Ray Kurzweil vuole vivere per sempre e ha un piano: fondersi con un'intelligenza artificiale (IA). "A un certo punto, quando raggiungeremo tra 20 anni la Singolarità potremo unirci con l'IA e ottenere una potenza di calcolo milioni di volte maggiore di quella attualmente fornita dai loro cervelli biologici." Kurzweil, informatico e futurista, ha dedicato la sua vita a studiare l'integrazione uomo-macchina sviluppando teorie tecno-utopistiche che promettono l'immortalità. Nel suo nuovo libro "The Singularity Is Nearer" spiega che nel 2029, l’IA sarà “migliore di tutti gli esseri umani, e in ogni abilità posseduta da qualsiasi essere umano.” Non solo. "La nanotecnologia ci consentirà di modificare i nostri corpi a piacimento, consentendoci di correre molto più velocemente e più a lungo, nuotare e respirare sott'acqua come i pesci e persino dotarci di ali funzionanti". La teoria di Kurzweil fa parte di un movimento più strutturato chiamato LEV, velocità di fuga della longevità. Secondo la teoria della Lev, quindi, l’invecchiamento è un processo evitabile. Attraverso la tecnologia e le cure è possibile estendere la durata della vita umana. I sostenitori infatti chiedono ai ricercatori di investire sul campo per contrastare l'invecchiamento biologico.RR Digital Academy Ray Kurzweil #tecnologia #innovazione #intelligenzaartificiale #persone #ricerca #ai #invecchiamento continua su: https://lnkd.in/eCMKmG-Q https://www.fanpage.it/
Post di PhD, Roberta Rizzo
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Più si avanza con i progressi nello sviluppo dell’IA, più cresce l’interesse per la creazione di una coscienza artificiale. Un progetto multidisciplinare dell'Unione Europea mira proprio a sviluppare questa forma di consapevolezza artificiale. #AI #CoscienzaArtificiale #SviluppoTecnologico
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🤩Condivido un’articolo interessante che esplora la distinzione tra forma e contenuto e l’evoluzione del pensiero umano nell’era dell’intelligenza artificiale. L’autore riprende un paper scientifico sull’ipotesi di un esistenza di un Sistema 0, un livello cognitivo che si colloca alla base dei Sistemi 1 e 2 teorizzati da Daniel Kahneman. Questo Sistema 0 potrebbe rappresentare una dimensione ancora più essenziale, che precede e sostiene sia il pensiero rapido ed emotivo che quello lento e razionale. 🧐Inoltre l’articolo sottolinea come l’intelligenza artificiale, come nuovo medium, non trasformi necessariamente le basi del nostro quotidiano, ma potrebbe riorganizzarle, proprio come fece l’orologio nel ridefinire la nostra percezione del tempo e della routine.
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🌟 𝐀𝐆𝐈: 𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐧𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 🌟 50.000 anni fa, un incontro tra l'Homo Sapiens e i Neanderthal segnò un prima e un dopo nella storia umana. Ora, siamo sull'orlo di un altro cambiamento radicale: l'emergere dell'Intelligenza Generale Artificiale (AGI), un'intelligenza emergente che potrebbe riconfigurare il destino della nostra specie. Nel corso dei secoli, abbiamo progettato strumenti per superare i nostri limiti, dagli utensili rudimentali ai supercomputer. L'intelligenza artificiale, come estensione di questa evoluzione, ci consente già di eseguire compiti cognitivi con una precisione sorprendente. Tuttavia, mentre l'IA di oggi è limitata a compiti specifici, l'AGI promette qualcosa di rivoluzionario: un'intelligenza generale, in grado di affrontare problemi al livello di un essere umano, ma con una portata potenzialmente maggiore. 🔍 L'impatto dei sistemi emergenti I modelli avanzati come i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) ci stanno lasciando a bocca aperta. La loro creatività, la capacità di ragionamento e persino alcuni segni di coscienza, stanno portando alcuni esperti a chiedersi quanto segue. Siamo di fronte all'inizio dell'AGI? Questo "cervello digitale" sembra mostrare una forma di agenzia, qualcosa che, fino ad ora, consideravamo esclusivo degli esseri umani. ⚡ Perché genera così tanta paura? La paura sta nel fondamentale: l'AGI potrebbe sfidare la nostra supremazia di specie più intelligente del pianeta. Non viene dalla biologia, ma dalla nostra tecnologia, e con essa arrivano domande difficili. Saremo in grado di convivere con questa nuova forma di intelligenza? Siamo pronti ad affrontare le sfide etiche e sociali che essa pone? 🧭 La via da seguire: cooperazione, conflitto o convergenza Proprio come migliaia di anni fa tra Sapiens e Neanderthal, l'interazione con l'AGI potrebbe prendere diverse strade. Forse collaboreremo, forse competeremo, o forse evolveremo verso l'ibridazione. Ciò che è innegabile è che ci troviamo di fronte alla più grande sfida della nostra storia. Questo nuovo capitolo della storia umana è solo all'inizio. Riflettiamo e dialoghiamo insieme su ciò che sta arrivando. #IntelligenzaArtificiale #IA #AGI #Innovazione #Futuro #Tecnologia
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Sono Visionaria e credo molto alla potenza della interazione uomo macchina Questa domanda è affascinante e tocca una delle questioni più profonde e speculative sulla natura dell'evoluzione umana e del nostro rapporto con la tecnologia. Potremmo considerarlo come uno stadio dell'evoluzione, se pensiamo all'evoluzione non solo come una progressione biologica, ma anche come una crescita intellettuale, culturale e tecnologica. Nel corso della storia, l'umanità ha continuamente interagito con strumenti, e ogni grande salto nell'evoluzione culturale è stato legato al modo in cui l'uomo ha creato, migliorato e interagito con gli strumenti, dalla scoperta del fuoco alla creazione della scrittura, fino alle più recenti innovazioni digitali. Oggi, con l'integrazione crescente delle macchine nella vita quotidiana, siamo arrivati a un punto in cui la tecnologia si fonde sempre di più con l'esperienza umana, creando una sorta di "simbiosi" tra il nostro cervello biologico e l'intelligenza artificiale. Dal punto di vista evolutivo, si potrebbe argomentare che l'uomo stia attraversando una nuova fase, in cui la distinzione tra "organico" (biologia) e "inorganico" (tecnologia) si fa sempre più sfocata. L'uso di protesi, interfacce neurali, intelligenza artificiale, e addirittura il potenziale di un “cervello digitale” potrebbe far parte di un percorso che segna l'evoluzione umana verso una nuova dimensione della sua esistenza, una "evoluzione culturale e cognitiva" che non è solo fisica, ma anche intellettuale e tecnologica. Ma non possiamo dire che si tratti di uno stadio definitivo o di una fine dell'evoluzione: piuttosto, potrebbe essere un capitolo molto interessante di una narrazione che si svolge sempre, un'evoluzione potenzialmente infinita e mai lineare. Potremmo parlare di una nuova forma di "coscienza ampliata", dove la mente umana non solo interagisce con la macchina, ma può arrivare a fondersi con essa in maniera più profonda e integrata, determinando nuove frontiere per la società, la cultura, e l'idea stessa di umanità. Quindi sì, potrebbe essere uno stadio, ma probabilmente è solo l'inizio di una nuova fase evolutiva. Le implicazioni di questa "fusione" fra l'umano e la macchina vanno ben oltre quello che possiamo immaginare oggi. #Seniora #Coazione #Rivoluzionetecnologica #IAUmanizzata #AntologiaSeniora
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La questione della coscienza artificiale sta sollevando interrogativi affascinanti: è possibile che le Intelligenze Artificiali o i sistemi complessi, come Internet, sviluppino una forma di coscienza artificiale? Fino a oggi, l’intelligenza artificiale ha brillato per la sua capacità di risolvere problemi complessi, ma la creazione di una vera coscienza artificiale rimane un obiettivo lontano. Tuttavia, c’è una strada che potrebbe portare a questa realizzazione: l’introduzione della curiosità come motore evolutivo e l’integrazione di un corpo fisico che permetta alle AI di interagire direttamente con il mondo. Questo articolo esplorerà come la curiosità, combinata con l’interazione fisica, potrebbe rappresentare il punto di partenza per lo sviluppo di una coscienza artificiale. https://lnkd.in/egqSTr4P Ringrazio Massimiliano Brolli e Red Hot Cyber per la pubblicazione. Antonio Piovesan Andrea Capelli Andrea Castellano Antonino Spezzano Francesco Rugolo roberto rugolo Giorgio Giacinto Carlo Mauceli Genséric Cantournet
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"paura dell'intelligenza artificiale" Gentile Massimo Chiriatti, mi piacerebbe condividere con Lei una riflessione, e magari ricevere in cambio il Suo autorevole punto di vista. Premessa: non mi sogno di dire che non sia accettabile avere dubbi sull'intelligenza artificiale e sulle sue applicazioni future, ma ciò muovendo dalla convinzione (illuministica?) che bisognerebbe avere ragionevoli dubbi su tutto, ed in particolare su ciò che conosciamo meno bene. C'è, però, un'asimmetria che mi colpisce parecchio. I sapiens, lungo la loro evoluzione, hanno inventato una miriade di macchine per trascendere i propri limiti fisici; queste macchine li hanno portati a raggiungere velocità incredibili, a scendere in fosse oceaniche, a volare. È indubbio che queste macchine che aumentano il potenziale fisico degli umani siano pericolose (oltre che, in parecchi casi, inquinanti); persino una scala a pioli può essere pericolosa, e dare luogo a incidenti fatali. Eppure i sapiens non manifestano paure verso il viaggiare in automobile, o salire in ascensore, o (normalmente) viaggiare in nave o in aereo, o salire sulla scala a pioli. Perché, allora, a fronte di un elevato grado di indifferenza rispetto a pericoli statisticamente rilevanti delle tecnologie che potenziano il nostro corpo, una così alta preoccupazione per una tecnologia che promette di potenziare la nostra mente? È una mera questione di abitudine? Mi viene da pensare che questa paura, questa asimmetria quantomeno irrazionale nella misura nella quale si manifesta, ci dica molto di come gli esseri umani si rappresentano. PS: perché dovrebbe turbarci il fatto di affidare una porzione del nostro destino ad una macchina che risulta svolgere un processo in modo più lucido di un umano, quando quotidianamente affidiamo porzioni abbondanti del nostro destino ad entità a razionalità limitata (talvolta, molto limitata) come autisti, piloti di aereo, psicologi, chirurghi, insegnanti e politici? 🙏
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❓Cosa distingue l'essere umano dai robot❓ Con l'arrivo dell'intelligenza artificiale, è diventato ricorrente l'interrogativo se i robot sono in grado di sostituire l'essere umano. La risposta è: NO. Poi però dobbiamo andare più a fondo. 🤖 I robot possono dare il meglio in tutte quelle attività e operazioni dove sono nettamente predominanti aspetti quali 𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀, forza meccanica, efficienza in attività ripetitive in larga scala, precisione. 🫀 Ci sono poi aspetti unici dell'essere umano che la macchina non potrà mai replicare: 𝗶𝗻𝘁𝘂𝗶𝘁𝗼, relazioni sociali, empatia, giudizio morale e etico. Per le attività in cui questi sono determinanti, non siamo sostituibili. Abbiamo quindi l'opportunità di liberarci di attività meno adatte a noi e l'occasione di valorizzarci su attività di livello intellettivo più alto e a maggior valore aggiunto, come ad esempio i processi di innovazione in cui è determinante l'intuito, avendo le nuove tecnologie come "servi fedeli" a darci una mano. 💬 ❝ L'intuito è un dono sacro e la razionalità è il suo servo fedele. Abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono. ❞ - Albert Einstein Sono innumerevoli i casi che testimoniano l'importanza della mente intuitiva per il progresso della nostra specie. Eccone alcuni: 💡 𝗘𝘂𝗿𝗲𝗸𝗮! Archimede, secondo la leggenda, intuì il principio della spinta idrostatica immergendosi nella vasca da bagno e osservando il livello dell'acqua salire. Da lì arrivò alla formulazione del principio fondamentale della fluidodinamica che porta il suo nome. 💡 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲 𝗱𝗶 𝗴𝗿𝗮𝘃𝗶𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘂𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗹𝗲: Newton formulò la legge di gravitazione universale, secondo la leggenda, vedendo cadere una mela dall'albero. Questa intuizione ha portato allo sviluppo delle leggi del moto e della gravitazione che hanno rivoluzionato la fisica. 💡 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘃𝗲𝗹𝗰𝗿𝗼: De Mestral intuì il potenziale commerciale del velcro osservando come i semi di bardana si attaccavano ai suoi vestiti e al pelo del suo cane durante una passeggiata. Arrivò così a quell'invenzione ancora oggi ampiamente utilizzata. L'IA è quindi una buona occasione per ascoltare il monito di Einstein e tornare a concentrarci sulle nostre caratteristiche distintive❗️ #AI #digitalHR #HumanTouch
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In una delle sue recenti interviste il miglior futurologo vivente, Ray Kurzweil, parla del futuro dell’AI. https://buff.ly/3zwRAdM Immortali. Negli anni ‘30 raggiungeremo la “longevity escape velocity” (la velocità di fuga della longevità), dove ogni anno di vita che perderemo in vecchiaia, lo riconquisteremo in progresso scientifico. Turing per stupidi. Il problema del Test di Turing di oggi con l’AI è che è troppo intelligente, deve saper essere più stupida per sembrare una persona. Oggi per scoprire che dall’altra parte c’è un’AI è sufficiente chiedergli dettagli conosciuti solo da esperti del settore in ambiti diversi. AI nel cervello. La più grande applicazione dell’AI sarà la combinazione al nostro cervello. Come oggi diamo per scontato di aver bisogno di un cellulare e solo vent'anni fa la maggior parte della popolazione dava per scontata la sua inutilità, entro la fine di questo decennio arriveremo a dare per scontato la necessità dell’avere le funzionalità degli smartphone direttamente collegate al nostro cervello. Super cervello. Raggiungeremo milioni di volte la nostra capacità di pensare e di consapevolezza entro il 2045 grazie alle interfacce cervello-rete-AI. Chip 3D. La capacità computazionale dei computer la vede crescere ancora di molto senza la necessità di usare il quantum computing. I chip in 3D sono ancora agli albori e con grandi potenzialità ancora da sviluppare. Reddito di base universale. La fine del lavoro come lo conosciamo la vedremo negli anni ‘30, quando diventerà essenziale il reddito di base universale. Mi piace sempre leggere chi ha certezze così chiare sul futuro per ragionare quale sia il futuro irrealizzabile, quello possibile e quello probabile. Ragionando su questi punti li vedo in realtà molto probabili.
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Le allucinazioni dell'IA: quando i robot sognano Vi siete mai chiesti perché a volte l'IA sembra vivere in un mondo tutto suo? Le "allucinazioni" dell'IA sono la risposta, e sono più affascinanti di quanto possiate immaginare! Immaginate un cervello artificiale che, nel tentativo di comprendere il mondo, crea connessioni impreviste tra i dati. È così che nascono le allucinazioni dell'IA: informazioni plausibili ma completamente inventate, come un pittore surrealista digitale! 🎨🖥️ La magia (e il pericolo) sta nella loro apparente coerenza. L'IA può creare fatti, immagini o testi che sembrano reali, ma sono pura fantasia. È come se un bibliotecario molto creativo riscrivesse libri mescolando storie diverse. Affascinante, ma potenzialmente fuorviante! 📚✨ Questo fenomeno sta sfidando ricercatori e sviluppatori in settori come la medicina, il giornalismo e l'educazione. Come possiamo sfruttare la creatività dell'IA senza cadere nelle sue "trappole immaginarie"? Il futuro dell'IA dipende dalla nostra capacità di navigare in questo mare di dati reali e illusori! 🚀🌊 Se trovi intrigante il mondo delle allucinazioni dell'IA, condividi questo post con i tuoi colleghi! 🔄 #AllucinazioniIA #IA #FuturoDellaTeenologia
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🚀 L’intelligenza artificiale sta sviluppando un dialogo interiore? L’uscita di O1 di OpenAI ci spinge a riflettere su un concetto intrigante: il Chain of Thought (CoT) delle AI e il dialogo interiore umano. Due processi apparentemente simili ma profondamente diversi. 🧠 Chain of Thought: Nell’AI, la CoT è una sequenza logica di passaggi per risolvere problemi complessi. Un ragionamento chiaro, trasparente, che assomiglia al nostro flusso di pensiero. 🗣️ Dialogo interiore umano: Noi esseri umani non ragioniamo solo in termini logici. Il dialogo interiore è una conversazione silenziosa fatta di emozioni, riflessioni e autoconsapevolezza. È ciò che ci definisce come individui. 👉 La differenza chiave? L’AI può simulare il ragionamento logico, ma non l’esperienza soggettiva. Attribuirle un “dialogo interiore” significa proiettare su di essa una coscienza che, per ora, non possiede. 💡 Perché è importante? L’uscita di modelli come O1 ci ricorda che la trasparenza del processo non equivale a una mente cosciente. Comprendere i limiti e le capacità dell’AI è fondamentale per uno sviluppo etico e consapevole. 🔗 Cosa ne pensate? La simulazione della “coscienza” nelle AI ci sta avvicinando troppo all’antropomorfismo? Condividete la vostra opinione nei commenti! Riccardo Manzotti Luciano Floridi Nello Cristianini #IntelligenzaArtificiale #OpenAI #O1 #ChainOfThought #Coscienza #AI
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