In un periodo in cui le segnalazioni di disagio giovanile sono in aumento, la musica emerge come un elemento in controtendenza, confermandosi un potente strumento per il benessere mentale e l’inclusione sociale. Questo è il messaggio centrale della recente indagine nazionale condotta da BVA DOXA, che ha esplorato per la prima volta in Italia il rapporto tra musica e salute mentale su un campione rappresentativo di giovani tra i 18 e i 40 anni. I risultati evidenziano che per il 90% dei giovani la musica rappresenta un mezzo di supporto al benessere psicologico. Due persone su tre la utilizzano per rilassarsi, migliorare il proprio umore e superare momenti di stress, mentre oltre il 60% la associa alla gioia e alla calma. Questo dato è particolarmente rilevante in un contesto dove il disagio psichico nei giovani tra i 14 e i 24 anni è cresciuto dal 41% al 48% negli ultimi due anni. Il 63% dei giovani ha partecipato a concerti o festival musicali, mentre il 46% dichiara di suonare o cantare, dimostrando quanto la musica sia un’esperienza di condivisione che unisce e crea inclusione. Per molti, infatti, condividere la musica dal vivo costituisce un canale fondamentale per sentirsi parte di una comunità. Nel 2024, il benessere psicologico non è più un tema tabù: una persona su due si sente a proprio agio a parlare di disturbo mentale e le barriere culturali legate a questo tema stanno finalmente iniziando a crollare. In questo processo, la musica ha giocato un ruolo positivo e concreto, offrendo momenti di connessione e supporto che vanno oltre la semplice distrazione, diventando un vero e proprio linguaggio universale per il benessere. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) propone questa riflessione per arricchire il discorso sul benessere mentale, puntando l’attenzione su quanto la musica, con il suo potere aggregante, possa essere un sostegno efficace per affrontare le difficoltà emotive e ridurre il disagio giovanile in modo accessibile e inclusivo. Per approfondire 👇 https://lnkd.in/ejDTn4Wb
Non solo la musica …ma tutto quello che attiene al grande contenitore delle arti .
Molto istruttivo
Condivido.
Concordo
Psicologa Musicoterapeuta Violinista
3 mesiTutto il mio studio di questo ultimo 12 anni è stato rivolto all'analisi e comprensione profonda di questo nesso. Ho seguito per un anno un gruppo di colleghi musicoterapeuti che si dedicato all'accompagnamento orchestrabili, una realtà espressiva dove il disturbo e il disagio diventano il punto di partenza per la composizione di autobiografie musicali uniche e intense, favorendo il riscatto, la condivisione la collaborazione e il dialogo - con se stessi e con gli altri. Ascoltare musica, fare musica, condividere musica significa senz'altro essere parte di qualcosa di oltre e di autentico che non può che favorire una connessione più profonda con la vita.