Weston McKennie e e Salesiani per il sociale, insieme per donare speranza ai giovani 🎁 Un regalo di Natale che gli oltre cento ragazzi riuniti all'Oratorio San Paolo di Torino non dimenticheranno! Lo scorso 20 dicembre il centrocampista della Juventus Football Club, è stato protagonista di un’iniziativa benefica promossa dalla rete di Salesiani per il sociale insieme alla “McKennie’s Magical Youth Mission” che, in occasione del Natale, ha voluto sostenere le attività educative e di accoglienza dei Salesiani. 🎽 Dopo aver consegnato i regali e indossato la felpa salesiana con la frase di don Bosco "Studia di farti amare", Weston ha voluto giocare con i ragazzi una partita nel campetto dell'oratorio, segnando stavolta un goal di solidarietà. «Sono molto felice di stare qui perché, quando è possibile, mi piace aiutare chi è più in difficoltà» ha detto il calciatore. 🤝 «Questa giornata rappresenta un esempio straordinario di come si possano costruire ponti di solidarietà attraverso gesti concreti - afferma Valentina Bellis, vice-presidente di Salesiani per il sociale - la presenza di un campione come Weston McKennie non è solo un regalo per i nostri ragazzi, ma un segno che oggi, più che mai, è urgente fare la differenza». #mckennie #juventus #mckenniesmagicalyouthmission #educazione #sport #giovani #solidarietà #salesiani #torino #donbosco
Post di Salesiani per il sociale
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Lettura consigliatissima. Cos'altro aggiungere? Il modello e il senso di appartenenza non sono replicabili, ma la parte professionale sì! ⚽ C O M P E T E N Z A ⚽ L’Athletic investe «tantissimi soldi nello sviluppo della propria struttura sportiva di Lezama, per coinvolgere tutti gli operatori in modo professionale: tutti i lavoratori del nostro centro sportivo hanno contratti professionistici e sono preparati per concentrare al 100% le proprie competenze nell’Athletic». Il primo passo è captare il talento: «Ci sono 20 scout e 20 tecnici che lavorano sulle squadre affiliate per monitorare i talenti e portare le competenze di una squadra pro». Sono presenti ulteriori 5 scout che monitorano le due squadre riserve (Bilbao Athletic e Baskonia, che vi spiegheremo più avanti) o i calciatori baschi che giocano in altre prime squadre. Una ricerca capillare: «Monitoriamo il 100% dei giocatori baschi, tutti coloro che possono entrare nella nostra filosofia. Investiamo tempo e risorse in questo» https://lnkd.in/dgD3EZRS
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per valere devi essere di valore e competente!
Happy Husband & Proud Father, Emeritus VPSales&Trade Marketing, Shareholder, Progetto "Giovani senza Capo", Stanford Seed Consultant, Speaker WomenX Impact, YWN Mentor, Ca’ Foscari Mentor
“Giovani senza Capo” L’unico signore a non indossare maglietta e pantaloncini di nome fa Carlo Ancelotti. Di lavoro ha fatto prima il giocatore e poi l’allenatore di calcio ai massimi livelli. Nel corso della sua carriera, con quella di ieri sera, ha vinto 7 volte la Champions League. Due da giocatore (1989, 1990) e cinque da allenatore (2003, 2007, 2014, 2022, 2024). Da solo ha vinto 7 edizioni sulle 69 disputate, ossia più del 10% delle competizioni svoltesi. In questo video tiene un corso di #empatia e di #gestione di un team. Non gli servono tonnellate di PowerPoint da gettare nell’umido. Non gli serve una foto profilo con postura di tre quarti da Top Voice of The Universe. Non gli serve la partecipazione a pensosi convegni dove paraguru abitanti della ZTL raccontano, dopo essersi limitati ad osservarlo dal terrazzo di casa, il malessere degli ultimi come fossero visitatori allo zoo dell’umanità. A lui bastano 7 secondi. A lui basta stare in mezzo alle persone con cui lavora tanto e vince parecchio. Cari ragazzi e ragazze cercatevi buoni maestri come Carlo Ancelotti da Reggiolo se volete diventare la versione migliore di voi stessi. Fonte video: https://lnkd.in/deaDdBtA ___ #giovani #odiolafuffa #nobarlafus #piediperterra
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Le passioni non hanno distanze, anche se alle volte portano delle sconfitte! 💜 La settimana passata, la Fiorentina ha giocato la finale di Conference League ad Atene, ed ero proprio lì allo stadio a sostenerla anche se purtroppo è stata una sconfitta! Nonostante il risultato secondo me la passioni, come quella per il calcio e tante altre, non conosce confini geografici: unisce persone di culture diverse, creando un senso di comunità che supera ogni barriera. -- Anche nel mondo del lavoro, la passione è un elemento fondamentale. È la spinta che ci motiva a dare il massimo, a superare i limiti e a raggiungere obiettivi ambiziosi. Proprio come da tifoso viola che ho sostenuto la Fiorentina ad Atene, anche nel lavoro, come professionista, metto la stessa passione per la mia azienda Promos Web 22 e il ruolo che ricopro. -- La passione ci spinge a: 👉 Ricercare l'eccellenza: non accontentarsi del minimo, ma puntare sempre al meglio. 👉 Affrontare le sfide con entusiasmo: vedere gli ostacoli come opportunità di crescita e miglioramento. 👉 Collaborare con gli altri: creare un ambiente di lavoro positivo e proficuo, dove ognuno possa dare il proprio contributo. 👉 Trasmettere il nostro entusiasmo: contagiare i colleghi con la nostra passione, creando un team più coeso e produttivo. Proprio come la Fiorentina che, nonostante la sconfitta, ha dimostrato grande cuore e grinta, anche noi possiamo affrontare le sfide quotidiane con passione e determinazione, raggiungendo grandi risultati. PS: il post l'ho scritto dopo una settimana perché ancora dovevo riprendermi dalla batosta! La cosa importante è che quando perdi, non perdere la lezione! #promosweb22 #passione #lavoro #teamwork #Fiorentina #calcio #eccellenza #salesspecialist #leanthinking
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Queste sono storie che bisogna raccontare per amore dello sport
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𝗖𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗹𝗲. 𝗜𝗹 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗱𝗶 ‘'𝑪𝑨𝑳𝑪𝑰𝑶𝑷𝑹𝑬𝑺𝑺' 𝗽𝗲𝗿 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶, 𝗽𝗲𝗿 𝗶 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝗹𝗶 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗽𝗶𝗿𝗮𝗺𝗶𝗱𝗲 𝗿𝗼𝘀𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗴𝗹𝗼𝗯𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀. 𝗟’𝗮𝗻𝗮𝗹𝗶𝘀𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗶𝗻𝗮𝗺𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼, 𝗻𝗮𝗿𝗿𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝗶𝗳𝗼𝘀𝗶. 𝐶𝑎𝑙𝑐𝑖𝑜𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠, nato più di venti anni fa per seguire le vicende della Lega Pro (la vecchia serie C), ha scelto da un lustro di focalizzare la sua attenzione sul pianeta calcio femminile. ✅ Il 'primus movens'? La 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 delle giocatrici, la 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒓𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒎𝒐𝒅𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒊𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂𝒍𝒊 𝒊𝒏𝒏𝒐𝒗𝒂𝒕𝒊𝒗𝒊 (il 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗔𝘁𝗮𝗹𝗮𝗻𝘁𝗮 nel maschile fa scuola), il 'plusvalore' dell'anima dilettantistica che ha portato il movimento al punto in cui oggi si trova. ✅ Accade però che le cose cambino molto in fretta, anche in un movimento che si credeva al riparo da certe contaminazioni. L’𝒂𝒛𝒊𝒆𝒏𝒅𝒂𝒍𝒊𝒔𝒎𝒐, talora incurante delle spinte emozionali che sono il pilastro di questo sport, potrebbe farsi travolgere dal business. La Serie A Femminile guidata da Federica Cappelletti è un circuito chiuso. I club ammessi sono appena dieci. ✅ Un dato che potrebbe fare da traino a tutto il resto del movimento (come auspichiamo), ma contribuire anche a cancellare l'𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒊𝒍𝒆𝒕𝒕𝒂𝒏𝒕𝒊𝒔𝒕𝒊𝒄𝒂 che ha alimentato (e ancora alimenta) questo sport. ✅ Le 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗺𝗯𝗼𝗻𝗼 𝘀𝘂𝗹 𝗰𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼 sono un' imprescindibile criticità. ✅ In un mondo pallonaro sempre più kafkiano il vero pilastro restano, secondo noi, i tifosi. Anche loro, però, stentano a comprendere le dinamiche distorte che li stanno trasformando in canne al vento. 𝑰 𝒕𝒊𝒇𝒐𝒔𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒊𝒍 𝒍𝒂𝒕𝒐 𝒆𝒕𝒊𝒄𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒍𝒄𝒊𝒐, l'ancora di salvezza alla quale appigliarsi per sperare in un futuro sostenibile. ✅ Il compito degli addetti ai lavori è dunque - a nostro modesto parere - tenerli informati sul reale stato di fatto delle cose. I tifosi vanno coinvolti nelle possibili criticità del sistema per provare a diventare artefici di un cambiamento epocale che non può che partire dal basso. ✳️ 𝘊𝘢𝘭𝘤𝘪𝘰𝘱𝘳𝘦𝘴𝘴 ha programmato di focalizzarsi su tutte le 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶(che rappresentano l'apice del sistema), sui 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝗹𝗶 e sulle 𝗱𝗶𝗻𝗮𝗺𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗮 𝗽𝗶𝗿𝗮𝗺𝗶𝗱𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗿𝗼𝘀𝗮. Il fine ultimo è di trasmettere ai tifosi il carico di bellezza, passione, emozioni e (anche) criticità che il calcio femminile si porta dentro. 👉🏿 "𝑪𝑨𝑳𝑪𝑰𝑶𝑷𝑹𝑬𝑺𝑺" 👈🏿 𝗜𝗹 '𝗺𝗮𝗴𝗮𝘇𝗶𝗻𝗲' 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗺𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗹𝗲 - "𝗧𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼 𝗶𝗻...𝗿𝗼𝘀𝗮". ⏩ https://lnkd.in/dSihKAQ6
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"A società, famiglia ed amici che mi dicevano “Una bambina non può giocare a calcio” io rispondevo “Allora sono un maschio, basta che mi facciate giocare”. Mentre a Montreal viene annunciato il nome del nuovo club femminile di calcio della città, i Roses 🌹🌹🌹, non posso fare a meno di ripensare all'emozionante conversazione con Alice Pignagnoli. Alice, con pacatezza e determinazione ci ha trasmesso la sua passione per il calcio, ma anche la sua lotta contro le disparità (e aggiungerei le discriminazioni), che le bambine affrontano fin da piccole nello sport. Le cifre parlano chiaro 📊: Tra bambine e bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni, circa il 63% dei maschi pratica regolarmente sport, contro il 49% delle bambine. Nella fascia di età tra i 14 e i 19 anni, la differenza si amplifica: 59% dei ragazzi contro 40% delle ragazze. Nel 2021, secondo i dati del CONI, circa il 78% degli atleti tesserati nelle federazioni sportive italiane erano uomini, con solo il 22% di donne. La strada verso le pari opportunità è ancora lunga, anche nello sport. Sarebbe bello vedere aziende e istituzioni che operano in questo ambito mobilitarsi maggiormente per sostenere l’empowerment femminile. Non solo sarebbe una scelta giusta ✔️, ma anche intelligente: alcune stime indicano che l’audience degli sport femminili in Italia è cresciuta del 30-40% negli ultimi 5 anni!
L’amore del calcio ha portato Alice Pignagnoli lontano, anche se ha dovuto lottare, sempre. Alice Pignagnoli nel suo ruolo di portiera ha giocato oltre 250 partite in Serie A (l’esordio con il Milan) e B, con la Torres ha vinto una Supercoppa italiana e uno scudetto. Non si è mai arresa, raccontando a cuore aperto, in diverse interviste, le sue soddisfazioni, ma anche le grandi difficoltà di essere donna, calciatrice e madre. Emblematico il titolo del suo libro pubblicato per Minerva: “Volevo solo fare la calciatrice”. Oggi veste la maglia biancazzurra della Pro Palazzolo, squadra che le sta permettendo di conciliare le sue esigenze di mamma con quelle di campo. L’abbiamo intervistata, come simbolo di una donna che fin da bambina ha saputo scegliere e perseguire quella che riteneva la sua strada. Estratto: Sei fiera del tuo lavoro? (Jasmin, 10 anni) “Sì, tantissimo, perché ho combattuto molto per arrivarci, ho abbattuto tanti muri e, attraverso la mia storia, ne stanno cadendo altri. Sono molto orgogliosa per questo.” 👉 Leggi l'intervista completa, link nel primo commento. #betshecan #IntervisteBetSheCan #CarrieraDonna #stem #womanempowerment #stereotipi
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📝 NUOVO ARTICOLO Si tratta di un’idea che prende spunto da un lavoro di Ivan Juric, ai tempi alla guida dell’Hellas Verona, al quale ho aggiunto alcuni accorgimenti personali che in questi anni mi è capitato di inserire in esercitazioni similari. Si tratta di una proposta estremamente efficace per allenare il calciatore nella sua globalità, intervenendo sul miglioramento della componente organica mediante la promozione di comportamenti individuali e collettivi che danno forma al proprio modello di gioco. In sintesi: introducendo qualche regola di provocazione nel gioco e utilizzando spazi idonei, sarà possibile allenare la struttura fisica in un contesto altamente specifico, lasciando che questa emerga come naturale conseguenza del modo di giocare delle due squadre.
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Sono un grande tifoso della U.S Triestina Calcio 1918 e sto seguendo con grande interesse tutti i progetti che la nuova dirigenza, guidata da Ben Rosenzweig, sta portando avanti. Dopo un primo anno caratterizzato dagli inevitabili rodaggi, stanno costruendo delle basi solidissime per poi in futuro fare le cose in grande. Si inizia con l'investimento nelle giovanili tramite il progetto di un nuovo campo sportivo (il primo nella storia della Triestina). Questo, insieme a staff e allenatori di alto livello fin dalle giovanili, dimostrano la serietà dell’approccio. La prima squadra vede l’ingresso di nomi importanti e giovani di prospettiva, e l'organigramma della società è composto da professionisti che generalmente operano in contesti più prestigiosi rispetto alla Serie C. Insomma, stanno creando i presupposti per fare le cose per bene. Però, come ben sapete, il calcio non si gioca solo sul campo, ma anche fuori. La Triestina lo sa bene, e uno degli asset fondamentali sarà costituito dalle attività di business legate al calcio, come sfruttare appieno lo stadio Nereo Rocco, uno dei più belli d'Italia btw. Anche il marketing ha un valore inestimabile in questo contesto. Proprio ieri sono state "droppate" due maglie (home e away, siamo in attesa del third kit) che trovo stupende. Da una parte, lo stile minimalista mira a trasformare un prodotto nato per il campo da gioco in qualcosa da indossare tutti i giorni. Dall'altra, la risonanza è stata enorme, ci sono stati già ordini da tutto il mondo, una cosa non comune per un club di Serie C. La partnership con Kappa, la collaborazione con COPA90 e la presenza su riviste come Calcio e Finanza e Rivista Undici, sono state vetrine eccezionali per raggiungere un pubblico ben oltre i confini triestini. Finalmente, dopo tanti anni, anche a Trieste stanno facendo le cose per bene, e da tifoso, mi si riempie il cuore di gioia. Ecco l'articolo di Calcio e Finanza: https://lnkd.in/dnR_hJEd Ecco l'articolo di Rivista Undici: https://lnkd.in/d8jMY_R8 Probabilmente ci saranno altre collaborazioni e articoli dopo la presentazione del third kit, vedremo... Mi auguro che questo sia un anno prospero sotto tutti i punti di vista e continuo a sperare di vedere un video dei miei amici di Calcio di Periferia (https://lnkd.in/duQSdr5Y) sulla mia amata Unione.
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Ho aperto un blog su Substack e ho scelto di debuttare con un articolo che racconta i 100 anni del Magione Calcio. Una storia di ginocchia sbucciate, campi di terra e sogni di gloria. Leonardo Boldrini
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Da Pilato a Sinner, gli sportivi non ci devono nulla | Valerio Moggia https://lnkd.in/dCq_rgpr La reazione dell'ex schermitrice Elisa Di Francisca al commento a fine gara della nuotatrice Benedetta Pilato richiama un vecchio vizio: l’atteggiamento paternalistico e spesso accusatorio nei confronti degli sportivi e delle sportive. Ma se potrebbe quasi essere tollerabile nel momento in cui è espressione esclusiva del tifoso, che di per sé non fa opinione - nonostante nell’epoca dei social i commenti del pubblico abbiano un peso molto maggiore rispetto al passato - è decisamente più grave vedere questo atteggiamento dilagare anche tra chi si occupa d’informazione. Il problema di fondo è quello di credere che gli atleti e le atlete ci debbano in qualche modo qualcosa. Che, in quanto tifosi, siamo custodi di un sport che gentilmente appaltiamo a dei rappresentanti - gli sportivi - che hanno il dovere di onorarlo (ma soprattutto di onorarci) vincendo. Il nostro sguardo di spettatori e tifosi sullo sport andrebbe completamente destrutturato. Ciò che noi vediamo è la prestazione sportiva, che specialmente nel caso dei giochi olimpici si riduce a una manciata di secondi o pochi minuti. Questa è la punta dell’iceberg: alle spalle di tutto questo c’è una grande massa di lavoro e sacrifici che accompagnano la stagione degli sportivi e delle sportive. Le persone che vediamo in campo, in pista, in pedana e in piscina sono il risultato di fatiche, sacrifici, dolori e privazioni a cui noi individui comuni davanti allo schermo spesso non abbiamo non solo esperienza, ma nemmeno una vaga impressione. Valorizziamo gli atleti e le atlete unicamente in base alle vittorie, e pensiamo che la loro eccezionalità - ciò che li distingue dalle persone normali - siano queste ultime, quando in realtà è la capacità di sopportare quei sacrifici nel tempo. Specialmente in uno sport individuale, non essere al meglio in una gara olimpica può significare l’eliminazione, e quindi altri quattro anni di lavoro, nella speranza di arrivare ai prossimi Giochi in condizioni ottimali, cosa tutt’altro che scontata. Questo è un peso enorme, e non è un caso se negli ultimi tempi si stia parlando con sempre maggiore insistenza del problema della salute mentale nello sport, come dimostrano i casi di Simone Biles e Naomi Ōsaka.
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