Il successo di Alleanza Verdi e Sinistra non nasconde il tonfo generale dei principali partiti ambientalisti europei. La crescita della lista di Bonelli e Fratoianni ha innescato un possibile allineamento dell’Italia ad altri Paesi del continente in cui i politici ecologisti hanno voce in capitolo ormai da anni: «Nel 2019, il clima è stato al centro delle elezioni europee. Tutti i partiti politici hanno poi seguito l’esempio. Nel 2024, invece, parte della campagna elettorale è stata contro il clima», ha detto lo spitzenkandidat dei Verdi europei, Bas Eickhout, riferendosi implicitamente al Green deal. In Italia la guerra alle norme ambientali di Ursula von der Leyen non ha funzionato, ma in altri grandi Stati Ue i partiti green – che probabilmente hanno già raggiunto il loro picco di popolarità – appaiono ora più vulnerabili.
Colpa anche dell’inquietante svolta verso destra (estrema) da parte della Generazione Z. In Spagna, Vox (9,62 per cento, terzo partito) ha ottenuto la quota di voti più alta tra giovani e giovanissimi. In Germania, rispetto alle europee del 2019, Alternative für Deutschland (15,9 per cento) è cresciuto dell’undici per cento nella fascia 16-24 anni (anche se cinque anni fa i sedicenni e diciassettenni non potevano ancora votare), mentre i verdi tedeschi hanno preso il ventitré per cento di voti in meno da quella “fetta” di popolazione.
In Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha sciolto l’Assemblea Nazionale e indetto nuove elezioni legislative, Rassemblement National (31,4 per cento) del classe 1995 Jordan Bardella ha strappato un incredibile trentadue per cento nella fascia di età 18-34. Tra l’altro, per tentare di fermare l’avanzata del partito di Marine Le Pen, la sinistra francese si presenterà al voto compatta grazie all’accordo tra Verdi, Socialisti, La France Insoumise e Comunisti.
La virata a destra dei giovani europei si è anche tradotta in meno voti per i Verdi, che nella prossima legislatura controlleranno cinquantatré seggi: ventuno in meno rispetto agli ultimi cinque anni. In Germania, ad esempio, Verdi/Alleanza Libera Europea (nella coalizione semaforo del governo Scholz con liberali e socialdemocratici) è il gruppo politico ad aver perso più preferenze: 20,5 per cento nel 2019 e 11,9 per cento nel 2024. «Quello tedesco è stato un voto contro la coalizione, non contro i verdi», sostiene Eickhout.
Nei Paesi in cui sono al governo (Germania, Austria, Belgio, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo e Repubblica Ceca), i verdi hanno perso terreno in modo allarmante. Dall’altra parte, però, gli ecologisti sono cresciuti – spesso timidamente – negli Stati in cui appaiono tradizionalmente deboli: Italia, Danimarca, Spagna, Slovenia, Croazia, Lettonia e Lituania. Ecco perché la crescita di Avs non è esattamente un’anomalia.
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