattivare memorie, ridurre l’ansia e migliorare l’umore, in particolare in chi affronta la demenza o la depressione. Suonare o cantare offre un senso di realizzazione e di scoperta continua, sostenendo il benessere psicologico. A ogni età, la musica è un collante sociale: il momento in cui si suona e canta insieme crea un legame speciale, un’esperienza di condivisione che trascende le parole. Che sia attraverso un coro, una jam session o semplicemente cantando in gruppo, stare insieme attraverso la musica genera connessioni profonde, supporta il senso di comunità e permette di esprimersi in modo spontaneo e libero.
In un periodo in cui le segnalazioni di disagio giovanile sono in aumento, la musica emerge come un elemento in controtendenza, confermandosi un potente strumento per il benessere mentale e l’inclusione sociale. Questo è il messaggio centrale della recente indagine nazionale condotta da BVA DOXA, che ha esplorato per la prima volta in Italia il rapporto tra musica e salute mentale su un campione rappresentativo di giovani tra i 18 e i 40 anni. I risultati evidenziano che per il 90% dei giovani la musica rappresenta un mezzo di supporto al benessere psicologico. Due persone su tre la utilizzano per rilassarsi, migliorare il proprio umore e superare momenti di stress, mentre oltre il 60% la associa alla gioia e alla calma. Questo dato è particolarmente rilevante in un contesto dove il disagio psichico nei giovani tra i 14 e i 24 anni è cresciuto dal 41% al 48% negli ultimi due anni. Il 63% dei giovani ha partecipato a concerti o festival musicali, mentre il 46% dichiara di suonare o cantare, dimostrando quanto la musica sia un’esperienza di condivisione che unisce e crea inclusione. Per molti, infatti, condividere la musica dal vivo costituisce un canale fondamentale per sentirsi parte di una comunità. Nel 2024, il benessere psicologico non è più un tema tabù: una persona su due si sente a proprio agio a parlare di disturbo mentale e le barriere culturali legate a questo tema stanno finalmente iniziando a crollare. In questo processo, la musica ha giocato un ruolo positivo e concreto, offrendo momenti di connessione e supporto che vanno oltre la semplice distrazione, diventando un vero e proprio linguaggio universale per il benessere. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) propone questa riflessione per arricchire il discorso sul benessere mentale, puntando l’attenzione su quanto la musica, con il suo potere aggregante, possa essere un sostegno efficace per affrontare le difficoltà emotive e ridurre il disagio giovanile in modo accessibile e inclusivo. Per approfondire 👇 https://lnkd.in/ejDTn4Wb
Responsabile Centro di salute mentale di Trento. APSS. Coordinatrice sanitaria del Progetto di prevenzione del suicidio INVITO ALLA VITA at APSS Trento
4 mesiSpunti estremamente interessanti ! Grazie sempre dei tuoi contributi Paola M. Taufer . Anche sulla rivista #deprestop si trova un articolo recentemente pubblicato sull’ argomento https://deprestop.it/la-playlist-dei-ricordi-il-potere-trasformativo-della-musica/